La vacca, la capra, la pecora e il leone
Vacca et capella, ovis, et leo

di Fedro

Originale latino di Fedro

Traduzione di Giovanni Grisostomo Trombelli (1752)

Traduzione in lingua italiana moderna

Nunquam est fidelis cum potente societas. Testatur haec fabella propsitum meum.
Vacca et capella, et patiens ovis injuriae, socii fuere cum leone in saltibus. Hi quum cepissent cervum vastis corporis, sic est locutus partibus factis leo: ego primam tollo, nominor quia leo; secundam, quia sum fortis, tribuetis mihi: tum, quia plus valeo, me sequetur tertia: malo adfligetur, si quis quartam tetigerit. Sic praedam sola improbitas abstulit.
Chi di forza preval, la fè non serba; e ben chiaro il dimostra il mio racconto.
A una vacca, a una capra, e ad una pecora, (che, più ch'altro animal, le ingiurie soffre) ne' boschi a caccia d'un leon compagne, rimase un pingue annoso cervo in preda. Ne fa il leon le parti, e sì soggiunge: prendo, poiché son re, la prima; l'altra è mia, perché son forte; anche la terza, se v'avanzo in valore, a me si debbe. S'alcun poi contrastarmi osi la quarta, sia, che sciagura incontri. In cotal guisa lo sleal tutto il cervo a sé destina.
Il mio racconto dimostra come i più forti si comportino slealmente e non mantengano la parola data.
Una vacca, una capra e una timida pecora andarono a caccia nei boschi insieme a un leone, e catturarono un grosso cervo. Il leone, che aveva deciso di farne le parti, disse: "Poiché io sono il leone prendo la prima parte, e anche la seconda, perché sono il più forte. Inoltre, visto che valgo più di voi, mi spetta anche la terza parte. Infine, che nessuno osi contendermi la quarta parte, altrimenti ne subirà le conseguenze".
E così, lo sleale leone si mangiò tutto il cervo.