scheda: GLOBALIZZAZIONE
http://www.fondamenta.it/biblio/globo-3sett.htm
Serge Latouche, Il mondo ridotto a mercato, Edizioni Lavoro 1998
(…) Dopo quarant'anni di occidentalizzazione economica del mondo,
chi si rammarica dei suoi effetti perversi è ingenuo o in malafede.
Così siamo rinchiusi in un manicheismo pericoloso: etnicismo o etnocentrismo,
terrorismo identitario o universalismo cannibale. Persino i critici più
determinati della globalizzazione sono per lo più incastrati nell'universalismo
dei valori occidentali.
Solo pochi cercano di uscirne. Ma è impossibile scongiurare
i guasti del mondo unico delle merci rimanendo chiusi nel mercato unico
delle idee. E' indubbiamente essenziale per la sopravvivenza dell'umanità,
proprio per temperare le attuali, prevedibili esplosioni di etnicismo,
difendere la tolleranza e il rispetto dell'altro, non a
livello di vaghi e astratti principi universali, bensì interrogandosi
sulle possibili forme di organizzazione di una vita umana plurale in
un mondo straordinariamente rimpicciolito.(…)
Serge Latouche
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http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/latouche2.html
Un pagano con la fede
Intervista a Serge Latouche a cura di Nadia Scardeoni
Abbiamo incontrato Serge Latouche, in agosto a Brentonico, al convegno
della Rosa Bianca, e dopo il suo intervento sui "mercati globali" abbiamo
avvertito la necessità di fare con lui una serie di riflessioni
che avessero come punto di ricaduta ciò che ci sta più a
cuore: " Quale futuro ci attende?"
NS. Cosa accadrà se non adeguiamo le tecniche pedagogiche alla
necessità di erigere una diga contro il flusso estraniante della
globalizzazione? Come porsi,preventivamente ai ripari da un superamento
della relazione umana, decontestualizzata fino alle estreme conseguenze
dalla telematica? Quale tipo di materialismo virtuale sta invadendo la
mente sottraendo al cuore i suoi prodigi: i nostri sentimenti, le nostre
emozioni?
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http://crit.org/pub/mbox.lognet.it/icarused/globalizzazione
Quali gli effetti della globalizzazione sui processi formativi in Italia?
Quali gli scenari nel panorama dell'offerta formativa in Italia nei prossimi
quattro/cinque anni alla luce del fenomeno della globalizzazione ? Esistono,
allo stato attuale, in Italia dei validi percorsi formativi che siano di
supporto alle giovani generazioni per una continuita' culturale, comunitaria
e, soprattutto, finalizzate alla conservazione delle proprie identita'
culturali e alla integrazione con le nuove realta' della comunicazione,dell'informazione
e delle problematiche relative all'immigrazione? Quali gli effetti della
globalizzazione sui processi formativi in Italia?
by Davide Suraci
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http://members.xoom.it/ciao900/900globo.htm
Il Novecento come secolo della globalizzazione della storia Tradizionalmente
nello studio della storia medioevale e moderna, attenzione principale è
rivolta all’Europa occidentale, mentre il resto del mondo mantiene un ruolo
marginale.
Il Novecento si apre con il declino della centralità europea
e l’emergere di nuove potenze, gli Stati Uniti ed il Giappone.
La storia si configura sempre più come la storia del villaggio
globale.
Africa, Asia, Cina, America latina, Pacifico non indicano più
le periferie del mondo.
Non si può studiare la storia del Novecento senza affrontare
il significato della decolonizzazione, il nuovo protagonismo dell’Africa,
lo sviluppo della Cina, dell’India, per non parlare del Giappone.O addirittura
senza essere tentati di definire il Novecento come il secolo americano.
Il Novecento, del resto, è il secolo, in cui matura la crisi
degli Stati e delle economie nazionali, cioè di quelle due identità
che hanno segnato l’età moderna e contemporanea. La globalizzazione
dei mercati e la creazione di
istituzioni politiche sovranazionali sono il simbolo che anche la storia
si è globalizzata.
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http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/latouche.html
Un ossimoro rampante: sviluppo sostenibile Intervista a Serge
Latouche
......................Quali strategie per decolonizzare l'immaginario?
E' difficile da trasmettere : è una sorta di risveglio, tutto
ciò che è necessario c'è già, ma non si vede.
Il dono per esempio. Il dono crea e rafforza i legami sociali, il commercio
invece li rende sterili e impersonali.
Occorre soprattutto svelare l'impostura della pubblicità: la
promessa del dono che non c'è."
a cura di Nadia Scardeoni
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http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/000212f.htm
.............Sviluppo sostenibile? Un inganno. Parla l'economista
Serge Latouche, secondo cui il mito del progresso ci porterà al
collasso ambientale "Il concetto stesso di "sopportabilità" è
una pura mistificazione, visto che questo sistema di mercato ha sempre
imposto di sfruttare le risorse naturali e umane per trarne il massimo
profitto: neanche la morale e la cultura servono da freno" "Il boicottaggio
ha prospettive limitate: bisogna progettare un modello alternativo.
Prendiamo esempio dall'Africa, che non è sinonimo del nulla" "Lo
sviluppo sostenibile? Una chimera. Siamo tutti a bordo di quella che lo
studioso Bernard Hours ha chiamato "un'ambulanza mondiale", con le Ong
e i vari movimenti umanitari in veste di soccorritori al capezzale dei
Paesi poveri. E tutti insieme, infermieri e pazienti, corriamo dritti verso
il precipizio, ossia la totale consumazione delle risorse naturali.................
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http://web.vita.it/globalizzazione.htm
Globalizzazione il tuo nemico è femmina Laureate,
eleganti, abili, le signore di Seattle vanno all'attacco. di Carlotta Jesi
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http://scuolaer.regione.emilia-romagna.it/scuolaer/sottosezioni/articolo.htm?ID=798
Sviluppo sostenibile e globalizzazione
Dal Barozzi una riflessione, nata in seguito alla conferenza di Genova,
sul pensiero dell`ecologista Sachs
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http://www.carta.org/rivista/Numeri%20Zero/carta0599/cartaident1.htm
Che cosa accomuna le reti di scambio e mutuo aiuto nelle periferie
africane e i Local exchange trade systems di Manchester (quel che
in Italia si chiama "Banca del tempo")? Sono laboratori del doposviluppo,
la sperimentazione di scambi non dominati dal calcolo economico. In pratica,
chi è senza speranza di "progresso", come gli africani di Dakar
o gli europei delle grandi città de-industrializzate, reinventa
comunità in cui oggetti d'uso e competenze vengono offerti
e ricevuti, ma quel che conta è la relazione sociale, non il denaro.
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http://sungiuda.deis.unical.it/oralocale/l.htm
IL PENSIERO UNICO Serge Latouche
Il pensiero unico e' il pensiero di un mondo unico, di una umanita'
senz'altra prospettiva che l'apoteosi del mercato.
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http://www.malcolmx.it/economia/globalizzazione/
Economia ... così, tanto per saperne di più GLOBALIZZAZIONE
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http://www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm9899/99042630/s990429.htm
.....Ma la globalizzazione è veramente globale? Tutti partecipano
nello stesso modo a questo fenomeno o ci sono paesi che ne restano esclusi?
Oggi parleremo di uno degli aspetti più interessanti della globalizzazione
e cioè cercheremo di capire se effettivamente si tratta di un processo
mondiale.
Iniziamo dando innanzitutto una definizione precisa del termine globalizzazione.
Lo abbiamo chiesto ad uno osservatore delle dinamiche globali, il filosofo
francese Armand Mattelard:...........
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http://ics.mir.it/parolechiave/globalizzazione.html
Globalizzazione
Sta ad indicare le nuove forme assunte dal processo di accumulazione
nel mondo proprie del capitalismo triadico (USA, Giappone, Unione Europea).
La globalizzazione è la forma attualmente assunta dal capitalismo
per controllare il mercato e le risorse a disposizione e per ottenere profitti
su scala mondiale.
Essa si basa su un forte grado di coesione tra strati sociali e gruppi
di potere privilegiati che sfruttano a proprio vantaggio principi di pianificazione,
coordinamento, centralizzazione ed autorità.
L'ideologia della concorrenza e del libero mercato è usata in
modo strumentale per accrescere l'esercitabilità del potere sui
cittadini e i lavoratori e per poter penetrare senza intralci «burocratici»
nelle parti deboli del sistema mondiale.
La globalizzazione segna una svolta importante nella tendenza storica
alla continuazione dello «sviluppo ineguale», e costituisce
la «fine dello sviluppo».
Per la prima volta nella storia si realizza una forte accelerazione
nella crescita del capitalismo e contemporaneamente una forte restrizione
delle aree e gruppi sociali coinvolti. Le strategie di dominio sono, come
già ricordato, la marginalizzazione economica e la destabilizzazione
politica dei gruppi sociali e degli stati esclusi dal sistema triadico.
Tutta una «nuova» cultura della concorrenza («specializzazione
flessibile») e della competitività tra paesi («the competitive
advantages of nations») e regioni («industrial districts»)
è stata sapientemente orchestrata a questi fini dai «mandarini
del capitale» a cui ha fatto subito eco l'opportunismo delle istituzioni
accademiche (i «paladini del capitale»).
Già dalla definizione vediamo quali sono gli effetti sociali
maggiori dei processi di globalizzazione dell’economia: smantellamento
del welfare state, disoccupazione, crisi dello stato-nazione e fine dello
sviluppo.
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http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/index.html
stralcio
La realtà dell'informazione - dice Paul Virilio - sta tutta
nella sua velocità di propagazione (4).»
Nel commentare con una certa baldanza il processo a José Bové
e ai suoi compagni, nel luglio 2000 a Millau, uno dei fautori liberali
d'Internet, Alain Madelin, affermava: «In realtà, il nuovo
mondo in arrivo porta con sé una formidabile opportunità
di rinascita in una società a dimensione umana e, in questo nuovo
mondo, non sono i grossi che hanno la meglio sui piccoli, ma i veloci sui
lenti (5)». Leggendo alcuni articoli o dichiarazioni, è lecito
chiedersi quale spazio questo «nuovo mondo» lascerà
ai vecchi (agli ultra trentacinquenni).
Una nostra ricerca per conto della Ente nazionale di previdenza per
la vecchiaia rivela l'esistenza, nel campo delle nuove tecnologie dell'informazione
(6), di un vero e proprio discorso di esclusione degli anziani, dovuto
essenzialmente al culto della giovinezza su cui poggia questo settore.
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http://www.lomb.cgil.it/ext/mai/
La globalizzazione irresponsabile A cura dell'Ufficio Studi della
CGIL Lombardia
"Un po' folle, quella avidità Che rende la terra un posto
inabitabile Finchè nulla resterà, se non la razza umana
Che si autodistruggerà"
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http://www.ecn.org/reds/globalizzazione.html
http://www.ecn.org/reds/glob99novconve.html
Esistono alternative alla mondializzazione del dominio del capitale
sull'economia e alla globalizzazione della miseria e dell'esclusione. La
posta in gioco è universale e coinvolge sia il Nord che il Sud del
mondo.
Contrariamente alle affermazioni del Millennium Round (la riunione
a Seattle dell'Organizzazione Mondiale del Commercio), il futuro dell'umanità
non sarà assicurato dalla semplice liberalizzazione del mercato,
quest'ultimo essendo un rapporto sociale nel quale i più forti impongono
i loro interessi.
Le alternative si pongono in una doppia prospettiva.
In primo luogo, occorre togliere gli ostacoli al libero dispiegarsi
delle dimensioni umane, fisiche e culturali. Tali ostacoli sono:
- l'ideologia del mercato come legge di natura, del consumo senza limiti
e della "modernità" veicolata dal capitalismo;
- la mercificazione di tutti i settori della vita collettiva;
- le decisioni antidemocratiche dei gruppi e delle organizzazioni finanziarie
internazionali che dominano l'economia mondiale;
- i flussi finanziari rovinosi che dal Sud passano al Nord;
- la militarizzazione dei rapporti internazionali sotto l'egemonia
d'un solo polo mondiale;
In secondo luogo, si tratta:
- di ricostruire i valori del rispetto della natura, della solidarietà
umana su scala mondiale, della sobrietà nel consumo, del diritto
dei popoli alla vita e all'autonomia delle loro culture;
- di formulare e di incoraggiare le iniziative economiche poste al
servizio degli esseri umani;
- di organizzare il campo politico portatore d'un modello di società
liberato dalla dittatura del mercato senza cedere alla prospettiva di un
vago accomodamento;
- di costruire un diritto internazionale fondato e centrato sulla giustizia
sociale;
- di spronare e motivare le popolazioni a partecipare alla costruzione
delle alternative, poggiando sulle loro culture, le loro religioni, le
loro aspirazioni e le loro capacità di entusiasmo.
Tutto ciò presuppone una mondializzazione delle resistenze e
delle lotte sociali. Resistenze e lotte sociali che, ciascuno nel proprio
ambito sociale e geografico, debbono prendere coscienza della loro collocazione
nella costruzione di alternative alla mondializzazione del capitale, stabilendo
reti di collegamento e creando convergenze nell'azione.
Le alternative si costruiscono. Sapere che sono possibili non è
che l'inizio di una nuova speranza.
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http://www.volint.it/scuolevis/globalizzazione/globalizzazione.htm
scheda didattica
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http://www.hyperlinker.com/eulab/global.htm
Globalismo e globalizzazione
Copyright © since 1997 by Danilo D'Antonio
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http://www.volint.it/scuolevis/nuove%20tecnologie/globalizzazione.htm
GLOBALIZZAZIONE E NUOVE TECNOLOGIE
.........Il fenomeno della globalizzazione, che è il cuore di
qualsiasi discussione, nel nostro tempo, sui temi economici e politici,
è indissociabile dalla diffusione delle tecnologie informatiche
e da quella della rete Internet. Al contrario, si potrebbe affermare che
la globalizzazione è essenzialmente conseguenza del fatto che la
produzione delle merci (sia quelle informative che quelle materiali) è
sempre meno legata ad un territorio, e dipende sempre di più dalla
integrazione telematica di lavoratori lontani fisicamente tra loro. Tuttavia,
occorre chiarire fin dal principio che la globalizzazione non conduce automaticamente
ad un sistema economico integrato, né ad un superamento degli squilibri
economici tra le diverse zone del pianeta. Anzi, tutte le analisi sono
concordi nell’affermare che, negli ultimi anni, la forbice tra ricchi e
poveri nel mondo si è allargata, e la
tendenza non sembra frenarsi................
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http://quotidiano.monrif.net/art/2000/04/17/833867
Il Fmi insiste: la globalizzazione non va fermata Il Fondo
monetario risponde alla contestazione con la propria ricetta: liberalizzare
i mercati. E promette iniziative per una distribuzione più
equa della ricchezza
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http://quotidiano.monrif.net/chan/sos_mondo:1051637:/2000/10/23:
Giddens: "Con la globalizzazione cambia tutta la nostra vita"
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http://utenti.tripod.it/crunch/globalizzazione.htm
stralcio
Quando si pronuncia la parola Globalizzazione gli animi si scaldano
subito.
Oggi infatti si assiste a un dibattito sempre più acceso fra
i contestatori dei mercati globalizzati da una parte e dall'altra i sostenitori
dell'idea che il benessere economico mondiale richieda liberi scambi
senza troppe regole politiche o sociali.
L'apice di questa diatriba la si è vista nel novembre del '99
con la grande contestazione
di Seattle, la città americana che ospitava il massimo vertice
di Globalizzazione, sulla quale discesero "sciami" di contestatori da ogni
parte del mondo.
Ma la Globalizzazione cos'è esattamente? E quali sono le sue
ricadute sulla società civile?
Questa inchiesta mostra solo i lati controversi dei processi globalizzanti,
e lo fa intenzionalmente, poiché le ricadute positive ci vengono
illustrate ogni giorno, su ogni media, nella pubblicità, e persino
dai nostri politici.
Ma i pericoli e le zone d'ombra ci sono, e sono proprio quelle su cui
si tenta di stendere un velo interessato di silenzio.
Iniziamo proprio da alcuni degli esempi più noti. ........
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http://www.seps.it/Ita/ambiente.htm
AMBIENTE E GLOBALIZZAZIONE
le contraddizioni tra neoliberismo e sostenibilità di H. French
(Worldwatch Institute)
traduzione dall'inglese di A.B. Ventre, C. Modonesi, M. Moro, M. Oldani
Edizioni Ambiente
In questo volume Hilary French cerca di ricostruire il quadro globale,
indicando quali sono le linee d'azione prioritarie per assicurare la stabilità
dell'ambiente. Per l'autrice è fondamentale integrare i temi ambientali
nelle nascenti regole dell'economia globalizzata, riformando i trattati
e le istituzioni esistenti. Sono in vigore più di 200 trattati internazionali
di protezione ambientale, ma raramente vengono rispettati e fatti rispettare,
mentre istituzioni internazionali come il WTO e il Fondo Monetario appaiono
inerti di fronte alle proprie responsabilità ambientali.
Oggi, però, questi organismi devono fare i conti con l'accresciuta
capacità di mobilitazione delle organizzazioni non governative,
a cui le nuove tecnologie dell'informazione offrono straordinari strumenti
di coordinamento. Gli effetti si sono potuti osservare al meeting WTO di
Seattle del dicembre 1999. Anche i settori più lungimiranti dell'economia
mondiale hanno inizato a schierarsi per l'adozione di un codice di condotta
ambientale, che trovi conferma in nuovi standard internazionali. La collaborazione
tra ONG, governi e settori produttivi è non solo possibile, ma necessaria
per rendere la globalizzazione ambientalmente sostenibile.
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http://www.guest.aliseo.it/jambo/globaliz.htm
La trappola della Globalizzazione
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http://www.contropiani2000.org/informazione/relazioni/lodovisi.htm
cache
Processi di globalizzazione e politiche di produzione bellica
in rapporto con le piccole e medie imprese (di Achille Lodovisi, relazione
per il seminario "GLOBALIZZAZIONE, GUERRA ECOLOGICA E POLITICHE DI
RIARMO")
Oggi il 90% della produzione mondiale di armamenti è concentrato in soli 10 paesi, ed il 50% si svolge negli Stati Uniti. Le 100 maggiori aziende del settore operano nei paesi dell’OCSE e hanno fatturato, nel 1997, 156 miliardi di dollari, una cifra pari ai tre quarti della produzione mondiale..................
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http://www.arpnet.it/volosvi/1998_1/98_1_11.htm
Un'analisi dell'economista Serge Latouche, docente all'Università
di Parigi
Internet: un ponte tra i due mondi?
Il sub-comandante Marcos è il primo esempio di guerrigliero
"on line".
Grazie alla telematica ha fatto conoscere la sua lotta fino negli angoli
più remoti dei pianeta. È forse l'inizio della rivoluzione
popolare dei media? Ecco le potenzialità e i rischi delle nuove
tecnologie.
di Serge Latouche
Tutti conoscono il sub-comandante Marcos. E non è un caso. La
risonanza mondiale della sua lotta è dovuta tanto al suo carisma
e ai suoi reali successi militari sul campo, quanto alla vera e propria
guerriglia informatica che ha condotto su internet. Con una tecnologia
a basso costo, senza mezzi finanziari, ha raggiunto gli angoli più
isolati del pianeta. Ci troviamo forse di fronte a un capovolgimento dei
rapporti di forza tra la società civile mondiale e gli Stati, le
multinazionali, i "nuovi padroni del mondo"?
È il momento di interrogarsi sul ruolo che le nuove tecnologie
possono avere nelle lotte sociali.
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SOPRAVVIVENZA, RESISTENZA, DISSIDENZA di Serge Latouche
a cura di Nadia Scardeoni
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/sopravvivenza.html
Siamo al centro di un triangolo i cui tre vertici sono: la sopravvivenza,
la resistenza e la dissidenza. Non dobbiamo dimenticare né privilegiare
nessuna di queste tre dimensioni.
Prima di tutto dobbiamo sopravvivere. E' ovvio, senza cio' nessuna
resistenza ne' dissidenza sarebbe possibile.
Sopravvivere significa adattarsi al mondo nel quale viviamo.
Come dice Woody Allen: "Odio il mondo nel quale vivo, ma è
l'unico luogo dove è possibile farsi servire una bistecca corretta
..."....
Sopravvivere significa adattarsi al mondo, ma non significa che dobbiamo
approvarlo né aiutarlo a funzionare, al di là del necessario.
Dobbiamo accettare dei compromessi nell'azione concreta e quotidiana,
ma senza accettare le compromissioni nel pensiero.
Già questa è una forma di resistenza.
La resistenza mentale all'impresa del "lavaggio del cervello" da parte
dei media e il dominio devastatore del "pensiero unico".
Dunque dobbiamo resistere ....se pensiamo che siamo imbarcati in una
megamacchina che fila a gran velocità senza pilota e quindi condannata
a fracassarsi contro un muro.
Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare di cambiare
la direzione se è ancora possibile.
"Come", in verità nessuno lo sa.
Dobbiamo anche pensare di poter lasciare il bolide e saltare al momento
opportuno: è questa la dissidenza.
Nei tre casi, il territorio, e il senso del limite sono molto importanti
perche' il patrimonio locale è la base della sopravvivenza, della
resistenza e della dissidenza, così come è la sorgente del
senso del limite.
Se la razionalità è legata alla trilogia : "ingegnere/industriale/imprenditore",
e da qui alla "dismisura", il
ragionevole è legato alla trilogia:"ingegnoso, industrioso,intraprendente",
ed anche al territorio e percio' alla "misura", al senso del limite.
Se a breve termine la strategia della sopravvivenza è la più
importante, a termine medio, lo sara' la strategia della resistenza e,
a lungo termine, quella della dissidenza.
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http://www.ariannaeditrice.it/saggi/sagg_it.htm
http://www.unilibro.it/libro/l337067.htm
http://www.unilibro.it/libro/l184487.htm
http://www.cestim.org/libro248.htm
http://bellquel.bo.cnr.it/liste/es/msg00209.html
http://www.carta.org/rivista/08giu00/latouche.htm
http://www.isf.it/presenze/unsolomondo/latouche/conlat.htm
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Globalizzazione: Lemma
garzanti editor
2 (econ.) fenomeno per cui le economie e i mercati nazionali,
grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche,
vanno diventando sempre più interdipendenti, fino a diventare parte
di un unico sistema mondiale.
globalismo (psicol.) processo conoscitivo, proprio della psicologia
infantile, per cui le cose inizialmente sono percepite in modo complessivo
e generico, e solo in un secondo tempo vengono analizzate
Etimologia: Dal fr. global, deriv. di globe 'globo'
Gestalt s. f. invar. (psicol.) l'insieme delle strutture formali di
una percezione, per cui essa si configura non come giustapposizione di
particolari, ma come totalità organizzata:...
sistema s. m. [pl. -mi] 1 ciò che è costituito da più
elementi interdipendenti, uniti tra loro in modo organico | sistema sociale,
l'insieme dei rapporti...
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http://www.prosol-bo.org/Testi/Enciclopedia/globalizzazione.htm
Globalizzazione
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http://www.saveriani.bs.it/cem/Corsi/materiali/materia2.htm
PER CAPIRE LA GLOBALIZZAZIONE
Interculturalitá e globalizzazione: 10 concetti chiave
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INFINE
..........La varietà dei contributi sull'idea di creatività,
corrisponde anche ad una diversa e più o meno parziale lettura dell'uomo.
Avendo sperimentato un sistema di visioni per rispondere armoniosamente
al vincolo interdisciplinare fra le varie scuole di pensiero,
ho avvalorato la tesi che l'idea di creatività più rispondente
alla necessità di connotare eticamente , dentro un contesto di valori
emergenti , la scelta operativa, è quella suggerita dalla
pedagogia della gestalt.