l mio accento senese, non avrebbe il mio background, non avrebbe le mie conoscenze, non sarebbe della contrada della Giraffa, quindi non è un mio sosia. A parte il fatto che poi creano la pecora, hanno già fatto 102 pecore Dolly, e regolarmente muoiono, perché si dimenticano per esempio del gene della vecchiaia, perciò a due mesi è come se avesse 120 anni, oppure si dimenticano del gene del latte, quindi dà lana ma non dà più latte, quindi non potrebbe più allevare degli agnellini:
fanno queste pecore tutte clonate, tutte uguali. La mia denuncia è che questo è contro la natura, è contro la
storia della vita, perché la vita è una storia di biodiversità, non è una storia di clonazione, la clonazione è l’opposto della biodiversità, vuol dire fare tutto uguale, tutte le pecore uguali, perché ci interessa la lana, perché è il mercato che la vuole, non la biologia che la vuole; poi si va a toccare quella cosa sacra che è il genoma umano, si vuole anche mettere le mani su queste cose, e si vuole fare quello che nemmeno i nazisti hanno osato fare nei loro terribili esperimenti nei lager, cioè si vuole veramente creare una razza per così dire eletta, sana, perfetta, meravigliosa, non so se tutta bionda o tutta nera, non mi interessa. Quello che mi interessa è che la clonazione, essendo omologazione, essendo distruzione delle biodiversità è secondo me qualche cosa che nega l’esistenza stessa di quella meravigliosa storia di evoluzione biologiche da cui noi veniamo..

DIBATTITO

DOMANDA (Competelli Antonio) - C’è una corrente di pensiero, facente capo ad Alex Langer, che ritiene più

idoneo parlare di futuro sostenibile, ritenendo inidoneo parlare di sviluppo sostenibile, forse perché come sviluppo si intende incremento di attività produttive, forse perché siamo influenzati dalla foga di aumentare il PIL. Le chiedo se ci sono coincidenze tra i termini "sviluppo sostenibile" e "futuro sostenibile". La ringrazio per la risposta anche a nome di tanti amici ed estimatori di Alex Langer.

RISPOSTA - Alex era anche un mio carissimo amico, credo che la mia relazione abbia già chiarito questa cosa.
È chiaro che "sviluppo sostenibile" vuol dire "futuro sostenibile" per tutte le popolazioni del mondo, vuol dire solidarietà estesa a tutti i popoli del mondo, solidarietà estesa agli animali e alle piante, solidarietà estesa non in senso conservativo, ma nel senso di uso armonico delle risorse della flora e della fauna, e ovviamente solidarietà generazionale, quindi "futuro sostenibile". Invece alcuni economisti della crescita, in Italia, hanno preso il concetto di "sviluppo sostenibile" che è stato coniato da noi con questo significato, con questa idea del futuro sostenibile, e l’hanno tout court tradotto in "crescita sostenibile":
la scorrettezza non è nella parola "sviluppo sostenibile", ma nell’uso che è stato fatto da questi economisti, Modigliani in testa. Da questo punto di vista, quindi, "sviluppo sostenibile" coincide con il concetto di "futuro sostenibile", con grande attenzione all’uso delle risorse, con una base scientifica, seria, di modelli. Per chi fosse interessato, all’Università di Siena, facendo scambi da dieci anni con tutti i laboratori del mondo – io mando i miei giovani a lavorare negli Stati Uniti da Prigogine e da Daly, tutti gli anni - abbiamo in mano per la prima volta in Europa il know how per gli indicatori di sostenibilità da applicare in vari territori: se qualcuno di qualche Provincia o Comune è interessato – per ora è stato fatto un solo studio, in Italia, nella provincia di Modena, uno studio che è durato un paio d’anni, è costato circa 150 milioni - se qualche amministratore o gruppo è interessato a lavorare in questa direzione, noi siamo ben contenti di collaborare e di mettere a disposizione il nostro know how.
Per concludere, Alex Langer aveva ragione a parlare di "futuro sostenibile" e ovviamente quelli che intendono per sviluppo l’incremento delle attività produttive o addirittura l’aumento del PIL ci stanno prendendo per il sedere.

DOMANDA (Fausto) - Una domanda molto breve. Ho letto recentemente su una rivista la relazione di uno stu-dioso, sinceramente non ricordo il nome, però un italiano, che con il suo gruppo sta lavorando alla fusione fredda, che è quella cosa che sembrava fosse una barzelletta, non se vi ricordate qualche anno fa, venne dato questo annuncio, poi venne ridicolizzato, ma ora sembra che non sia una barzelletta, peccato però che naturalmente non ci siano investimenti su questa cosa, perché significherebbe avere una fonte di energia a basso costo non inquinante che chiaramente scardinerebbe il sistema del petrolio. Se il professor Tiezzi è informato, volevo una conferma su questo. Dico subito, però, in coda alla domanda, che una scoperta di questo tipo, per quanto straordinariamente importante, se confermata, andrebbe nella direzione dell’ecologia dell’efficienza, cioè nella direzione di avere uno strumento che è in grado, con un impatto ambientale molato ridotto, anzi nullo rispetto a quello di altre forme di energia, di fornire una grande quantità di energia, però per tutti i discorsi che ha fatto anche il professor Tiezzi poco fa, è evidente che una ecologia dell’efficienza non è sufficiente, serve un’ecologia della sufficienza, cioè un’ecologia che ci porti ad adottare stili di vita diversi, compatibili con il quadro che prima è stato delineato. Chiaro che noi non soltanto depriviamo i poveri del mondo delle risorse in termini monetari, li stiamo depredando delle risorse anche in termini ambientali. La Rete, che è nata dall’idea della restituzione di ciò che era stato sottratto e l’ha realizzata in termini di solidarietà "monetaria", l’autotassazione, mi sembra che potrebbe fare un passo in questa direzione, cioè vedere la restituzione in termini di stile di vita, di assunzione di comportamenti: su questo argomento ormai in Italia stanno venendo avanti una serie di movimenti, di sensibilità, che vale la pena penso di prendere in considerazione.

RISPOSTA - Condivido tutte le considerazioni finali, quindi non entro nel merito. Uno dei modi del colonialismo moderno è anche quello di rubarci l’informazione, di rubarci la scienza, il modo di fare scienza. La fusione fredda: io ho molta paura del nucleare, almeno del nucleare vecchio, quello che rompe l’atomo, la fusione è un processo diverso, è mettere insieme due atomi per tirare fuori energia:
uno dei ricercatori che lavora su questo è della mia facoltà, il Professor Piantelli, dell’Istituto di Fisica dell’Università di Siena, credo che sia molto importante ricercare in quella direzione, non credendo però di avere già la soluzione in tasca, e meno che mai di demandare tutto a un'unica soluzione. La cosa bella è una diversità di energie, l'usare il più possibile le energie del luogo, quindi la eolica, la geotermica, le biomasse, il biodiesel, l’idroelettrico, la cogenerazione, l’energia da rifiuti, il solare, il fotovoltaico;
tante piccole energie insieme forse danno più risposte di un’unica risposta, o tutto petrolio, o tutto nucleare. Però la ricerca sulla fusione nucleare come sull’idrogeno può essere una ricerca molto importante, ma attenzione, perché qui si va a toccare il punto fondamentale dell’esistenza delle multinazionali economiche.
È nostra convinzione - abbiamo parlato spesso anche con gli amici dello sviluppo sostenibile negli Stati Uniti, in Brasile, in America Latina - che dietro al problema dell’energia ci sia un patto faustiano tra i paesi produttori e i paesi consumatori. Il grande guadagno va in mano alle multinazionali, sostanzialmente anglo-americane, alle sette sorelle del petrolio che anche quando si va a toccare il 5% del loro profitto, non hanno problemi ad ammazzare– il caso di Enrico Mattei insegna, voglio dire, ed ora anche l’ENI è diventato subalterno alle scelte delle multinazionali del petrolio; sono i responsabili dell'effetto serra, ma non sono loro a pagare la distruzione del Mozambico o quella dei cicloni o quella delle inondazioni. Queste multinazionali controllano il prezzo del petrolio. Mi domando, anche in seguito a quello che detto il Papa ieri sera, è giusto che siano i Paesi dell’OPEC a decidere il prezzo del petrolio? Non dovrebbero essere le Nazioni Unite o tutti i paesi del mondo? Perché solo quelli che hanno in mano la manipolazione o la produzione di questa fonte di energia così criminale, così terribile per il pianeta? Infatti, cosa fanno di solito? Ogni volta che ci sono delle ricerche nella direzione dell’effetto serra, investono miliardi perché ci siano ricerche alternative che dicano che l’effetto serra c’è sempre stato, vere e proprie menzogne, ma che vengono scritte da fior di scienziati foraggiati a suon di miliardi. E quando c’è un’energia che comincia ad essere competitiva, come è successo con l’eolica in California, abbassano il prezzo del petrolio e la tagliano fuori dal mercato. Quando le energie alternative sono un po’ indietro rialzano il rezzo del petrolio, poi lo riabbassano, in modo tale che fanno fallire, nel mezzo, tutti quelli che si mettono a fare energie alternative di vario tipo, e a maggior ragione, le ricerche in questa direzione. Bene, questo è un patto faustiano: tra i paesi produttori di petrolio ci sono moltissimi paesi arabi, e moltissimi finanziamenti al  fondamentalismo islamico, alle armi del fondamentalismo islamico, vengono ovviamente dai petrodollari. Quindi i soldi che vanno a foraggiare il fondamentalismo islamico, ivi comprese le armi algerine, vengono dalle multinazionali del petrolio, le quali hanno il diritto di decidere qual è il prezzo dell’energia nel mondo.

DOMANDA - Faccio una breve domanda. Premetto che appartengo a quel mondo di coltivatori biologici, che ho da molto tempo amato, che abbiamo messo in piedi molti anni fa, e che adesso seguiamo. Noi siamo preoccupati di una cosa, e volevo chiedere al professor Tiezzi se aveva elementi per illuminarci su questo. Oggi i nostri campi sono vicini ad altri campi; ci stiamo già organizzando per difenderci anche in termini giuridici, perché non c’è nel diritto alcu-na norma chiara in questo senso, perché se il vicino coltiva con la diossina, questa arriva anche nel mio campo, e quan-do mi produce un danno, oggi mi rispondono: "La diossina sono autorizzato a metterla", però non hai il diritto di danneggiare il mio campo. Stiamo difendendoci anche in termini giudiziari, però non sappiamo, questa è la domanda, se le impollinazioni crociate possono interferire sulle nostre sementi; quindi se il vicino, magari a sua insaputa, o perché il mercato glielo propone, mette della soia transgenica o del mais transgenico, questo viene a interferire con le impollinazioni, anche nel nostro campo che riteniamo naturale, di sementi antiche, o comunque da noi selezioniate? Questa è la domanda che ci preoccupa molto, perché vorrebbe dire che anche la nostra agricoltura biologica verrebbe fatalmente inquinata a nostra insaputa.
RISPOSTA - Rispondo brevemente dicendo che non è il mio campo, io mi occupo di p ULYSSE  
http://www.ulysse.net/verde/content.asp          o giù di lì
CIBI TRANSGENICI
Le ultime novità su uno dei temi più caldi del momento. La normativa italiana, europea e quella internazionale; amici e nemici degli OGM; tecniche di utilizzo e campi di applicazione; le prospettive per il futuro.

LEGGI E CONTROLLI

In Italia
http://www.sanita.it/biotec/
Sul sito, curato dal Ministero della Sanità, informazioni dettagliate sulle norme in materia vigenti in Italia. Notizie sulle sperimentazioni autorizzate dal Ministero e sull'impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati (MOGM) e l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM), ai sensi dei decreti legislativi n. 91 del 3 marzo 1993 e n. 92 del 3 marzo 1993. Questo sito si rivolge a quanti sono interessati alle problematiche poste dall'attuazione pratica delle normative presentando una serie di linee guida il cui contenuto risulta utile non solo a coloro che intendono presentare delle notifiche di impiego di MOGM e OGM, ma anche a chi è interessato a conoscere attraverso quali sistemi e tipologie di documentazione l'Autorità competente (Ministero della Sanità), dando attuazione alla normativa vigente, opera al fine di una efficace protezione della salute umana e dell'ambiente nei confronti dei potenziali rischi dovuti a diffusione accidentale o non controllata di MOGM e OGM negli habitat naturali.
Di particolare interesse, per i non addetti ai lavori, la sezione FAQ, con le risposte alle domande più comuni in materia di OGM e MOGM: chiare, sintetiche, complete; un minidizionario con la spiegazione (esauriente ma di facile comprensione) dei termini fondamentali dell'argomento.
Chi non ha tempo può andare subito alla pagina "News" dove sono segnalate le novità del momento, con particolare riferimento alle attività di controllo del Ministero e di quelle della CIB, la Commissione interministeriale di coordinamento per le biotecnologie.

http://www.palazzochigi.it/biotecnologie/attivita.htm
Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie (CNBB) È stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1992, secondo quanto previsto dall'art. 40 della legge 19 febbraio 1992, n. 142, di attuazione delle Direttive europee:
- Direttiva 90