"[...] Io
vorrei cominciare con una storiella, quella mia preferita quando si parla
del tempo, storiella che è presa da Heinrich Böll che parla
di un turista che fa una passeggiata alla spiaggia e incontra un pescatore
che è lì sdraiato accanto alla sua barca e dorme. Il turista
tira fuori la sua macchina fotografica, scatta una foto, il pescatore si
sveglia, il turista dice: "Ah! Perché sei sdraiato lì?
Il tempo è bellissimo, c’è tanto pesce, perché non
vai a pescare?" "Sai, questa mattina ho già pescato abbastanza"
"Vedi, tu potresti adesso pescare tre-quattro volte al giorno, potresti
fare soldi, dopo un anno potresti comprarti una barca a motore, poi due
barche e forse dopo tre-quattro anni tutta una flotta e poi forse un elicottero
per seguire meglio i pesci, poi forse un camion per portare tutto questo
pesce per la distribuzione alla capitale. E poi.." "E poi?", chiede il
pescatore, "potresti prendere tutto il tempo per andare in spiaggia a prendere
il sole, l’oceano è bellissimo". "Ah!", dice il pescatore, "è
proprio quello che ho fatto quando tu mi hai svegliato scattando la fotografia!".
[...] Infatti,
come lui ha detto, il tempo perde la sua durata e lo spazio perde la distanza.
Posso dirvi un esempio. Io non posso neanche crederlo, però due
fonti mi hanno riportato che ormai la Lufhtansa
per l’aeroporto di Taeghel a Berlino, dopo
le diciotto di sera, gli annunci che vengono fatti attraverso l’altoparlante
lì a Berlino vengono pronunciati in California.
Vuol dire che l’annunciatore verso sera non è nell’edificio, neanche
a Berlino, è in California e segue tutti i processi, l’andamento
dell’aeroporto attraverso il piccolo schermo e fa gli annunci, per così
sfruttare 24 ore su 24. Non devi pagare il compenso di chi lavora di
notte per Berlino. Quindi lì c’è la contemporaneità
e c’è la sparizione della distanza e la sparizione della durata.