TRADIZIONI:
Nelle tradizioni popolari
l'offerta del pane e del sale ricorda ancor oggi l'antico simbolo
dell'ospitalità come segno d'accettazione nella famiglia; il rispetto per
il pane fa sì che esso non possa essere gettato via, ma bruciato nel caso
diventi inservibile.
Un tempo esisteva il
corredo del pane che la sposa portava in dote e che orgogliosamente
all'occorrenza sfoggiava: la madia innanzi tutto, il mobile in cui
superiormente si impastava il pane, che si apriva allo scopo
completamente, sollevando il coperchio verso l'alto, e che nei robusti
piani sottostanti consentiva di conservare il pane per otto o dieci
giorni. Poi, nel corredo, i cestini da pane di paglia di frumento
lavorata, infiocchettati con filamenti variopinti, tanto belli che durante
gli intervalli tra una panificazione e l'altra, si appendevano in cucina.
Per contraddistinguere le
pagnotte, le famiglie segnavano il pane con crocette, stemmi, qualcuna
addirittura con apposito timbretto in legno.
Dopo il parto, la puerpera
doveva rispettare la quarantena, durante la quale aveva diritto di cibarsi
con pane bianco, un pane di lusso allora in campagna e per le classi meno
agiate. Alla fine del periodo si recava in chiesa per essere purificata.
In Lombardia, anticamente,
i figli illegittimi erano chiamati "figli del pane".
PANI RITUALI :
Anticamente in Toscana non
veniva mai negato un boccone di pane al "pellegrino" che bussava
alla porta. Un boccone di pane santificato dall'amore del prossimo, il
santo pane che toglie la fame, il "pane benedetto dalla
carità". Oggi i pellegrini non bussano più alla porta, ma
l'aggettivo santo è rimasto per accompagnare quel pane che, per
tradizione, si gusta nel giorno di Ognissanti. Un pane arricchito con
l'uvetta, le noci, lo strutto. Per accompagnare degnamente questo pane
santo, un bicchiere di Vin Santo stravecchio dei colli toscani.
A Venezia il giorno di San
Martino si trovano in vendita dei pani con l'effige del santo.
A Verona, da qualche anno,
nel giorno dell'Ascenzione vengono offerti dalla cittadinanza al
vescovo tanti pani quanti sono i milioni di lire raccolti per il terzo
mondo.
Pani rettangolari di pasta
dura, decorati con due cerchi in rilievo, vengono distribuiti a Tolentino,
in provincia di Macerata, l'11 settembre, in onore di San Nicola acclamato
santo per i suoi miracoli sin dall'anno della sua morte.
Altri pani rituali sono il
pan nociato , che si faceva nelle marche il giorno dei morti. Sempre nelle
marche, durante la mietitura, veniva consumato il pan pepato, e, durante
la vendemmia il pane col mosto. Il panettone, il pandoro, il panforte, il
pangiallo, pane quest'ultimo fatto con miele, farina, noci, nocciole,
cioccolato a pezzetti e uvetta, si prepara per le feste natalizie.
PANE IN TAVOLA:
Come si mangia il pane
secondo le regole? E come lo si serve? Secondo un manuale di belle
maniere, non si taglia mai col coltello. Il pane va dunque spezzato con le
mani, via via,facendolo a piccoli pezzi che costituiscono altrettanti
bocconi. Lo stesso vale per i grissini. Ancora: no ai bocconi troppo
grandi, no al pane sbriciolato sulla tovaglia o, peggio alle palline di
mollica. Ed ancora a proposito di pane, finalmente è stato risolto il
problema della "scarpetta". Proibito o permesso raccogliere con
un pezzetto di pane quanto rimane nel piatto di un intingolo gustoso, di
una salsetta piccante? Sulla controversa questione è autorevolmente
intervenuto Franco Marenghi, segretario nazionale dell'Accademia Italiana
della Cucina, esprimendo la sua opinione personale: " la scarpetta in
pubblico no; la scarpetta in privato sì"; ma mai con la forchetta,
aggiungono le esperte di galateo moderno. Il pane va preso con tre dita e
delicatamente immerso nel sugo rimasto sul piatto. Nella preparazione
della tavola il pane può essere posto sia a destra che a sinistra del
piatto. Per un eventuale rifornimento si fa passare, in mancanza del
cameriere, un cestino di paglia o un vassoio di legno o argento, ma sempre
rivestito con un tovagliolino o in pizzo sul fondo. In un pranzo elegante
invece il pane va servito sull'apposito piattino; di solito in argento.
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