ESERCIZIO 1

Nel seguente paragrafo :

  1. evidenzia tutti gli elementi lessicali usati per descrivere il volto della Monaca di Monza;
  2. sostituisci gli aggettivi con sinonimi o espressioni equivalenti utilizzando STRUMENTI
  3. sottolinea cambiando carattere i vocaboli che mettono in luce aspetti della personalità di Gertrude;
  4. costruisci una tabella in cui inserire le frasi che giustificano la seguente affermazione: la descrizione fisica della "signora" è quasi un ritratto in bianco e nero.

Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di belezza, ma di una bellezza sbatuta, sfiorita e, direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso: sotto il velo, una bianchissima benda di lino cingeva, fino al mezzo, una fronte di diversa, ma non d’inferiore bianchezza: un’altra benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a coprire lo scollo d’un nero saio. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per una contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano, con un rapido movimento. Due occhi, neri neri, anch’essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un’investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d’un odio inveterato e compresso, un non so che di minaccioso e di feroce: quando restavano immobili e fissi senza attenzione, chi ci avrebbe immaginata una svogliatezza orgogliosa, chi avrebbe potuto sospettarci il travaglio d’un pensiero nascosto, d’una preoccupazione familiare all’animo, e più forte su quello che gli oggetti circostanti. Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d’un roseo sbiadito, pure, spiccavano in quel pallore: i loro moti, erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d’espressione e di mistero.

Da A. Manzoni, I promessi sposi, B. Mondadori, 1981, pagg. 149-150