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1789

 
Una Rivoluzione, o tre rivoluzioni? Qualcuno ha parlato di tre rivoluzioni dell'estate dell'89: una rivoluzione istituzionale o parlamentare al vertice, una rivoluzione urbana, o municipale, e una rivoluzione contadina; e, almeno dal punto di vista pedagogico, questa presentazione puo rivelarsi utile.
Michel Vovelle

Le tre rivoluzioni del 1789, F. Furet - D. Richet


 
luglio 1788 - marzo 1789
convocazione e elezioni degli Stati generali.
 

Decreto di convocazione degli Stati Generali - 5 luglio 1788 

Conclusione del Consiglio di Stato del re tenuto a Versailles il 27 dicembre l788

Lettera del re per la convocazione degli Stati Generali a Versailles il 27 aprile l789

Le elezioni, la redazione delle petizioni e i tumulti in provincia

Le preoccupazioni intellettuali nei "cahiers de doléances" del 1789

Riassunto dei quaderni di doglianza relativi al problema della costituzione del regno

Decreto che fissa al 1° maggio la convocazione degli Stati Generali del Regno

1789 - 5 maggio
Seduta inaugurale degli Stati Generali

Gli Stati generali, solennemente inaugurati il 5 maggio 1789, dopo neanche tre mesi, il 9 luglio, si proclamano Assemblea nazionale costituente, e la vittoria popolare parigina del 14 luglio assicura il successo del movimento: in quei tre mesi decisivi, tutti gli elementi di una situazione esplosiva giunsero a una maturazione gravida di conseguenze. La campagna elettorale, per la prima volta, aveva davvero dato al popolo francese il diritto alla parola, ed esso ne aveva usato nelle sue assemblee: dai più ingenui ai più elaborati, i cahiers de doléances sono un'impressionante testimonianza collettiva dell'ansia di mutamento alla quale la stessa forma del cerimoniale d'apertura degli Stati generali non sembrava la più adatta a rispondere. Ma sul problema del voto, pro capite o " per ordine ", il Terzo stato ha immediatamente affermato la sua volontà di mostrare ai privilegiati quale posizione intendesse assumere. Il 6 maggio, sul modello della costituzione inglese il Terzo si definisce un corpo elettorale autonomo e nuovo e assume il nome, per imitazione del linguaggio politico inglese, si attribuisce il titolo di (camera dei) Comuni.

La processione inaugurale, Jules Michelet 

La cerimonia di apertura. Jules Michelet

Cerimonia di apertura degli Stati Generali (testimonianza)

Il discorso del re (5maggio 1789)

Giornale degli Stati Generali (n.4)

"Le point du jour" ovvero il risultato di ciò che e' accaduto agli Stati Generali

Lettera del conte di Mirabeau ai suoi elettori (10 maggio 1789)

17 giugno - Comuni assumono il nome di " Assemblea nazionale ". 

1789 - 20 giugno Giuramento della Pallacorda.

23 giugno - seduta regia; i deputati rifiutano di sottomettersi.

27 giugno - Il re invita clero e nobiltà a unirsi al Terzo Stato. 

 

Il 20 giugno 1789, durante il giuramento della Pallacorda, i deputati del Terzo avevano solennemente giurato di " non separarsi mai finché la Costituzione non fosse stata stabilita ". La "regia seduta " del 23 giugno, estremo tentativo del potere di riprendere in mano la situazione, conferma la determinazione del Terzo, che per bocca di uno dei suoi leader (Bailly) risponde che "la Nazione riunita non accetta ordini ". 

Dichiarazione sulla costituzione dell'Assemblea (17 giugno 1789)

Giuramento della Pallacorda contro ogni sospensione o interruzione dell'Assemblea (20 giugno 1789)

Tredicesima lettera del conte di Mirabeau ai suoi elettori 23, 24, 25 giugno

Verbali della seduta presieduta dal re agli Stati Generali il 23 giugno 1789

1789 - 9 luglio L'Assemblea si proclama Assemblea nazionale Costituente  

Dichiaratisi Assemblea nazionale Costituente, e persuasi gli Ordini privilegiati a sedere con loro, i deputati del Terzo avvertono chiaramente la precarietà della propria situazione, quando col concentramento delle truppe a Parigi e il licenziamento di Necker, l'11 luglio, si profila la controffensiva monarchica. Ma a questo punto subentra la popolazione parigina, che si dà un'organizzazione rivoluzionaria. All'inizio di giugno, nel quadro delle assemblee elettorali degli Stati generali, la borghesia parigina getta le basi di un nuovo potere, e il popolo di Parigi comincia ad armarsi.

11 luglio - Destituzione di Necker. 

12 luglio - Disordini parigini al Palais-Royal

1789 - 14 luglio
Presa della Bastiglia.

16 luglio - Richiamo di Necker.

I crescenti disordini seguiti al licenziamento di Necker sfociano nella decisiva giornata del 14 luglio, allorché il popolo, dopo una breve resistenza, s'impadronisce della Bastiglia, fortezza e prigione di Stato a un tempo. La portata di quest'episodio va tuttavia molto al di là del fatto isolato, ed è in certo senso il simbolo del crollo dell'arbitrio monarchico e dell'Ancien Régime. 

La prigione della Bastiglia. Jacques Godechot

Diario di J.B. Humbert, orologiaio, che, per primo, e' salito sulle torri della Bastiglia

Cronaca del martedì 14 luglio.

La presa della Bastiglia, Jules Michelet

17-19 luglio - Inizio della sollevazione del bocage normarino. 

1789
15 luglio - fine luglio 
"Rivolta municipale".

22-26 luglio - Inizio della rivolta in Alsazia e nella Franca Contea

A questo punto, la pressione popolare non si esercita più soltanto a Parigi, tutt'altro. Seguendo l'esempio della capitale, molte città realizzano la propria "rivoluzione municipale", a volte pacifica, quando le autorità in carica se ne vanno senza contestazione o resistenze, a volte armata, come - per citare qualche nome fra i tanti - a Bordeaux, a Strasburgo e a Marsiglia. In questo clima di generale agitazione delle città prende il via la Grande Paura 
1789 - 20 luglio
La grande paura
 

Col suo ritmo particolare e i suoi specifici obiettivi di lotta, la cosiddetta rivoluzione contadina non è una conseguenza delle rivoluzioni urbane. Dopo le prime insurrezioni della primavera del 1789, le sommosse agrarie dilagano in molte regioni (nel Nord, nell'Hainaut, all'Ovest, in Bretagna e nel bocage normanno, come all'Est, nell'Alta Alsazia e nella Franca Contea, poi nella regione di M?con), in una rivolta antinobiliare in cui spesso s'incendiano i castelli, ma che, sebbene violenta, raramente è sanguinosa. Nella seconda metà di luglio, in questo contesto di rivolte localizzate, viene a inserirsi la Grande paura, movimento consimile e insieme diverso che interesserà più della metà del territorio francese.
Si tratta di un panico collettivo e a prima vista inspiegabile, che secondo l'interpretazione classica di George Lefebvre, è l'eco distorta delle rivoluzioni urbane rimbalzata nelle campagne. Il suo tema è elementare e molteplice a un tempo: i contadini si armano per fronteggiare pericoli immaginari: piemontesi nelle Alpi, inglesi sulla costa, " briganti " ovunque. Diffuso per contatto, il panico svanisce rapidamente, ma in pochi giorni giunge sino ai confini del regno, dando esca alla rivolta agraria e prolungandosi nel saccheggio dei castelli e nei falò dei titoli del prelievo feudale. Per questa ragioni, la Grande paura è assai di più che un moto "scaturito dalla notte dei tempi ", per dirla con Michelet: essa realizza la mobilitazione delle masse contadine, e ne simboleggia l'ingresso ufficiale nella Rivoluzione. 

La giornata del 17 luglio 1789. diario di Bailly, sindaco di Parigi

Riassunto di ciò che e' accaduto dal 27 giugno fino al 16 luglio.

"Revolutions de Paris" (n.3 di lunedì 27 luglio 1789)

La rivolta nelle campagne, Albert Soboul

La grande paura nel Clermontois Valois e Soissonnais, 27-28 luglio 1789 (testimonianze)

1789 - 4 agosto Abolizione dei privilegi 

26 agosto - Approvazione della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

 

Sotto la spinta delle emozioni suscitate dal generalizzato moto di rivolta della Grande paura l'Assemblea nazionale affronta il tema centrale dell'Antico regime e della società rurale: il regime del privilegio che accompagna la storia di Francia e dell'intera Europa fin dal cuore del medioevo. Il che non vuol dire che la classe politica rivoluzionaria del Terzo Stato abbia immediatamente accettato l'intrusione e la pressione delle masse popolari: allorché, il 3 agosto 1789, la questione venne sottoposta all'Assemblea nazionale, più di un deputato del Terzo stato si mostrò incline a un vigoroso ritorno all'ordine, e fu dal realismo di alcuni nobili "liberali" che nacque l'iniziativa sfociata nella notte del 4 agosto, in cui i privilegiati fecero rinuncia formale del proprio status privilegiato. La notte del 4 agosto fu un momento di slancio collettivo in cui nobili ed ecclesiastici rinunciarono ai propri privilegi con generosa emulazione; ma i ripensamenti non si fecero attendere: sebbene il decreto finale dichiari che l'Assemblea nazionale "abolisce radicalmente il sistema feudale", introduce però delle sottili distinzioni fra diritti personali, aboliti senza indennizzo, e "i dritti reali", gravanti sulla terra e dichiarati semplicemente riscattabili. Nonostante queste restrizioni, la notte del 4 agosto getta comunque le basi di un nuovo diritto civile borghese, fondato sull'uguaglianza e la libertà d'impresa. Nei mesi e negli anni seguenti, d'altronde, davanti al rifiuto ostinato dei contadini, le restrizioni introdotte decaddero, e la violenta opposizione delle campagne impose l'abolizione pura e semplice degli ultimi resti del sistema feudale. 

Assemblea nazionale, seduta della notte del 4 agosto

Decreto relativo all'abolizione del regime feudale 4, 6, 7, 8 e 11 agosto 1789

1789 - 26 agosto
La dichiarazione dei diritti

28 agosto -11 settembre Dibattiti sul " veto " regio.

 

Su questa tabula rasa, effetto della formale abolizione dei diritti feudali ma in realtà e nella sostanza dell'intero ordine costituito, bisognava ormai ricostruire tutto il sistema della civile convivenza: dalla fine del 1789 al 1791 l'Assemblea nazionale "costituente" preparò la nuova Costituzione che avrebbe retto la Francia, e il cui preludio fu la solenne Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che il 26 agosto 1789 proclamando i nuovi valori di libertà, uguaglianza, sicurezza e proprietà, poi della fraternità, si dava corpo al nuovo soggetto politico: il cittadino. Il rovesciamento suddito/cittadino apre la strada di tutto il corso rivoluzionario e lo rende legittimo. 

Cronologia, dibattito, testi e document della Dichiarazione dei diritti:

1789
agosto - novembre
L' Assemblea Costituente: la formazione dei "partiti"
 

La nuova Costituzione non venne elaborata in un clima di serenità. Nel fervore operativo del periodo della Costituente, nacque un nuovo stile di vita pubblica e si strutturò una nuova classe politica divisa, se non proprio in partiti, quanto meno in tendenze: gli aristocratici a destra, i monarchici al centro, i patrioti a sinistra. S'imposero inoltre dei leader e dei portavoce, quali Cazalés o l'abate Maury fra gli aristocratici, e Mounier e Malouet al centro. I patrioti si divisero fra Mirabeau, oratore eloquente ma statista di indubbia fede monarchica che non tardò a vendersi segretamente alla corte, e Lafayette, individuo borioso e mediocre che sognava di diventare il Washington della situazione. All'estrema sinistra, se così si può dire, s'impose invece il cosiddetto triumvirato: Duport, Lameth, e soprattutto Barnave, osservatore obiettivo ma ben presto sopraffatto dalla piega degli eventi. Infine, ancora isolati dai leader del domani, Robespierre e l'abate Grégoire si ersero a portabandiera di un ideale democratico avanzato. 

"Le publiciste parisien" (N. 1 du samedi 12 septembre 1789)

"L'Ami du peuple" o "le publiciste parisien" (n. 7 del 17settembre 1 789)

"L'Ami du peuple" o "le publiciste parisien" (n. 11 di lunedì 21 settembre 1789)

"I perché del mese di settembre 1789"

1789
settembre - dicembre
L'Assemblea costituente: lavori per la costituzione

28 agosto-11 settembre - dibattito sul veto regio 

 

La discussione della futura Costituzione occupò buona parte delle sessioni dell'Assemblea nel corso della seconda metà del 1789. Le opposizioni si polarizzarono su un certo numero di punti cruciali, quali il problema del diritto di pace e di guerra o quello del diritto di " veto ", che dava alla monarchia la possibilit? di bloccare le leggi approvate dall'Assemblea. Ma prima ancora che l'atto costituzionale fosse perfezionato, le necessità del momento spinsero l'Assemblea a impegnarsi in esperienze nuove e a lanciarsi in azioni impreviste. La crisi finanziaria, irrisolto problema della monarchia d'Ancien Régime, portò ad esempio all'esperimento monetario degli assegnati, banconote garantite dal ricavato della vendita dei beni ecclesiastici nazionalizzati. L'Assemblea pertanto dovette dare al clero un nuovo statuto, retribuendone i membri come funzionari pubblici: nacque così la " Costituzione civile del clero ", approvata nel 1791 e che ebbe conseguenze incalcolabili

1 ottobre - banchetto delle guardie del corpo in omore della famiglia reale 

1789 - 5-6 ottobre
Marcia su Versailles, il re viene ricondotto a Parigi.

15 ottobre Prima memoria segreta di Mirabeau al re.

21 ottobre Approvazione della legge marziale contro i disordini.

 

La rivoluzione popolare parigina continua il suo corso con l'assassinio, in luglio, dell'intendente della generalità di Parigi, Bertier de Sauvigny. Non solo vi è un clima di effervescenza generale, ma alla tensione provocata dalla lontananza dell'Assemblea, che risiede ancora a Versailles, dal clima di sospetto verso la corte e dalla letargia dell'istituto monarchico, si aggiungono le proteste di fedeltà da parte delle truppe mercenarie alla dinastia e all'Antico regime e le obbiettive difficoltà degli approvvigionamenti della città di Parigi. La risposta a questo insieme di emozioni scoppia con la marcia su Versailles, il 5 e 6 ottobre, di una folla di parigini, uomini e donne, che riportano a Parigi la famiglia reale, "il fornaio, la fornaia e il garzoncello": programma in cui alla rivendicazione politica (controllare la famiglia reale) si unisce la rivendicazione economica. Questo episodio di mancanza di ogni controllo sul popolo parigino da parte delle istituzioni e anche della stessa Assemblea, chiarisce l'insieme complesso dei rapporti che va delineandosi tra i vertici della Rivoluzione e l'insieme delle masse popolari; della popolazione di Parigi in particolare. Indubbiamente le fasce alte del Terzo stato (le borghesie cittadine) sono assai guardinghe nei confronti della violenza popolare e delle forme brutali di lotta per il pane quotidiano; ma fra queste due rivoluzioni v'è assai più che una coincidenza fortuita: è grazie all'intervento popolare che la rivoluzione parlamentare può realizzare i suoi successi, ed è grazie al 14 luglio che il 16 il re cede, richiamando Necker e rassegnandosi a inalberare la coccarda tricolore, simbolo dei tempi nuovi. Le giornate d'ottobre frenano inoltre la reazione delle forze conservatrici. Mirabeau, offrendo i suoi servigi alla corte inaugura l'insieme di tentativi di mediazione tra Rivoluzione e monarchia che sempre saranno destinati a fallire. I tentativi dell'Assemblea e dei partiti di ridurre l'impatto delle masse popolari apriranno, in seno alla classe rivoluzionaria, i dibattiti che aprono la strada al pluralismo di gruppi e partiti 

Le giornate dell'ottobre 1789, Michel Vovelle

Le giornate di ottobre, Adolphe Thiers

"Courrier de Provence" (n. 50 dal 5 al 6 ottobre 1789)

"Revolutions de Paris" arrivo del re e della sua famiglia a Parigi

1789 - 2 novembre
messa disposizione dei beni del clero
 

La rivoluzionaria decisione di mettere i beni ecclesiastici a disposizione del paese, adottata verso la fine del 1789 (2 novembre), non contrastava affatto con una certa tradizione gallicana; ma, a partire dalla primavera del 1790, l'avventura degli assegnati, che ben presto funzionarono come vere e proprie banconote, e la cui rapida svalutazione e l'inflazione che ne seguì, furono fattori essenziali della crisi socio-economica rivoluzionaria che avrebbe avuto un peso notevole sui successivi avvenimenti. D'altra parte, la vendita dei beni ecclesiastici, divenuti beni nazionali, fu anch'essa gravida di conseguenze. Quest'espropriazione collettiva - la più importante dei tempi moderni - interessò dal 6 al 10% del territorio nazionale, e sebbene denunciata dai contro-rivoluzionari, fu assai ben accolta dal pubblico: a partire dal 1790 e soprattutto dal '91, le vendite, in pieno svolgimento, vincolarono indissolubilmente gli acquirenti dei beni nazionali, in virtù dei loro interessi di nuovi proprietari, alla causa della Rivoluzione. Questo consolidamento dello schieramento rivoluzionario ebbe tuttavia il suo rovescio: la vendita dei beni nazionali, e più ancora la Costituzione civile del clero, determinarono in tutta la nazione uno scisma profondo. L'opera laica e radicale della Costituente stendeva una rete di nuove istituzioni su un terreno di tradizioni e di emozioni antiche che la Rivoluzione avrebbe dovuto sradicare con la sua forza politica e morale. 

Giudizio sulla Costituente, Jean Jaurès