SEZIONE DIDATTICA - VILLAGGIO VOLINT



 
 

Scheda tematica: Il Debito estero dei Paesi in via di Sviluppo (PVS)

a cura di Luca Cristaldi - VIS



Indice degli argomenti

A - Approfondimenti

B – Le iniziative in atto C – Il debito in cifre D – Debito estero e percentuale Pil

E – Strumenti


 
 

A - Approfondimenti

Origini del Debito

Il debito ha origini lontane:

Il circolo vizioso del debito estero dei PVS

Le politiche di ristrutturazione del debito

HIPC – Iniziativa sul Debito dei Paesi Fortemente Indebitati La prossima era dello sviluppo

E’ chiaro che l’obbiettivo dell’HIPC sia rendere più sostenibile il peso del debito dei 41 paesi più poveri. Quello che non è chiaro è se quest’iniziativa sia finalizzata a proteggere la posizione dei creditori provando a salvaguardare il sistema finanziario esistente, o a realizzare significative riduzioni del debito per favorire lo sviluppo umano dei più poveri. Il problema fondamentale dell’HIPC è che gli obiettivi e i criteri per raggiungerli sono basati su un concetto di sviluppo considerato superato. L’epoca nella quale si pensava fosse possibile raggiungere cifre di crescita economica sostenibili e, di conseguenza, un miglioramento delle condizioni di vita dei paesi più poveri, attraverso politiche strettamente neo-liberali basate su riforme macroeconomiche e politiche di aggiustamento strutturali, è oggi superata da una nuova concezione dello sviluppo e nuove teorie su come raggiungerlo. In questa prossima era dello sviluppo (ancora in stato embrionale) l’importanza viene rivolta alle persone e non più ai numeri; alla prevenzione e non più alla risposta delle emergenze; alla partecipazione attiva dei beneficiari, e non più alla loro passività; alla visione delle ONG e altre forme organizzate della società civile, non più in tensione con i governi ma in collaborazione con essi, a un rapporto di partenariato tra Sud e Nord, non più di dipendenza.
 
 

Legittimità giuridica del debito

Un altro interessantissimo aspetto è l’analisi della legittimità giuridica del Debito. Secondo la tesi di molti giuristi europei, essa verrebbe a mancare nel momento in cui, dalla contrazione del debito, si sono verificate delle consistenti variazioni sia del valore del dollaro (moneta con la quale sono stati contratti i debiti) che del tasso di interesse sul debito. Come dire, cambiando i termini del contratto e mutando le condizioni finanziarie internazionali nel quale è stato sottoscritto, ci si chiede se esso debba ancora essere ritenuto valido o, quanto meno, se sia legittimo che le conseguenze di tali mutamenti debbano gravare solo sui paesi debitori.

Inoltre, dato lo stato di enorme necessità in cui i PVS si trovavano all’atto della stipula del contratto, si potrebbe obiettare un vizio di volontà di questi paesi di contrarre liberamente il debito; come se le condizioni fossero state imposte dai paesi creditori e accettate dai paesi debitori, a causa della loro situazione di estremo bisogno.

I giuristi chiedono alla Corte Internazionale di Giustizia di definire quale sia il diritto che deve regolare la questione del debito e di pronunciarsi sulla legittimità giuridica del debito "indebito".
 
 

Cosa fare ?

Forse è necessario un atto di coraggio vero, così come in più di una occasione la Santa Sede e il Sommo Pontefice hanno chiesto al mondo intero e ribadito ultimamente in occasione del "Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace" (1998). In esso il Santo Padre, rifacendosi al "pesante fardello del debito estero", apprezza le iniziative delle istituzioni finanziarie internazionali auspicando però di "avanzare su questo cammino, applicando con flessibilità le condizioni previste", e sottolineando come "la questione del debito fa parte di un problema più vasto: quello del persistere della povertà, talvolta anche estrema, e dell’emergere di nuove disuguaglianze che accompagnano il processo di globalizzazione". Una globalizzazione che Giovanni Paolo II si auspica sia senza marginalizzazione, poiché non è più tollerabile un mondo "in cui vivono fianco a fianco straricchi e miserabili, nulla tenenti privi perfino dell’essenziale e gente che sciupa senza ritegno ciò di cui altri hanno disperato bisogno".

Per mettere in pratica tutto ciò sarà necessario affrontare la questione del debito estero dei PVS da un punto di vista diverso, che permetta la ricerca di soluzioni a problemi economici; soluzioni realizzabili non solo "tecnicamente" ma anche e soprattutto sul piano etico, cioè attraverso un approccio etico e, secondo noi, cristiano del problema economico; attraverso un’ottica della solidarietà e dello sviluppo solidale.

Per questo chiediamo di mettere a punto un nuovo sistema di cooperazione dei paesi industrializzati a beneficio dei paesi più poveri, per far si che possano uscire definitivamente dalla morsa del debito.

Il debito odioso

1. che ci sia un reale processo di democratizzazione; cioè una reale partecipazione della gente nelle decisioni fondamentali (The decision making);

2. il rispetto di tutti i diritti umani;

3. la demilitarizzazione, cioè i Governi dei Paesi impoveriti devono smetterla di spendere soldi in armi;

4. i soldi così risparmiati devono andare a beneficio della gente comune, a beneficio della base, alle cooperative, ai piccoli gruppi che investono direttamente con la gente, per la gente, per l’autopromozione.

Solo a questo livello la remissione del debito avrà un significato per i poveri , altrimenti andrà a totale beneficio delle elites locali dalla pancia piena che fanno parte di quel 20% che vive da nababbi.

Se la comunità internazionale non vuole che gli obiettivi concordati durante il World Summit for Social Development del 1995 e sposati dal Comitato d’Aiuto allo Sviluppo delle OCSE (dimezzare la popolazione mondiale in condizione d’estrema povertà, ridurre da 2/3 la mortalità infantile, raddoppiare il numero di bambini che vanno a scuola entro il 2015) cadano nel vuoto, deve attivare dei meccanismi per la cancellazione totale del debito estero dei paesi in via di sviluppo perché la cancellazione del debito è una condizione essenziale e di massima urgenza per raggiungere questi obiettivi.
 
 




B – Le iniziative in atto
 
 
 
 
 
 

JUBILEE 2000

PER UN MILLENNIO SENZA DEBITI



 
 
 
 

Il debito dei paesi più poveri supera i 2.000 miliardi di dollari. Spesso, questi soldi sono andati a finanziare governi non democratici, commercio di armi e corruzione. Sempre, per procacciarsi la valuta estera necessaria a soddisfare le Istituzioni finanziarie internazionali o i paesi creditori, i governi del Sud hanno dovuto orientare le loro economie verso l’esportazione, introducendo squilibri sociali e ambientali.

Le misure di alleggerimento del debito negoziate con i paesi creditori sono state vincolate a programmi di "aggiustamento strutturale" che, per aprire i paesi alle necessità dei mercati internazionali, hanno tagliato la spesa pubblica creando ulteriore povertà.

Il 2.000 può diventare l’anno simbolico di un nuovo inizio nelle relazioni tra Nord e Sud. In coincidenza con il "Grande Giubileo" dell’era cristiana, la campagna chiede che si negozi la totale e immediata cancellazione dei debiti dei paesi più poveri.

La Campagna internazionale Jubilee 2000 ha consegnato simbolicamente più di 8 milioni di firme al Cancelliere Schroeder in occasione del Meeting del G7 e del G8 che si è svolto a Colonia il 18 e 19 giugno scorso.

In Italia è nata una campagna nazionale che si chiama "Sdebitarsi" e che ha raggiunto un totale di 500 mila adesioni raccolte, con più di 55 tra organizzazioni, associazioni e singole persone che in questi mesi hanno dato il loro contributo. Nel mese di maggio, inoltre, si sono aggiunte le adesioni di 57 deputati e 45 senatori di differenti gruppi politici, della maggioranza e dell’opposizione.
 
 




CAMPAGNA CEI CONTRO IL DEBITO: "TU IN AZIONE"





La Campagna ecclesiale per la riduzione del debito estero dei paesi più poveri, ha i seguenti obiettivi:

  1. Informare la comunità ecclesiale e tutta la società italiana circa gli effetti prodotti dal debito sulle già precarie condizioni di vita delle popolazioni dei paesi poveri e richiamare l’urgenza di un ripensamento dei nostri stili di vita e di concrete scelte di sobrietà;
  2. Agire in termini di sensibilizzazione e pressione sul Governo, il Parlamento, il mondo economico/finanziario per ottenere attivi interventi di cancellazione del debito, per sostenere analoga istanza nelle sedi internazionali e più in generale per reimpostare i rapporti economici in vista dell’effettivo sviluppo del Sud del mondo;
  3. Contribuire in maniera concreta ed efficace alla riduzione del debito di alcuni paesi del Sud del mondo, finalizzando una grande raccolta di fondi all’acquisto e alla remissione delle loro quote di debito verso l’Italia, vincolando contemporaneamente i paesi debitori prescelti a precisi progetti di sviluppo locale
Per realizzare il gesto concreto di remissione, ci si propone di acquistare in parte o per intero il debito di uno o più paesi verso l’Italia al suo prezzo reale. L’acquisto, che comporta la cancellazione immediata da parte del creditore, viene vincolato al versamento su un cosiddetto fondo di contropartita, da parte del Governo debitore, di una somma equivalente a quella pagata al creditore attraverso i fondi raccolti. Il fondo di contropartita, in valuta locale non convertibile, viene amministrato dal Comitato Italiano con la collaborazione della Chiesa locale e della società civile del paese per finanziare progetti di sviluppo, specialmente nel campo della formazione professionale, della sanità, dell’agricoltura.

Il Comitato ecclesiale chiede che i governi si adoperino per risolvere la questione del debito dei paesi più poveri. In particolare ritiene necessario:

  1. Provvedere alla cancellazione del debito dei paesi più poveri
  2. Collegare la cancellazione del debito con l’investimento nello sviluppo umano
  3. Migliorare radicalmente l’iniziativa HIPC
  4. Assicurare che le decisioni relative all’alleggerimento del debito siano prese nella trasparenza
  5. Cambiare la struttura delle relazioni finanziarie internazionali.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

C – Il debito in cifre



Di debito si muore

"Ti svegli una mattina ed hai un debito personale di 10 milioni di lire, che non hai contratto tu ma il tuo Governo. Un debito, quello che strozza le popolazioni dei Paesi in via di Sviluppo (PVS), che costringe alla fame e lascia morire di povertà un bambino ogni 3 secondi".

Il debito estero è divenuto ormai insostenibile per intere popolazioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Basti pensare che ogni bambino dei PVS, al momento della sua nascita, ha già sulle spalle un debito di 360 dollari verso il Nord del mondo e che il totale complessivo del debito estero di tutti i paesi sottosviluppati supera i 2.000 miliardi di dollari, cifra impressionante.
 
 

1.132 miliardi di dollari nel 1986,

2.065 miliardi di dollari nel 1995,

2.177 miliardi di dollari nel 1996,

2.465 miliardi di dollari nel 1998.

Educazione: 37 $

Militare: 35 $

Sanità: 22 $ (fonte: World military and social expenditures)
 
 


 
 

D – Debito estero

(percentuale sul Pil)

Dei 40 paesi con un peggiore rapporto Debito estero/Pil, 27 sono dell'Africa subsahariana (16 tra i primi 20).
 
 

Mozambico 443% Nigeria 140%
Congo 366% Mali  131% 
Guinea-Bissau 354% Camerun 124%
Somalia 284% Gabon 122%
Angola 275% Togo 121%
Sudan 262% Gambia 118%
Congo (R.D.)  255% Burundi 110%
Costa d'Avorio 252% Centrafrica  103%
Mauritania 243% Etiopia 100%
Tanzania 207% Kenya 98%
Zambia 191% Ghana 95%
Malawi 166% Guinea 91%
Sierra Leone 160% Niger 91%
Madagascar 142% Rwanda 89%

Fonte: Banca mondiale
 

La Microsoft di Bill Gates guadagna 34 milioni di dollari al giorno. La stessa somma che l'Africa subsahariana deve sborsare ogni giorno per pagare gli interessi dei debiti maturati.



 
 


E – Strumenti

Bibliografia scelta


 
 


Testi in italiano:


 
 

Testi in lingua:


 
 

Links



 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Grafico










 
 


Giochi

"Gioco del Debito"

Scuole medie superiori

Ideato ed elaborato da Luca Cristaldi

Obiettivo:

Far riflettere i ragazzi sull’impossibilità di sviluppare un paese quando questo è stretto nella morsa del debito. Fargli capire la complessità delle strategie di indebitamento e le conseguenze catastrofiche per i PVS.

Metodologia:

I ragazzi, divisi in due gruppi rappresenteranno una Grossa Banca del Nord e un Paese del Sud del mondo (Saranno gli stessi gruppi a dare un nome inventato alla Banca e al Paese).

Data la situazione di estrema povertà del Paese, esso è costretto a rivolgersi alla Banca per chiedere un prestito in Spes (la moneta più forte a livello mondiale).

Prima di chiedere ufficialmente il prestito, entrambi i gruppi dovranno definire l’entità dei seguenti parametri e presentarli alla controparte:

I gruppi si confrontano e trovano un accordo comune, che viene sottoscritto e riportato sulla lavagna. Viene quindi spiegato il concetto di Capitalizzazione degli interessi (il valore degli interessi non pagati dal debitore si sommano al valore del debito iniziale e su questo viene calcolato il nuovo tasso di interesse annuo.

Dopo 3 anni, la situazione è questa: il Paese non ha pagato gli interessi né 2 rate del debito. Si chiede quindi di ricalcolare il valore del debito:

Primo prestito: x Spes

Tasso di interesse 1° anno: x Spes

Tasso di interesse 2° anno: x Spes

Tasso di interesse 3° anno: x Spes

Interessi non pagati per 3 anni: x Spes

Onere per il mancato pagamento di 2 rate: x Spes

Nuovo valore del Debito: x Spes

Nuovo interesse pagato: x Spes

Calcolato l’entità del Debito, finisce la prima fase del gioco. I ragazzi in cerchio si confrontano sul gioco svolto, cercando di capire cosa è successo è qual è lo scopo del gioco.

Inizia la seconda fase del gioco. I gruppi diventano 3 (a seconda del numero) e questa volta rappresentano tutti un Paese in via di Sviluppo (scelgono il nome da dare ai Paesi), con lo stesso valore di debito appena calcolato alla fine dei tre anni. L’obiettivo è sviluppare il Paese. Dovranno quindi scegliere la strategia di sviluppo più opportuna valutando quale siano le risorse più importanti su cui investire per far crescere un Paese. Si tratta di una Nazione che presenta tre agglomerati urbani, una catena montuosa, due fiumi ed uno sbocco sul mare. Le risorse acquistate devono essere disposte nella cartine.

Budget disponibile per l'acquisto e la creazione delle risorse è: 20.000 Spes

Costo delle risorse (valori per unità):

Industria: 1000 spes

Commercio interno: 500 spes

Commercio estero 500 spes

Strade: 500 spes

Porti: 500 spes

Acquedotti: 500 spes

Agricoltura: 300 spes

Scuole

elementari: 400 spes

medie: 400 spes

superiori: 500 spes

Università: 600 spes

Unità sanitarie: 400 spes

Ospedale: 500 spes

Parco giochi: 300 spes

Depuratore: 500 spes

Riserva naturale: 500 spes

Cinema: 300 spes

Circolo anziani: 300 spes
 
 

Simbologia:

I = industria Uni = università

CI = commercio interno Usan = unità sanitarie

CE = commercio estero Osp = ospedale

ST = strade Gio = parco giochi

Por = porti Dep = depuratore

Ac = acquedotti Ris = riserva naturale

Ag = agricoltura Cin = cinema

ScE =scuole elementari Anz = circolo anziani

ScM = scuole medie

ScS = scuole superiori

Illustrazioni