REGGIO
EMILIA
LOCALE
E' possibile vivere molto meglio senza guadagnare di più? "Sì, facendo qualcosa di utile agli altri" di Daniele Barbieri |
"Sette
ore e uno, sette ore e due, sette ore e tre": il battitore, con tunica
azzurra, assegna le tagliatelle, fatte a mano con uova fresche. Si era
partiti da una valutazione bassa ma le offerte, di mezz'ora in mezz'ora,
hanno fatto salire il prezzo.
Non siete caduti dentro il
sogno di qualche orologiaio-poeta o nelle reminiscenze del marxiano valore
d'uso, ma vi trovate a una delle aste del tempo di Reggio Emilia.
Vecchie borse e termostati, arnesi da roccia e taglia-erba: alla Rel (Rete
di economia locale) di Reggio Emilia si vende di tutto ma si paga solo
in ore. Al nuovo socio/a, se vuole, viene chiesto di presentare se stesso
(o la sua offerta) con una scenetta, come è accaduto anche il 26
febbraio.
L'asta del tempo è
uno dei momenti ludici in cui i circa ottanta relisti reggiani si
incontrano. Ancor più spesso si telefonano, soprattutto dopo aver
ricevuto il bimestrale Cerca trova o i foglioni (in media quindicinali)
di Cosa c'é di nuovo. Qui, infatti, Simone scopre che Lilya
fa corsi di cucina e Fabio restaura mobili, proprio ciò che stava
cercando. Simone però non può scambiare le sue ore direttamente
con loro due - sarebbe il modo più semplice - perché la sua
offerta (fisioterapia) non interessa. Si rivolge allora a Cinzia, Giannina,
Letizia, Roberto o Stefano, i cinque coordinatori della Rel, dove ha già
un credito: ora, attraverso un piccolo giro di contabilizzazione (per esempio
lavoretti di sartoria, "baby-sitteraggio", consulenze legali, lezioni di
informatica) qualcuno pagherà a Lilya e Fabio i suoi "tempo-debiti".
Bisogni soddisfatti senza denaro: possibile?
In molte Banche del tempo
(vedi scheda in fondo) domande e offerte si incontrano
nel tempo libero. Dentro la Rel si sogna e si tenta anche "di riempire
d'amore il proprio lavoro e il rapporto che, attraverso esso, abbiamo con
le persone - riflette Cinzia - In base a questa esperienza, alcuni di noi
stanno tentando di guadagnare meno, inserendosi maggiormente nella rete".
Avete sentito volare una bestemmia? Nella società dei rapporti mercenari
e mercificati e dell'informazione che canta solo i fasti della Borsa, l'incontro
di un reggiano tipo - doppio lavoro e consumi sfrenati - con un relista
può somigliare al dialogo (rubiamo la battuta al quasi Oscar-Benigni)
tra un faraone e un terzino della Sampdoria: all'inizio non sembra possibile
intendersi perché si é sempre vissuti in due mondi diversi.
Per il senso comune, se qualcuno dice che bisogna "migliorare la qualità
della vita" va tutto bene perché la frase é vaga, dunque
potrebbe anche tradursi nell'avere due automobili in più per famiglia.
Se però il relista Luca ha lasciato il lavoro in banca (o
Misiano quello impiegatizio) perché pensa di "vivere meglio guadagnando
meno" ... é pazzo, no? Denaro nostro, che ci guardi dai Bancomat
veglia su di noi; merce nostra che sei negli scaffali non ci abbandonare
e tieni lontana da noi la Rel. Ma non c'indurre in tentazione con il valore
d'uso. Amen.
D'una "rete di economia locale"
si comincia a parlare fra i maghisti, ovvero i soci di Mag-6 (vedi
scheda), nel '96 quando la romana-vagabonda Loredana torna dall'Australia
e racconta l'esperienza dei Lets, ovvero i Local Exchange Trading
System. Sono zone in cui si recuperano antiche forme di scambio di merci
o servizi senza la mediazione del denaro. Assai diffusi in Inghilterra,
Usa, Canada, i Lets hanno "cugini," ovvero esperienze in qualche modo paragonabili,
in Francia, Germania e molti altri Paesi (vedi scheda
in fondo). "Ragionando insieme, abbiamo subito avvertito una fondamentale
differenza fra i Lets e noi: lì siamo in una economia depressa,
con forte disoccupazione e spesso in contesti rurali, mentre il reggiano
é ricco, sviluppato, con tradizione doppio-lavorista": così
Giannina e Cinzia riassumono una discussione lunga e complessa.
Proprio mentre alcuni maghisti
cominciano a evolversi in relisti (siamo già nel '97), in varie
parti d'Italia spuntano Bdt, banche del tempo. "Anche noi siamo una Bdt
ovviamente ma c'é una diversità con molte altre esperienze
italiane che hanno questo nome: lì lo scambio avviene solo fra persone
che hanno tempo libero, mentre noi siamo in cerca di strumenti, stili di
vita che consentano di vivere senza farsi soffocare dalla spirale lavoro-reddito".
Vi sentite più avanti? "Non é questo il problema. Anche la
semplice idea di socializzare il proprio tempo libero é utile, interessante,
favorisce nuove relazioni, aiuta a ripensare i ruoli e il rapporto con
una società che produce merci senza guardare più alle persone.
Comunque alcune Bdt si muovono su una strada molto simile alla nostra:
per esempio quelle di Bressanone e Martano o la "Tempo al tempo" della
bolognese Radio Città del Capo", chiarisce Cinzia: "Solo
su un punto siamo davvero critici, ovvero sulla scelta di qualche Bdt d'inserire
nel suo statuto il divieto di scambiare attività professionali;
é una specie di trionfo del mercato, lontano mille miglia dal nostro
modo di pensare che contesta il primato dell' economia sugli esseri umani".
C'é davvero bisogno
di voi cinque coordinatori e d'una struttura, relativamente complessa,
con assegni e contabilizzazione delle transazioni? "Dipende dai luoghi
e dalle situazioni - è il pensiero di Cinzia -, in alcuni contesti,
come il gruppo "Le vicine di casa" di Mestre, esiste una pratica
consolidata di conoscenza, comunicazione, buon vicinato e persino di agire
collettivo; dunque tutto può restare informale. Il tessuto di Reggio
é invece poco comunicativo".
L'unità di misura
è egualitaria, non meritocratica; per dirla terra-terra: ogni prestazione
vale la quantità di tempo usata. Ma se in Rel qualcuno "ci marcia",
ovvero prende senza dare oppure si fa pagare più ore di quel che
pare lecito? "Noi cerchiamo di far chiarire le persone fra loro; se non
basta, il Consiglio di gestione sceglie un mediatore. In realtà,
non abbiamo mai avuto alcun vero contenzioso".
La nascita ufficiale della
Rel è l' inizio del '97: in poco più d'un anno solo rose
e fiori? "Ovviamente no: in molti e molte l'idea di rapporti non mediati
attraverso il denaro suscita quasi un blocco psicologico", spiega Giannina.
Così gli iniziali ottanta aderenti a Rel non sono saliti a centocinquanta-duecento,
come si ipotizzava, ma sono passati a... ottantacinque, attraverso una
trentina di abbandoni e l'ingresso di nuovi soci (perlopiù giovani).
Ora l'identikit del relista
medio é un 35/40 enne, con una quasi assoluta sex-balance (interessante
differenza con molte Bdt a predominanza femminile), con esperienze, competenze
e saperi assai diversificati. "All' inizio sembra più facile per
chi, operaio o artigiano, ha capacità pratiche da scambiare. Ma
poi si scopre che ognuno di noi sa, o può imparare, qualcosa d'interessante-utile
agli altri".
E tu Cinzia cosa scambi?
"Chiedo massaggi e taglio di capelli, vorrei imparare a cucire e utilizzare
le erbe, lezioni di shatzu e aiuto in piccoli lavori di manutenzione domestica.
Offro d'accompagnare gruppi in montagne che conosco bene, depilazioni con
ceretta al miele (finora il mio maggior successo), aiuti nell'orto e in
attività manuali, competenze organizzative".
SCHEDA
1
Si chiamano
Lets in gran parte del mondo anglosassone; Sel (Sistemi di scambio locali),
"Troc de services" e "Troc- temps" in Francia; "Green-dollar", "Trade dollar"
o "Time- dollar" in alcune zone degli Usa; circuito Wir in Svizzera; "Reseau
des Echanges Räciproques des Savoir" in Belgio; "Talent" in Austria;
"Tauschringe" in Germania; Banche del tempo in Italia; e con molti altri
nomi in India, Argentina, Giappone, Paesi scandinavi. Tante le somiglianze
ma forse altrettante le differenze. Gli antenati vanno cercati nelle grandi
crisi economiche che, a fine '800 e negli anni 30 del '900, fanno nascere
o rinvigorire esperienze di istituti bancari cooperativi non basati sulla
moneta. Spesso hanno connotati difensivi e di mutuo soccorso o si riallacciano
a pratiche economiche che qualcuno definisce "pre-moderne", ma talora ipotizzano
e praticano una strategia di contro-poteri con l'obiettivo di consolidare
un'economia senza denaro.
Le iniziative
più antiche risalgono al 1830, a Robert Owen (National equitable
labour exchanges) e a Joseph Warren (Time Notes). I ben 27 mila clienti
della "Banca del popolo" creata dal socialista Proudhon (accusato da Marx
di "conciliare" capitale e lavoro) depositavano il tempo su conticorrenti;
l'esperienza si chiude con la rivoluzione del 1848. "Nella Depressione
degli anni 30 - ricorda Liz Shephard, economista e teorica dei Lets - ci
si imbatte spesso in sistemi economici locali, basati sul baratto (di ore
e/o servizi e/o beni) e talora su monete non ufficiali. Nel 1933, negli
Usa, sono un milione gli associati in 159 reti attive in 127 città".
Lo scambio temporale e il baratto risultano così estesi negli anni
30 in Germania da indurre le grandi banche a chiederne la proibizione per
legge. Teorico degli "stamp script" (moneta locale senza interesse) é
l'economista tedesco Silvio Gesell, ricordato con ammirazione da Keynes
nella Teoria generale della moneta.
Nel maggio
'97, a Sant'Arcangelo di Romagna, in un'Idea di tempo, interessante
convegno europeo sulle Bdt, emergono le differenze politiche fra esperienze
in apparenza simili. Per la tedesca Ina Lange, ad esempio, sia in Germania
che in Svizzera esistono alcune Bdt egemonizzate dalla destra, dal concetto
neo-liberale di mercato: "gruppi di economia circolare che cercano di unire
interessi economici e privati, dove l'aspetto sociale svanisce, rifiutando
anche la democrazia di base come metodo gestionario".
Anche la fisionomia
delle Bdt italiane é assai variegata, al punto che é difficile
dire cosa sia atipico e cosa invece tipico. In questo arcipelago
(circa 150 le Bdt censite) si intravedono tentativi d'imbrigliare questo
ghiotto monte-ore al servizio di redini istituzionali; ovvero - tanto per
essere chiari - alcune amministrazioni propongono alle Bdt di fare da cuscinetto
nei buchi dell'ex welfare state in cambio d'una sede, un telefono e tante
lodi, o talora di biglietti per cinema o teatri.
All'inizio
un grande aiuto alla diffusione di questa esperienza in Italia fu dato
dall'interesse dei massmedia che, quasi sempre, hanno però semplificato
e banalizzato l'idea degli assegni-tempo riducendola alla "melassa" - offre
una spalla per piangere, quasi-gratis (basta che in cambio gli cataloghi
i francobolli, che in fondo é il tuo hobby) - oppure a un approccio
minimalista e/o consumista, cioé torte contro rubinetti aggiustati
fuor da ogni attenzione a persone/bisogni.
Senza voler
attribuire alle Bdt connotati "sovversivi", appare veramente riduttivo
vedere in questa prassi di nuova socialità solo l'ennesimo frutto
del buonismo o il razionale utilizzo del tempo libero di donne, pensionati
e pochi altri. Tanto più che le Bdt, anche nella versione soft,
fanno circuitare le logiche economiche vigenti almeno in un punto: là
dove esse negano che la socialità sia merce.
Al proposito
vale la pena ricordare che una ricerca dell'Eurispes ("Affetto, costi e
ricavi", curata da Marco Merlini nel maggio '96) elencava addirittura "180
professioni specializzate in calore umano (...) dagli amici a noleggio
ai mediatori familiari, dai nonni a ore al personale di agenzie per ben
divorziare, dai corteggiatori conto-terzi agli assistenti per vecchie mamme".
Le Bdt come antidoto a quest'indecenza. La stragrande maggioranza si tiene
in collegamento attraverso Tempomat, l' Osservatorio nazionale sulle
banche del tempo organizzato da "Il cittadino ritrovato" di Siena e materialmente
coordinato da Adele Grisendi (06-8476358 presso la Cgil). A titolo di esempio
ecco alcuni fra gli appuntamenti annunciati da Tempomat. Il 21 maggio a
Guspini (Cagliari) convegno "Un progetto per le Bdt nelle scuole" (info:
070-972797). Il 29 maggio a Trento convegno annuale della Bdt locale, aperto
a tutti (info: 0338-2552858). Il 21 giugno ad Alì Terme, in provincia
di Messina, é in programma la "festa d'inizio estate" aperta a tutte
le Bdt italiane.
SCHEDA
2
La Rel reggiana
ha trovato un terreno fertile perché si é sviluppata all'interno
dell'associazione Mag-6 e della omonima "finanziaria" (0522-454832) che,
attraverso varie strategie, già sviluppavano un discorso critico
sul denaro, cercando di costruire relazioni non mediate dall'economia.
La sigla Mag sta per Mutua Auto-Gestione; il fine é raccogliere
e remunerare il denaro di persone disponibili a investirlo in attività
mirate e coerenti con i propri princìpi. La prima nasce a Verona
20 anni fa, mentre Mag-6 ha appena festeggiato il suo decennale: chi vuole
saperne di più può vedere il libro "Sol(d)idarietà,
il risparmio autogestito" di Luca Davico (Macroedizioni, 1992) che confronta
questa esperienza con altre europee, talvolta omogenee alle Mag e talora
più simili alla (allora neanche pensata e nel frattempo neo-nata)
Banca etica. La finanziaria Mag-6 ha oggi 750 soci/socie - non solo nel
reggiano - con capitale sociale di un miliardo e 800 milioni grazie ai
quali ha contribuito alla nascita o allo sviluppo di circa 70 realtà
lavorative e/o sociali. Nell'associazione omonima funzionano un info-shop
e un gruppo d'acquisto collettivo (da 4 anni con circa 70 gruppi familiari).
I maghisti si muovono nel consumo critico, anche con campagne di boicottaggio
(Nestlé in testa) e di riflessione ("Bilanci di giustizia", lanciata
da Beati Costruttori di Pace), e con un'attività informativa - nelle
scuole e in gruppi informali - sul rapporto perverso fra il denaro e le
nostre vite. Il mensile-Mag "Pollicino Gnus" (Gnus è l'ironico adattamento
di News) da 5 anni racconta-presenta attività di solidarietà,
pace, cultura ed economie alternative. Ad esso si affiancano dal maggio
'97 un vero e proprio bollettino monografico (8-16 pagine, a seconda dei
temi) e, da più tempo, con cadenza saltuaria, il "Mag in-forma"
(sulle attività della finanziaria).
SCHEDA
3
In libreria
su Bdt, Lets e dintorni non c'é granché: "La banca del tempo"
di Rosa Amorevole, Grazia Colombo e Adele Grisendi (Franco Angeli editore)
e "La banca del tempo, come rifondare la comunità locale", a cura
della redazione di "Tecnologie appropriate" (Macroedizioni) mentre l'opuscolo
"Rel, rete di economia locale", curato da Mag-6, circola solo per canali
militanti. Ovviamente su Internet si trova di più. Al sito www.cgil.it/cittadinoritrovato/tempomat
per esempio le notizie italiane; molte le voci sui Lets mentre a hours@lightlike.com
c'é l'esperienza di Ithaca, negli Usa, famosa perchè da anni
batte una moneta alternativa.