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Dispense > Elaborati |
In questa sezione trovate alcuni miei elaborati scritti per il seminario introduttivo alla Licenza in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. | |||
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Bontà e rettitudine | ||||||
Chiunque riconosca all'uomo la sua dignità
e i suoi diritti non avrà problemi ad accettare di essere imparziale
nel giudicare. Essere imparziali significa agire sempre allo stesso modo
in situazioni ugualmente rilevanti... Ciò significa che un non
cristiano, un ateo, un particolarista, ecc., sono realmente capaci di
moralità, infatti « perché si possieda l'atteggiamento
morale fondamentale (o no), quando si è raggiunta la maturità
necessaria per distinguere l'amore imparziale da quello egoistico-parziale,
è necessario soltanto che lo si voglia possedere (o no) e dipende,
quindi soltanto dalla sua libera adesione ». |
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Coscienza | ||||||
L'autore fonda tutta la sua trattazione
nel riconoscere che l'uomo, con la sua dignità, libertà
e storicità, "segnato" dalla chiamata di Dio alla comunione
con lui, è colui che stabilisce la corrispondenza tra la sua razionalità
e la sua libertà nonché quello che a lui e da lui è
dovuto nel mondo categoriale. Egli è «il creatore del mondo
morale che diviene l'espressione e l'oggettivazione della sua razionalità
e della sua libertà». |
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Immagine di Dio e morale | ||||||
Come indica lo stesso autore all'inizio
dell'articolo, lo scopo delle sue riflessioni è quello di considerare
il «corretto modo di dar forma al mondo» e di conseguenza
il modo in cui Dio interviene in questa "formazione". Naturalmente
la soluzione di questo problema dipende molto dall'immagine che si ha
di Dio. |
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Lo specifico dell'etica cristiana | ||||||
La discussione verte sullo «specifico
dell'etica cristiana» e nello stesso tempo sulla sua comunicabilità
del messaggio cristiano a tutti gli uomini. L'autore cerca di evitare
due estremi. Da un lato la Chiesa non può cadere in settarismi
e assolutizzazioni nel suo dialogo con il mondo contemporaneo; dall'altro
bisogna fare attenzione a non confondere il cristianesimo con un'etica
svuotando il messaggio cristiano della sua peculiarità e originalità. |
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Norma morale | ||||||
Il principale limite della morale casuistica
risiedeva nel focalizzare l'attenzione sul comportamento concreto della
persona dando scarso rilievo al suo atteggiamento interiore, per cui una
determinata azione poteva essere considerata moralmente buona o cattiva
a prescindere dall'intenzionalità, dalla disposizione interiore,
dalle condizioni personali, ecc., del soggetto... Per reagire al giuridismo
della "vecchia morale", i fautori della "nuova morale"
sono caduti nell'eccesso opposto... |
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Opzione fondamentale | ||||||
L'opzione fondamentale è stata
definita come «autodisposizione della persona umana nella sua totalità
compiuta nel centro più intimo dell'uomo davanti ad un assoluto
profondamente sperimentato». Essa indica il rapporto tra la persona
e il suo atto «tra l'identità dinamica del soggetto agente
e il variare e il susseguirsi delle sue singole scelte in situazioni ben
particolari». |
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Ricercando la verità morale | ||||||
L'argomentazione dell'autore si basa
sul fatto che sia l'uomo che il mondo sono storici e di conseguenza mutevoli.
L'uomo non è storico solo in quanto partecipa della storicità
del mondo nel quale è inserito; è storico anche perché
nel tempo egli si esprime sempre in modo diverso e si autosviluppa nello
sviluppo del mondo. Sicché da un lato l'uomo resta sempre se stesso,
dall'altro cambia continuamente. |
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Specificità della morale cristiana | ||||||
Non fa problema l'affermazione che la
centralità di Cristo ed il rapporto che il credente instaura con
lui siano la novità specificante dell'etica cristiana. Le divergenze
sorgono quando si afferma che questa novità abbia incidenza anche
sulla determinazione di norme concrete di azione (incidenza contenutistica). |
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Teologia di un annuncio per tutte le genti | ||||||
L'esigenza di annunciare il Vangelo a
tutte le genti esige che questo sia comprensibile e recepibile da ogni
uomo di ogni cultura e di ogni tempo. Ma annunciare il Vangelo non significa
annunciare con esso un patrimonio culturale specifico...bisognerà
riconoscere che anche «l'organizzazione teorica di un annuncio morale
è sempre una concettualizzazione culturalmente condizionata». |
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