7° FESTIVAL NAZIONALE DEL VIDEOCORTO DI NETTUNO

Qualità e pubblico confermano il valore del Festival.

Proprio un buon festival. Questo resta da dire a conclusione del Nettuno Film Festival che alla sua settima edizione ha premiato i suoi partecipanti con molto pubblico e una selezione di buona qualità. Nei festival di corti è già molto, a volte, che si abbiano diverse decine di spettatori, la bella cornice del Forte Sangallo ne ha ospitati invece diverse centinaia, ed in genere la mediocrità dei corti quasi non lascia trasparire dei criteri di selezione, qui invece dettata dalla qualità e dalla consapevolezza di uso del linguaggio cinematografico. La brava presentatrice Rosanna Consolo, a fine festival, ha commentato come i rapporti umani siano importanti per la produzione di un cortometraggio e quanto sia importante il lavoro di gruppo tra amici. Quello che vale per la produzione di un corto non vale però per la selezione, infatti è stata penalizzante la presenza dei corti di "amici e parenti" che troppo stonavano con la professionalità e la competenza di altri partecipanti.
Il premio Videocorto d'oro è stato vinto quest'anno da Samantha Casella con il corto "Memorie da un'isola di morti", quasi un'elegia mortuaria dove Marilyn, Schiele, Napoleone e i/le loro rispettivi/e amanti monologano sulle loro vite sconfitte e sugli amori perduti. La forma del monologo appare consona per dei personaggi ormai morti e per i quali solo la perdita d'amore, il distacco con la persona amata, segna la vera fine; i monologhi lasciano inoltre libera la regista di dar forma ai pensieri dei personaggi tutti chiusi nella loro mente.
Il premio è stato così assegnato ad un corto concepito come tale da un punto di vista espressivo, linguistico e narrativo, centrando così la specificità del formato che per altri notevoli, e premiati, partecipanti come Guerrisi e Ceppi con "Il suono del silenzio", Maurizio Scala con "Tempo Fermo", Alfio D'Agata con "7,5 gradi alcolici", è servito per creare dei piccoli film corti solo nella durata.Di particolare nota sono altri due corti:"La frittatina" di Marcello Gori, divertentissimo omaggio ai giochi che fanno i bambini, interpretati ovviamente da acceleratissimi e acutissimi adulti, vincitore del premio per la miglior regia e del premio SpazioLazio riservato al miglior corto regionale; e "Tutto e il contrario di tutto" di Fabrizio Favaloro, un meta-corto che ironizza sul mondo assurdo di chi cerca di girare un cortometraggio e tenta di mandarlo ai festival, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura e della menzione speciale al premio Troisi, premio che gli stessi autori e partecipanti consegnano al concorrente più apprezzato.
Un buon festival, si diceva, che da sette anni caratterizza l'estate nettunese, ma che rimane uno dei pochi buoni esempi di iniziativa cinematografica patrocinata dalle amministrazioni, che si discosti dall'onnivoro e dispersivo polo capitolino.

Autore:
Renato Chiocca


 
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