DOSSIER GLOBALIZZAZIONE
Versione 1 del 17 luglio 2001
Facciamo un esempio di globalizzazione del capitale?
Robert B. Reich spiega che, quando un cittadino
statunitense acquista per 10.000 dollari una Pontiac Le Mans della
General Motors, "3000 dollari vanno in Corea del Sud per lavorazioni di
routine e per operazioni di assemblaggio, 1750 in Giappone per componenti
ad alta tecnologia (motori, trasmissioni e parti elettroniche), 750 in
Germania per il design e per il progetto delle parti meccaniche, 4000 a
Taiwan, Singapore e Giappone per piccoli componenti, 250 nel Regno Unito
per pubblicità e servizi commerciali e altri 50 circa in Irlanda
e nelle Barbados per l'esecuzione di calcoli al computer". Fonte:
Robert B. Reich "L'economia delle nazioni. Come prepararsi al capitalismo
del Duemila", Il Sole 24 Ore, Milano 1993.
Perché le multinazionali trasferiscono all'estero le produzioni?
"Trasferendo all'estero le proprie strutture, le grandi imprese sono
in grado di aggirare i controlli che una volta i governi e le organizzazioni
di cittadini imponevano loro. Attualmente, se i governi e le organizzazioni
dei lavoratori non offrono condizioni lavorative, ambientali, sociali e
legislative gradite alle grandi imprese, esse hanno la possibilità
di andarsene altrove, lasciando una scia di devastazione economica" (CICG
p.31)
Quali condizioni di lavoro vengono imposte dall'attuale globalizzazione?
Più o meno le stesse che vissero i lavoratori inglese nei primi
anni della rivoluzione industriale. Ad esempio nelle Filippine nella zona
di Cavite "i turni regolari vanno dalle sette di mattino alle dieci di
sera, ma alcune notti alla settimana le dipendenti devono lavorare fino
alle due di mattino. Nei periodi di maggior lavoro non è raro avere
due turni consecutivi di straordinari con la conseguenza che molte donne
hanno solo due ore di sonno prima di ripartire da casa per tornare al lavoro
(…) In Cina vi sono casi documentati di turni che durano tre giorni consecutivi
durante i quali i lavoratori sono costretti a dormire sotto i macchinari".
(NL p.196-7)
Come mai i lavoratori accettano questi ritmi massacranti di lavoro?
La globalizzazione mette in competizione i lavoratori del sud del mondo,
in una corsa che mira a raggiungere il minimo salario, le minime garanzie
ambientali e sanitarie, il massimo orario di lavoro e il massimo profitto
possibile. "Anche se tale processo è stato reso possibile dalle
nuove tecnologie di trasporto, comunicazione e produzione, esso è
stato largamente dominato dal desiderio di diminuire i costi di produzione".
Inoltre "brandendo come una clava la minaccia di trasferirsi le grandi
imprese possono estorcere ai lavoratori del loro paese di origine delle
concessioni sui salari e sulle condizioni di lavoro" (CICG p.72).
Quali sono i maggiori squilibri mondiali?
Il 20% della popolazione mondiale - quella dei Paesi a capitalismo
avanzato consuma l'83% delle risorse planetarie; 11 milioni di bambini
muoiono ogni anno per denutrizione e 1 miliardo e 300 milioni di persone
hanno meno di un dollaro al giorno per vivere.
I summit dei G8 terminano sempre con dichiarazioni ufficiali orientate
allo sviluppo dei popoli ma nei fatti essi operano ed agiscono affinché
sia il mercato a regolamentare ogni aspetto della vita creando così
quegli squilibri che affamano i due terzi dell’umanità.
Quali vantaggi fiscali offre alle multinazionali l'attuale globalizzazione?
"Il grande capitalismo - scrive Giorgio Bocca - va dove vuole, e non
paga più le tasse. In passato le pagava molto meno dei comuni mortali,
ma ora, potendo stabilire la sua sede nei paesi dove le tasse non si pagano,
mette assieme profitti enormi. La Bmw in quattro anni è scesa dai
435 milioni di marchi l'anno di tasse pagate ai 32 (…) Senza più
frontiere le Guardie di finanza sono come fantasmi" (L'Espresso 11 dicembre
1997).
Che cosa sono le attività economiche offshore?
Vengono definite offshore le attività economiche delle imprese
fuori dal proprio paese di origine e soprattutto in paesi con legislazioni
permissive in materia fiscale e di diritti del lavoro. L'offshore banking
è l'attività monetaria di banche operanti attraverso filiali
nei paradisi fiscali; l'offshore production si concentra nei paesi
a basso costo di manodopera governati da regimi repressivi. (CICG p.86)
Perché la globalizzazione del capitale può limitare
la democrazia?
Perché introduce elementi di segretezza e di imposizione dall'alto
che non si conciliano con la democrazia parlamentare. Uno degli strumenti
principali della globalizzazione è l'Organizzazione Mondiale del
Commercio (OMC), in lingua inglese WTO (World Trade Organization). "Al
centro del potere del WTO stanno le 'commissioni di risoluzione delle vertenze',
i cosiddetti panels. Le imputazioni vengono esaminate da queste
commissioni segrete composte da tre esperti commerciali, senza che i cittadini
e i loro rappresentanti abbiano la possibilità di testimoniare o
anche solo di essere presenti. La decisione della commissione viene adottata
automaticamente entro un certo numero di giorni a meno che tutti
i membri dell'Organizzazione, compreso che ha sollevato il caso, decidano
di respingerla. Se si scopre che le leggi di uno stato violano i regolamenti
dell'Organizzazione esse devono essere abrogate; se non lo sono, vengono
automaticamente applicate delle sanzioni commerciali, a meno che tutti
i membri votino contro. Le commissioni commerciali dispongono di veri e
propri poteri dittatoriali sui governi". (CICG p.80)
Che effetti può avere questa globalizzazione dei diritti degli
uomini?
La pressione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio è tale
che produce effetti anche sui diritti democratici dei lavoratori e dei
cittadini. In Sri Lanka, per fare un esempio, è illegale qualsiasi
iniziativa che possa attentare ai profitti che il paese realizza grazie
alle esportazioni, inclusa la pubblicazione e la distribuzione di materiale
di dissenso. Ranjith Mudiyanselage, un lavoratore dello Sri Lanka, fu ucciso
nel 1993 perché sospettato di contravvenire a queste disposizioni.
L'avvocato che lo difendeva fu trovato carbonizzato. (NL p.195)
Quali sono le norme che regolano della globalizzazione del capitale?
Il 14 aprile 1994 il New York Times rivelava che il trattato costitutivo
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio pesa 179 chili. Contiene norme
che "danno forma ad un governo dell'economia mondiale dominato dai giganti
dell'imprenditoria, senza fornire una parallela normativa giuridica democratica
che ne permetta il controllo", sottolinea Ralph Nader, leader del movimento
americano dei consumatori. (CICG p.81)
Quando esplose il "movimento di Seattle"?
L'evento avvenne nel novembre del 1999 quando a Seattle (USA) si riunì
il vertice dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. La contestazione
fu imponente e vi parteciparono anche i lavoratori americani (in Italia
CGIL-CISL-UIL sembrano assenti); il vertice di Seattle venne paralizzato
e Bill Clinton ne prese atto tentando un tardivo dialogo con i manifestanti.
Per evitare una simile eventualità il prossimo vertice si svolgerà
nel novembre 2001 in Qatar, uno staterello circondato dal deserto dell'Arabia
Saudita.
Che cosa è il G8?
Il G8 è un gruppo informale (non è una Istituzione Internazionale)
che riunisce annualmente i capi di stato e di governo delle maggiori democrazie
industriali (Canada, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Italia,
Russia e Stati Uniti) in accordo con l’Organizzazione per la Cooperazione
e lo Sviluppo Economico (OCSE) coadiuvati dal Fondo Monetario Internazionale
(FMI), dalla Banca Mondiale (BM) e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio
(WTO). Esso è nato da una idea di Giscard d’Estaing (presidente
francese) e di Schmitd (cancelliere tedesco) negli anni ’70 al fine di
trovare nuove forme di coordinamento tra le politiche monetarie. I sei
paesi del primo summit, tenutosi a Ramboillet in Francia nel 1975 erano
la Francia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone
e l’Italia; in seguito nel 1976 si aggiunse il Canada diventando così
G7. Dal vertice di Birmingham del 1998 la Russia partecipa pienamente alle
attività del G7 dando origine al G8. Gli ultimi summit si sono tenuti
a Colonia (Germania) nel 1999 ed a Okinawa (Giappone) nel 2000; il summit
del 2001 si tiene a Genova dal 20 al 22 Luglio. (SG8)
A cosa serve il G8?
Le riunioni del G8 servono per discutere sulla gestione economica del
mondo, sul commercio internazionale e sui rapporti con i paesi in via di
sviluppo. Spesso l’ordine del giorno delle riunioni si è ampliato
considerevolmente includendo le questioni relative all’occupazione, alle
comunicazioni informatiche e le conseguenze planetarie di problemi quali
l’ambiente, il crimine e le droghe. In realtà i summit dei G8 sono
“spettacoli mediatici” in cui si tenta di far pensare alla gente che il
mondo sia governato dai rappresentanti di otto Stati. (SG8)
Il G8, in quanto espressione delle principali democrazie mondiali,
non è a sua volta un evento democratico?
Il G8 decide di fatto anche per chi non appartiene al G8 e ciò
non rappresenta un esempio di democrazia. L'ONU, con i suoi limiti, è
per sempre un organismo più rappresentativo del G8. Il G8 orienta
in modo decisivo le scelte tecniche di fondo degli organismi economici
internazionali sono spesso segrete e sfuggono al controllo dei parlamenti;
vengono delegate a tecnocrati designati dai governi in stretto contatto
con gruppi di pressione creati dalle aziende multinazionali; nella realtà
chi comanda il mondo non è il popolo sovrano, seppure con la mediazione
di uomini e donne eletti nelle sedi istituzionali, ma una ristretta aristocrazia
economica che ha acquisito il controllo della finanza, del commercio
e dei mezzi di informazione. Le scelte dei G8 non vengono quasi mai verranno
ratificate dai parlamenti e tuttavia diventano accordi politici che condizionano
le decisioni degli organismi sovranazionali di governo, e quindi gli sviluppi
complessivi dell'intero pianeta. (SG8)
E' vero che vari tecnici designati dai governi negli organismi economici
internazionali sono in realtà designati dalle multinazionali?
Per ottenere legislazioni che godano il consenso delle multinazionali
molte decisioni vengono preventivamente sottoposte all'attenzione delle
aziende attraverso reti informatiche a volte segrete, come ha scoperto
la trasmissione televisiva della RAI "Report" nella puntata "I globalizzatori".
Ma a volte si va oltre, come nel caso dei cibi transgenici. "Connivenze
e collaborazioni tra dirigenti delle società e organismi istituzionali
e politici si attuano attraverso scambi di ruoli: personaggi ai vertici
dell'azienda leader del transgenico passano a ricoprire alti incarichi
istituzionali e viceversa", scrive Silvia Trabalzini che si occupa della
"massiccia attività di lobby nei confronti dei vertici politici
e istituzionali". Tale denuncia - partita nei confronti della Monsanto
da parte di Jannifer Ferrara sull'Ecologist - definisce questo scambio
di ruoli come il "gioco delle porte scorrevoli". (IPDS p.122) Sui capi
di stato del G8 Beppe Grillo ironizza: "Saranno anche
grandi, governano, ma il potere è da un'altra parte. Anche il grande
Bush è solo un impiegato delle grandi multinazionali che lo hanno
sovvenzionato in campagna elettorale". (IPSDS p.93)
Perché viene contestato il G8 se il G8 affronta i temi della
povertà nel mondo?
Il G8 è stato costretto ad affrontare tali temi proprio per
via delle contestazioni. Una cosa è affrontare questi temi, un'altra
è dar prova di volerli risolvere privilegiando - una volta tanto
- i poveri della Terra e non gli interessi delle multinazionali che finanziano
le campagne elettorali di molti leader che siedono al G8. Infine il G8
è contestato perché tenta di accreditarsi - anche attraverso
dichiarazioni di facciata sulla povertà mondiale - come strumento
ufficiale sostitutivo dell'Onu.
Il G8 indebolisce l'ONU e i principi della democrazia?
Il Giornale (di Paolo Berlusconi) in un editoriale del 19 giugno 2001
(a firma di Geronimo) spiega: "Sappiamo che il G8 svuota di parecchio la
forza dell'ONU e la sua capacità di affrontare i grandi squilibri
del mondo. Non è un caso che le proteste del 'popolo di Seattle'
non si sono mai riversate contro l'Onu. E' il nodo della democrazia del
mondo globalizzato". Lo stesso editorialista ammette la scarsa presentabilità
di un G8 che escluda i paesi poveri dalle sue scelte e giunge a dire: "In
democrazia anche l'occhio vuole la sua parte e non c'è dubbio che
sale, nell'opinione pubblica mondiale, una voglia di democrazia".
Quale giudizio dà il Papa sull'attuale globalizzazione?
Giovanni Paolo II vede nell'attuale globalizzazione il rischio di un
"nuovo colonialismo". Ha affermato: "La Chiesa continuerà a operare
con tutte le persone di buona volontà per garantire che in questo
processo di globalizzazione vinca l'umanità tutta e non solo un'elite
prospera che controlla la scienza, la tecnologia, la comunicazione e le
risorse del pianeta a detrimento della stragrande maggioranza dei suoi
abitanti. La globalizzazione non deve diventare un nuovo tipo di colonialismo
e la Chiesa si batterà per evitarlo" (discorso alla Pontificia accademia
delle scienze sociali del 27 aprile 2001). L'8 luglio 2001, rivolto ai
giovani e con esplicito riferimento al G8, ha affermato: "Non rassegnatevi
a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti,
mancano di lavoro (…) I potenti del mondo abbiamo un sussulto di nuova
moralità di fronte ai drammatici problemi economici, sanitari, sociali,
culturali e ambientali (…) La globalizzazione sia fortemente governata
dalle ragioni del bene comune e dalle irrinunciabili esigenze della giustizia
e della solidarietà".
Sono evidenti le contestazioni al G8: ma quali sono le proposte?
Le proposte della maggioranza dei gruppi sono centrate sull'adozione
a livello mondiale di interventi per:
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Come si potrebbe contrastare lo sfruttamento mondiale dei lavoratori?
Naomi Klein, autrice del libro "No Logo", punta molto sulla creazione
di lotte di lavoratori che reclamino "l'applicazione di trattati già
esistenti dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro con lo stesso impegno
oggi profuso dall'Organizzazione Mondiale del Commercio per far rispettare
le regole del commercio globale". (NL p.410-11)
Cosa ha fatto fino ad ora il G8 per il debito estero dei paesi poveri?
Nel vertice dei G8 tenutosi a Colonia nel 1999, le Istituzioni Finanziarie
Internazionali (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale) in seguito
alle critiche a loro mosse dai G8 e di fronte al fallimento delle loro
strategie, erano state costrette a rinforzare le proposte di riduzione
del debito estero dei paesi poveri maggiormente indebitati (HIPC). L’anno
successivo, a Okinawa, i G8 si sono limitati a confermare le decisioni
precedentemente prese e ad ufficializzare i risultati dell’HIPC che rimangono
pesantemente insufficienti: ad oggi, un solo paese ha ottenuto la
cancellazione totale del debito, l’Uganda, solo 12 paesi su 41 del gruppo
HIPC stanno ora beneficiando di una riduzione del servizio del debito (ossia
la somma versata ogni anno per rimborsare i capitali ricevuti e pagare
gli interessi); per questi paesi in ogni caso, la riduzione del debito
è stata in media del 30 % e la spesa per il servizio del debito
continua ad essere superiore a quella per l’assistenza sanitaria. (SG8)
Il problema AIDS sembra uno dei temi centrali dei G8: quale impegno
concreto hanno dimostrato i leader del G8 per la lotta alle malattie?
Nel summit di Okinawa i G8 hanno affrontato il problema delle malattie
infettive (in particolare l’AIDS) e parassitarie che colpiscono mortalmente
soprattutto le popolazioni più povere le quali hanno grossi problemi
all’accesso ai farmaci per il loro elevato costo. Quindici milioni di persone
muoiono ogni anno a causa di malattie infettive: è la prima causa
di morte nel mondo. I G8 si sono impegnati a facilitare l’accesso ai farmaci
ma a tutt’oggi i risultati sono deludenti. Basta pensare a quello che succede
nel Sud Africa ove 39 multinazionali farmaceutiche avevano attivato azioni
legali contro il governo sudafricano, "colpevole" di avere varato norme
che consentono la produzione, in forma economica, di medicinali anti-AIDS.
(SG8) La vittoria contro l'arroganza delle multinazionali - che anteponevano
i propri profitti alla difesa della vita - è stata ottenuta dalla
mobilitazione lanciata da Nelson Mandela e dalle organizzazioni non governative
in tutto il mondo, non certo per l'iniziativa del G8.
Quali problemi relativi all’ambiente affronterà il G8?
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
con il relativo protocollo di Kyoto del 1997 rappresenta, a livello internazionale,
il tentativo più avanzato di affrontare una tematica ambientale
di interesse planetario in un’ottica di sostenibilità, anche se
le riduzioni di inquinamento in esso richieste (5-6 %) sono decisamente
inferiori a quelle richieste dagli scienziati (60-80%). Purtroppo la Conferenza
dell’Aia del 2000, che avrebbe dovuto definire le procedure di attuazione
del Protocollo di Kyoto, ha messo chiaramente in evidenza che non tutti
i paesi industrializzati sono pronti ad impegnarsi per una riduzione del
proprio impatto sul sistema climatico. Nonostante la gravissima situazione
ambientale sia sotto gli occhi di tutti, il G8 sembra non abbiano nessuna
intenzione di dare risposte serie a questo problema. (SG8) Vi sono solo
alcune indiscrezioni di corridoio, riportate sul sito Internet del Washington
Post del 15/7/2001, secondo cui i capi di governo dei paesi europei starebbero
tentando di "ammorbidire" le posizioni di Bush, indisponibile ad accettare
il Protocollo di Kyoto.
Fonte:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A66-2001Jul15.html
E' vero che esiste un'Internet segreta che serve a comunicare ai
"potenti" i desiderata delle multinazionali?
Sì, l'ha scoperta un'inchiesta televisiva di “Report” (http://www.report.rai.it)
dal titolo “I Globalizzatori”, curata dal giornalista Paolo Barnard (e-mail:
dpbarnard@tin.it).
Barnard ha scoperto che esiste una sorta di “Internet delle lobby” che
mantiene in contatto permanente la Commissione Europea e i grandi gruppi
di servizi, come le finanziarie, le grandi assicurazioni o le banche. Essi
vengono consultati in tempo reale da un sistema elettronico che si chiama
S.I.S., messo in opera dalla Commissione Europea, come prova un documento
firmato Direttorato Generale1, che recita: "La Commissione Europea ha
creato un sistema di consultazione con le industrie dei servizi che permette
ai negoziatori della Commissione di consultare rapidamente le aziende e
anche i singoli azionisti."
Che cosa è la Commissione Europea?
Per comprendere il peso politico della Commissione Europea occorre
dire che essa è composta di 20 membri (il presidente attuale è
Romano Prodi) ed è l'organo esecutivo dell'Unione; oltre a vigilare
sull’applicazione dei trattati europei e a gestire i fondi comunitari,
essa prepara le proposte di legge che passano all’esame prima del Parlamento
europeo e poi del Consiglio dei ministri. Il suo potere è enorme
e qui converge la rete S.I.S. che fa pervenire le opinioni e i “consigli”
dei grandi gruppi di affari. Paolo Barnard racconta nella sua inchiesta:
“Chiedo
spiegazioni al responsabile di questa iniziativa, Dietrich Barth, nel suo
ufficio al quinto piano della Commissione. Barth candidamente conferma:
"Quest'anno sono previsti i negoziati del WTO per la liberalizzazione dei
servizi. La Commissione ha un assoluto bisogno di conoscere gli interessi
dei grandi gruppi d'affari di questo settore." Ma perché Barth,
che lavora per i politici, non menziona anche gli interessi dei semplici
cittadini? Gli chiedo provocatoriamente: "Sono sicuro che vorrete conoscere
anche gli interessi delle persone comuni, o dei gruppi che li rappresentano.
Dov'è il sistema elettronico per consultare anche loro?" "Il S.I.S
è accessibile anche ai sindacati e ai gruppi di attivisti, non solo
all'industria." Risponde sicuro. Non mi rimaneva che chiedere conferma
di questo sia ai sindacati che agli attivisti. Inizio da Cecilia Brighi,
una esperta di globalizzazione dell'Ufficio Internazionale della Cisl,
che ribatte seccamente: "Purtoppo i contatti voluti dalla Commissione con
i sindacati sui temi della globalizzazione non sono così spinti
come quelli che avvengono con le multinazionali; anzi, praticamente non
esistono." "Signora Brighi, lei ha mai sentito parlare del S.I.S.?", chiedo
a bruciapelo. "No, mai." "Vi hanno informati dell'esistenza di questo sistema?",
insisto. "Credo di poter affermare con certezza che le organizzazioni sindacali
italiane non siano mai state informate di questo sistema di consultazione."
Il
giornalista di Report ha aperto con la sua inchiesta uno squarcio sul tema
delicatissimo dell’informazione e della sua segretezza che, al di là
della retorica sulla "trasparenza delle istituzioni", resta in realtà
un cardine delle decisioni del potere dominante. Barnard continua:
“L'Italia
è lontana da Brussell, e allora torno in Belgio per chiedere a Friends
of the Earth, uno dei più grandi gruppi ambientalisti del mondo,
se almeno loro, che hanno la sede a due passi dalla Commissione Europea,
hanno mai sentito pronunciare il fatidico nome S.I.S. Mi risponde Alexandra
Wandell, e lo fa con grande stupore: "Sfortunatamente è la prima
volta che sento parlare di questo sistema di consultazione, me lo sta dicendo
lei, a noi non l'hanno mai comunicato”. “ (R)
Che ha detto Prodi di questa Internet segreta pro-multinazionali?
Il presidente della Commissione Europea Romano Prodi - di fronte alle
telecamere di Report - ha negato di essere a conoscenza di questa rete
informativa creata dalla stessa Commissione Europea: "Se esiste io francamente
non glielo so dire, non lo sapevo, non sapevo neanche che esistessero sondaggi
per le imprese, me lo fa vedere lei adesso. Ma se stesse qui dentro lei
vedrebbe quanto dialogo c'è con le organizzazioni non governative
e con i sindacati." Cecilia Brighi, a distanza, replica con altrettanta
sicurezza: "Non c'è ancora nulla, non lo hanno assolutamente ancora
fatto, non c'è nulla, noi non sappiamo quali sono gli impatti degli
accordi già sottoscritti, per esempio in tema di agricoltura o di
occupazione, come per esempio non c'è consultazione sui temi sociali
nel mondo. Tutto questo va costruito in tempi rapidissimi." (R)
Perché alcuni studiosi della globalizzazione accusano il WTO
di preparare un "colpo di stato globale"?
Scrivono due studiosi statunitensi, Brecher e Costello: "Il WTO (Organizzazione
Mondiale del Commercio) è frutto dell''Uruguay round', una tornata
negoziale del Gatt. Il nuovo organismo ridefinisce il 'libero scambio'
come diritto delle imprese di andare dove vogliono, incontrando il minor
numero possibile di ostacoli da qualunque parte essi provengano. Una simile
'libertà' per le grandi imprese si configura come una restrizione
delle libertà dei governi e dei cittadini. L'istituzione del WTO
rappresenta in effetti un audace colpo di stato globale". (CICG p.79) In
particolare il progetto di esautorare i parlamenti nazionali per ciò
che concerne la globalizzazione economica è stato tentato con il
MAI, ossia il Multilateral Agreement on Investment. Ma per ora è
stato bloccato grazie ad una mobilitazione internazionale.
Cosa prevedeva il MAI per limitare la sovranità nazionale
e l'autonomia dei parlamenti?
Il MAI è stato strutturato come un progetto, elaborato con trattative
segrete, volto a limitare la democrazia e i diritti dei cittadini trasferendo
l’autorità decisionale a istituzioni internazionali (WTO, FMI, Banca
Mondiale) che decidono a porte chiuse e che non rendono conto ai cittadini
ma ai poteri economici forti di cui si rendono strumento esecutivo.
“Il trattato MAI spiega Noam Chomsky - è concepito
in modo da produrre un “effetto blocco”, in quanto contiene norme di “inibizione”
e di “adattamento retroattivo”. La norma di “Inibizione” o “standstill”
vieta l’approvazione di ogni legge non conforme al MAI. La norma di “adattamento
retroattivo” prevede che i governi elimino le leggi già in vigore
che siano ritenuti “non conformi”. I firmatari dell’accordo ne sono vincolati
per vent’anni”. Negli Stati Uniti, continua Chomsky, “il Congresso
non era stato informato e la popolazione petulante l’”arma decisiva”
era stata tenuta accuratamente nell’ignoranza”. Il MAI era il frutto
di negoziazioni segrete, tanto che Jack Straw, ministro laburista inglese,
confessò alla BBC di non averne mai sentito parlare. La scadenza
prevista per la firma del MAI era il 27 aprile 1998. (SNP)
In che modo il MAI è stato bloccato?
Un gruppo di attivisti riuscì a procurarsi le carte segrete
del MAI e a pubblicarle su Internet. E i cittadini furono posti nella condizione
di sapere. Coloro che Chomsky definisce come “l’arma decisiva”, ripresero
in mano la sovranità persa e questa "riappropriazione di sovranità"
avvenne grazie all’informazione. Il giornale “Toronto Globe and Mail” scrisse
che i governi europei “non erano in grado di competere con l’accozzaglia
variegata di organizzazioni popolari che stavano cercando di far fallire
il progetto di un’intesa con il solo ausilio di qualche computer e dell’accesso
a Internet”. Sul “Financial Time” il quotidiano economico più
prestigioso del mondo apparve con il titolo “Network Guerrillas”
un articolo disperato: “Gli accordi del MAI sono stati fatti fallire
da orde di ficcanaso impiccioni”. Gli unici che potevano mettere il
naso legittimamente erano infatti le multinazionali e le loro lobby di
rappresentanza. (SNP)
Che lezione possiamo trarre dalla lotta contro il MAI?
La morale che possiamo trarre da storie come questa è semplicissima.
La nuova frontiera della lotta per la democrazia internazionale si gioca
su Internet, sui media e sul terreno dell’opinione pubblica: occorre creare
"orde di ficcanaso" che aprano una breccia nel muro di segretezza. La "zona
rossa" da violare è il segreto che avvolge i progetti che - come
il MAI - intendono espropriare i popoli della possibilità di conoscere,
controllare e decidere.
Cosa puoi fare tu contro la globalizzazione selvaggia?
Ed anche tu puoi fare qualcosa per opporti al modello di globalizzazione
portato avanti dai G8, intraprendendo azioni concrete come il commercio
equo e solidale, la finanza etica, il microcredito, le produzioni agricole
biologiche, i gruppi di acquisto solidali, il consumo critico, le iniziative
in difesa dei lavoratori sfruttati, la proposta della Tobin Tax, la cancellazione
del debito estero dei paesi poveri, la proposta di riforma nel senso di
un maggior controllo democratico della Banca Mondiale, del Fondo Monetario
Internazionale e della Organizzazione Mondiale del Commercio, le Campagne
contro il commercio delle armi, per la bonifica delle mine, la lotta per
garantire a tutte le popolazioni il diritto ad usufruire dei farmaci essenziali,
l’impegno per la salvaguardia della natura, sia per quanto riguarda la
tutela dell’ambiente, sia nell’uso di fonti energetiche pulite e rinnovabili.
Le iniziative contro il G8 sono un mezzo per affermare che “un altro mondo
è possibile”. (SG8)
Fonti e letture consigliate:
(CICG) Jeremy Brecher, Tim Costello, "Contro il Capitale Globale",
Feltrinelli, Milano, 1997
(IPDS) AA.VV., "I popoli di Seattle", Limes 3/2001, Gruppo Editoriale
l'Espresso, Milano
(NL) Naomi Klein, "No logo", Baldini&Castoldi, Milano, 2001
(R) Report,
http://www.report.rai.it
(SG8) Scheda G8, a cura di Lilliput Varese, www.vareseinsieme.net/lilliput
(SNP) Noam Chomsky, "Sulla nostra pelle. Mercato globale o movimento
globale?", Marco Tropea Editore, Milano, 1999