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Commercio Equo (13325 byte)


LEGGIAMO I RAPPORTI NORD-SUD ... NELLA CIOCCOLATA!


Quello che vi proponiamo è un percorso didattico rivolto alle scuole elementari e medie, in cui si parte dalla storia del cacao per approcciare il tema degli squilibri tra nord e sud del mondo. Il percorso è interdisciplinare, e spazia dalla storia alla geografia, dall'economia all'antropologia alle scienze naturali.

Com'è il cacao?
Come nasce la cioccolata?
Un po' di storia
Dal produttore al consumatore?
Alcuni dati
Bibliografia

Come è il cacao?

Chiedere ai ragazzi come è il cacao all’origine, come lo immaginano (nelle classi di scuola elementare si può farlo disegnare).


Spiegazione:

  1. la pianta del cacao è, in realtà, un albero, alto fino a 10 metri (potrebbe colpire il fatto che pur essendo così alto, fa parte comunque del sottobosco equatoriale);
  2. fa dei frutti, detti "cabosse", simili a mandorle legnose lunghe fino a 25 cm, gialle o rossastre;
  3. ognuno di questi frutti contiene una pasta bianca all’interno della quale ci sono dei semi. I frutti vengono raccolti 2 volte l’anno, in periodo diversi, in funzione dei luoghi.

Come nasce la cioccolata?

Chiedere ai ragazzi come immaginano il processo produttivo della cioccolata.

Spiegazione:

Fase 1 : Si prendono semi e pasta e si infilano in contenitori di legno coperti con foglie di banano (la pasta fermenta, si trasforma in una sostanza acidula. I semi cambiano di colore e da duri diventano morbidi. Il tutto dura 6 giorni e mezzo)

Fase 2: Si lavano i semi e si fanno essiccare al sole, rimuovendoli ogni tanto con i piedi, procedura, questa, chiamata "danza del cacao". Si lasciano essiccare per una settimana circa, ottenendo il c.d. "cacao verde".

Fase 3 : si torrefanno i semi a 120-140° per 15-20 minuti; poi si aprono, ancora caldi, e si triturano. Si ottiene una pasta scura, fluida, chiamata "pasta di cacao", che permette di bere la cioccolata.

Fase 4 : per poterla mangiare occorre fare un’altra cosa. Bisogna pressare la pasta di cacao, separando così la parte grassa, il burro di cacao, dalla polvere di cacao.

Fase 5 : se si mescolano nuovamente (in diverse proporzioni) la polvere, il burro e un po’ di zucchero, si ottiene finalmente la cioccolata da mangiare.


Un po' di storia

Lettura. Altri approfondimenti possono coinvolgere gli insegnanti di storia, geografia ed economia.

Le prime piantagioni di cacao nascono in America Centrale, nel sec. XVII a.C., per opera dei Maya. La pianta si diffuse molto, in tutta la regione, tanto che quando gli Europei arrivarono in America ne conobbero il gusto grazie agli Aztechi.

Gli Aztechi credevano che fosse un dono del loro Dio Quetzacoatl e alla pianta del cacao collegavano una leggenda. Il cacao per gli Atzechi era piuttosto importante: in occasione della piantagione e della raccolta, essendo un dono divino, organizzavano cerimonie religiose. Inoltre, utilizzavano i semi del cacao come moneta.

Il primo europeo ad assaggiare il cacao fu Cristoforo Colombo, ma a lui non piacque. In realtà, egli non assaggiò la nostra cioccolata, ma una specie di minestra di granturco condita con cacao, zenzero peperoncino e miele.

Dopo Colombo, di là passò un conquistatore spagnolo, tale Cortez. Anche a Cortez, il cacao risultò sgradevole, però vedendo che gli Aztechi lo usavano come moneta, pensò bene di tenerlo da conto. Quando il Re degli Aztechi, il famoso Montezuma, gliene regalò una piantagione, ne fu molto contento e cominciò ad acquistare oro e pietre preziose da riportare in Spagna, pagandole con i semi di cacao.

Qualche spagnolo, infine, ebbe l’idea di aggiungere al cacao, di per sé piuttosto amaro, dello zucchero e nacque, così, la prima cioccolata, da bere. All’inizio, si diffuse solo tra i nobili della corte spagnola, a causa del suo altissimo prezzo, ma col passare del tempo, nel ‘600, la bevanda si diffuse in Francia, in Germania, in Inghilterra e anche in Italia, dove diventano subito famosi i cioccolatieri di Firenze e di Venezia.

In quegli anni la cioccolata fu al centro persino di una disputa religiosa. Accadeva che durante i periodi di digiuno i frati e i monaci non potessero mangiare, ma solo bere. Ora, stare diversi giorni potendo bere solo acqua, era dura, il fisico si indeboliva. Ma se in quei giorni potevano bere cioccolata, questa era molto più energetica e li aiutava nel digiuno. Però la cioccolata era una bevanda molto particolare, molto densa, sembrava quasi un cibo, come la minestra, e allora la chiesa si interrogò se la cioccolata fosse un cibo o una bevanda. Fu incaricato di decidere il cardinale Brancaccio, il quale era golosissimo di cioccolata, e lui, ovviamente, decise che, per quanto strana, la cioccolata era pur sempre una bevanda. Così i monaci poterono continuare a berla durante i digiuni.

Verso la fine del 1700 la rivoluzione industriale coinvolge anche il mondo del cacao e cominciano ad affermarsi molte fabbriche il cui nome è famoso ancora oggi.

Nei primi anni dell’800, si scoprono nuove tecniche per la lavorazione del cacao. Un gruppo di cioccolatieri torinesi, insieme allo svizzero Cailler, scoprono il modo di separare la polvere di cacao dal burro di cacao e poi, riunendoli in dosi diverse e con l’aggiunta di zucchero, riescono a solidificare il cacao. Nel 1820, in Inghilterra, viene prodotta la prima tavoletta di cioccolata. Nel 1876, inoltre, gli svizzeri inventano il cioccolato al latte.


Dal produttore al consumatore?

Qui si entra nello specifico dei rapporti economici e relazionali tra Sud e Nord del mondo!

Da dove arrivano le tavolette di cioccolato che trovo al supermercato?

Da chi ha avuto le tavolette di cioccolato il commerciante? Probabilmente da un distributore, ma, per praticità, pensiamo che l’abbia ricevuta dalla multinazionale che produce la tavoletta, confezionandola nella forma conosciuta.

Da chi acquistano il cacao, che poi lavorano, le multinazionali? Si potrebbe pensare dai produttori. In realtà c'è almeno un passaggio ulteriore, quello degli intermediari. Gli intermediari, detti anche coyotes, si limitano a trasportare il cacao dal luogo della coltivazione a quello dell'acquisto da parte della multinazionale. I coyotes, a loro volta, acquistano il cacao dai produttori.

Si possono distinguere, per la produzione, tre situazioni:

  1. piantagione posseduta da un unico proprietario terriero, il quale ha alle sue dipendenze numerosi coltivatori.
  2. piantagione posseduta da una multinazionale, la quale ha alle sue dipendenze numerosi coltivatori.
  3. piccola piantagione posseduta dal singolo produttore (molto diffusa in Africa, continente che da solo produce ed esporta più della metà di tutto il cacao mondiale).

È nella terza ipotesi che il ruolo dei coyotes è più importante. Analizziamo questa situazione facendo l’esempio di una tipica famiglia africana. Accanto alla coltura del cacao, probabilmente, per sopravvivere uniscono anche altri prodotti, per esempio banane, o altri tipi di coltura. La nostra famiglia africana, quindi, ha un campo da coltivare. A che ora si alza il nostro produttore? Come tutti i contadini si alza molto presto, diciamo alle 5 di mattina. Quindi va a lavorare nel campo e ritorna a casa quando fa buio (intorno alle 19.00). Quanto ha lavorato il nostro produttore? Intorno alle 14 ore giornaliere. Rispetto a tutte le altre persone che lavorano nella catena del cacao, il produttore è probabilmente quello che lavora di più.
Per chi lavora il produttore? Per mantenere la sua famiglia: di solito le famiglie africane sono molto numerose (da 5 a 10 figli).

Che cosa fa, in seguito, tornando al ciclo commerciale del cacao, la multinazionale? Preleva il cacao nel luogo dove lo si produce, lo lavora e quindi lo distribuisce ai commercianti.

Ora si potrebbe sottolineare la distinzione tra la parte del mondo che produce il cacao e quella che la consuma. I dati da mettere in evidenza sono due:

  1. la produzione di cacao nei PVS è destinata, per una percentuale stimabile attorno al 90%, all’esportazione
  2. la più alta percentuale di importazione di cacao è dell’Europa, che ne importa circa il 63% del totale mondiale, seguita dal Nord America (in pratica solo USA e Canada), che ne importa il 23%. Se a ciò si aggiunge che le percentuali riguardanti invece la produzione sono: Africa 54%, Centro e Sud America 26%, Asia e Oceania 20%, ci si accorge che il cacao è un tipico prodotto che pur essendo originario del sud, viene consumato quasi esclusivamente al nord.

Questo il ciclo della lavorazione. Ora, poiché il lavoro va pagato, si tratta di vedere quanto viene pagato il lavoro di ognuno. Ricominciamo il percorso interrogandoci sui prezzi.

Il commerciante, ad esempio. Quanto viene pagato il lavoro del commerciante? Sul prezzo pagato dal consumatore, il commerciante trattiene il 30%.

La multinazionale. Quanta parte del prezzo pagato dal consumatore viene trattenuto dalla multinazionale? Il 50%. In mezzo c'è anche una percentuale di prezzo che va a pagare le tasse sul prodotto; un complessivo 10%.

Quindi il coyote, o intermediario. Qual è il guadagno che va all'intermediario, per il suo lavoro? Si può considerare pari al 5% del prezzo pagato dal consumatore.

Quanto resta per il produttore? Solo un 5%.

Fare discutere i ragazzi sull'equità di questa ripartizione, puntando sul rapporto esistente tra quantità di lavoro e guadagno: chi lavora di più, viene pagato meno.


  1. Sottolineare come la ripartizione sia significativa del rapporto nord/sud del mondo, facendo notare l'appartenenza dei vari soggetti protagonisti del percorso alle due differenti realtà:

Soggetto GuadagnoNord/Sud
Commerciante30% Nord
Multinazionale 50% Nord
Intermediario 5% Sud
Produttore5%Sud

Totale guadagno Nord 90%
Totale guadagno Sud 10%

  1. Analizzare le conseguenze di questa ripartizione dei guadagni sulle condizioni di vita dei produttori del sud del mondo:

Che cosa succede al nostro produttore, se il denaro che gli viene corrisposto è poco? Succede che a lui ed alla sua famiglia non basteranno per mangiare, pagare le sementi per lavorare, comperare gli attrezzi da lavoro. Poiché il nostro produttore di cacao non può chiedere dei prestiti alla banca (perché non può dare sufficienti garanzie di restituzione), allora si rivolge agli usurai.

Chi sono gli usurai? Spiegare chi sono, che differenza passa tra i prestiti usurai e quelli bancari e le conseguenze cui va incontro chi non paga gli interessi agli usurai.

Ci sono poi alcuni rischi molto grossi, nella vita del produttore, per esempio:

  1. le malattie delle piante del cacao. Se il produttore non ha denaro, non può comperare prodotti che sono in grado di difendere le piantagioni dai parassiti, né seguire dei corsi di formazione per imparare a combattere in modo ecocompatibile le malattie ed i parassiti
  2. l'oscillazione dei prezzi del cacao, che sono quotati in borsa. I contadini sono i più esposti alle variazione del prezzo del cacao sui borsini mondiali, sia perché sono impotenti di fronte alle oscillazioni dei prezzi, sia perché il loro salario è già piuttosto prossimo al livello minimo di sussistenza e perciò un calo brusco del prezzo li può ridurre in miseria.

Alcuni dati per avviare la discussione:

La produzione annuale di cacao. I maggiori Paesi produttori (tabella da completare a cura dei ragazzi)


Paese Tonnellate annuali Continente Sud o Nord
Costa d'Avorio 730.000 ? ?
Brasile 343.000 ? ?
Ghana 300.000 ? ?
Malesia 220.000 ? ?
Indonesia 175.000 ? ?
Nigeria 130.000 ? ?
Camerun 100.000 ? ?

Il consumo di cioccolato. Oggi il consumo di cioccolato pro capite in Europa, è più o meno questo:


Paese Kg di cioccolata pro capite all’anno
Svizzera 9,9
Svezia 9
Belgio 7,7
Inghilterra 7,5
Germania 7
Francia 5
Italia 1,3


Il Commercio Equo e Solidale come alternativa.

La catena del cacao commerciato dal CEeS a confronto con quella del commercio tradizionale.

Commercio tradizionale Commercio Equo e Solidale
   
Produttore Produttore
Coyote (intermediario)  
Grossista (eventuale)  
Multinazionale (trasformazione) Importatore CEeS
Trasformatore autorizzato CEeS
Distributore  
Negoziante o distribuzione organizzata Bottega del Mondo, negoziante o distribuzione organizzata


Materiali bibliografici.

Per la prima parte della lezione (storia, lavorazione, uso del cacao e dei suoi derivati) potete utilizzare:

  • Il viaggio del cacao (unità di lavoro per la scuola di base), CESVI 1996

  • Viaggio intorno al cibo (i percorsi - nel tempo e nello spazio - delle materie prime alimentari), Sonda 1991

  • Ricette al cacao (storia e caratteristiche del cacao; ricette da tutto il mondo), Sonda 1993


Per la seconda parte (commercializzazione del cacao; rapporti Nord-Sud; Commercio Equo e Solidale) potete utilizzare, insieme ai libri già citati e agli altri testi di questo sito, anche:

  • La posta in gioco (56 schede per capire la sfida alimentare Nord-Sud), CLESAV 1989

  • Prodotti del Sud, Consumi del Nord (l'interdipendenza Nord Sud nella vita quotidiana), Ed. Consumatori 1994

  • Un mercato diverso (Guida al Commercio Equo e Solidale), EMI 1998

  • Guida al consumo solidale, Coop. Pangea 1998


Per approfondimenti maggiori, consigliamo:

  • Le Botteghe del Mondo, Coop. Spes 1999
  • Fair Trade, Bollati Boringhieri 1998
  • Il Commercio Equo e Solidale, Etaslibri 1997
  • Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli 1999
  • Fame e squilibri internazionali, Bulgarini 1995
  • Dizionario dello sviluppo, EGA 1998
  • Terre del Fuoco, EMI - rivista semestrale
  • Multisud (ipertesto sui Sud del mondo in CD rom), EMI 1999




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