Un secolo
di sangue e speranze |
Quattromila anni prima di Cristo,
una popolazione di lingua semitica proveniente dall’interno della penisola
arabica, si insediò in quelle terre che da allora presero il nome
di Canaan e che solo più tardi sarebbero state chiamate Palestina.
Fu edificato il villaggio di Ursalim (Gerusalemme), la «città
della pace» (ma l’etimo è ancora incerto).
Gli arabi, una popolazione semita proveniente dall’interno dell’omonima
penisola, conquistarono la Palestina nel 634, durante la prima espansione
islamica. Secondo la leggenda, il profeta Maometto ascese al cielo proprio
a Gerusalemme, che assurse così al rango di città sacra per
tutte e tre le grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo
e l’islam.
La fede islamica e la lingua araba rappresentarono i fattori unificanti
per le varie popolazioni insediatesi nella regione, mentre i giudei furono
gli unici a rimanere estranei a tale processo. Ad eccezione di alcuni brevi
intervalli di tempo, segnati dalla dominazione parziale da parte dei crociati
cristiani e dei mongoli, tra l’XI e il XIII secolo, la Palestina conobbe
governi islamici per oltre un millennio e mezzo.
Nel 1516 l’impero ottomano conquistò Gerusalemme, dando avvio
alla lunghissima egemonia turca sulla Palestina, che si sarebbe conclusa
soltanto alla fine della prima guerra mondiale.
"Se mi dimenticherò di te Gerusalemme mi dimenticherò
della mia mano destra"
Salmi 137:5, 6 |
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1897 |
Nasce il Sionismo,
movimento fondato da Thomas Herzl in Svizzera (Congresso di Basilea) con
lo scopo di creare in Palestina un nuovo Stato ebraico.
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1914 |
Con lo scoppio del primo conflitto mondiale,
l'Inghilterra promette l'indipendenza a tutti gli stati arabi che combatteranno
l'impero ottomano. |
1916 |
La Gran Bretagna e la Francia firmano il trattato
di Sykes-Picot in base al quale la Siria e il Libano diventano francesi,
la Giordania e l'Irak inglesi; la Palestina dovrebbe avere uno status internazionale. |
1917 |
Con la "Dichiarazione di
Balfour" del 2 novembre, il governo inglese esprime incoraggiamento
"per la fondazione di una Madre Patria Ebraica in Palestina".
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NOTA DEMOGRAFICA
Al momento della dichiarazione, la popolazione totale della Palestina
è di 700.000 unità: 574.000 musulmani, 74.000 cristiani e
56.000 ebrei. |
1921 |
In seguito ai disordini arabi del maggio 1921,
viene nominata la Commissione d'Inchiesta
Haycraft nel tentativo di alleggerire l'atmosfera in Palestina.
Nonostante, ritenga gli arabi responsabili dello scoppio della violenza,
la commissione sostiene che la radice del problema è l'ansia araba
causata dagli impegni prosionisti presi dalla diplomazia britannica. La
commissione Haycraft è parte di un processo che porta alla pubblicazione
della Carta Bianca di Churchill. |
1922 |
L'Inghilterra assume il Mandato
per la Palestina e decide di dare priorità al sostegno degli
interessi sionisti. Il mandato è un sistema creato dalla Lega delle
Nazioni secondo il quale "i popoli non ancora in grado di auto governarsi"
sarebbero stati amministrati da "nazioni più evolute".
Col tempo queste nazioni, principalmente le Potenze Alleate,
avrebbero trasferito l'autorità alla popolazione del luogo. Il trattato
non parla della tutela della popolazione residente e la parola "arabo"
non viene menzionata. Inizia l'immigrazione degli ebrei sionisti che vengono
accolti con simpatia dalla popolazione residente. |
1936 |
Rivolta araba contro il mandato inglese
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1937 |
Il governo inglese propone la divisione del territorio
con la creazione a nord-ovest di uno stato ebraico, l'unione della parte
maggiore del paese alla Transgiordania e una zona comprendente Gerusalemme
e Jaffa sotto dominio britannico. Il piano viene rifiutato dai Sionisti
e dagli arabi. In seguito a una nuova sollevazione della popolazione araba,
ne viene deportata la maggior parte dei leader politici.
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1939 |
Il governo inglese dichiara di voler la convivenza
pacifica tra ebrei ed arabi e di non voler creare uno Stato ebraico contro
il volere della popolazione araba. |
1942-1945 |
L'olocausto. Il Terzo
Reich organizza la deportazione di massa e l’eliminazione della popolazione
di fede ebraica residente nei territori occupati durante la II Guerra mondiale:
è la soluzione finale, che causa la morte di oltre sei milioni di
ebrei.
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1947 |
La nascita di Israele.
Le Nazioni Unite, nate dalle ceneri della Società delle Nazioni,
si occupano del problema della convivenza arabo-israeliana in Medio Oriente.
Una Commissione speciale propone di dividere la Palestina in uno stato
ebraico ed uno arabo, mentre alla città di Gerusalemme dovrebbe
essere concesso uno status internazionale. La risoluzione viene approvata:
votano a favore URSS, USA e Francia, ma gli Stati arabi votano contro;
la Gran Bretagna, la Cina ed altri si astengono. Il 29 settembre 1947,
viene posto fine al mandato inglese e decisa la spartizione della Palestina
in due Stati, uno arabo e uno ebraico, quest’ultimo proclamato il 14 maggio
1948. |
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Gli anni tra il 1948 e il 1973 sono gli anni del conflitto
arabo-israeliano che vede Egitto, Siria, Iraq, Giordania, Libano, URSS
e Arabia Saudita schierate contro Israele e Stati Uniti in quattro guerre.
Obiettivo degli arabi è la riconquista della Palestina, riconosciuta
da Israele come stato ebraico: gli israeliani vogliono garantire la sicurezza
dei confini e ingrandire il territorio per accogliere altri ebrei.
«Una patria non si offre né si ottiene in
dono; non si riceve per un privilegio o per accordi politici; non si compra
con l'oro e non si conserva con la forza. No: si consegue col sudore della
fronte, deve essere la concezione storica e l'opera collettiva di un popolo,
il frutto di uno sforzo comune, materiale, spirituale e morale nel corso
di più generazioni.»
David Ben Gurion
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1948 |
Il 14 maggio David
Ben-Gurion dichiara la fondazione dello Stato d’Israele riconosciuto
immediatamente da Stati Uniti e Urss, seguiti dagli altri paesi. Tra arabi
e Israeliani, comunque, è guerra. Migliaia di palestinesi vengono
espulsi dalla loro terra. La Lega araba (Siria, Iraq, Egitto e Giordania)
invade il nuovo stato il giorno stesso della sua nascita. Sarà sconfitta.
Viene fondata la Forza di Difesa d’Israele (IDF), che incorpora tutte le
organizzazioni di difesa; nasce così l'esercito di Israele chiamato
"Zhaal". |
NOTA DEMOGRAFICA
Il primo censimento conta una popolazione di 872.700 unità:
716.700 ebrei e 156.000 non-ebrei. Si assiste all'immigrazione di massa
dall’Europa del dopoguerra: cominciano ad arrivare ebrei anche dai paesi
arabi. Negli anni 1948-52, arrivano 687,000 ebrei in Israele che raddoppia
la sua popolazione ebraica. |
1949 |
Nel neonato stato di Israele si svolgono le
prime elezioni (25 Gennaio); David Ben-Gurion viene eletto
Primo Ministro, alla testa di un governo di coalizione. La Prima Knesset
(Parlamento) si riunisce a Gerusalemme. Chaim Weizmann viene eletto come
primo Presidente di Israele dalla Knesset. Umm Rashrash, oggi Eilat, è
conquistata dall'IDF, una bandiera di Israele dipinta ad inchiostro viene
issata in città. Gerusalemme, divisa tra Israele e Giordania, è
dichiarata capitale d’Israele che viene accettato alle Nazioni Unite come
59° membro.
La Città Vecchia a Gerusalemme est passa sotto
il controllo della Giordania, le parti occidentali e meridionali della
città vengono controllate da Israele. |
1950 |
Le Operazioni "Ezrà"
e "Nehemiah", portano ebrei iracheni
in Israele. Viene creata la prima "ma'abara", campo provvisorio per nuovi
immigrati. La Legge del Ritorno passa alla Knesset, accordando agli ebrei
la possibilità di trasferirsi in Israele come "olim" e diventare
cittadini israeliani.
La Gran Bretagna riconosce lo Stato di Israele. Passa alla Knesset la
legge che punisce ogni Nazista o cooperatore dei Nazisti. In Egitto un
colpo di Stato rovescia la monarchia e porta al potere il colonnello Gamal
Abdel Nasser, grande assertore dell'indipendenza araba dall'occidente.
Nasser invita tutti i popoli arabi a unirsi per liberarsi dal dominio delle
grandi potenze occidentali. |
1952 |
Viene firmato l’accordo di risarcimento per
l’Olocausto con la Germania nonostante proteste e dimostrazioni.
Yitzhak Ben - Zvi è eletto il
secondo presidente di Israele, dopo la morte del Presidente Chaim Weizmann.
Israele partecipa per la prima volta ai Giochi Olimpici (Helsinki). |
1953 |
La situazione ai confini con la Giordania
peggiora; molte sono le infiltrazioni e gli incidenti. E' rottura delle
relazioni diplomatiche tra Israele e l'URSS. Moshe Dayan è nominato
Capo delle forze armate dell'IDF. |
1956 |
E' l'anno della seconda
guerra arabo-israeliana. Nasser, il leader egiziano, nazionalizza
il canale di Suez (che fin dalla sua apertura, nel 1896, apparteneva a
una compagnia anglo-francese) e proibisce il transito delle navi israeliane.
Francia e Inghilterra si accordano con Israele per punire l'Egitto e occupare
il Canale.
Al successo militare delle truppe israeliane non si accompagna quello
diplomatico. L'Urss interviene con un ultimatum minacciando il ricorso
alle armi atomiche se le truppe israeliane non si fossero ritirate dai
territori occupati. Arriva anche la condanna dell'Onu e degli Usa, che
costringono Francia, Inghilterra e Israele al ritiro. Questo conflitto
segna anche la sostituzione di Usa e Urss alle vecchie potenze colonialiste
nell'influenza sul Medio oriente. |
1964 |
Papa Paolo VI
visita Israele; il Presidente Shazar lo riceve a Megiddo. Nasce L'Organizzazione
di Liberazione della Palestina Olp. Yitzhak Rabin è scelto come
Capo delle forze Armate. |
1967 |
Terza guerra arabo-israeliana.
Il leader egiziano Nasser dichiara di voler chiudere il Canale di Suez
alle navi che riforniscono Israele. Si intensificano le manovre militari
arabe ai confini del paese. Israele reagisce con una guerra lampo, passata
alla storia come "guerra dei sei giorni". Le forze israeliane, comandate
dal generale Moshe Dayan conquistano le alture del Golan al confine siriano,
il settore arabo di Gerusalemme, il porto di Gaza e la penisola del Sinai.
Gerusalemme viene ufficialmente riunificata sotto il controllo israeliano. |
1968 |
L'OLP formula
un documento che nega l'esistenza di Israele. Si intensificano gli attacchi
terroristici dei Palestinesi compreso il dirottamento di un aereo del El
Al da Roma ad Algeri. Guerra di Attrito con Egitto e Giordania è
causa di incidenti sui confini. |
1969 |
Golda Meir viene
confermata Primo Ministro. Guerra di Attrito, azioni militari sporadiche
degli egiziani lungo il canale di Suez. |
1972 |
I terroristi di Settembre Nero entrano negli
alloggi degli atleti a Monaco di Baviera dove sono in corso i Giochi
Olimpici. Diciassette morti: undici tra gli atleti israeliani. |
1973 |
Quarta guerra arabo-israeliana passata alla
storia come “Guerra del Kippur”. Nel
giorno di digiuno più solenne dell’anno ebraico (il 6 ottobre),
Egitto e Siria lanciano un attacco coordinato a sorpresa per riconquistare
i territori perduti nella guerra precedente; l’attacco viene respinto con
duri combattimenti e gravissime perdite umane e vengono ripristinati i
confini del 1967. Interviene l'Onu che con la Decisione 338 chiede una
sistemazione del conflitto Arabo-Israeliano sulla base delle Decisioni
242 del 1967. Il 22 ottobre cessano le ostilità in previsione di
futuri negoziati che avrebbero affrontato i problemi del ritiro degli israeliani
da tutti i territori occupati e della definitiva sistemazione dei profughi
palestinesi.
Nel mese di dicembre muore David Ben Gurion, considerato il padre dello
Stato di Israele. La sua battaglia per la creazione del nuovo Stato culminò
con l'ascesa alla carica di capo del governo e ministro della difesa subito
dopo la conquista dell'indipendenza. Fu lui, durante la crisi di Suez del
1956, ad ordinare l'invasione della striscia di Gaza e del Sinai. Si dimostrò
accorto statista, riuscendo a fronteggiare l'ostilità dei paesi
arabi e affrontando con determinazione i delicati problemi interni, aggravati
da una massiccia immigrazione. Lasciò la guida del governo nel 1963
per «ragioni personali». |
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1979 |
Gli accordi di Camp
David. 26 marzo 1979: sul prato della Casa Bianca il presidente
egiziano Anwar Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin firmano
il trattato di pace che pone fine a uno stato di guerra tra i due paesi
durato trent'anni e che fa conquistare ai due leader il premio Nobel per
la pace. La storica svolta era maturata in un lungo periodo di trattative,
di cui gli accordi di Camp David del 1978, raggiunti con la mediazione
del presidente americano Jimmy Carter, avevano costituito il momento culminante. |
1987 |
Il termine Intifada,
in arabo "sollevazione", indica la resistenza palestinese all'occupazione
israeliana organizzata dall'Olp e dal movimento di resistenza islamica
Hamas. Sebbene già covasse da tempo, l'Intifada esplode il 9 dicembre
1987 nei Territori palestinesi occupati da Israele a seguito della morte
di quattro profughi nella Striscia di Gaza, travolti da un automezzo israeliano
mentre viaggiavano su due taxi collettivi.
Da allora si è manifestata sotto forma di disubbidienza civile,
manifestazioni di protesta, forme di guerriglia, come il lancio di sassi,
ma anche come attentati e azioni terroristiche kamikaze. L'Intifada ha
causato un numero imprecisato di morti, tra cui molti minori, spesso coinvolti
in prima persona nelle azioni di resistenza. Secondo molti osservatori,
il suo dilagare ha dimostrato che Israele non poteva continuare la sua
politica di occupazione a basso costo, iniziata nel 1967. |
1994 |
Il 1994 è l'anno
della pace tra Israele e Giordania. Il 5 maggio, al Cairo, viene
firmato un primo accordo per l’autonomia di Gaza e Gerico. Il 13 maggio
l'esercito israeliano lascia Gerico, quattro giorni dopo abbandona la striscia
di Gaza. Il 25 luglio i due paesi firmano un accordo di non belligeranza.
Il 3 agosto re Hussein di Giordania sorvola Gerusalemme alla guida del
suo aereo privato e parla via radio con il premier Rabin: è un momento
di commozione per gli israeliani, che applaudono volgendo lo sguardo all’insù.
Il 26 ottobre viene firmato il trattato di pace tra lo Stato d’Israele
e il Regno Hashemita di Giordania. Per gli sforzi di dialogo tra Israele
e Olp, nel 1994 Rabin, Peres e Arafat sono premiati a Stoccolma con il
premio Nobel per la pace. |
1995 |
Il 4 novembre 1995 il primo ministro israeliano
Yitzhak Rabin, 73 anni, è assassinato da un estremista ebreo,
Yghal Amir, durante una manifestazione di sostegno al processo di pace.
Il giorno dopo viene nominato capo del governo Shimon Peres, mentre il
paese e il cammino verso la pace accusano un duro contraccolpo. Pochi attimi
prima dell'agguato Rabin aveva parlato alla folla così:
«Sono stato un soldato per ventisette anni. Ho combattuto finché
non si vedeva alcuna possibilità di pace. Ora credo che questa possibilità
ci sia, una grande possibilità che dobbiamo cogliere».
Parole rimaste scolpite nella memoria degli israeliani, soprattutto
perché pronunciate da un uomo abituato ad azioni decise e spietate
per difendere il proprio paese. Prima di guidare il governo, nel 1964 Rabin
era diventato capo di stato maggiore delle forze armate: furono le sue
valutazioni a spingere Israele all'attacco preventivo nella guerra dei
sei giorni. |
2000 |
Il fallimento
di Camp David II. Per quindici lunghissimi giorni, nello scorso luglio,
Barak e Arafat trattano invano a Camp David, residenza di montagna del
presidente degli Stati Uniti. I tempi sono serrati perché l'Olp
ha fissato per il 13 settembre la proclamazione della nascita dello Stato
palestinese (che poi verrà rinviata). Le estenuanti trattative e
la costante mediazione di Bill Clinton non sfociano nel sospirato accordo.
Le parti non sono disposte a cedere su alcuni punti fondamentali, tra cui
lo status di Gerusalemme e il rientro dei rifugiati palestinesi. Ugualmente
infruttuosi i colloqui che si tengono a margine del Millennium Summit di
New York, a settembre, quando Clinton tenta nuovamente di avvicinare le
posizioni dei due leader. |
2001 |
7 gennaio: Prima riunione israelo-palestinese,
sovrintesa dagli americani e dagli egiziani: non serve a fermare le violenze.
21/28 gennaio: Palestinesi e Israeliani iniziano in vano dei
lunghi negoziati a Taba in Egito per raggiungere un accordo di pace entro
10 giorni. Annunciano di aver fatto grandi progressi nei negoziati che
si augurano di proseguire dopo il voto in Israele.
8 marzo: Yasser Arafat chiede ad Ariel Sharon, primo ministro
israeliano, di riprendere i negoziati "sulla base degli accordi firmati",
in una lettera inviata dopo la sua investitura.
21 marzo: l'inchiesta della Commissione dei diritti dell'uomo
dell'Onu prevede il dispiegamento urgente di osservatori internazionali.
27 marzo: veto degli Stati Uniti ad un progetto di risoluzione
basato su una forza di protezione dei Palestinesi.
4 maggio: riproposta del rapporto della Commissione Mitchell
agli Israeliani e ai Palestinesi, che prevede la fine delle violenze, il
congelamento delle colonie degli ebrei e poi la ripresa dei negoziati sullo
statuto finale.
13 giugno: entrata in vigore del cessate il fuoco, ottenuto
dall'intermediario di George Trenet, direttore della Cia.
24 giugno: Israele esige una tregua totale di 10 giorni prima
di iniziare il periodo previsto di sei settimane di test di cessate il
fuoco.
21 agosto: Arafat e Shimon Peres, capo della diplomazia israeliana,
si dicono d'accordo ad incontrarsi dopo che un attentato a Gerusalemme
Ovest (senza vittime), sottolinea l'urgenza di una ripresa del dialogo.
24 agosto: George W. Bush chiede ad Arafat di fare uno sforzo
al "100%" per far cessare la violenza in Medio Oriente, senza il quale,
secondo lui, non sarebbe possibile il dialogo con Israele.
29 agosto: mentre gli Stati Uniti mettono in guardia Israele
contro la tentazione di dare un carattere permanente alle incursioni militari
nelle zone sotto il controllo palestinese, Colin Powell, il segretario
di Stato americano, chiede ad Arafat di "fare tutto quello che può"
per arrestare la violenza.
6 settembre: Sharon afferma a Mosca che il leader palestinese
costituisce "il principale ostacolo alla pace" e che i negoziati sono in
questo momento impossibili.
14 settembre: 24 ore dopo la condanna degli attentati a New
York e Washington, da parte di Arafat, gli Stati-Uniti assicurano che questi
attentati non li allontaneranno affatto dalla ricerca di una soluzione
del conflitto in Medio-Oriente. Sharon afferma che Israele ha il suo Bin
Laden nella persona di Arafat. Colin powell sottolinea di nuovo l'importanza
di un incontro tra Shimon Peres e Arafat.
17 settembre: Arafat dichiara di aver dato ordini precisi per
far rispettare un cessate-il-fuoco con Israele.
18 settembre: Arafat rinnova i suoi ordini e riceve un appello
di Colin Powell che lo ringrazia. |
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