L’analisi del bilancio Etimos (Ctm-Mag) 1998
Adriano Pallaro
e Erika Peraro
Dagli interessi finanziari ai dividendi sociali








I criteri di riclassificazione
Nella riclassificazione del conto economico assumono importanza i seguenti risultati:
Margine di interesse dell’attività finanziaria: rappresenta la differenza tra interessi attivi sui finanziamenti concessi e interessi passivi sul prestito da soci;
Margine di interesse generale: si ottiene sommando al margine di interesse dell'attività finanziaria gli altri interessi attivi al netto degli interessi passivi diversi; le voci di interesse, sia attive che passive, rientranti in questo calcolo, derivano da ricavi o costi finanziari diversi da quelli provenienti dai finanziamenti e dal prestito sociale (es. relativi a banche, posta, titoli);
Margine di intermediazione: è dato dal margine di interesse generale a cui si aggiungono tutti i ricavi diversi di gestione e da cui vanno sottratti gli oneri bancari e assimilati;
Margine operativo lordo: risulta dalla differenza tra il margine di intermediazione e tutti i rimanenti costi (spese generali, costi del personale) generali caratteristici; rappresenta il risultato della gestione ordinaria al lordo degli accantonamenti per rischi e degli ammortamenti;
Risultato ordinario: si ottiene sottraendo al margine operativo lordo gli ammortamenti; rappresenta il risultato complessivo della gestione ordinaria prima dell'influenza delle componenti di natura straordinaria, delle imposte e di accantonamenti o utilizzi a voci di patrimonio;
Risultato netto effettivo: dato dal risultato ordinario a cui si aggiungono i proventi straordinari e si sottraggono gli oneri straordinari; rappresenta l’effettivo risultato reddituale dell’esercizio prima delle variazioni dei fondi di natura patrimoniale.
Per quanto riguarda lo Stato Patrimoniale la classificazione utilizzata è quella tradizionale con la distinzione delle poste a breve termine (attivo corrente e passivo corrente) da quelle a medio-lungo termine (attivo immobilizzato, passivo consolidato e capitale netto).
Poiché il Consorzio opera con meccanismi in base ai quali la raccolta dai soci è da considerarsi completamente a breve termine, mentre gli impieghi risultano essere sia a breve che a medio lungo termine, nella riclassificazione dello Stato Patrimoniale, rispettando tale principio, risulterebbe che Etimos (Ctm-Mag) sopporta ogni anno un altissimo rischio di impresa. In realtà l'esperienza di questi anni di attività dimostra che parte del risparmio raccolto dai soci può effettivamente considerarsi a medio-lungo termine, in quanto buona parte dei soci movimenta pochissimo i risparmi depositati presso il Consorzio. Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno, prendendo i dati di scadenza dei prestiti e verificando la movimentazione media mensile dei depositi degli ultimi anni, ripartire il valore totale dei depositi e dei crediti finanziari tra partite a breve termine e partite a medio e lungo termine.
Accanto al bilancio del 1998, per confronto, abbiamo posto il bilancio dell'esercizio precedente riclassificato in base agli stessi criteri.

Analisi della redditività
Nel corso del 1998 il Consorzio chiude con un utile di 129 milioni, risultato positivo, ma inferiore rispetto al risultato del precedente esercizio, anche se in linea con quanto previsto nel budget di inizio anno.
Nell’analisi dei singoli risultati intermedi si osserva quanto segue. Il margine di interesse dell'attività finanziaria a fine anno risulta inferiore di circa 24 milioni rispetto allo scorso esercizio. Nella determinazione di questo risultato ha influenzato una riduzione generalizzata dei tassi di interesse, che si è dimostrata più consistente per i tassi sugli impieghi. Il margine di interesse generale rimane essenzialmente in linea con il dato dell’anno precedente, mentre il margine operativo lordo risulta inferiore per circa 179 milioni. A questo risultato contribuisce anche il notevole decremento del margine di intermediazione per circa 143 milioni, dovuto in buona misura alla diminuzione delle differenze attive sui cambi, legate ai finanziamenti ai soci residenti all’estero e ad investimenti in titoli sovranazionali, operazioni effettuate in valuta.
Il risultato dell'esercizio effettivo, ossia al lordo dell'accantonamento al fondo rischi, è pari a 273 milioni. Tale risultato, inferiore di circa 129 milioni rispetto all'esercizio precedente, è da attribuire alla diminuzione nell’erogazione di finanziamenti ai soci Italia e ad una politica di investimento destinata all’avvio del Programma Microcredito.
Confronto
tra alcuni indici
di redditività
significativi
1997-98











 
1998
1997
Roe: risultato netto/capitale netto
5,17%
14,15%
Roi: risultato operativo/capitale investito
1,05%
1,48%
Interessi passivi su finanziamenti/debiti finanziari
4,98%
3,87%
Interessi attivi su finanziamenti/crediti finanziari
8,75%
8,06%
Margine di intermediazione per dipendente
157,1
183,2
milioni di lire
Costo del personale per dipendente
40,9
45,9
milioni di lire

Analisi patrimoniale
Il Consorzio nel 1998 ha investito capitale per 21 miliardi, 5,8 in meno rispetto all'esercizio precedente. Tale situazione è determinata dalla diminuzione dell'attività caratteristica dell'organizzazione: la raccolta di risparmio è diminuita di oltre 5 miliardi, con conseguente riduzione dell’erogazione o smobilizzo del credito ai soci.
Anche in questo esercizio, in linea con le scelte effettuate dagli amministratori, il valore degli investimenti destinati al finanziamento dei soci è inferiore al dato della raccolta di risparmio: gli impieghi infatti risultano pari a circa il 90% del totale della raccolta. La scelta di ridurre proporzionalmente gli investimenti e di tenere quindi delle riserve è dettata dall'esigenza di garantire i soci risparmiatori. Il denaro non erogato viene in parte investito in titoli di stato facilmente smobilizzabili ed in minima parte tenuto come liquidità nei conti bancari.
Andando ad analizzare l'equilibrio patrimoniale si osserva quanto segue:

attivo corrente
attivo immobilizzato
capitale impiegato
passivo corrente
passivo consolidato
patrimonio netto
capitale investito

80,2%
19,8%
100,0%
55,4%
32,9%
11,7%
100,0%

C'è un buon equilibrio tra partite a breve e medio-lungo termine. Il Consorzio finanzia solo in parte attività a medio-lungo con passività a breve: il rapporto di liquidità ha raggiunto un valore pari a 1,45 (ricordiamo che il valore ideale di questo indice dovrebbe essere pari ad 1).
Il patrimonio netto passa dal 7,7% all’11,7% del totale del capitale investito, grazie all’incremento del capitale sociale del Consorzio e al conseguimento di un positivo risultato di esercizio. Questo rappresenta un risultato interessante che rafforza la decisione di lavorare per individuare adeguate politiche di capitalizzazione, importanti anche per le nuove tipologie di impiego.
Per quanto riguarda il rapporto impieghi/raccolta a breve e a medio-lungo termine, si osserva che il Consorzio ha migliorato l’equilibrio, soprattutto per l’incremento degli impieghi a breve termine di circa 4,2 miliardi a fronte di una riduzione degli impieghi a medio-lungo termine. Dal lato della raccolta invece si registra una diminuzione della raccolta complessiva con una distribuzione percentuale sbilanciata sulle poste a breve termine.
Confronto
tra alcuni indici patrimoniali
e finanziari
significativi
1997-98
 
1998
1997
Rapporto corrente: attività correnti/passività correnti
1,45
1,14
Impieghi/raccolta
90%
82%
Indebitamento: passività correnti+consolidate/patrimonio netto
7,6
11,9
Incidenza fonti onerose: debiti finanziari/totale debiti
96,7%
98,1%

La discesa dei tassi
Nel 1998 la struttura principale dei costi Etimos (Ctm-Mag), il margine tra interessi attivi e passivi, vede uno spread, una differenza, di circa 3 punti e mezzo. Con questo 3,5% vengono coperti i costi della struttura e degli investimenti. Nonostante la natura di consorzio finanziario e non di banca, Etimos si sta avvicinando ai 3 punti di margine che possono essere considerati accettabili perfino nel mondo bancario. Tuttavia è possibile che i tassi scendano ancora. Nel campo della raccolta e delle risorse, sempre meno si potrà contare sul margine di interesse. E la discesa dei tassi va considerata un fatto positivo, la fine, su scala mondiale, di un lungo periodo di “usura internazionale”. È necessario contare sempre più su altre risorse: entrate che derivano dalla fornitura di servizi e dalla “compartecipazione agli utili” delle iniziative economiche finanziate e sostenute. Ed è necessario valorizzare sempre più i “dividendi sociali” e non puramente finanziari del risparmio raccolto.

Tassi di interesse medi Etimos
(Ctm-Mag)
 
Tasso medio impieghi (A)
Costo medio raccolta (B)
Spread (differenza A-B)
1991
8,36%
4,65%
3,71%
1992
8,99%
6,47%
2,52%
1993
9,36%
5,81%
3,55%
1994
10,73%
5,75%
4,99%
1995
9,48%
5,25%
4,23%
1996
9,76%
5,64%
4,12%
1997
8,65%
4,79%
3,86%
1998
7,92%
4,33%
3,59%