MANIFESTO

della FINANZA ETICA


 
 

La finanza etica è mossa da principi di fondo di carattere universale che si ispirano alla solidarietà, alla collaborazione e al rispetto tra le persone, alla salvaguardia dell'ambiente; sono principi su cui tutti possono trovarsi d'accordo, ma che non sempre è facile tradurre in fatti e comportamenti di tipo concreto.

 Per questo motivo è importante avere delle linee guida di massima, che siano indicative e non prescrittive, alle quali potersi rifare ogni volta che la situazione concreta si rivela di non immediata e facile interpretazione.

 L'Associazione Finanza Etica, attiva da anni nel Terzo Settore e ormai punto di riferimento riconosciuto per la conoscenza e l'esperienza acquisite in materia, ha dunque ritenuto opportuno avviare confronti e dibattiti che portassero all'elaborazione di una carta d'intenti della finanza etica: in questo documento sono raccolte, organizzate e spiegate le basi concettuali della finanza etica e vengono proposti i criteri e le linee di comportamento che devono guidare l'attività etica in campo finanziario.

 Si è così arrivati alla stesura di un documento riassuntivo e programmatico (come si direbbe in politichese :-)), denominato appunto MANIFESTO DELLA FINANZA ETICA, che riportiamo qui di seguito.
 

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L'economia e la finanza eticamente orientate si pongono domande e cercano risposte sulle conseguenze delle azioni economiche.

 Quali conseguenze comporta un'attività produttiva o finanziaria per la vita delle persone, per il bene comune, per l'ambiente naturale?
E in termini di sviluppo umano e non solo di sviluppo economico?

 La finanza etica si interroga sull'attività finanziaria, cioè l'attività di intermediazione tra i risparmiatori e gli utilizzatori di risparmio.
 

La finanza eticamente orientata:
 
 

  1. Ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano

  2. Non discrimina tra i destinatari degli impieghi sulla base del sesso, dell'etnia o della religione, e neanche sulla base del patrimonio, curando perciò i diritti dei poveri e degli emarginati. Finanzia quindi attività di promozione umana, sociale e ambientale, valutando i progetti col duplice criterio della vitalità economica e dell'utilità sociale.
    Le garanzie sui crediti sono un'altra forma con cui i pertner si assumono la responsabilità dei progetti finanziati. La finanza etica valuta altrettanto valide, al pari delle garanzie di tipo patrimoniale, quelle forme di garanzia personali, di categoria o di comunità che consentono l'accesso al credito anche alle fasce più deboli della popolazione.
     
     
  3. Considera l'efficienza una componente della responsabilità etica

  4. Non è una forma di beneficienza: è un'attività economicamente vitale che intende essere socialmente utile. L'assunzione di responsabilità, sia nel mettere a disposizione il proprio risparmio sia nel farne un uso che consenta di conservarne il valore, è il fondamento di una partnership tra soggetti con pari dignità.
     
     
  5. Non ritiene legittimo l'arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro

  6. Il tasso di interesse, in questo contesto, è una misura di efficienza nell'utilizzo del risparmio, una misura dell'impegno a salvaguardare le risorse messe a disposizione dai risparmiatori e a farle fruttare in progetti vitali. Di conseguenza il tasso di interesse, il rendimento del risparmio, è diverso da zero ma deve essere mantenuto il più basso possibile, sulla base delle valutazioni sia economiche che sociali ed etiche.
     
     
  7. E' trasparente

  8. L'intermediario finanziario etico ha il dovere di trattare con riservatezza le informazioni sui risparmiatori di cui entra in possesso nel corso della sua attività, tuttavia il rapporto trasparente con il cliente impone la nominatività dei risparmi. I depositanti hanno il diritto di conoscere i processi di funzionamento dell'istituzione finanziaria e le sue decisioni di impiego e di investimento. Sarà cura dell'intermediario eticamente orientato mettere a disposizione gli opportuni canali informativi per garantire la trasparenza sulla sua attività.
     
     
  9. Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell'impresa non solo da parte dei soci ma anche dei risparmiatori

  10. Le forme possono comprendere sia meccanismi diretti di indicazione delle preferenze nella destinazione dei fondi, sia meccanismi democratici di partecipazione alle decisioni. La finanza etica in questo modo si fa promotrice di democrazia economica.
     
     
  11. Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale e ambientale

  12. Individua i campi di impiego, ed eventualmente alcuni campi preferenziali, introducendo nell'istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilità sociale e ambientale. Esclude per principio rapporti finanziari con quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell'ambiente, le attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle libertà civili.
     
     
  13. Richiede un'adesione globale e coerente da parte del gestore che ne orienta tutta l'attività

  14. Qualora invece l'attività di finanza etica fosse soltanto parziale, è necessario spiegare, in modo trasparente, le ragioni della limitazione adottata. In ogni caso l'intermediario si dichiara disposto ad essere 'monitorato' da istituzioni di garanzia dei risparmiatori.


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il testo del Manifesto della finanza etica è stato tratto dal volume:
Elisa Baldessone, Marco Ghiberti (a cura di), 'L'euro solidale', EMI, pp. 20-22, 1998