IPOTESI PER UN CURRICOLO DI
STORIA DEL ‘900 NELLA SCUOLA
MEDIA SUPERIORE
.
http://www.manitese.it/cres/stru199/stru199.htm
Proponiamo, nelle sue linee essenziali, con particolare
riferimento agli aspetti contenutistico-concettuali, una
ipotesi di curricolo per l’insegnamento della storia del
‘900 nella scuola media superiore che cerca di tener
conto delle indicazioni sviluppate negli interventi di
questo e dello scorso dossier. L’ipotesi riguarda tutte
quelle situazioni (come i licei, ad esempio) in cui
l’insegnamento della storia si svolge in tre ore
settimanali, ancora meglio se sostenuto da una certa
dotazione tecnica e strumentale (aule multimediali e
aula-laboratorio di storia).
Il curricolo è stato costruito attorno al doppio asse
parte generale- approfondimenti. Essendo proprio della
parte generale il compito di fornire agli studenti delle
conoscenze di base che siano quadri di riferimento più
che resocontazione di fatti, si è stabilito di strutturare
questa parte del curricolo per moduli organizzati
attorno a schemi concettuali intesi come modelli di
interpretazione capaci di organizzare le conoscenze
più specifiche, rompendo, come risulterà più
chiaro
dopo, la serialità cronologica tradizionale
dell’insegnamento storico.
Questa scelta nella organizzazione dei contenuti può
ingenerare dei problemi se proposta solo nell’ultimo
anno di corso (come noi siamo obbligati ad
argomentare in questo dossier). In realtà, essa
andrebbe proposta lungo tutto l’arco del curricolo
verticale, almeno per il ciclo delle superiori. E non solo
quella: gli stessi obiettivi, le rilevanze
formativo-storiografiche, ecc. che abbiamo indicato per
la storia del ‘900 devono valere anche per le altre fasi
del curricolo verticale, se si vuole dare unitarietà e
coerenza allo stesso (si pensi alla profondità storica
di
temi come quello delle migrazioni, dello sviluppo, delle
relazioni tra culture, capaci di attraversare e
riorganizzare i contenuti e gli obiettivi di tutto il
quinquennio delle superiori).
La sequenza dei contenuti e i
tempi indicativi di svolgimento
Primo modulo.
1873-1973: l’economia della produzione e del
consumo di massa
TEMI (10 h. circa)
- la "grande depressione" del 1873 e le sue
conseguenze (crisi agraria, migrazioni, ecc.);
- la riorganizzazione del sistema produttivo: monopoli
e cartelli, rapporto tra banche e imprese, tecnologia e
produzione, nuovi prodotti strategici, taylorismo e
fordismo;
- lo sviluppo industriale tra centri e periferie: il
dualismo economico italiano; la nuova divisione
internazionale del lavoro e l’imperialismo;
- i cicli dell’economia tra sviluppo e crisi, fino al 1973:
le guerre mondiali, il1929,ecc.
- le politiche economiche e il nuovo ruolo dello stato:
dal protezionismo allo stato sociale
- la società industriale di massa: composizione
sociale, consumi, mentalità e valori...
PERCORSI DI APPROFONDIMENTO POSSIBILI (10
h. circa)
- sulle migrazioni transoceaniche oppure interne:
percorso di microstoria sulle vicende migratorie di un
paesino/di una famiglia/di un gruppo sociale- uso di
fonti epistolari, fotografiche, ecc..
- sulle relazioni Nord/Sud: analisi di fonti su una
situazione di tipo coloniale e neocoloniale (ad es.,
l’India, o l’Eritrea/Etiopia italiana)- dati
sull’import-export, sui contratti agrari, sulle ragioni di
scambio, ecc..
- sul dualismo economico-territoriale italiano: analisi di
bilanci dello Stato o altri dati statistici sul divario
occupazionale, di investimenti, ecc; analisi dei
consumi, della mentalità, ecc. in due micro contesti
territoriali differenti; discorsi parlamentari di grandi
meridionalisti, ecc..
Secondo modulo.
1870-1970: il secolo degli stati-nazione
TEMI (20 h. circa)
- la costruzione degli stati-nazione: le ferrovie,
l’istruzione, la nazionalizzazione delle masse, la
centralizzazione delle strutture politico-amministrative,
la politica economica...
- gli stati-nazione protagonisti della politica
internazionale: l’imperialismo e le rivalità tra gli stati
industrializzati fino alla prima guerra mondiale;
- lo stato-nazione, spazio dei conflitti socio-politici: le
ideologie e i partiti di massa, il movimento delle donne,
il suffragio universale, i movimenti nazionalisti;
- la crisi dello stato liberale e la nascita dei sistemi
politici di massa: democrazia liberale, comunismo,
fascismi. Il concetto di totalitarismo;
- evoluzione della centralità degli stati-nazione:
seconda guerra mondiale e ridefinizione degli
stati-guida. La guerra fredda. Stati a sovranità limitata:
la vicenda italiana;
- il proliferare degli stati-nazione: la decolonizzazione;
- alleanze e istituzioni sovranazionali: da Norimberga
ai blocchi militari all’Onu...
- nuove soggettività, nuovi conflitti: il ‘68 internazionale
e italiano
PERCORSI DI APPROFONDIMENTO POSSIBILI
(15h. circa)
- sull’antisemitismo: le motivazioni, le forme, le
responsabilità, attraverso ricostruzioni documentarie
di vicende di persone, gruppi, luoghi;
- la scelta individuale e collettiva: l’8 settembre, di
fronte alla guerra, di fronte alla shoah, nel ‘68...- fonti
orali...
- sulla guerra totale e la demonizzazione del nemico:
propaganda e immaginario collettivo durante le tre
guerre mondiali del ‘900, attraverso la lettura di
manifesti, film, ecc...
- sui movimenti sociali e i diritti. temi e soggetti del
‘68/69 italiano (milanese...) attraverso i volantini, le
foto, ecc...
- sulla decolonizzazione. studio di un caso, o di
protagonisti, attraverso discorsi, materiale filmato...
- riflessione storiografica: analisi di altre
periodizzazioni; ricerca di relazioni tra i processi
spiegati nei due moduli.
Terzo modulo.
Dopo il 1973: la terza rivoluzione industriale
TEMI (10 h. circa)
- la crisi economica degli anni ‘70: fine degli accordi di
Bretton Woods, la crisi energetica e il deterioramento
delle ragioni di scambio, la crisi fiscale dello stato;
- la ristrutturazione del sistema produttivo: la
rivoluzione tecnologica, il toyotismo, la
flessibilizzazione della produzione e il decentramento
produttivo, la delocalizzazione e la globalizzazione, la
finanziarizzazione dell’economia;
- nuovi centri, nuove periferie: i cambiamenti nelle
divisione internazionale del lavoro. I flussi di merci,
soldi, persone;
- i cicli economici e le crisi;
- le politiche economiche degli stati: il neoliberismo e la
crisi dello stato sociale. I processi di integrazione
economica. Il rapporto tra gli stati e
- i caratteri della società post-industriale: la
composizione sociale, i consumi, mentalità e valori...
PERCORSI DI APPROFONDIMENTO POSSIBILI (10
h. circa)
- sui nuovi flussi migratori: fattori, caratteristiche, ecc.;
i problemi delle società multiculturali, attraverso analisi
di casi: l’Italia (Milano...) - fonti possibili: storie di vita,
dati statistici, ecc.
- sulle relazioni Nord-Sud: analisi di casi di
delocalizzazione produttiva - analisi di strategie
industriali di gruppi multinazionali... - fonti
giornalistiche specializzate
- sul dualismo economico-territoriale italiano: analisi di
dati statistici sulla struttura occupazionale, l’economia
sommersa...; la struttura dei consumi, mentalità, valori,
processi di modernizzazione in micro-contesti delle
diverse aree economiche del Paese.
Quarto modulo
La crisi della centralità dello stato-nazione
TEMI ( 10 h. circa)
- l’evoluzione del quadro politico internazionale: la
seconda guerra fredda, la crisi del blocco comunista, i
conflitti locali dopo la fine della guerra fredda;
- la crisi del ruolo degli stati-nazione: in campo
economico-finanziario- demografico- ambientale-
politico, ecc.- crisi dei luoghi della decisione politica,
del progetto politico, delle ideologie;
- i processi di integrazione politica, economica e
militare: l’Europa unita, il nuovo ruolo della Nato, ecc...
- le istituzioni politiche sovranazionali
- di fronte alla globalizzazione: tra atteggiamenti
cosmopoliti e neoetnicismi, fondamentalismi, ecc.
PERCORSI DI APPROFONDIMENTO POSSIBILI (10
h. circa)
- stato nazionale e flussi migratori: la ridefinizione del
concetto di cittadinanza - studio di casi - fonti: il
dibattito teorico, il materiale legislativo...
- regionalismi, fondamentalismi, recupero di identità
totali: studio di casi - fonti: materiali giornalistici,
discorsi e documenti ufficiali,...
- problemi culturali della convivenza interetnica: studio
di casi
- conflitti locali, superpotenze e organismi
internazionali. Studio di casi
- riflessione storiografica: analisi di altre
periodizzazioni; ricerca di relazioni tra i processi
spiegati nei due moduli.
Osservazioni sul curricolo
Quello che abbiamo riportato è un elenco
approssimato di titoli, tematiche, concetti. Perché
diventi indicazione curricolare c’è probabilmente
bisogno di una ulteriore sfoltitura dei contenuti unita ad
una più rigorosa tematizzazione degli argomenti dei
moduli e dei percorsi di approfondimento(di cui,
peraltro, in omaggio ai caratteri di flessibilità di questa
parte del curricolo, si è inteso offrire una rosa di
possibilità invece che una rigida indicazione di scelta).
E tuttavia, questo curricolo grezzo è organizzato
attorno a criteri e intenzioni sottintese che ci sembra
utile esplicitare.
1- L’oggetto dei quattro moduli è il pianeta, l’ottica
secondo cui vengono ricostruiti i quadri storici è senza
dubbio quella mondiale. Non potrebbe essere
diversamente, trattandosi di storia contemporanea e
attuale, due periodi in cui la dimensione mondiale dei
processi è indiscutibile. L’assunzione di un’ottica di
world history si rende necessaria per capire il mondo di
oggi (e anche quello di tutte le altre epoche passate:
Braudel insegna!): corrisponde, dunque, ad una
esigenza di rigore storiografico. Assunta nel curricolo,
consente lo sviluppo delle rilevanze tematiche che
sono al centro della nostra proposta di insegnamento
della storia del’900. Essa dovrebbe poter accrescere
negli studenti la consapevolezza dell’interdipendenza
tra i propri contesti di vita e i processi storici più
generali e ingenerare una sensibilità e responsabilità
maggiori verso i problemi e il futuro del pianeta (il
condizionale è d’obbligo). Il pur necessario riferimento
alle storie più vicine - quella nazionale, quella regionale
e locale - viene svolto in sede di approfondimento e
come esemplificazione dei processi generali esaminati
nel programma di base.
2- L’organizzazione dei contenuti sottintende il
riferimento ad una precisa tesi storiografica, quella del
"secolo spezzato", proposta, tra gli altri, da C. Maier (
vedi l’articolo introduttivo).Il concetto interpretativo
fondamentale che informa il secolo (un secolo che
Maier fa partire dalla metà dell’800) è quello
di
territorialità: l’organizzazione politica ed economica,
la
mentalità e gli orientamenti collettivi, le politiche
e la
struttura amministrativa si organizzano in funzione del
dominio di uno spazio delimitato da confini, dando vita
alla forma degli stati-nazione. In questi organismi, lo
spazio della identità e quello della decisione
coincidono. Dentro questo quadro si sviluppa una
economia caratterizzata da produzione in serie e
consumi di massa che chiameremo sinteticamente
fordista, che nelle sue linee essenziali, tra momenti di
travolgente crescita e di drammatiche crisi, dura fino
agli anni ‘70. E’ questo il momento di cesura: la crisi
economica di questi anni induce processi di
ristrutturazione del sistema produttivo ed economico
(la terza rivoluzione industriale)che producono la
delocalizzazione e la globalizzazione delle politiche
industriali e finanziarie. A seguito di ciò, la centralità
degli stati-nazione entra in crisi: dalla territorialità
come cardine dei processi di identificazione e di
decisione si procede verso la deterritorializzazione
delle decisioni politiche ed economiche. Queste
vengono assunte da soggetti che non fanno più
riferimento ad un contesto territoriale preciso( le
multinazionali, ad esempio): lo spazio della decisione
si separa da quello dell’identità. In questa separazione
è possibile collocare e leggere molti fenomeni tra cui
i
ritorni di localismo, nazionalismo, fondamentalismo e i
tanti conflitti (locali?) che stanno caratterizzando gli
ultimi anni del ‘900. Di fatto, sembra dirci lo storico,
il’900 si chiude negli anni ‘70: da allora è iniziato
un
altro secolo (un’altra economia, un’altra politica...), un
periodo che Brusa definisce, in questo dossier "la
storia attuale".
L’adozione di questa tesi storiografica ha lo scopo di
offrire agli studenti una possibile chiave di lettura della
complessità del ‘900: i concetti interpretativi presi
a
prestito da Maier mettono in ordine i fatti di questo
secolo, rendono leggibili rilevanze e priorità,
esplicitano connessioni, sviluppi, linee di tendenza,
fratture. Non è l’unica tesi possibile: di questo secolo,
lo sappiamo, sono state suggerite altre interpretazioni
(secolo lungo, secolo breve...) L’ipotesi di curricolo
prima delineata suggerisce possibilità e momenti di
riflessione e confronto storiografico, anche allo scopo
di attenuare i rischi di "chiusura" contenuti in questa
proposta.
Come è evidente, questa ipotesi di curricolo non
prescinde da un confronto con il dibattito storiografico:
di esso si serve per strutturare i propri aspetti
contenutistico-concettuali e per sviluppare pratiche di
riflessione con gli studenti. E tuttavia, vogliamo
ribadirlo, la scelta della prospettiva storiografica
applicata al curricolo non è il frutto di una adesione
di
merito a questo o a quel partito di storici: è invece
il
frutto di una valutazione del possibile valore didattico e
formativo delle tesi storiografiche e della coerenza con
le finalità e gli obiettivi che si intendono assegnare
al
curricolo di storia. Da questo punto di vista, la tesi di
Maier fissa priorità, rilevanze e problemi per il ‘900
che
in buona misura coincidono con la nostra idea dei temi
e dei problemi che un curricolo di storia deve poter
offrire agli studenti.
3- I contenuti sono proposti secondo una
organizzazione modulare: dentro il quadro della
periodizzazione di riferimento (il "secolo
spezzato"dagli anni’70) ogni modulo indaga il periodo
in questione da uno specifico punto di vista (il punto di
vista economico e sociale, legato ai concetti-chiave di
fordismo/toyotismo; il punto di vista politico e culturale,
legato ai concetti di territorialità/
deterritorializzazione). Ogni modulo tende a
presentarsi in tal modo come coerente e in sé
concluso ed autonomo dal punto di vista
tematico-concettuale. L’attenzione viene spostata dal
racconto cronologico dei fatti economici, politici, ecc.-
tematicamente intermittente - alla ricostruzione delle
caratteristiche( politiche o economiche) di ognuno dei
periodi considerati. Lo stesso periodo viene in tal modo
indagato due volte, da due diversi punti di vista. Il
raccordo tra questi punti di vista, l’analisi delle
relazioni tra i racconti politico ed economico, viene
affidata a specifiche attività di ricerca, inferenza,
problematizzazione, ecc. Lo scopo di questa
organizzazione modulare dei contenuti è di definire
modelli di società, economia, politica per i periodi
indagati - la società industriale di massa, la società
post-industriale, il sistema degli stati-nazione, il
sistema della globalizzazione- - capaci di aprire a
successivi "giochi" didattico-storiografici: l’analisi delle
evoluzioni interne ai modelli di società considerati,
il
confronto tra il modello generale e i singoli casi,
l’approfondimento di aspetti specifici del modello, la
comparazione e la messa a fuoco di analogie e
differenze tra i sistemi studiati.
4- Questa proposta di curricolo è pensata per
accogliere e sviluppare le rilevanze tematiche che noi
proponiamo di mettere al centro dell’insegnamento del
‘900 : le migrazioni, sviluppo e sottosviluppo, le
relazioni culturali, i diritti, la soggettività. Queste
rilevanze sono presenti nella parte generale e, in
misura più esplicita, sono proposte nelle attività
di
approfondimento. E’ auspicabile che le attività di
approfondimento - se non tutte, alcune - si connettano
tra di loro sulla base di coerenze e ricorsività di tipo
contenutistico, concettuale, operativo. In tal caso
avremo strutturato filoni tematici capaci di dare
coerenza, compattezza e caratterizzazione alla intera
proposta curricolare. Ad esempio, nell’ipotesi di
curricolo prima delineata, è possibile costruire un
filone tematico sulle migrazioni scegliendo di svolgere
un percorso di approfondimento su questo tema, con
accentuazioni diverse, a ridosso del primo, terzo,
quarto modulo.
5- Un curricolo correttamente costruito dovrebbe
prevedere un uso sufficientemente ampio e articolato
di variabili: dalle politiche alle economiche, dalle
variabili sociali a quelle culturali. Ci sembra che la
prevalenza dei punti di vista politico ed economico non
sacrifichi, nel nostro curricolo, la presenza di altri
approcci, in particolare l’attenzione ai cambiamenti
sociali e di mentalità.
6- Nella parte generale viene sicuramente privilegiata
la dimensione macro delle variabili spazio temporali: la
necessità di offrire quadri d’insieme costringe a
lavorare su archi temporali medi (trattandosi di storia
contemporanea, è un po’ difficile parlare di lunghe
durate), e su spazi ampi. Le scale spazio-temporali più
piccole vengono recuperate in parte nella stessa parte
generale, attraverso l’analisi di casi, in parte nei
percorsi di approfondimento, dove ragioni di metodo
(l’uso di fonti documentarie) obbligano a volte a
prendere in considerazione microcontesti
spaziotemporali.
7- L’attenzione per l’articolazione delle variabili del
curricolo riguarda anche i soggetti: se nella parte
generale vengono privilegiati soggetti politici collettivi e
istituzionali (movimenti, classi, partiti, stati...), nelle
proposte di approfondimento si ha cura di correggere
questo sbilanciamento spostando l’attenzione su
soggetti sociali e anche individuali.
8- Dentro i vincoli orari che gli sono istituzionalmente
propri, il curricolo indica quali argomenti risolve in
breve tempo e su quali decide di soffermarsi
maggiormente. Rispetto a ciò, prevede una varietà
di
strategie didattiche e di modalità di verifica adeguate
alle diverse situazioni .
Relativamente ai temi da "liquidare" in poco tempo, la
tradizionale lezione frontale appare utile: ancora
meglio se affidata non solo all’esercizio oratorio
dell’insegnante, ma anche all’uso di schemi e tabelle
sinottiche, strumenti cronologici (ad esempio:
cronologie comparate) e cartografici, lucidi e
quant’altro offrano le moderne tecnologie didattiche per
questi momenti di sintesi. Agli studenti si chiederebbe
in questo caso di acquisire le informazioni mediante
appunti, memorizzare e, nel caso, riesporre, ma non è
da escludersi qualche rimando più corposo a materiali
allestiti dall’insegnante o a parti di manuale su cui far
svolgere, anche autonomamente e a prescindere dalla
spiegazione dell’insegnante, operazioni di selezione e
riorganizzazione delle informazioni.
Nella parte generale viene prevista per alcuni temi una
trattazione più ampia e dispendiosa dal punto di vista
orario. In questo caso, si possono adottare procedure
di lavoro meno frontali e passivizzanti ( porre il
problema, sondare le preconoscenze, richiedere di
formulare ipotesi da andare a verificare nel testo o nei
testi, affrontare questioni storiografiche mettendo a
confronto tesi diverse, valutare l’efficacia di alcuni
modelli interpretativi... ) e una maggiore varietà di
strumenti (non solo il manuale, ma anche il film, il
documentario, il testo storiografico, su cui attivare
operazioni di smontaggio e rimontaggio, di
comprensione, analisi, sintesi.).
Nei percorsi di approfondimento prevale la didattica di
laboratorio, il lavoro sulle fonti (che per il’900 vuol dire
andare dai discorsi parlamentari alle foto, dalla
narrativa ai film e alla pubblicità, dalle canzoni ai
telegiornali, ecc..), la pratica della ricerca storica,
modalità di comunicazione più circolari e un ruolo
meno direttivo e più di coordinamento dell’insegnante.
Emerge da queste brevi indicazioni l’idea di un
curricolo nelle intenzioni molto articolato sotto il profilo
delle strategie didattiche (uso di molteplici mediatori
cognitivi, molteplici modalità di comunicazione,
molteplici procedure e metodologie di approccio allo
studio della materia), che non delega la didattica
"divertente" o motivante al solo momento
dell’approfondimento, che innesta momenti di
operatività e attività costruttiva delle conoscenze
in
tutti i momenti del curricolo.
Le diverse attività e momenti in cui si articola il
curricolo richiedono, al pari delle strategie didattiche,
differenti modalità di verifica e valutazione: quelle
più
tradizionali, come l’interrogazione orale; quelle un po’
più "moderne",come i test o le verifiche scritte
strutturate e semi strutturate; il confronto dialogato
(discussione) sui risultati di una attività; la
comunicazione degli esiti di un percorso di ricerca ad
interlocutori esterni alla ricerca stessa , mediante la
produzione di materiali; la ricostruzione delle modalità
che hanno condotto a determinati risultati (riflessione
di tipo metacognitivo). Escluse queste due ultime, le
altre modalità si prestano ad essere usate come
verifiche sommative ma anche iniziali e in itinere.