I DIARI DELLA SACHER
La televisione si fa cinema alla ricerca della storia.

di Renato Chiocca

Durante la 58. mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia l'ex direttore Alberto Barbera aveva creato, come nelle sue passate gestioni, lo spazio "nuovi territori" dedicato alle proiezioni di cortometraggi, documentari, mediometraggi e lungometraggi che avessero con il cinema un rapporto più libero e personale, dove si desse spazio a ricerche non solo linguistiche ma anche di contenuto. In questo spazio a partecipazione internazionale c'è stato un programma tutto italiano a tema chiamato I diari della Sacher, una serie di documentari prodotti dalla Sacher Film di Nanni Moretti e Angelo Barbagallo. Dal 13 Aprile alle 23 Raitre manda in onda tutta la serie I diari della Sacher trasmettendo ogni sabato due dei sette documentari della prima serie.
Il progetto fortemente voluto da Moretti e Barbagallo ha come soggetto comune l'archivio di Pieve Santo Stefano, una sorta di biblioteca dove sono conservati più di quattromila diari, dai quali sette registi hanno tratto sette documentari. Si tratta dunque di ritratti, di storie di persone, molte ancora in vita, che riportano a galla molti dei problemi e delle ideologie del novecento.
I registi che sono stati chiamati a girare questi documentari hanno rispettato le storie che sono andati a raccontare, cercando in tutti i casi di avere un approccio di pudore con la materia trattata, guardando alle persone che ritraevano con l'occhio del presente. Si raccontano storie del passato ma con un linguaggio presente, non ci sono cioè vecchi filmati di documentari del passato, tutto è girato con le moderne macchine digitali, utilizzate però come supporti leggeri, come luci diffuse sulle rughe di questi vecchi signori. Contadini, anarchici o insegnanti che con voci roche e gesti lenti trasformano le parole in memoria.
Il regista Giuseppe M. Gaudino, già autore nel 1997 dello splendido lungometraggio Giro di lune tra terra e mare e regista del "diario" Scalamara commenta così il progetto: "Mi è piaciuta l'idea etico-politica della Sacher di raccontare la vita. Raccontare delle storie vere. E' un incoraggiamento a non aver paura di raccontare il quotidiano e il nostro tempo.", ed è proprio la necessità e l'importanza del raccontare che domina su questi documentari, dei veri e propri film dove il cinema è un linguaggio intensamente etico, ricco dell'attenzione dell'osservatore e non della frammentarietà sensazionalistica del teleutente.
La Sacher ha già in preparazione un'altra serie di diari. La produzione data la mole dell'archivio potrebbe non terminare mai, ma oltre all'identità produttiva del progetto, di nota in questo caso perché trattasi di una forte identità cinematografica nonché civile quale quella di Nanni Moretti, e all'ambito della ricerca dei materiali, è importante la scelta della forma diario, non più solo privato-pubblico come le dirette opere di Moretti, ma come metodo di ricerca e studio sulla storia. Una metodologia che aggiunge alla forma documentario gli umori della storia raccontata a viva voce direttamente da chi l'ha vissuta.


I DIARI DELLA SACHER

Maria Chiaretti DAVAI BISTRE' - AVANTI! PRESTO!
Giuseppe M. Gaudino SCALAMARA
Andrea Molaioli BANIERA ROSSA E BORSA NERA
Roberto Nanni ANTONIO RUJU. VITA DI UN ANARCHICO SARDO
Susanna Nicchiarelli CA CRI DO BO
Isabella Sandri I QUADERNI DI LUISA
Valia Santella IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

 

 
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