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OSAMA, LA MASCHERA
DEL FALSO PROFETA
LE IDEE
TAHAR BEN JELLOUN
TORNO ora dal Marocco, dove
ho sentito parlare molto di Bin Laden. Passata l'ondata di simpatia per
«il giustiziere degli umiliati», «colui che è
riuscito a fare del male all'America», le lingue si sciolgono e piovono
critiche. Quando Bin Laden ha fatto la sua dichiarazione attraverso l'emittente
televisiva Al Jazeera, il tono, la calma, la sicurezza e l'indice leggermente
curvo e alzato in segno di minaccia hanno impressionato la gente e fatto
paura a molti.
Quest'uomo fa tremare il pianeta e sfugge all'esercito e alla polizia
più grandi del mondo. Ma, se questo suscita l'ammirazione dei popoli
musulmani, alcuni hanno osservato che Bin Laden ha appena commesso il suo
primo errore teologico. Facendosi riprendere davanti a una roccia, voleva
suggerire di trovarsi in prossimità di una grotta nella montagna.
Così facendo, però, riproduce l'immagine del profeta Maometto
che ha ricevuto la Rivelazione nella grotta del monte Hira. In questo modo
Bin Laden confonde le acque e scandalizza i veri musulmani. Ho sentito
parlare di eresia e di impostura.
Allah ha detto che Maometto è l'ultimo dei profeti e che chiunque
sosterrà d'essere un profeta sarà un bugiardo e un usurpatore.
Come osa quell'exagente degli Americani, che indossa una giacca dell'esercito
americano e un orologio sofisticato, lanciare una fatwa come se fosse il
profeta di tutti i musulmani, il loro rappresentante e la loro guida? Con
quale diritto scaglia una fatwa contro l'America e l'Occidente? Una fatwa
è un'indicazione religiosa, non una legge. La può emettere
un saggio, un teologo di rango elevato, un uomo dalla moralità perfetta,
una guida rispettata e profondamente religiosa.
Originariamente, tale indicazione veniva espressa dai Compagni del
Profeta, persone di grandi qualità. Non certo guerrieri che mandavano
terroristi a seminare la morte in giro per il mondo. La fatwa più
celebre è quella lanciata da Khomeini contro lo scrittore Salman
Rushdie. Khomeini era il capo degli sciiti. Gli sciiti hanno un clero gerarchizzato
che i sunniti, cioè l'islam tradizionale e ortodosso, rifiutano.
Bin Laden è sunnita e appartiene al rito wahabita nato in Arabia
Saudita. Questo rito prescrive la distruzione dei marabut (le tombe dei
santi) e un rigorismo molto severo. Sono stati i wahabiti a finanziare
il fondamentalismo islamico in paesi come l'Algeria. Le prime azioni dei
fondamentalisti algerini sono state proprio la demolizione dei marabut
e dei luoghi di culto non ortodossi.
È stato detto che Bin Laden padroneggia perfettamente la scienza
della comunicazione e fa la guerra anche attraverso la manipolazione delle
immagini. Di fatto appartiene al lato più oscuro della società
dello spettacolo. Il suo scopo è evidentemente quello di consumare
una vendetta personale contro l'America, il suo vecchio padrone, e di destabilizzare
il regime saudita che ospita soldati americani sul suo territorio. Cerca,
inoltre, di alimentare il risentimento dei musulmani, un risentimento che
nel mondo arabo è molto diffuso, soprattutto dopo i bombardamenti
sulla popolazione irachena e la repressione dei Palestinesi. Questo risentimento
rischia di annebbiare i pensieri dei musulmani e impedire loro di dubitare
e aprire gli occhi sulla realtà del male immenso che Bin Laden sta
facendo all'islam e agli Arabi in tutto il mondo.
L'Islam ha le sue malattie, che sono le cattive interpretazioni. I
Taliban rispecchiano tutte le malattie religiose costituite dall'ignoranza,
dal fanatismo e dal terrore. Non è un caso che Bin Laden, un uomo
che ha frequentato l'Occidente e ne conosce i meccanismi, ha scelto di
circondarsi di guerrieri nevrotici e dementi. Cerca di seminare il terrore
nel mondo e per questo applica quella logica dell'oscurantismo che fa accapponare
la pelle. Tutto ciò è lontano dall'Islam, ma occorre che
gli Stati musulmani diano inizio a una rivoluzione culturale separando
la religione dall'ideologia, e cioè dalla politica. Purtroppo ne
siamo ancora lontani. In Marocco, la figlia dello sceicco Yassine, leader
di un movimento fondamentalista islamico, ha recentemente criticato con
durezza l'atteggiamento del governo, che ha condannato il terrorismo e
chiesto giustizia per le popolazioni irachene e palestinesi.
(traduzione di Elda Volterrani)
23/10/01 |