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Il genocidio armeno e la Shoah: un confronto

(di R. Melson)

Il genocidio armeno e la Shoah possono essere definiti dei modelli emblematici di genocidio dell’epoca moderna.

A sostegno di questa affermazione si possono addurre quattro motivazioni.

In primo luogo questi due stermini di massa sono stati la conseguenza di una politica statalista che aveva come obiettivo da una parte l’eliminazione della comunità armena in tutto l’Impero ottomano, dall’altro quello degli Ebrei in Germania ed in Europa. Si tratta di due esempi incontestabili di quello che l’ONU ha chiamato "genocidio totale", il ché lo differenzia dal "genocidio parziale" (tra i casi di "genocidio parziale" figurano i massacri dei Cinesi in Indonesia nel 1965, degli Ibos in Nigeria nel 1967, del musulmani in Bosnia nel 1992/96.

In secondo luogo i gruppi bersagliati sono delle comunità etnico-religiose parzialmente integrate ed assimilate nei rispettivi contesti sociali, l’Impero ottomano per gli uni, l’Europa per gli altri. Anziché svilupparsi in un contesto con le caratteristiche che assume un conflitto contro un Paese straniero, la loro eliminazione fu un massacro collettivo, preceduto da un’aggressione ad opera degli apparati dello Stato contro una parte del proprio tessuto sociale. Il genocidio armeno e la Shoah rappresentano dunque non soltanto un "genocidio totale", ma un "genocidio interno statale", diverso dunque dei genocidi di popolazioni straniere residenti al di fuori della frontiera dello Stato. Su questo punto il genocidio armeno e la Shoah differiscono dall’eliminazione di massa degli abitanti di Melisso da parte degli Ateniesi, dell’annientamento di Cartagine da parte di Roma o di quello dei popoli del Nuovo Mondo e dell’Africa per mano degli Europei.

In terzo luogo, gli Armeni e gli Ebrei formavano un gruppo comunitario ed etnico e non un gruppo od una categoria politica, che non rientrano nella prima definizione, fortemente avversata, di genocidio accettata dalle Nazioni Unite. Anche se gli Armeni e gli Ebrei hanno fatto parte di specifiche categorie sociali , nell’Impero ottomano per gli uni, in Germania e dovunque in Europa per gli altri, essi non rappresentavano una classe sociale specifica, come avveniva per i kulaki in unione Sovietica io i Cambogiani di città, rispettivamente eliminati da Stalin e dagli Kmer rossi.

In quarto luogo il genocidio armeno e la Shoah sono il risultato iniquo di una ideologia moderna, di un contesto rivoluzionario e di guerra: la rivoluzione turca e la Prima Guerra mondiale per il genocidio armeno, la rivoluzione nazista e la Seconda Guerra mondiale per la Shoah. Nei secoli precedenti, la minoranza armena dell’Impero ottomano si era giovata di una forma di tolleranza non disgiunta da evidente disprezzo. Gli Armeni accolsero favorevolmente la rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908, sperando che avrebbe contribuito a migliorare la loro situazione, che era peggiorata all’epoca del sultano Abdülhamid II. Nonostante questo, dopo le vicende militari del periodo 1908/12, i Giovani Turchi si discostarono da questa tradizione di tolleranza, orientandosi verso una ideologia panturca, una variante del nazionalismo organicista contemporaneo e nel 1915, in piena guerra mondiale, deportarono ed annientarono la comunità armena. Gli Ebrei della Germania imperiale erano stati emancipati nel 1871 e, nonostante qualche manifestazione di antisemitismo, essi speravano di essere assimilati ed integrati nella società tedesca ed europea. I disastri della Prima Guerra mondiale, l’inflazione degli anni ’20, la grande depressione, ebbero come sbocco la fine della repubblica di Weimar e l’arrivo al potere dei nazisti, che erano ispirati da una concezione del mondo che univa al razzismo un antisemitismo assoluti. Il piena guerra mondiale essi misero in atto un programma di sterminio totale degli ebrei e degli Zingari e un genocidio parziale di popoli come quello Polacco.

Nonostante queste analogie tra il genocidio armeno e la Shoah esistono anche almeno tre differenze.

In primo luogo gli Armeni, come gli Ebrei, erano considerati una comunità inferiore e regevole, ma a differenza degli Ebrei, non erano accusati di deicidio. Per gli Ebrei infatti, l’essere percepiti come deicidi ha contribuito, nel momento in cui chiedevano di avere pari dignità sociale, a far crescere un movimento antisemita che li demonizzava e che imponeva loro una esclusione molto più marcata e diversa da quella subita dagli Armeni.

In secondo luogo gli Armeni erano soprattutto una comunità rurale che viveva sulla terra dei suoi antenati, in Cilicia e nelle province orientali dell’Anatolia, mentre gli Ebrei costituivano una comunità essenzialmente urbana, senza un territorio ancestrale, sparpagliati per tutta la germania e l’Europa. Nel contesto delle rivendicazioni nazionaliste, alcuni nazionalisti Armeni rivendicarono l’autonomia territoriale ed amministrativa, mentre gli Ebrei europei, fatta eccezione per il movimento sionista, aspiravano all’integrazione e all’assimilazione da parte dei paesi nei quali risiedevano. Il genocidio armeno dunque, a differenza della Shoah, comportò non solo la scomparsa di tutto un popolo, ma anche la confisca delle terre tradizionalmente da questo coltivate a partire dall’epoca precristiana.

Infine, contrariamente ai Giovani Turchi, le cui aspirazioni erano di tipo nazionalista e imperialista, i nazisti rappresentavano un movimento totalitario la cui ideologia antisemita aveva delle ambizioni mondiali. Contrariamente al genocidio armeno e ad altri tipi di genocidio, la Shoah aveva dunque scopo e portata mondiali. E’ noto che i nazisti chiesero ai loro alleati giapponesi di consegnare tutti i loro ebrei perché fossero sterminati. I giapponesi rifiutarono, ma questo esempio è paradigmatico per capire le differenti ideologie nazista e turca. La prima si era posta come obiettivo quello di combattere gli Ebrei a livello planetario, la seconda quello di uccidere gli Armeni di Anatolia e del resto dell’Impero panturco.

Diversamente dai nazisti, i Giovani Turchi non aspiravano a far scomparire gli Armeni dalla faccia della terra.