da: soldionline

Etica economica
                          Come già per il connubio etica e politica un tempo tutt'uno anche
                          etica ed economia non sono mai state realtà separate.
                          Certo è stato un rapporto in progress che ha conosciuto
                          un'evoluzione crescente. La tesi di fondo del libro di Arthur Fridolin
                          Utz 'Etica economica', San Paolo Ed. 1999 è che questa non possa
                          essere divisa da un'etica individuale. Utz è un domenicano che fa
                          parte della scuola tedesca dell'economia sociale di mercato, e
                          questo libro recentemente tradotto è tratto dalla ponderosa opera
                          'Etica sociale' articolata in cinque libri.
                          In un passaggio significativo del libro Utz sostiene che' la borsa
                          costituisce un prezioso serviziio all'economia di mercato quando
                          gli investimenti non sono semplici speculazioni e manipolazioni
                          individuali.'
                          Che sia l'etica individuale alla base di ogni processo economico,
                          conviene ripeterlo tutte le volte che si perde di vista il fondamento
                          etico del discorso finanziario e la lettura di questo libro sollecita a
                          riflettere sulla necessità del legame tra etica sociale-economica ed
                          etica individuale. Pena anomalie e crisi che seguono tutte le volte
                          che esplodono le cosiddette 'bolle speculative' del mercato.
 

                          ' La nascondiamo (la nostra povertà) sotto rivestimenti verniciati,
                          e con l'artificio di venditrici di mode: siamo poveri con gusto. Ci
                          sono finanzieri, imprenditori, negozianti molto ricchi; i loro figli, i
                          loro generi sono molto ricchi; in generale la nazione non lo è.' Il
                          discorso, pubblicato in forma anonima per mettere al riparo
                          Voltaire da possibili denunce e processi, è del 1768 ed è un'etica
                          alzata di "scudi" contro povertà e ipocrisia del tempo ancora di
                          grande attualità. Come ad esempio l'ironia sull'egualitarismo del
                          tempo alimentato dalla scienza statistica che convince l'ingenuo,
                          allegorico protagonista del libro satirico, di poter raggiungere,
                          sebbene povero, un reddito pari, al centesimo, a quello della
                          media nazionale. Oppure la critica di uno Stato ipocrita e dissoluto
                          che non solo copre grottescamente con un velo statistico le
                          diseguaglianze ma le mantiene così favorendo l'impoverimento
                          nazionale.
                          Tuttavia è solo oggi con il bengalese Amartya Sen che viene
                          teorizzata in modo compiuto la sinergia tra economia e etica. Quel
                          che colpisce del pensiero di Sen è la definizione di ricchezza,
                          innovativa rispetto a quella comune. In genere si è soliti dire che
                          uno è più ricco di un altro perché il suo patrimonio di mobili e
                          immobili è maggiore. Sen sostiene che al valore della ricchezza,
                          che resta sempre un elemento cardine di un mercato che serve a
                          creare ancora altra ricchezza, vada aggiunto anche il fattore della
                          felicità. Ossia la ricchezza si ridefinisce come tutto quanto produce
                          felicità e non solo benessere: uno è più ricco di un altro in quanto
                          è più felice in virtù dei suoi diritti goduti appieno, del suo stato di
                          salute, della sua rete di rapporti sociali, del buon uso del tempo
                          libero a disposizione e tutto quanto altro incide sulla qualità della
                          vita.
                          Ed è proprio la qualità della vita che si deve misurare e
                          quantificare al punto da costituire una variabile algebrica nei
                          calcoli economici. Così il mercato in questa dimensione si
                          ridefinisce nella capacità di produrre non solo ricchezza ma di
                          soddisfare anche valori e attese etiche. Un orientamento etico si
                          ispira a principi che pongono e spostano l'attenzione sulle
                          conseguenze non economiche degli atti e delle azioni economiche.
                          Così l'assunzione di responsabilità da parte del risparmiatore
                          consiste sia nel mettere a disposizione i propri risparmi sia nel
                          controllare che ne venga fatto un uso che salvaguardi i valori di
                          riferimento.
                          Perché l'economia etica non ritiene legittimo l'arricchimento basato
                          esclusivamente sul possesso e sul commercio di denaro. Così il
                          tasso di interesse si ridefinisce come misura di efficienza
                          nell'utilizzo del risparmio, come misura dell'impegno volto a
                          salvaguardare le risorse messe a disposizione dai risparmiatori
                          oltre che a farle fruttare in progetti vitali e socialmente utili. Di
                          conseguenza il tasso di interesse deve rispecchiare il giusto
                          equilibrio tra le attese dei beneficiari e quelle del risparmiatore
                          etico sulla base di valutazioni economiche, sociali, etiche.
                          Una economia quella eticamente fondata che coglie nel credito, in
                          tutte le sue manifestazioni, un elemento dei diritti umani dalla
                          parte dei più svantaggiati socialmente. Così la finanza etica
                          esclude per principio rapporti con quelle attività economiche che
                          ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti
                          fondamentali della persona e a ledere l'ambiente. In sintesi a
                          dequalificare la qualità della vita attraverso l'attuazione di
                          progetti di dubbia qualità morale.
                          Così la domanda crescente di progetti culturali ispirati da
                          presupposti etici nasce dalla critica a quel sistema economico
                          irresponsabile delle conseguenze che ricadono e impattano sulla
                          qualità sociale della vita.
 

                          [Cesare Balbo]