POLITICA

OMBRETTA COLLI

    Era ancora una teen-ager quando Ombretta Colli debutta in un prestigioso teatro milanese.         L'esordio sulle scene come attrice è a sedici anni, al "Piccolo di Milano". Poi la carriera artistica prosegue alla grande e Ombretta Colli la ritroviamo protagonista di molti film diretti da importanti registi come Ettore Scola, Elio Petri e Luigi Magni e con attori del calibro di Giorgio Albertazzi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Paolo Villaggio. Esuberante ed eclettica, Ombretta Colli percorre anche altre strade: autrice, cantante, regista e produttrice nei molteplici settori dello spettacolo, dal teatro di prosa al cinema alle produzioni televisive. Fino ad arrivare al '94, quando varca un'altra frontiera, quella della politica. Entra nell'Europarlamento, eurodeputata di Forza Italia fino al 1999, nominata vice Presidente della Commissione Affari Sociali e Occupazione nonché‚ coordinatrice della Commissione Pari Opportunità.

    Oggi la ritroviamo presidente della Provincia di Milano. Con i suoi oltre quattro milioni di abitanti è la provincia più ricca d'Italia. Una svolta, ma che non deve stupire, assicura Ombretta Colli. "Ci sono più punti di contatto di quanto si creda tra spettacolo e politica, due professioni che si occupano degli altri: chi fa spettacolo deve interessare e divertire la gente, il politico deve aiutare a risolvere i loro problemi. Per entrambi, l'oggetto della loro attenzione è lo stesso: il pubblico, i cittadini. Nel mio caso non era poi nemmeno tanto strano impegnarmi in politica perché mi sono sempre occupata del sociale anche da artista. Ho raccolto fondi per fini umanitari e sociali soprattutto come cantante. Ho un ricordo molto bello degli anni Novanta: sono andata fino in Australia, a Sidney, a cantare per raccogliere soldi da destinare alla realizzazione di una scuola per disabili. Spettacoli per beneficenza ne ho fatti a bizzeffe...

    Ora ho smesso i panni dell'artista e senza rimpianti, anche se prima guadagnavo cinquanta volte tanto: nel momento in cui ho scelto di dedicarmi alla politica ho deciso che dovevo esserlo a tempo pieno per un senso di responsabilità nei confronti di chi mi aveva votata. Invece, vedo tanti colleghi che continuano tranquillamente ad esercitare le loro professioni: avvocati, architetti... io al loro posto mi vergognerei". Il suo curriculum politico è già denso di prestigiosi incarichi: dal 29 novembre 1999 è anche Presidente dell'Unione delle Province Lombarde ed è membro della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Città e Autonomie Locali. Alle spalle, la carica di Assessore ai Servizi Sociali e alla Persona del Comune di Milano, con delega alle Relazioni Internazionali e con funzione di Capo Delegazione di Forza Italia nella Giunta comunale. Dal luglio 1995 al maggio 1996 Š stata contemporaneamente Deputato al Parlamento Italiano, membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

    Ricorda con orgoglio il suo passato all'assessorato ai servizi sociali: "Milano è la città che più investe e spende per il sociale. E' la metropoli europea con il più alto numero di associazioni e organismi di volontariato, sociale e sanitario. Milano, con il "cuore in mano", come vuole la tradizione. Altro che "egoismo edonista" che alcuni le rinfacciano. La Provincia ha risposto a tali necessità offrendo opportunità a tutto il mondo del volontariato. Ho affrontato una panoramica di problemi, mettendo in piedi un bilancio di trecento miliardi per le fasce dei più deboli. Sono molto fiera di questa esperienza. In particolare dell'aiuto economico dato alle giovani coppie con un figlio (per tre anni, per superare gli anni più delicati) e alle famiglie che prendono in casa un anziano: si tratta di un buono di un milione al mese. Ero rimasta colpita dalle confidenze di una commessa. Sapevo che era fidanzata "allora ti sposi presto?" le chiesi. "Ma come facciamo? Tutti e due abbiamo uno stipendio troppo basso... e fare un figlio manco parlarne". Si parla tanto di questi giovani che rimangono in casa fino a tarda età, che c'è la denatalità, bisogna pur fare qualcosa di concreto. Io l'ho fatto. Noi donne siamo forti, affidabili. Noi abbiamo potere sulle persone, gli uomini sulle cose. E poi siamo più allegre: a me piace lavorare con le donne.

    Far politica è un impegno molto gravoso, faticoso; il mondo dello spettacolo è più allegro, più creativo; quello politico è più cupo, c'è molta aggressività e strategia da corridoio. Io non amo tutto questo, io voglio agire, portare a termine i progetti. Il cittadino vuole ospedali, strade... Per questo ci vogliono più donne in politica, soprattutto nelle amministrazioni locali dove possiamo essere più vicini alla gente. E' nella nostra natura essere concrete, occuparci di tutti i problemi. Forse anche per questo motivo ci affidano compiti ancora legati al nostro essere donne, che in qualche modo hanno a che fare con l'accudimento delle persone.

    Sarà un caso, ma chissà perché non abbiamo mai avuto una donna al ministero delle Finanze...

    Negli anni Settanta ero in un gruppo femminista e ci era ben chiaro che dovevamo prepararci in modo diverso. Ci dicevamo "basta con lettere o filosofia se vogliamo conquistare posti di responsabilità". Io mi iscrissi a Medicina, lavoravo e studiavo, ma non sono arrivata alla laurea. Ora è diverso: la preparazione delle donne è migliorata, ma c'è ancora un grosso ostacolo: le donne non si sostengono l'una con l'altra. Le liste elettorali le decidono gli uomini e in cabina una elettrice non si preoccupa di vedere se nella formazione politica scelta ci sia una donna valida da eleggere: non c'è ancora complicità, solidarietà. Eppure una donna conosce meglio i problemi della vita quotidiana, quella reale, lontana da certi giochi politici. Non ci sono mai state in certi ruoli? Proviamole, facciamole crescere.

    E' desolante constatare che le donne sono ancora poche in Parlamento. La prima volta che ho sentito parlare di "quote" mi sono scandalizzata: non mi sentivo un panda da tutelare. Ma oggi sono indignata: dopo aver constatato che i partiti non hanno risposto all'esigenza di una rappresentanza più equilibrata, dico, alziamo il tiro, chiediamo la presenza del cinquanta per cento di donne nelle liste.         Purtroppo, tra le donne del Polo c'è un gran lamento su tutto questo ma poi non succede nulla. A questo punto dobbiamo allearci tra donne delle varie coalizioni in modo trasversale per riuscire a rappresentare equamente quel 52 per cento di elettorato femminile del nostro Paese. Abbiamo tutte le carte in regola per cambiare questa situazione, dobbiamo però accelerare questo processo per democratizzare la rappresentanza parlamentare. Ora, come Presidente della Provincia di Milano pongo nei miei programmi attenzione all'efficienza economica. In cantiere, la nuova tangenziale esterna, iniziative per le quattrocentomila piccole e medie aziende con incentivi all'informatizzazione. E aiuti anche per le imprese di donne: hanno più problemi per avviare l'attività perché le banche non danno loro aperture di credito. Poi ci occupiamo delle mamme che vogliono tornare al lavoro, dando finanziamenti alle aziende che assumono il 50 per cento di personale femminile: è una sperimentazione che parte quest'anno. Se funziona diventerà una voce stabile di bilancio.

    Rinunce? Ho conciliato vita privata e pubblica come fanno tutte le donne. Prima mi concedevo una giornata alla settimana dall'estetista: era rilassante. Ora posso al massimo andarci due o tre volte all'anno.

    Ostacoli a svolgere i miei compiti? "Io mi salvo cercando di dimenticare le cose brutte, non voglio essere rancorosa, mi aiuto anche con il training autogeno". Ombretta Colli ha una figlia: "ha nessun interesse per la politica, spero nei miei due nipotini". E' felicemente sposata con il cantautore Giorgio Gaber, un lungo sodalizio artistico e affettivo, una coppia felice anche se separati dalla politica. "Mio marito mi ha sempre sostenuta; credo che nella sua formazione abbia contato molto una madre splendida che ai tanti figli maschi ha insegnato loro il rispetto nei confronti del genere femminile. E noi mogli dei suoi figli le siamo molto grate...".

 

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