TURCHESE
Nota, apprezzata e imitata, questa gemma è
presente nei reperti archeologici di molteantiche civiltà.
La turchese era anticamente nota con il nome di ‘pietra turca’, in quanto i primi rotti campioni di questo minerale di origine persiana arrivarono in Europa lungo le carovaniere che attraversavanO la Turchia. Plinio, nella Naturalis historia, la chiamava ‘callaina’, dal greco callalithos (bella pietra), a dimostrazione del fatto che era molto usata e apprezzata. Il reperto archeologico più antico è infatti un bracciale in oro e turchese risalente a circa ottomila anni fa e ritrovato in Egitto, dove questo minerale era considerato il simbolo dell’infinito e dell’aldilà. Il suo splendido colore, inoltre, era molto gradito anche agli Atzechi, i quali, con questa gemma, rappresentavano il serpente azzurro solare che scacciava dal cielo gli altri astri. Tra le numerose virtù terapeutiche attribuite alla turchese, possiamo ricordare la sua presunta capacità di proteggere dai morsi di serpenti velenosi, oppure quella di sbiadire improvvisamente all’approssimarsi di una disgrazia. Si credeva poi che fosse in grado di infondere coraggio in battaglia o che possedesse la singolare caratteristica di segnalare l’infedeltà della donna amata, diventando quasi nera in caso di adulterio. Ma già Plinio aveva giustamente notato che gli effettivi cambiamenti di colore di questa gemma potevano essere attribuiti alla sua tipica porosità: infatti la turchese si altera in modo irreversibile a contatto con profumi, unguenti, saponi o sostanze acide.
Turchese in massa cristallina
LE CARATTERISTICHE
La turchese è un fosfato idrato di rame e alluminio;il suo tipico azzurro,infatti,è dovuto propio alla presenza di rame nella composizione chimica.Se invece tra i componenti compare anche il ferro,il colore può virare a tonalità verdi molto decise,ma poco apprezzate in questo minerale. La gemma,che cristallizza nel sistema triclino, ha durezza compresa tra 5 e 6 della scala Mohs,presenta frattura concoide e tipica lucentezza cerea o porcellanacea.Sempre opaca o appena traslucida ai bordi, può mostrare un colore azzurro uniforme -si tratta allora del piu' pregiato-o venature dendriche brune o nere di limonite. Rarissima in cristalli trasparenti,la turchese si trova sempre in noduli o masse microcristallifle reniformi, oppure in sottili venature all’interno delle rocce incassanti. La sua porosità causa facili alterazioni al colore originario: per questo motivo talvolta si effettuano particolari trattamenti di impregnazione a scopo protettivo; l’intervento più diffuso consiste nell’utilizzo di paraffina trasparente che ne attenui la porosità. Ben diverso, invece, il rivestimento della turchese con sostanze colorate, aventi l’evidente scopo di migliorare artificialmente il colore di partenza.
Turchese con quarzo
Origine e giacimenti
La turchese è un minerale di genesi secondaria e si forma in seguito alla circolazione di soluzioni mineralizzanti all’interno di rocce sedimentarie, soprattutto arenarie, o vulcaniche (trachiti), generalmente molto fratturate. I ritrovamenti archeologici di oggetti in turchese sono localizzati quasi esclusivamente in prossimità dei relativi giacimenti. Tra questi, il più noto e ancor oggi in attività è quello di Nishapur, nella parte nord-occidentale dell’Iran; i giacimenti utilizzati dagli antichi Egizi si trovavano invece nella penisola del Sinai, vicino al golfo di Suez. Oggi vengono nuovamente sfruttati i depositi situati nelle antiche zone di insediamento degli Indiani d’America, in New Mexico, Nevada, Arizona, colorado e California: questo tipo di turchese èperò molto poroso e difficilmente conserva l’originario colore azzurro. Giacimenti minori hanno sede in Cina (Tibet), Australia, Guatemala, Argentina e Tanzania. Rarissimi cristalli trasparenti provengono dalla Virginia(Stati Uniti),dal Belgio e dalla Cornovaglia(Gran Bretagna).
Turchese lucida
Il taglio
Il taglio più usato per la turchese è quello a superficie curva: se ne ricavano cabochon per anelli e orecchini, oltre che sfere e cilindretti per collane. Questa pietra è impiegata, specialmente in Asia, anche per oggetti intagliati e statuette.
Gemme celebri
Quasi tutta l’antica gioielleria egizia comprende delle splendide turchesi: a questo proposito, ricordiamo il pettorale di Sesostri LI, conservato al Metropolitan Museum of Arts di New York. Al British Museum di Londra si possono ammirare bellissimi mosaici di epoca azteca e una particolare maschera rituale dello stesso periodo. Da citare, infine, i numerosi e pregiati oggetti in turchese che facevano parte del tesoro dell’ex-scià di Persia.
Carta d’identità della turchese
Classe fosfati
Sistema cristallino triclino
Formula chimica CuAI6 [(OH)2 I Pa4]4 -4H20
Durezza 5-6
Densità 2,6-2,8
Sfaldatura difficile
Frattura concoide
Colore azzurro-verde
Colore della polvere bianco-azzurro
Lucentezza da cerea a porcellanacea
Fluorescenza assente
È naturale o sintetica?
L’acquisto di una turchese certamente richiede cautela, soprattutto per ciò che riguarda possibili falsi: questa infatti è una delle gemme più imitate e sono molti i materiali che vengono utilizzati nel tentativo di sostituirla, alcuni di origine naturale, altri artificiali. Fra i minerali simili abbiamo per esempio la crisocolla, un silicato idrato di rame, ma anche la variscite, un fosfato di rame che proviene dallo Utah (Stati Uniti) e, infine, lhowlite e la magnesite, opache e molto porose, che da bianche vengono tinte perfettamente in azzurro. Tra le più riuscite imitazioni artificiali ricordiamo la diffusissima neolite, un miscuglio di fosfato di rame e ossido d’alluminio dall’aspetto opacò e dalla colorazione identica a quella della turchese. La cosiddetta turchese ricostituita è composta invece da minerali di rame polverizzati, che vengono sottoposti a pressioni e a temperature tali da renderli compatti e, quindi, trattati con coloranti. Negli anni Settanta, infine, da Pierre Gilson è stato immesso sul mercato un prodotto artificiale che presenta caratteristiche chimiche, fisiche e strutturali assai simili a quelle della turchese naturale: solo un’attenta osservazione al microscopio potrà svelare l’inganno.