UN RISVEGLIO MONDIALE

Suona la sveglia: è ora di alzarsi dal letto (costruito secondo uno schema mesopotamico) uscire dalle lenzuola di cotone (materiale destinato all'uso domestico inventato in India) e mettersi ai piedi i mocassini (utilizzati in origine dagli Indiani delle foreste del Nord America). Togliere il pigiama, indumento di origine indiana, ed anche la canottiera di lino, tessuto utilizzato per la prima volta dagli antichi egizi, per potersi lavare con il sapone, il cui uso fu scoperto dai Galli. Indossare poi dei vestiti, la cui forma deriva dall'abbigliamento in pelle dei nomadi delle steppe asiatiche, infilarsi le scarpe (fatte di pelle conciata secondo un procedimento originario del Nord Africa e tagliate secondo una forma tipica di origine greca) e scegliere tra il mettersi al collo una cravatta (derivata dagli scialli che i Croati portavano nel Settecento) o una sciarpa di seta (l'uso della quale ci viene dai Cinesi). Quando suona il giornalaio per lasciare il giornale ( stampato con caratteri inventati dagli antichi Semiti su un materiale scoperto in Cina e

mediante un processo realizzato in Germania), lo si paga con le monetine (l'uso delle quali è originario dell'antica Lidia). Prima di uscire, una abbondante colazione: un bel piatto (forma originaria

della Cina), con le posate in acciaio (lega realizzata per la prima volta nell'India meridionale) su cui posare un arancia (di origine nordafricana), o un melone (mediorientale), o un pezzetto di cocomero (dall'Africa centrale). Poi, una calda bevanda, di derivazione abissina, il caffè. Per i viziati, una bella fumatina con buon tabacco (pianta originaria del Brasile). Di mattina, i sigari (originari della Antille) sono troppo forti: meglio accendere la pipa (strumento originario degli Indiani del Virginia), o una sigaretta (derivata dall'uso Messicano).

Un occhiata alla finestra, il cui vetro fu scoperto in Egitto, perché se piove bisogna indossare gli stivali, fatti di gomma scoperta dagli Indios sudamericani, e prendere l'ombrello (strumento originario del Sud-est asiatico). Un bel cappello di feltro (materiale proveniente dalle steppe asiatiche) e via. Prima di uscire, un pensiero di ringraziamento a Dio (utilizzando una lingua indoeuropea per pregare la divinità del popolo eletto palestinese) e siamo pronti per recarci al lavoro e partecipare alla costruzione della nostra italianissima società.

E speriamo di non incontrare nessun immigrato, visto che da loro non è venuto, non viene e non verrà mai nulla di buono!

Tratto da "Un debito senza fine"

a cura dì Mano Sberna

Edizioni Centro Missionario Diocesano dì Brescia