Esperienze/ Email e lingua staniera/
L'uso della posta elettronica nel curricolo di lingua inglese.
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Testo: Daniela Ianni
mailto: DanielaI@Docenti.org
dal sito: www.docenti.org
 
 

Ho introdotto l'uso della email nella programmazione di lingua inglese da tre anni, prima ancora avevo usato la posta normale per realizzare scambi di corrispondenza, utilizzando il supporto (a pagamento) di associazioni che forniscono gli indirizzi di studenti stranieri. Gli scambi iniziavano in mezzo all'entusiasmo degli alunni, ma poi proseguivano con tutti i problemi che la posta normale comportava: estrema lentezza dello scambio, attribuzione di indirizzi di persone che spesso erano poco motivate a portare avanti la corrispondenza, per cui dopo una o due lettere (quando cominciavano) finivano tristemente. Risultato: perdita di entusiasmo e demotivazione degli alunni a ricominciare la corrispondenza con altri partner.

I vantaggi dell'uso della posta elettronica sono molti e talmente evidenti da sembrare persino ovvi:

I progetti collaborativi con partner stranieri che si possono realizzare con la email sono un tipico esempio di come le nuove tecnologie possono essere applicate alla didattica delle lingue straniere. La comunicazione online in generale può costituire un supporto ideale all'approccio comunicativo, basato sul concetto di lingua come comunicazione, sull'analisi dei bisogni linguistici e comunicativi degli alunni, sulla contestualizzazione delle attività, sulla significatività e la chiara individuazione delle finalità comunicative delle attività stesse.

È vero che una metodologia efficace e lo stimolo della motivazione intrinseca degli alunni, (prodotta dalla mediazione didattica e legata al rapporto che si crea con l'insegnante) possono rendere efficaci le simulazioni, e i bravi insegnanti di lingua straniera lo hanno fatto per anni. Ma ora le nuove tecnologie, Internet in particolare, sono in grado di ottimizzare ed enfatizzare i risultati dell'approccio comunicativo, offrendo possibilità impensabili rispetto ad altri sussidi.

Il sito www.epals.com, che uso per trovare i contatti con le scuole partner, mi sembra molto ben organizzato e facile da usare. In questi tre anni ho realizzato scambi di email con scuole di molti paesi e qualche volta le collaborazioni con i colleghi stranieri sono diventate anche più interessanti . In particolare un collega americano, fortissimo, ha creato un sito in cui ha messo in rete ricerche di carattere storico fatte dagli alunni delle diverse scuole coinvolte. Le ricerche avevano come caratteristica comune quella di essere basate su materiale autentico. La sua scuola in particolare ha realizzato un progetto singolare: hanno ripercorso il fiume Hudson sulla Half Moon (copia della nave di Henry Hudson), rifacendo esattamente il percorso fatto da lui. Durante il viaggio scrivevano resoconti alle scuole partner e mettevano in rete il diario di bordo dei ragazzi e degli insegnanti, insieme a foto bellissime e risultati di esperienze che realizzavano a bordo della nave. Immaginate l'interesse nell'aprire il sito nei giorni in cui seguivamo l'avventura!!!! Ci sono state anche chat tra insegnanti e tra studenti, l'unico problema quello di trovare un orario decente che stesse bene a tutti!

Credo che le esperienze fatte in questi anni attraverso l'uso della posta elettronica come strumento per sviluppare le abilità di lettura e di scrittura , ma soprattutto come strumento per creare momenti di comunicazione reale per i ragazzi e dar loro la consapevolezza che imparare una lingua vuol dire avere la possibilità di comunicare col mondo intero, sia stata una esperienza entusiasmante perché mi ha dato la possibilità di conoscere colleghi di tutto il mondo (Usa, Spagna, Danimarca, Francia, Israele, Australia, Nuova Zelanda, Finlandia, Giappone.....), di scambiare con loro informazioni sulle nostre scuole e sul modo di lavorare, e ....anche di migliorare la mia padronanza della lingua.

L'unico problema (ma allo stesso tempo anche il lato più bello) è che questo tipo di attività, che io chiamo "senza rete", sono assolutamente imprevedibili, sai come cominci e non sai mai come si svilupperanno e dove ti porteranno. E qui sta anche il bello dell'esperienza, perché l'imprevedibilità, la velocità e l'estrema flessibilità sono le caratteristiche che rendono la cosa motivante e significativa agli occhi dei ragazzi, perché si tratta di comunicazione vera. Il tutto però si scontra con l'estrema staticità e la lentezza della realtà in cui operiamo sia dal punto di vista organizzativo-logistico (laboratori, competenze, mansionari, orari, prenotazioni, e roba del genere) sia da un punto di vista metodologico-didattico, visto che questo tipo di attività vengono spesso considerate di "contorno", un di più rispetto alle cose "serie" da insegnare. Voglio dire che non sono inserite in modo organico nel curricolo al posto di altre attività che la "storia" ha dimostrato essere completamente inefficaci, inutili, se non addirittura dannose, visto il livello di conoscenza delle lingue straniere dei nostri ragazzi alla fine della scuola superiore!!!!

Altra considerazione: un tipo di attività del genere, proprio a causa del grado di imprevedibilità, per la velocità con cui si sviluppa, per il modo in cui mette in gioco l'insegnante, che si trova spesso ad affrontare tematiche nuove tanto per lui quanto per i suoi studenti, cambia del tutto il ruolo dell'insegnante che diventa coordinatore, consulente, guida e tutor, e richiede allo stesso tempo all'insegnante un grande sforzo di progettazione continua, di cambi di direzione, di sviluppi imprevisti, di mediazione con i partner, assecondando le indicazioni che arrivano come feedback dai ragazzi, se si vuole che le attività di scambio siano veramente ricche ed efficaci. Altrimenti tutto si riduce a "Ciao, mi chiamo Maria, ho 15 anni, abito a... I miei hobbies sono... Mi piace... ecc.".
E questo lo trovo certamente faticoso ma... molto, molto stimolante e creativo!!!

Paradossalmente la comunicazione virtuale offre agli insegnanti di lingua straniera la possibilità di rendere reali gli scambi comunicativi con parlanti nativi o con parlanti di altre lingue attraverso una lingua veicolare comune. Nelle consuete simulazioni in classe (role pays, information gap activities ecc.) la comunicazione è semplicemente realistica, cioè simile alla realtà, ma non sentita dagli alunni come vera: si tratta di attività didattiche dove la lingua rimane solo una materia "scolastica", con tutto ciò che di negativo tale aggettivo comporta: scolastico=falso=non legato al mondo reale…

Con questo non voglio dire che tutto l'insegnamento della L2 si deve risolvere in attività comunicative basate sulla tecnologia online. Voglio solo dire che l'introduzione di rapporti con pezzi di vita reale per mezzo del computer e attraverso una lingua diversa dalla propria, può costituire una finalità significativa e stimolante per gli alunni all'apprendimento delle lingue straniere e sostituire, almeno in parte, quella motivazione estrinseca, di tipo strumentale, che spesso manca nei nostri studenti. Se al ragazzo viene offerta la possibilità di comunicare davvero attraverso una lingua straniera, anche tutte le altre attività di tipo più ripetitivo e, diciamo, "scolastico" appariranno ai suoi occhi sotto un'altra luce: un’utile "ginnastica", un momento di necessario training per rafforzare abilità ed acquisire conoscenze che saranno utili nel momento della performance vera e propria, quella dello scambio comunicativo vero con qualcuno che può capirci solo attraverso la lingua che stiamo imparando.