Introduzione

Nel saggio La musicologia filosofica di Adorno (1), Luigi Rognoni esprimeva la difficoltà di comprendere la filosofia della musica di Adorno in termini che sarebbero diventati un topos
in molti scritti sul pensiero del filosofo. La difficoltà consisterebbe nel fatto che Adorno "parla al filosofo in termini musicali e al musicista in termini filosofici, in una piena ed acuta partecipazione tra i due campi" (2). Questa osservazione rende benissimo l’intento unitario che nell’opera di Adorno lega il campo estetico (musicale in particolare) e quello filosofico. Un po’ più problematica è invece l’affermazione che "i termini filosofici [...] sono sempre verificati nella concreta esperienza musicale delle opere di cui tratta" (3). Infatti, come mostrerò nel corso della trattazione, la critica più insistentemente mossa ad Adorno da parte musicologica è proprio quella di trascurare o di proporre in modo molto impreciso i riferimenti alla ‘concreta esperienza musicale’. In relazione a questo problema, uno degli intenti principale di questo elaborato sarà quello di verificare in che misura questa critica è fondata, proponendo una riflessione sul ruolo che in questi reciproci non-intendimenti gioca il contesto filosofico specifico del pensiero adorniano. In altre parole: in che misura questi due giudizi possono coesistere, e come si sviluppa una filosofia della musica come quella di Adorno in relazione alle sue premesse filosofiche e metodologiche? Esiste un predominio dell’uno sull’altro o si verifica invece effettivamente un’interazione profonda? Allo scopo di esaminare questa problematica, le prime due parti di questa tesi saranno dedicate rispettivamente al pensiero filosofico in generale e, specificamente, a quello filosofico-musicale in Adorno. Si tratterà ovviamente di uno sguardo non esaustivo, incentrato su quegli aspetti che più strettamente costituiscono i vincoli teorici della connessione tra i due volti del pensiero del filosofo: la critica all’illuminismo, la dialettica hegeliana e negativa, la sociologia.Questi temi-cardine dell’argomentazione filosofica e musicale di Adorno metteranno in luce alcuni problemi (tra i quali ho individuato come fondamentali quelli, strettamente legati, della pretesa di superare una conoscenza di tipo analogico e del valore dialettico del particolare) che ritengo possano trovare se non una soluzione certamente una forte ed illuminante concentrazione nel pensiero musicale a proposito di Ludwig van Beethoven. La centralità di questo compositore nello sviluppo più profondo del pensiero filosofico-musicale del francofortese, testimoniata dalla rilevanza che i riferimenti a Beethoven hanno nella Teoria estetica, è stata notata da molti studiosi. Tuttavia, l’estrema frammentarità di questo pensiero, il fatto che esso compaia in pratica solo in paragoni con altri compositori o in scritti brevissimi, e quindi mai in forme articolate e ‘criticabili’, si è rilevato di ostacolo alla collocazione di questa centralità. Cercherò di verificare se e in che misura la pubblicazione di Beethoven. Philosophie der musik (4), un’ampia raccolta di frammenti e progetti inediti sull’opera di Beethoven può contribuire a fare chiarezza in questo settore.