Musicare
lo spirito del canto: Intervista a Nicola Piovani
Una
volta si diceva che gli occhi di un'attrice avevano la capacità
di bucare lo schermo, Nicola Piovani con la sua musica per il cinema
incastra le immagini nella sua musica, rapisce l'immaginario dello
spettatore, a suo modo, bucando lo schermo. Fellini, tra i registi
con cui ha collaborato, lo ritraeva in uno dei suoi ritratti, con
un volto assorto tra concentrazione e malinconia esaltato da due
grandi occhi da bambino.
Nella
realtà Nicola Piovani conserva lo sguardo curioso e i boccoli
incontrollati di un bambino vivace, ma ascoltando la sua voce sicura
e confidenziale, non si fa fatica ad immaginarlo alla direzione
di un'orchestra.
Nel
corso degli ultimi trent'anni Piovani ha composto colonne sonore
per Fellini, Moretti, Benigni, Taviani,
Monicelli, Bellocchio, Citti e tanti altri
ancora, entrando ogni volta in incredibile sintonia con le grosse
personalità con cui lavorava, non rinunciando però
al suo percorso di stile.
La
sua personale poetica lascia trasparire una vicinanza con la musica
da camera per l'utilizzo dei suoni e per il rilievo degli strumenti
solistici, immergendo l'ascoltatore-spettatore in un'atmosfera intima
in cui i sentimenti dei personaggi ritratti nei film vengono trasmessi
con sussurri di sospesa leggerezza, attraverso i passaggi dei solisti
e gli andamenti di orchestre mai imponenti.La tendenza alla narrazione
della musica di Nicola Piovani lo ha spinto inoltre nella scrittura
di canzoni, tra l'altro per Fabrizio De André, e nella
scrittura per il teatro, come compositore di colonne sonore di spettacoli
teatrali, tra l'altro per Cecchi, Scaparro, Patroni Griffi,
ma soprattutto come autore di una nuova forma di teatro musicale,
definita da lui stesso Dramma Musicale, in cui scompare la
facilità della rivista ma non si rinuncia all'emotività
del racconto, anche grazie ai testi del suo collaboratore di sempre
Vincenzo Cerami.
Nel 1999 ha vinto il premio Oscar per la miglior colonna sonora
con "La Vita è Bella" di Roberto Benigni e nel
2001 il suo ultimo David di Donatello con "La Stanza del Figlio"
di Nanni Moretti. Ora Piovani è al cinema con "Il nostro
matrimonio è in crisi"di Antonio Albanese e con il primo
film di Luis Sepùlveda "Nowhere"in cui ha toccato
con pudore nuove frontiere della sua poetica musicale
La sua musica ha un'ovvia necessità di raccontare,
ma che cos'è la musica narrativa?
>E' una musica che viene scritta per diventare uno
degli elementi di un racconto. Un film racconta una storia con le
immagini, col dialogo, con i movimenti della camera, con le luci
e i colori, e racconta anche con la musica; abbiamo grandissimo
cinema senza musica e un cinema che da Ejzenstejn a Chaplin a Fellini
a Ken Loach usa la musica.
Narrare con la musica significa usare quei lessici in cui le parole
sono più fiacche. Il dialogo è fatto di sostantivi,
verbi, aggettivi, avverbi, la musica ha soltanto gli aggettivi e
gli avverbi: non potrà mai raccontare che Jack squarta la
vittima, però ci può raccontare con che stato d'animo
la squarta, oppure la paura che si vede negli occhi della vittima
la
musica non può dire "sta subendo una coltellata"
però può aggiungerci paurosamente oppure serenamente
oppure rassegnatamente, tutti avverbi che possono descrivere il
sentimento di chi guarda, il regista con accanto gli spettatori.
|
|
|
Trova
Cinema |
Tutti
i film in tutte le sale
|
|