Dal 1933 al 1973 l'Afghanistan è governato dal re Zahir Shah.
Durante la seconda guerra mondiale, il Paese riesce a mantenere l'integrità
nazionale e una difficile neutralità. A partire dagli anni Cinquanta
diventa un protettorato di fatto dell'Unione Sovietica. Kabul cerca l'appoggio
dell'URSS in chiave antistatunitense, per difendersi da Iran e Pakistan;
Mosca considera il territorio afghano un'area nevralgica per il controllo
della via verso il mare Arabico, cioè verso il petrolio. Nel 1964
Zahir Shah approva una nuova costituzione trasformando il regno in una
democrazia con libere elezioni e diritti civili. Nove anni più tardi
il suo tentativo di allontanarsi dalla sfera di influenza sovietica e le
storiche divisioni tra i vari gruppi etnici e religiosi del Paese inaugurano
un tragico trentennio - ancora non conclusosi - di scontri sanguinosi e
terribili distruzioni.
1973
Luglio - Il re Zahir Shah viene detronizzato da un colpo di stato organizzato
dal principe Mohammed Daud. L'Afghanistan viene proclamato una repubblica
e Daud ne diventa il presidente.
1978
Aprile - Daud viene ucciso. Il Partito Democratico del Popolo Afghano
(PDPA), filosovietico, dà il via alla "Rivoluzione d'aprile", che
porta alla nascita della Repubblica Democratica dell'Afghanistan. Al potere
sale Mohammad Taraki, con Babrak Karmal primo vicepremier.
Agosto - dicembre - Le riforme del nuovo regime, volte alla sovietizzazione
e alla laicizzazione del Paese, alimentano il malcontento di larghi strati
della popolazione. Comincia a organizzarsi la resistenza islamica armata.
1979
Gennaio - Primi scontri nelle regioni orientali del Paese tra le truppe
di Taraki e quelle della resistenza islamica.
Marzo - Scoppia una rivolta popolare a Herat in cui vengono uccisi
alcuni consiglieri sovietici di Kabul. I governativi riconquistano la città
dopo sanguinosi scontri. Afizullah Amin viene nominato primo ministro.
A metà dell'anno le formazioni della guerriglia islamica, riunite
in un fronte unico di resistenza appoggiato da Iran, Pakistan e Cina, controllano
quasi l'80% del territorio afghano.
16 settembre - Il presidente della repubblica Taraki viene ucciso e
il potere passa nelle mani di Amin. Il PDPA si spacca. L'URSS, che non
gradisce l'ascesa di Amin e teme un'estensione della ribellione islamica
alle vicine repubbliche di Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan, decide
di invadere l'Afghanistan.
27-28 dicembre - Truppe dell'Armata Rossa entrano nel Paese. Amin viene
assassinato dai servizi segreti di Mosca e i sovietici installano al potere
Karmal.
1980
Gennaio - Il Consiglio di sicurezza dell'ONU condanna l'invasione sovietica.
In occasione del tradizionale discorso sullo Stato dell'Unione, il
presidente USA Jimmy Carter dichiara che "il tentativo da parte di una
potenza straniera di conquistare il controllo della regione del golfo Persico
sarà considerato come un assalto agli interessi vitali degli Stati
Uniti e sarà respinto con ogni mezzo necessario, compresa la forza
militare". Gli USA offrono al Pakistan un piano di aiuti economici e militari
per arrestare l'avanzata dell'URSS in Afghanistan.
Luglio - I ribelli afghani si accordano per creare un governo provvisorio
nelle regioni da loro controllate.
Novembre - Con l'adozione della risoluzione 35, l'ONU chiede "il ritiro
immediato delle forze straniere dall'Afghanistan".
1981
Febbraio - Il segretario generale dell'ONU, Kurt Waldheim, nomina Javier
Pérez de Cuellar inviato speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan:
è l'inizio di un lungo e faticoso lavoro diplomatico che nel 1988
porterà alla firma degli accordi di Ginevra.
1982
11 agosto - Per la prima volta le forze della guerriglia antigovernativa
attaccano Kabul.
1983
Il numero dei profughi afghani ha raggiunto livelli altissimi: circa
3 milioni e mezzo di persone sono rifugiate in Pakistan, 2 milioni in Iran
e diverse migliaia in India, in Europa e negli Stati Uniti.
Le truppe sovietiche in Afghanistan ammontano ormai a più di
100 mila unità.
1984
L'URSS lancia una offensiva estiva contro la guerriglia nella valle
del Panshir.
Il presidente americano Ronald Reagan annuncia che gli USA forniranno
missili Stinger ai ribelli.
1985
Marzo - Mikhail Gorbaciov, neopresidente dell'URSS, lancia segnali di
disponibilità a una soluzione politica del conflitto afghano.
Maggio - I 7 maggiori partiti della guerriglia antigovernativa formano
un'alleanza militare con base a Peshawar.
Luglio - Gli USA cominciano a fornire al Pakistan missili Sidewinder
e Stinger.
Novembre - Gorbaciov e Reagan si incontrano a Ginevra.
1986
Aprile - Gli USA inviano missili Stinger alle forze della guerriglia.
Il sostegno economico da parte degli Stati Uniti alla resistenza afghana
raggiunge i 470 milioni di dollari.
Maggio - Babrak Karmal perde l'appoggio dell'URSS e viene costretto
a dimettersi. L'ex capo della polizia segreta, Najibullah, lo rimpiazza
alla carica di segretario del PDPA.
Nei mesi successivi i sovietici riportano in patria, dimostrativamente,
6 reggimenti. Ma a Mosca continua la difficile discussione se ritirarsi
oppure no.
Najibullah proclama l'inizio di una politica di riconciliazione nazionale.
1987
Settembre - Viene approvata una nuova carta costituzionale. Dalla denominazione
ufficiale dello stato viene eliminato l'aggettivo "Democratica", introdotto
ai tempi del controllo sovietico, e il Paese torna a chiamarsi "Repubblica
di Afghanistan".
Dicembre - Najibullah ammette che l'80% delle campagne e il 40% delle
città sono al di fuori del controllo del governo.
1988
Aprile - Dopo anni di incontri tra il governo afghano, i gruppi ribelli
e i rappresentanti di USA e URSS, sotto l'egida dell'ONU, a Ginevra si
firmano gli accordi per il definitivo ritiro sovietico.
Maggio - L'URSS rivela che 13.310 soldati sovietici sono morti e 35.478
sono rimasti feriti nel corso degli 8 anni di guerra in Afghanistan. Il
25 maggio inizia ufficialmente il ritiro dell'Armata Rossa. Ad agosto il
contingente sovietico nel Paese è già dimezzato.
Luglio - A Kabul Najibullah forma un governo di coalizione con alcuni
ministri non comunisti.
1989
15 febbraio - Ritiro definitivo delle truppe sovietiche.
Aprile - I mujaheddin, guerriglieri mussulmani, si trasformano progressivamente
in un esercito regolare, organizzato e ben equipaggiato, al comando di
ex ufficiali della Repubblica di Afghanistan.
1991
Marzo - Guidati dal comandante Jalaluddin Haqqani, i mujaheddin conquistano
Khost, facendo più di 2000 prigionieri. Nei mesi seguenti, rafforzano
le loro strutture militari e finanziarie, ricevendo supporto logistico
ed economico da Iran e Pakistan.
Novembre - Burhanuddin Rabbani guida una delegazione mujaheddin a Mosca
per discutere di un possibile cessate il fuoco. All'incontro partecipano
anche rappresentanti dell'Ucraina, dell'Uzbekistan, del Tagikistan e del
Kazakhstan. Le parti si accordano per il trasferimento del potere a un
governo islamico ad interim e per lo svolgimento di libere elezioni entro
2 anni. Alcuni leader mujaheddin, tra cui Gulbuddin Hekmatjar del partito
Hebz-e-Islami, accusano però Rabbani di cospirazione con Mosca.
8 dicembre - L'URSS cessa di esistere. Al suo posto nasce la Comunità
di Stati Indipendenti (CIS).
1992
Aprile - giugno - Kabul è presa dai mujaheddin. Dopo giorni confusi
e sanguinosi scontri intestini alle forze ribelli, si costituisce un governo
di coalizione sotto la guida di Burhanuddin Rabbani. Vi entrano rappresentanti
dei 7 partiti della guerriglia. Ahmad Shah Massud viene nominato ministro
della difesa.
1993
Aspri combattimenti tra le truppe fedeli a Rabbani e gli uomini di Gulbuddin
Hekmatjar provocano almeno 10 mila morti.
1994
8 gennaio - Il generale uzbeko Abdur Rashid Dostum si allea con Hekmatjar,
suo storico avversario. Insieme attaccano Kabul per rovesciare il governo
di Rabbani e Massud.
30 marzo - Tentativo dell'ONU di mediare tra le fazioni mujaheddin.
L'inviato delle Nazioni Unite, Mehmud Mestiri, incontra a Jalalabad i membri
della Shura, o Consiglio degli Anziani.
12 agosto - Robin Raphel, vicesegretario di stato USA, puntualizza
la posizione americana: "largo governo di coalizione" e ritorno di re Zahir
Shah.
28 ottobre - Il primo ministro pakistano, Benazir Bhutto, incontra
ad Ashkhabad il leader sciita Ismael Khan e Dostum.
4 novembre - Un gruppo di guerriglieri assalta nei pressi di Kandahar
un convoglio di 30 camion pakistani diretto in Asia centrale. Nello scontro
perdono la vita 20 persone. I taliban (letteralmente, "studenti di teologia
coranica") compaiono per la prima volta sulla scena come gruppo armato
che dichiara di proteggere la libertà di traffico e di transito
in Afghanistan.
5 novembre - Kandahar viene presa dai taliban: 50 morti in 4 giorni
di combattimenti.
25 novembre - I taliban prendono il controllo di due province del sud,
Lashkargarh e Helmand.
1995
1 gennaio - Una colonna di 3000 guerriglieri islamici pakistani parte
da Peshawar per l'Afghanistan e si unisce ai taliban.
2 febbraio - I taliban entrano nella provincia di Wardak, a 25 miglia
da Kabul.
11 febbraio - I taliban prendono anche la provincia di Logar e hanno
ormai 9 province su 30. Rabbani invia una delegazione per incontrarli.
14 febbraio - I taliban conquistano Charasyab, quartier generale degli
uomini di Hekmatjar. Hekmatjar si ritira senza combattere.
6 marzo - Le fanterie di Rabbani e Massud attaccano le forze dello
Shii Wahdat (hazarà), annidate nella periferia sud-ovest della città
di Kabul.
7 marzo - L'avanzata investe Nimroz, Farah, verso Herat. Un'altra avanzata
dei taliban verso Kabul, mentre le forze delle tribù hazarà
si ritirano.
13 marzo - Il leader hazarà, Abdul Alì Mazari, catturato
dai taliban, muore in un misterioso incidente aereo mentre viene trasferito
a Kandahar. Proseguono intanto gli scontri tra i taliban e le truppe di
Massud.
31 maggio - Il capo dei servizi segreti sauditi, principe Turki, visita
Kabul e Kandahar.
10 giugno - Tutte le maggiori agenzie umanitarie decidono di chiudere
le loro operazioni di soccorso ai profughi afghani in Pakistan entro ottobre.
2 luglio - L'inviato personale e nipote di Zahir Shah, Sardar Abdul
Wali, incontra a Islamabad il presidente pakistano Leghari.
3 agosto - Un Ilyushin-76 russo, che i taliban affermano trasportare
munizioni per il governo di Kabul, viene catturato dai taliban e dirottato
su Kandahar.
5 settembre - Dopo mesi di combattimenti, Herat cade nelle mani dei
taliban. Il leader sciita Ismail Khan, luogotenente di Rabbani nella città,
fugge in Iran. All'ONU, il ministero degli esteri di Rabbani accusa il
governo pakistano di "aggressione diretta" per il sostegno fornito ai taliban
nella presa di Herat.
6 settembre - L'ambasciata pakistana a Kabul è data alle fiamme
dagli uomini di Massud. L'Iran mette in guardia i taliban dal varcare la
frontiera.
20 settembre - I taliban inviano un ultimatum di 5 giorni a Rabbani
perché lasci Kabul.
10 ottobre - I taliban spostano 400 carri armati da Kandahar verso
Kabul.
2 novembre - Il vicesegretario di stato USA, Robin Raphel, arriva in
Afghanistan per colloqui con le diverse fazioni. Andrà anche a Islamabad.
7 novembre - Il ministro degli esteri pakistano, Sardar Aseef Ahmed,
vola segretamente nel nord dell'Afghanistan per un colloquio cruciale con
Dostum. I due concordano che le dimissioni di Rabbani sono la condizione
per il ritorno della pace in Afghanistan.
10-11 novembre - Il premier pakistano, Benazir Bhutto, si reca in visita
d'urgenza a Teheran e Tashkent per spiegare la posizione pakistana ai due
governi.
11 novembre - Attacco con razzi su Kabul: 36 morti e 52 feriti.
26 novembre - Bombardamento senza precedenti dei taliban su Kabul:
39 morti e 140 feriti. Le truppe governative riescono tuttavia a respingere
l'offensiva taliban.
1996
7 febbraio - Dostum incontra a Islamabad i leader pakistani, incluso
il capo dello stato maggiore, generale Jahangir Karamat.
3 marzo - Rabbani visita l'Iran, il Turkmenistan e l'Uzbekistan.
20 marzo - La Shura dei taliban invita il popolo afghano alla Jihad
(guerra santa) contro il presidente Rabbani. Il maulvi Mohammad Omar è
proclamato condottiero dei taliban.
8 aprile - Il senatore americano Hank Brown arriva a Kabul. È
il primo rappresentante americano eletto a visitare l'Afghanistan negli
ultimi 16 anni.
20 aprile - Robin Raphel visita Kabul per la seconda volta per convincere
le fazioni a un accordo tra loro.
26 giugno - Hekmatjar entra nel governo di Rabbani e ne diventa primo
ministro.
11 settembre - Jalalabad cade sotto il controllo dei taliban.
25 settembre - I taliban conquistano Sarobi e Assadabad.
26 settembre - Da Sarobi i taliban muovono verso Kabul e la conquistano
nella notte. Il presidente Rabbani e il primo ministro Hekmatjar fuggono.
L'ex presidente Najibullah viene impiccato a un lampione. Mohammad Omar
è nominato capo di un consiglio provvisorio formato da 6 membri.
Iran, India, Russia e altri Paesi dell'Asia centrale condannano l'azione.
Il Pakistan invia una delegazione a Kabul.
28 settembre - L'amministrazione americana esprime "rammarico" per
l'esecuzione di Najibullah, ma si dichiara disposta a stabilire relazioni
con il nuovo regime. I taliban intanto continuano ad avanzare verso il
nord del Paese.
4 ottobre - Un summit della CIS, riunito d'urgenza ad Alma Ata (Kazakhstan),
mette in guardia i taliban da eventuali incursioni nell'area. Il Pakistan
conferma il riconoscimento dei taliban.
6 ottobre - Massud respinge un'offensiva dei taliban sulla valle del
Panshir.
9 ottobre - Dostum e Rabbani si incontrano e si abbracciano nei pressi
di Mazar-i-Sharif. Dostum, Massud e Karim Khalili (partito Hezb-i-Wahadat)
siglano un patto di alleanza e costituiscono il Consiglio Supremo per l'Afghanistan.
24 ottobre - Il maulvi Mohammad Omar dichiara: "Combatteremo fino alla
morte e daremo l'ultima goccia di sangue per Kabul".
2 novembre - L'Organizzazione della Conferenza Islamica decide di lasciare
vacante il seggio dell'Afghanistan.
1997
Gennaio - I taliban strappano a Massud la base di Baghram, Charikar
e la cittadina di Gulbahar.
Febbraio - Una delegazione taliban visita gli Stati Uniti.
19 maggio - Il generale Malik Pahlawan insorge contro Dostum e dichiara
di volersi alleare con i taliban.
24 maggio - I taliban entrano a Mazar-i-Sharif, impongono la Sharia
(la legge religiosa islamica) e chiudono le scuole femminili.
26 maggio - Il Pakistan riconosce il governo dei taliban. Falliscono
i colloqui con Malik e ricominciano i combattimenti.
12-15 giugno - Rabbani si incontra con Malik a Mazar-i-Sharif e l'opposizione
antitalibana dà vita all'Alleanza del Nord. I combattimenti nei
pressi di Mazar-i-Sharif si susseguono con esiti alterni fino alla fine
dell'anno.
19 luglio - Massud riprende Baghram e Charikar.
7 agosto - La Croce Rossa Internazionale afferma che 6800 persone sono
rimaste uccise negli ultimi 3 mesi.
16 agosto - L'Alleanza del Nord nomina un governo ombra.
4 settembre - Il mullah Mohammad Rabbani, uno dei massimi dirigenti
taliban, si reca in Arabia Saudita, dove a Jeddah riceve promesse di aiuti
da re Fahd. Accusa inoltre Iran, Russia e Francia di aiutare Massud.
16 novembre - Le truppe di Dostum dichiarano di avere scoperto 30 fosse
comuni, nei pressi di Shebarghan, contenenti circa 2000 cadaveri di miliziani
taliban.
18 novembre - Madeleine Albright, a Islamabad, definisce "deplorevole"
la politica dei taliban in materia di diritti umani.
17 dicembre - Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU condanna i rifornimenti
di armi da parte di eserciti stranieri alle fazioni afghane e invita le
parti al cessate il fuoco.
1998
Febbraio - Un violento terremoto causa più di 4000 vittime e
danni ingenti nella regione nordorientale del Paese, al confine con il
Tagikistan. La regione è nelle mani delle forze di opposizione al
regime dei taliban.
14 marzo - Intensi combattimenti a Mazar-i-Sharif tra uzbeki e hazarà.
17 aprile - Bill Richardson, inviato speciale americano, visita Kabul
e Mazar.
17 maggio - Caccia taliban bombardano pesantemente Taloquan: 31 morti
e 100 feriti. Forti combattimenti a nord di Kabul.
3 luglio - Il summit dei 5 Paesi dell'Asia centrale, riunito ad Alma
Ata, fa appello alle parti perché cessino la guerra.
9 luglio - Un aereo dell'ONU viene colpito da un razzo a Kabul. Il
maulvi Omar mette al bando la televisione e annuncia la deportazione dei
cristiani e punizioni per i comunisti.
18 luglio - L'Unione Europea sospende tutti gli aiuti umanitari a Kabul
per le inaccettabili restrizioni cui è sottoposto il suo personale.
31 luglio - Leader taliban visitano la madrassa di Dar-ul-Uloom Haqqania
e Akora Khattak in Pakistan, richiedendo urgenti afflussi di rinforzi.
Cinquemila studenti pakistani partono alla volta dell'Afghanistan per unirsi
alle truppe taliban.
7 agosto - Le ambasciate USA in Kenia e Tanzania saltano in aria: i
morti sono centinaia. Gli americani ritengono che il responsabile degli
attentati sia Osama bin-Laden, un miliardario saudita che sostiene anche
finanziariamente i taliban.
8 agosto - I taliban riconquistano Mazar-i-Sharif uccidendo 11 diplomatici
iraniani e un giornalista. Massacro di migliaia di hazarà. Altre
migliaia in fuga dalla città.
18 agosto - L'ayatollah Ali Khamenei accusa Stati Uniti e Pakistan
di usare i taliban come strumento anti-iraniano. Il leader talibano Omar
dichiara che il suo governo darà asilo a Osama bin-Laden.
20 agosto - Gli Stati Uniti lanciano 75 missili Cruise sui campi di
Jalalabad e di Khost, che sarebbero al comando di Osama bin-Laden: 21 morti
e 30 feriti.
20 settembre - Massud bombarda Kabul con razzi: 65 morti e 215 feriti.
27 settembre - I taliban inviano 30 mila uomini al confine con l'Iran
per fronteggiare imponenti manovre militari di Teheran.
2 ottobre - Aerei e carri iraniani violano lo spazio aereo e terrestre
dell'Afghanistan nei pressi di Herat. La controversia si risolve tuttavia
in pochi giorni con il rilascio dei prigionieri iraniani catturati dai
taliban.
13 novembre - Mohammed Akbari, capo della fazione Hizb-e-Wahadat, si
arrende ai taliban a Bamiyan.
1 dicembre - I taliban sparano sugli studenti universitari a Jalalabad:
4 morti e 6 feriti.
29 dicembre - L'UNICEF denuncia il totale collasso del sistema educativo
afghano.
1999
12 gennaio - Grave attentato, a Peshawar, alla famiglia dell'ex leader
dei mujaheddin Abdul Haq.
31 gennaio - La prima delegazione cinese arriva a Kabul per colloqui.
9 febbraio - Il governo di Kabul respinge una lettera formale degli
Stati Uniti in cui si richiede di consegnare Osama bin-Laden. Kabul dichiara
che Osama bin-Laden sarà sottoposto a restrizioni, ma non consegnato.
3 marzo - Il ministro degli esteri del Turkmenistan, Sheikhmuradov,
visita per la prima volta Kandahar e viene ricevuto dal maulvi Omar.
7 aprile - Il ministro della difesa russo, Sergeev, incontra Massud
a Dushanbè. La Russia annuncia la costruzione di una base militare
in Tagikistan.
29 aprile - Taliban, Turkmenistan e Pakistan firmano un nuovo accordo
per la costruzione di un gasdotto attraverso l'Afghanistan. Mancano i finanziamenti,
ma si dichiara che verranno bene accolti.
14 maggio - Gli Stati Uniti diffidano ufficialmente il Pakistan dal
dare aiuto ai taliban. Washington dichiara nuovamente il suo favore per
un ritorno a Kabul di Zahir Shah, che si trova in esilio a Roma.
22 maggio - I taliban individuano una potenziale rivolta a Herat. Otto
congiurati vengono giustiziati in pubblico. Un altro centinaio di nemici
sono uccisi.
26 giugno - Zahir Shah convoca a Roma 70 delegati afghani per organizzare
una Conferenza degli Anziani (la Loya Jirga, tradizionale strumento istituzionale
per risolvere i conflitti interni), ma i taliban rifiutano la sua mediazione.
6 luglio - Gli USA impongono sanzioni economiche e commerciali al governo
dei taliban e congelano i loro patrimoni finanziari. I taliban si preparano
intanto a un'offensiva estiva contro le truppe di Massud; migliaia di giovani
arabi e pakistani si uniscono a loro.
1 agosto - Comincia l'offensiva estiva e Baghram cade in mano taliban.
2 agosto - I taliban conquistano Charikar, Massud si ritira nella sua
vallata. Duecentomila persone fuggono dalla valle di Shomali.
5 agosto - Massud riprende Charikar e spinge i taliban sulle precedenti
posizioni: 40 taliban sono uccisi e 500 catturati.
24 agosto - Attentato vicino alla casa del maulvi Omar a Kandahar:
una bomba uccide 40 persone, tra cui alcuni parenti stretti di Omar.
10 settembre - Le Nazioni Unite calcolano che la produzione di oppio
in territorio afghano sia raddoppiata, raggiungendo le 4600 tonnellate.
Il 97% delle coltivazioni è sotto controllo taliban.
12 ottobre - Un colpo di stato militare in Pakistan rovescia il governo
di Nawaz Sharif.
15 ottobre - Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU vota a favore dell'imposizione
di sanzioni contro il regime di Kabul se entro 30 giorni i taliban non
consegneranno Osama bin-Laden agli Stati Uniti.
11 novembre - Centinaia di persone scendono in piazza nelle maggiori
città afghane per protestare contro le sanzioni dell'ONU e chiedere
il sostegno dei Paesi islamici. Contemporaneamente esplode in Pakistan
la protesta antioccidentale degli integralisti islamici, che sfocia in
una serie di gravi attentati.
14 novembre - Le sanzioni dell'ONU diventano operative.
2000
Gennaio - Aereo indiano dirottato a Kandahar.
13 marzo - Un giornale indiano rivela che Osama bin-Laden sarebbe gravemente
malato.
Aprile - Le forze di opposizione al governo dei taliban tentano di
ricostituire l'Alleanza del Nord in funzione antitaliban. I generali Dostum,
Massud e Malik si incontrano grazie alla mediazione dell'Iran.
Maggio - I taliban lanciano un'offensiva a largo raggio contro le forze
dell'opposizione afghana. La ripresa dei combattimenti interrompe il piano
di scambio di 4000 prigionieri approvato nei mesi precedenti e un preventivato
incontro per i colloqui multilaterali di pace, patrocinati entrambi dall'Organizzazione
della Conferenza Islamica.
Secondo i dati ONU la produzione di oppio in Afghanistan ha raggiunto
cifre record, superiori alle 4800 tonnellate. La superficie coltivata è
cresciuta del 23%.
11 luglio - Attentato a Kabul contro l'ambasciata pakistana. Altre
5 bombe esplodono nella capitale danneggiando il ministero dell'informazione,
un deposito di carburante e un albergo del centro.
13 luglio - Massud lancia una controffensiva militare, ma la reazione
dei taliban si dimostra più efficace del previsto. L'ex presidente
Rabbani lamenta lo scarso sostegno all'alleanza antitaliban da parte della
comunità internazionale.
17 luglio - Un'ondata di siccità colpisce le regioni occidentali
e meridionali del Paese. Migliaia di profughi si rifugiano in Pakistan
e Iran.
Settembre - La diplomazia italiana tenta una mediazione tra l'Alleanza
del Nord e i taliban e si impegna a devolvere un fondo di 4 milioni di
dollari da destinare a progetti di sviluppo su entrambi i fronti.
1 ottobre - Una delegazione dei taliban è ricevuta a Washington
al Dipartimento di Stato.
Novembre - Dopo una lunga opera di mediazione compiuta dall'inviato
speciale dell'ONU in Afghanistan, Francisc Vendrell, i taliban e l'opposizione
dell'Alleanza del Nord firmano un impegno a partecipare entro dicembre
a una serie di colloqui di pace indiretti.
Il 21 novembre, tuttavia, Stati Uniti e Russia chiedono l'inasprimento
delle sanzioni contro i taliban. Le organizzazioni umanitarie mettono in
guardia le Nazioni Unite dai rischi dell'imposizione di ulteriori sanzioni,
che causerebbero soltanto maggiori sofferenze alla popolazione civile già
duramente provata.
10 dicembre - I taliban minacciano di boicottare i previsti colloqui
di pace.
19 dicembre - Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU adotta una risoluzione,
sostenuta principalmente da Stati Uniti, Russia e India, per l'inasprimento
delle sanzioni contro l'Afghanistan se i taliban non consegneranno entro
30 giorni Osama bin-Laden, non smobiliteranno i campi di addestramento
per i terroristi islamici e non cesseranno ogni commercio illegale di sostanze
stupefacenti.
2001
19 gennaio - Entrano in vigore le nuove sanzioni dell'ONU contro il
regime dei taliban.
Febbraio - Un'ondata di freddo causa un terribile disastro umanitario:
muoiono assiderati nei campi, fuori e dentro il Paese, centinaia di vecchi
e di bambini.
20 febbraio - Secondo notizie raccolte da Human Rights Watch, i taliban
avrebbero massacrato oltre 500 civili nell'assalto di Yakawlang.
28 febbraio - L'ambasciatore di Kabul in Pakistan, Abdul Salam Zaeef,
conferma che il suo governo ha deciso la distruzione dei Buddha di Bamiyan,
capolavori dell'arte ellenistico-orientale fiorita nel Paese prima dell'islamismo.
27 marzo - Un gruppo di giornalisti occidentali è ammesso nella
valle di Bamiyan per certificare l'avvenuta demolizione delle statue.
5 aprile - Massud viene ricevuto a Strasburgo.
19 maggio - La polizia religiosa chiude a Kabul le panetterie del PAM
(Programma Alimentare Mondiale) dove lavorano donne.
La polizia religiosa irrompe nell'ospedale di Emergency a Kabul.
23 maggio - Diventa legge l'ordinanza che impone agli indù di
portare sugli abiti un segno distintivo. |