di H. C. Andersen
Nelle profondità
degli oceani vivevano esseri metà umani e metà pesci: le sirene. Dotate di
una voce melodiosa, a volte risalivano alla superficie del mare per cantare,
addolcendo così l'agonia dei marinai naufragati. Abitavano in palazzi
meravigliosamente decorati di conchiglie multicolori e di madreperle che i
raggi del sole, smorzati, facevano risplendere. Intorno si estendevano vasti
giardini di alghe brune e verdi. Le prime ondulavano come sciarpe di seta
gonfiate da una brezza leggera, le seconde, finemente cesellate, davano riparo
ai pesci dalle forme straordinarie e dai colori forti, che volteggiavano
graziosamente in compagnia di meduse trasparenti. Nel più grande e più bello
di questi palazzi marini regnava il re del mare. Già vecchio, era un padre
soddisfatto di sei bellissime principesse. Egli aveva affidato la loro
educazione alla regina madre, che aveva una grande coscienza del suo rango;
infatti, inculcò con rigore alle principesse le belle maniere, l'arte di
ricevere e tutte quelle cose che facevano di loro delle ragazze sapienti e
perfette. Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore
particolare che la distingueva dalle sorelle. I suoi lunghi capelli biondi e
soffici, la sua bocca rossa, il suo colore delicato e i suoi occhi chiarissimi
le conferivano un fascino incomparabile. Tutto in lei era perfetto... Ahimè!
da qualche tempo però la tristezza offuscava spesso il suo volto delicato,
dandole un'aria depressa e assente. Aveva sempre più desiderio di ritirarsi
nel giardino segreto, giardino che aveva ogni principessa, perché le piaceva
sognare ad occhi aperti, lontana dagli occhi delle sorelle; ma ora ci passava
lunghe ore immersa nei suoi pensieri. Qual'era la ragione di questo
cambiamento d'umore, lei che prima era così amabile? Qualche giorno prima
aveva trovato un busto in alabastro di un giovane uomo, probabilmente caduto
in mare durante il naufragio di una nave. Era sempre stata attratta dai
racconti della nonna sulla vita terrestre; come tutte le sirene il giorno del
quindicesimo compleanno, sua nonna era emersa dalle profondità dell'oceano e
aveva scoperto il mondo sconosciuto degli uomini. In seguito, aveva fatto
frequenti incursioni sulle spiagge di diversi litorali e aveva conservato un
ricordo indimenticabile delle sue esperienze. La passione che metteva nel
raccontare le sue storie fu trasmessa alla giovane sirenetta. Avida di
particolari, l'assillava di domande; voleva conoscere tutto della vita di chi,
sulla terra, con due gambe, si muoveva facilmente così come lei danzava
nell'acqua… Purtroppo, ancora alcuni anni le mancavano prima che lei
compisse i suoi quindici anni... Un giorno la maggiore delle sue sorelle compì
i tanto attesi quindici anni. Dopo aver avuto innumerevoli raccomandazioni di
prudenza dalla nonna preoccupata, partì verso la superficie, guardata con
invidia dalla sorella minore. Al ritorno, raccontò con entusiasmo la sua
esperienza e, certamente, la sua più avida ascoltatrice fu la sirenetta più
giovane. L'anno seguente, fu il turno della seconda figlia del re: partita
nella direzione opposta conobbe altri paesaggi, altri popoli, che descrisse
alla sorella addirittura abbagliata. La terza principessa fra quelle che
ricevettero il permesso, si recò in una baia, risalì poi un fiume circondato
da castelli, colline e foreste. La quarta preferì restare al largo a
contemplare le navi che facevano rotta verso il continente. Il compleanno
della quinta fu in inverno ed ebbe il privilegio di ammirare la neve e il
ghiaccio, che nessuna sirena aveva mai visto fino ad allora. Infine, il giorno
tanto atteso e nello stesso tempo tanto temuto, arrivò. La piccola sirena
compì quindici anni. Appena ebbe il permesso di partire, nuotò vigorosamente
e andò verso il cielo che intravedeva sopra la sua testa. Tra gli spruzzi di
mille goccioline, uscì sulla superficie del mare e contemplò, soggiogata, il
sole che calava fiammeggiante all'orizzonte. I minuti passarono meravigliosi.
Lentamente, il giorno si oscurò e arrivò la notte, ma la piccola sirena
riuscì a scorgere, lasciandosi dondolare dolcemente, una magnifica caravella
con molte vele. C'era una festa a bordo e l'alberatura era tutta addobbata con
centinaia di lampade che illuminavano tutta la nave. Sul ponte riccamente
parato c'era l'eroe della serata, un principe giovane e bello... Affascinata
dallo spettacolo fiabesco, la sirenetta fissava estasiata il giovane che si
distingueva dagli altri per la sua prestanza fisica e la sua eleganza.
Improvvisamente si alzò il vento, le onde divennero più violente e si
infransero contro la nave. I lampi saettavano nel cielo oscurato dalle nuvole
e la tempesta scoppiò spaventosamente. I marinai, sorpresi dalla rapidità e
dalla forza dello scatenarsi degli elementi, non ebbero il tempo di abbassare
le vele: gonfiate al massimo, trasportarono la nave come una pagliuzza. Spinta
dal vento, sballottata dalle onde giganti, la nave non resistette molto tempo.
Lo scafo si ruppe, le strutture sradicate caddero nell' acqua e in mezzo alle
grida dei naufraghi, la nave tu inghiottita dalle onde mugghianti. Fu così
che un'incredibile speranza attraversò la mente della sirenetta che assisteva
impotente a quel dramma: il principe la stava raggiungendo nel regno del mare!
Poi si ricordò che gli uomini annegavano se non potevano respirare l'aria,
per loro indispensabile. Con il rischio di essere ferita dai rottami della
nave, si precipitò in soccorso del principe un attimo prima che fosse
inghiottito dalle onde. Gli sorresse la testa fuori dall'acqua e poi, lottando
con tutte le sue forze, cercò di arrivare a riva. Dopo molti sforzi, esausta,
giunse sulla spiaggia con il suo carico esanime. Al mattino la tempesta si era
calmata e nel cielo senza nuvole, il sole cominciò a salire verso lo zenit.
Il mare era calmo e tutti i resti della nave erano scomparsi. Si sarebbe
potuto credere che non fosse successo niente. Soltanto la presenza del
principe ricordava i tragici avvenimenti della notte. La sirenetta pensò che
la vita era più tranquilla nel regno profondo del mare; fugacemente,
rimpianse la sua vita comoda, ma la vista del giovane la riportò alla realtà.
Con gli occhi chiusi sembrava dormisse e poté osservarlo per lungo tempo:
assomigliava stranamente al busto di alabastro che ornava il suo giardino...
furtivamente, gli diede un bacio sulla fronte. E se fosse morto? Disperata,
non sapeva che fare per salvare colui che amava già con tutto il cuore. Si
sentì inutile, la sua coda di pesce le impediva tutti i movimenti sulla terra
ferma. Coraggiosamente, incominciò a tirare il corpo inerte verso un luogo
ben in evidenza, alla vista di eventuali passanti. Poi, andò a sedersi dietro
una roccia, non potendo fare altro per il principe. Quasi subito, una ragazza
che passeggiava sulla spiaggia, approfittando del dolce sole mattutino, vide
il principe. Chiamò aiuto e il giovane ebbe finalmente soccorsi. Riscaldato,
confortato, riprese i sensi e il primo volto che vide fu quello della giovane
ragazza. Ben rassicurata sulla sorte di chi aveva toccato il suo cuore per
sempre, la piccola sirena si immerse nel mare e ritornò nel suo regno. Non
raccontò nulla del suo soggiorno in superficie e il suo silenzio preoccupò
il re, la nonna e le sue sorelle. Da quel giorno passò le giornate nel suo
piccolo giardino contemplando la statua, sosia del principe. Molte volte andò
sulla spiaggia dove aveva lasciato il principe, sperando di rivederlo ma
invano... le stagioni passarono. La malinconia della piccola principessa
aumentava ogni giorno di più e il suo sconforto si intensificava. Sua nonna
ebbe pena di lei e, dopo molte esitazioni, si decise a rivelare alla ragazza
l'esistenza e i grandi poteri della strega che abitava sul fondo dei mari:
- Se sei felice solo quando sei sulla terra, vai a trovarla, lei ti aiuterà
ma...
Senza aspettare un attimo di più, la piccola sirena riunì tutte le sue forze
e nuotò verso l'antro della maga. Coraggiosamente, riuscì a resistere
all'attacco delle murene che volevano morderla e ignorò le ferite causate dai
coralli che laceravano il suo corpo. Superando la paura, continuò, malgrado
gli ostacoli che le sbarravano il cammino e finalmente giunse davanti
all'orribile donna che, avvisata del suo arrivo, l'aspettava. Una puzza
pestilenziale usciva da un pentolone il cui contenuto stava bollendo.
- So quello che desideri, - sogghignò la donna spaventosa, - sei molto
audace! Voglio esaudirti, ma come contropartita, dovrai fare grandi sacrifici:
in cambio delle gambe, voglio la tua voce, resterai per sempre muta... non
ridiventerai mai più una sirena e se non saprai guadagnarti l'amore dell'uomo
che ti ha ammaliata, se egli amerà un'altra donna, morrai... Poi aggiunse con
un' aria terribile: ad ogni passo, avrai dolori, i tuoi piedi sanguineranno ma
tu dovrai sorridere, nascondere il tuo tormento... Sei ancora decisa?
- La mia decisione è irremovibile. Voglio realizzarla a qualunque costo!
Nauseata, inghiottì la bevanda dall'odore fetido che la strega le diede. Con
atroci sofferenze, la coda di pesce si trasformò in due gambe affusolate. La
piccola sirena non riuscì a trattenere un grido di' dolore. Ad ogni passo gli
occhi le si riempivano di lacrime; faticosamente si diresse verso la spiaggia.
Le sue nuove gambe erano più un intralcio che un aiuto e, esausta, svenne
sulla sabbia. Quando si svegliò, il suo sguardo incrocio... quello del
principe! Anche il principe veniva regolarmente sulla spiaggia: era alla
ricerca di una ragazza che aveva conquistato il suo cuore, con uno sguardo che
aveva incrociato il suo al risveglio dopo il naufragio... E così scoprì la
sirenetta. Soggiogato dal suo fascino e dalla sua bellezza, la presentò ai
suoi genitori, a corte e diventò la regina dei balli e dei ricevimenti dati
in suo onore. La sirenetta soffriva atrocemente, ma sorrideva radiosa. Appena
restava sola, furtivamente bagnava i piedi sanguinanti nel mare fresco e
riposante. Una grande tristezza la tormentava notte e giorno: il principe
l'amava, ma come una sorella, un'amica... essendo muta, si confidava molto con
lei, sicuro che avrebbe mantenuto il segreto. Il principe pensava che le
lacrime che brillavano negli occhi della ragazza, fossero lacrime di
compassione e le era riconoscente. Se avesse potuto immaginare... Il principe
cominciò a disperare di poter ritrovare la ragazza da cui lui credeva fosse
stato salvato, quando ricevette un invito dal re di un paese vicino. Fu con
grande sorpresa e gioia che riconobbe nella figlia del re la sua salvatrice!
Anche la giovane principessa si era innamorata dello sconosciuto della
spiaggia e il loro ritrovarsi fu meraviglioso. Fu subito stabilito il
matrimonio, che si celebrò dopo qualche giorno con grande sfarzo. Il ballo
degli sposi si svolse su una nave riccamente decorata e illuminata. La piccola
sirena si sforzò molto per essere gaia e gentile. Le sue gambe la sostenevano
a malapena, ma lei danzò tutta la notte, la sua ultima notte... il principe
aveva sposato un'altra e la piccola sirena doveva ritornare nel mare dove
sarebbe affogata, essendo ormai una ragazza terrena. Ciò a lei non importava;
come poteva vivere senza amore? Sulla spiaggia, prima di entrare tra i flutti
che sarebbero diventati la sua bara, intravide le sue sorelle:
- Vieni, - le gridarono, - abbiamo venduto le nostre lunghe chiome alla strega
in cambio della tua vita. Ma ad un'altra condizione: prima dello spuntare del
sole, il sangue del principe dovrà bagnare le tue gambe che si
ritrasformeranno in una coda di pesce... sbrigati, stai morendo... -
arrivavano queste parole dal mare...
Spaventata, cercò di uccidere colui che amava ancora. I brividi la
percorsero… la morte cominciava la sua opera. Poi il suo corpo divenne
leggero, aereo, e la sirenetta si ritrovò nel regno dell'aria dove le figlie
del vento, per compassione l'avevano portata. Ormai, la piccola sirena
infelice vivrà nel cielo eternamente perché lassù la morte non esiste.
Dall'immensità dei cieli, veglierà e proteggerà la giovane coppia
principesca, testimone della felicità che non aveva potuto avere.