di H. C. Andersen
L'armadio che si
trovava nel salotto era antichissimo e molto bello. Tutto scolpito in rilievo,
con foglioline e arabeschi, aveva una cornice di rose e di tulipani. Nel
centro invece, c'era la figura di un uomo dall'aspetto stranissimo: aveva le
gambe di capra, una testa sormontata da due piccole corna e un viso aguzzo e
sogghignante, con una barbetta a punta: I bambini lo avevano soprannominato
" Il Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone ", titolo
forse un po' lungo, ma del quale poche persone sono state insignite fino a
oggi. Sulla mensola che sosteneva il grande specchio abitava da tanto tempo
una pastorella di porcellana, graziosissima; aveva le trecce bionde arrotolate
sulle orecchie, portava le scarpette verdi, una gonna ornata di un nastro
azzurro e sosteneva sulle spalle una graziosa gerla. Vicino a lei c'era uno
spazzacamino pure di porcellana. Sorreggeva con grazia la scala sotto il
braccio e il suo visetto era bianco e roseo come un fiore, cosa stranissima,
perché, come spazzacamino, gli sarebbe forse stata bene un po' di fuliggine.
La pastorella e lo spazzacamino erano là da tanto tempo, perciò avevano
incominciato a volersi bene e infine si erano fidanzati. Tutti e due erano
giovani e belli, tutti e due di porcellana, tutti e due fragili e leggeri.
Poco lontano da loro c'era un'altra statuetta, tre volte più grande:
rappresentava un vecchio cinese e poteva dir di sì e di no tentennando la
testa. Affermava di essere il nonno della pastorella, forse perché era di
porcellana anche lui; ma la pastorella non ci credeva. Tuttavia il cinese
dichiarava di avere autorità sopra di lei e quando il Gran Generale
Comandante in Capo Gamba di Caprone gli domandò la mano della fanciulla,
dondolò la testa affermativamente.
- Che marito avrai! - disse con entusiasmo alla presunta nipotina. - Che
marito! Credo persino che sia di mogano, e tu sarai chiamata la Signora Gran
Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone. E' anche molto ricco, perché ha
tutto l'armadio pieno di argenteria, senza contare ciò che tiene nascosto nei
cassetti segreti…
- Ma io non entrerò mai in quell'armadio buio - protestò la pastorella. - Ho
sentito dire che vi sono già chiuse dentro undici statuette di porcellana.
- Ebbene, tu sarai la dodicesima - concluse il cinese. - Questa notte, quando
tutti i mobili si sveglieranno e incominceranno a scricchiolare, sarà
celebrato il matrimonio.
Detto questo, fece ancora di si con la testa, poi si addormentò. La
pastorella incominciò a piangere, guardando lo spazzacamino.
- Non voglio sposare quell'uomo dai piedi di capra - singhiozzò. - Dobbiamo
scappare di qui. Aiutami, ti prego.
- Farò tutto ciò che vorrai - rispose il piccolo spazzacamino. -Fuggiamo di
qui. Io guadagnerò la vita anche per te, col mio mestiere di spazzacamino.
- Perché si riesca a scendere dalla mensola - osservò la pastorella
preoccupata.
Lo spazzacamino la rassicurò e andò per primo, mostrandole dove bisognava
posare i piedi, sugli angoli intagliati e sulle foglie in rilievo. L'aiutò
anche con la scala e in poco tempo raggiunsero il pavimento. Ma quando si
volsero verso l'armadio, videro che l'allarme era già stato dato. Il Gran
Generale Comandante in Capo gamba di Caprone fece addirittura un salto,
gridando al vecchio cinese:
- Ecco li che sfuggano! Fuggono!
La pastorella e lo spazzacamino ebbero una gran paura e , lesti lesti, si
nascosero nel cassetto di un piccolo mobile. In quel cassetto c'erano alcuni
mazzi di carte incompleti e anche un piccolo teatro di cartone per burattini.
In quel momento vi si stava rappresentando una commedia e tutte le dame di
quadri, di cuori, di fiori e di picche erano sedute nei primi posti e si
facevano vento con dei tulipani. I fanti stavano dietro e avevano una testa in
alto e una in basso, come nelle carte da gioco. La commedia rappresentata
narrava la storia di due giovani che si volevano bene e non riuscivano a
sposarsi, e la pastorella pianse molto perché quella storia assomigliava alla
sua. A un certo punto esclamò:
- Mi fa troppo soffrire. Io debbo uscire dal cassetto.
Lo spazzacamino l'accompagno subito fuori, ma quando misero piede sul
pavimento e guardarono la mensola, videro che il vecchio cinese si agitava
violentemente.
- Di sicuro viene a riprenderci - gridò la pastorella spaventata e, per la
paura, cadde sulle ginocchia di porcellana.
- Ho un'idea - suggerì lo spazzacamino. - Andiamo a nasconderci in
quell'anfora che sta nell'angolo. E' piena di fiori, ma noi ci acquatteremo
fra le rose e la lavanda e se il cinese verrà,gli getteremo l'acqua negli
occhi.
- No, sarebbe inutile - disse la pastorella .- So che il cinese e l'anfora
sono stati fidanzati molto tempo fa, ma sono rimasti sempre buoni amici. Non
ci rimane altra risorsa che fuggire nel vasto mondo.
- Ma tu ne hai davvero il coraggio? - chiese lo spazzacamino. - Hai pensato
che il mondo è tanto grande e che noi potremmo anche non tornare mai più?
- Ho pensato a tutto.
Lo spazzacamino la guardò a lungo, poi disse:
- Secondo me, la strada migliore è la cappa del camino. Ti senti di scivolare
con me nella stufa e di arrampicarti lungo i tubi? Soltanto per questa via
potremo giungere al comignolo. Lassù mi sentirò a mio agio, ma prima bisogna
salire in alto in alto e arrivare a un buco attraverso il quale usciremo nel
mondo.
La pastorella accennò di si, e allora il fidanzato la condusse allo sportello
della stufa e lo aperse.
- Dio mio, com'e' buoi! - eclamò lei.
Ma si fece coraggio ed entrò con lui nella stufa. Pian piano risalirono i
tubi e giunsero proprio nella cappa del camino.
- Il peggio è passato e tra poco saremo fuori - disse lo spazzacamino. -
Guarda in alto che magnifica stella!
C'era infatti nel cielo una stella che sembrava indicare la strada ai due
fuggitivi: scintillava proprio sulle loro teste; ed essi continuarono ad
arrampicarsi coraggiosamente. Era una strada ripida, nera, interminabile; ma
lo spazzacamino sosteneva la pastorella e le indicava i punti migliori dove
mettere i piedini di porcellana. Così finalmente arrivarono all'orlo del
camino e sedettero proprio sul comignolo per riposarsi un po'. Erano davvero
molto stanchi. Sopra di loro si stendeva il cielo pieno di stelle e ,sotto, i
tetti innumerevoli della grande città. Essi guardarono giù, guardarono
intorno, tutto il vasto mondo. Come era grande!. La povera pastorella non lo
aveva immaginato così!. Ebbe paura: posò la fronte sulla spalla del compagno
e incominciò a piangere. Lo spazzacamino tentò invano di farle coraggio.
- E' troppo! - singhiozzava. - E' troppo grande! E' più grande di quando io
possa sopportare. Oh, se fossimo ancora sulla mensola vicina allo specchio! Ti
prego, riaccompagnami là! Non sarò contenta finché non ci sarò ritornata.
Io ti ho seguito nel vasto mondo, ma adesso devi ricondurmi a casa, se mi vuoi
bene.
Lo spazzacamino cercò di calmarla e di farla ragionare; le ricordò il
vecchio cinese e il Gran Generale in Capo Gamba di Caprone; ma lei continuava
a piangere disperatamente e non resto altro rimedio che accontentarla.
Rientrati nella cappa del camino, incominciarono a scender con gran fatica,
poi si ritrovarono di nuovo nei tubi oscuri. Non era di certo un viaggio di
piacere!. Infine giunsero nella stufa e si fermarono ad ascoltare dietro lo
sportello, per capire che cosa succedeva nella stanza; ma non udirono alcun
rumore. Allora cautamente sporsero la testa e guardarono. Ahimè, il vecchio
cinese giaceva sul pavimento, rotto in tre pezzi: nel tentativo di inseguirli
era caduto dalla mensola. Il busto si trovava distaccato dal resto del corpo,
la testa era rotolata in un angolo. Il Gran Generale Comandante in Capo Gamba
di Caprone conservava, invece, l'atteggiamento consueto.
- E' terribile! - disse la pastorella. - Il vecchio nonno si è rotto e la
colpa è nostra! Oh, non riuscirò mai a sopravvivere a questa disgrazia! - E
ricominciò a piangere.
- Si potrà aggiustarlo - la consolò lo spazzacamino. - Si, certamente è
possibile. Non disperarti, via: se gli riattacchiamo il busto alla gambe e gli
metteremo un buon sostegno nel collo, ritornerà come se fosse nuovo…e potrà
dirci ancora una quantità di cose sgradevoli.
- Lo credi? - domandò la pastorella un po' rasserenata.
Così dicendo pian piano uscirono dalla stufa e si arrampicarono di nuovo
sulla mensola, vicino al grande specchio.
- Ecco a che punto siamo - commentò lo spazzacamino. -Quanta fatica per
nulla!
- Oh, se soltanto il vecchio nonno fosse riappiccicato! - disse la pastorella.
Il vecchio nonno, infatti, venne rimesso insieme con po' di colla. Gli fu
applicato un sostegno per tener ferma la testa e ritornò come nuovo; ma non
poteva più dire di sì o di no .
- Uh, come fate il sostenuto, da quando vi siete rotto - Gli disse il Gran
Comandante in Capo Gamba di Caprone. - Allora, volete darmi in moglie vostra
nipote si o no?
Lo spazzacamino e la pastorella guardavano ansiosamente il vecchio cinese, ma
egli non poteva più piegare il collo e si sarebbe vergognato di confessare
che aveva dentro un sostegno. Ma grazie appunto a questo, le due statuine di
porcellana poterono mettersi il cuore in pace e vivere tranquille insieme,
fino al giorno fatale in cui anch'esse si ruppero.