le cose che
ci vengono dette, le storie che ci vengono raccontate, tutto. tutto
ci viene narrato e presentato da un punto di vista ben preciso che
assembla arbitrariamente eventi, informazioni, sensazioni, opinioni,
parole, per poi riproporcele in un ordine ben preciso che chi narra
ha in qualche modo stabilito. l'ordine, la sequenza, il soggettivo
attribuire importanza e sequenzialità alle cose potremmo anche chiamarla
struttura, o meglio, sovrastruttura. poi basta guardarsi intorno,
osservare il fitto retinato che ci circonda nelle nostre azioni
quotidiane minime, per renderci conto quanto tale intenso tramare
di eventi, informazioni, sensazioni e opinioni ci possa condizionare
la percezione e, di conseguenza, il vivere. io racconto semplicemente
una storia, e il tentativo è quello di dare la possibilità a chi
legge di ricostruire trame e percorsi della narrazione, in totale
libertà da tutte le sovrastrutture possibili. coloro che leggeranno
questa storia potranno decidere, una volta entrati nella narrazione,
come continuare, dove, fino a ricostruire un percorso personale
che definirà anche gli eventi, oltre che le sensazioni e le emozioni
raccontati. leggendo il racconto in maniera attiva, i lettori forse
avranno una maggiore percezione di come un percorso narrativo è
fatto di ricerca, di false svolte, di cadute e di risalite; e ancora
molto altro che tende, molto spesso, a non avere né un preciso inizio,
né una fine definita. un percorso molto spesso si replica su se
stesso, si annoda, si smonta e si rimonta. è a quel punto che necessita
raccogliere una serie di frammenti e ricominciare il puzzle.
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