IMPRENDITRICE

MARIA DI PRATO

    C'è chi ha le idee chiare da sempre sul "che cosa far• da grande". "Il mio gioco preferito era fingermi capo di un'azienda, inventandomi un ufficio dove firmavo con estrema disinvoltura contratti da me preparati con cura", racconta Maria Di Prato, giovane imprenditrice trentanovenne "di prima generazione", ovvero una che si è fatta da sé senza avere alle spalle una tradizione imprenditoriale familiare. Non è da tutti mettere insieme tre società all'avanguardia, in grado di esportare anche all'estero. Insomma ce l'ha fatta questa giovane donna calabrese, simpatica e disponibile al dialogo, tra una riunione e l'altra di lavoro, che ha realizzato, dice con orgoglio, "tutti i sogni che avevo nel cassetto".

    Un successo per nulla scontato il suo, il che conferma che "volere e potere", come lei ama ripetere. Perché Maria Di Prato non è nata e vissuta in una città industriale, dove le occasioni non mancano per avviare iniziative imprenditoriali, ma in un piccolo paese calabrese di 1500 anime, San Basile, ai piedi del monte Pollino. Come non è stato tutto facile essere figlia unica di una famiglia tradizionale del Sud, pur amatissima. Per esempio può vuol dire sentirsi rispondere con un no deciso alla richiesta di frequentare il liceo classico, e vedersi invece dirottata all'istituto magistrale perché considerato più consono a una donna.

    Ma quando si è trattato dell'università, Maria ha puntato i piedi perché questa volta il suo desiderio di trasferirsi a Roma, di avere maggiori stimoli e grandi spazi intorno, era troppo importante per metterlo in un cassetto. E così il sogno si realizza: una brillante laurea in filosofia. "In famiglia fu durissima, riuscii a spuntarla solo andando in un pensionato di suore".

    Ora a Roma, in via delle Fornaci, di fronte al colonnato di San Pietro, hanno sede le sue tre società: la S.B., che ovviamente sta per San Basile, un omaggio alle sue mai dimenticate origini calabresi, dove si producono capsule per imbottigliamento. Poi c'è la Biotec, fondata nel '93, leader nella distribuzione di coadiuvanti enzimatici per il settore agroalimentare "E' la prima azienda italiana del settore ed esporta all'estero; ho avuto un buon fiuto".. E La Pandora Service, azienda di servizi per l'industria di trasformazione di prodotti alimentari, nata nel '97. Oggi Maria Di Prato può permettersi di affermare con orgoglio: "Tutti possono riuscire a realizzare i loro sogni, solo se lo vogliono".

    Già, ma da dove si comincia? Laurea in filosofia nell'84, lavori temporanei fino all'86, poi a San Basile organizzatrice di un convegno sulla nuova legge per favorire l'imprenditoria giovanile attraverso contributi a giovani tra i diciannove e i ventiquattro anni con idee imprenditoriali forti. Maria Di Prato ha appena ventiquattro anni quando insieme ad altri amici ha l'intuito di mettere a punto un'analisi di mercato nella sua zona da cui scopre che le aziende vinicole acquistano le capsule e i tappi di sughero al Nord. "Andai in giro per l'Italia dove si producevano tappi e proposi a una di queste di sostenermi per produrli al Sud. Non avevo una lira, ma l'idea era buona e la legge mi aiutò".     Nell'87 presenta il progetto, poi approvato due anni dopo; nel '90 è già in grado di costruire la sua piccola azienda, nel '91 di avviare la produzione di tappi di sughero per l'imbottigliamento di vini e liquori.

    Chi l'avrebbe detto che la filosofia, che sembrerebbe lontana anni luce da parole come produzione, bilanci, esportazione, costituisca invece un'ottima base per diventare imprenditore? "La filosofia è fondamentale perché è la disciplina che insegna a ragionare, analizzare, focalizzare i problemi, per poi arrivare alla sintesi e scendere nel concreto, trovando le soluzioni. Non a caso la tendenza attuale negli Stati Uniti è proprio quella di scegliere laureati in filosofia per ricoprire il ruolo di direttore di stabilimento". Imprenditrice di successo, Maria Di Prato non ha vestito i panni aggressivi da manager, secondo certi triti stereotipi. Lei è decisa a restare fedele a se stessa, a ciò che crede, cioè nella qualità della vita, nei rapporti umani. Anche il suo sogno di vivere a Roma si è realizzato, "ma ho voluto tutta la mia famiglia che adoro vicino a me". Per ora non è sposata, "non per scelta, è andata così, ma spero di trovare il grande amore". Chissà se un imprenditore affermato come lei confesserebbe con la stessa sincerità un desiderio tanto romantico?

    Maria Di Prato, come riesce a conciliare un lavoro impegnativo come quello di imprenditrice con tanta serenità? "Forse perché cerco di trasmettere l'amore per la qualità della vita anche nel lavoro; perché mi circondo di collaboratori di cui ho fiducia e con cui stabilisco dei buoni rapporti anche sul piano personale, perché credo nel lavoro di squadra. Ho imparato a decentrare molto, ho affidato incarichi e responsabilità a chi ritenevo dovesse essere valorizzato. E così ora nel mio lavoro non conosco affanno e stress; il mio compito si riduce ad un'analisi consapevole della situazione da affrontare. Ho un altro segreto: la vocazione a fare impresa coniugata a molta tenacia. Certo le difficoltà, lo sconforto sono anche arrivati in alcuni momenti, quando mi dicevo "non ce la farò mai".     Poi l'indomani mi sentivo più combattiva di prima, sentivo dentro di me come un fluido, un'energia che mi riportava in marcia. Nella mia vita nulla è stato facile: le donne che arrivano, hanno alle spalle molti sacrifici, ed è anche la mia esperienza. Ho superato problemi ed ostacoli sviluppando la capacità di ascoltare la mia parte razionale ed emotiva; è importante realizzare i propri sogni continuando ad essere se stessi, senza omologarsi".

    Proprio la sua esperienza di donna arrivata al successo, ma passata attraverso le difficoltà che le donne ben conoscono quando decidono di seguire strade poco tradizionali, l'ha portata a creare un'associazione, "Women for President", che si dedica alla promozione della carriera delle donne (ma è aperta anche agli uomini). "Credo molto nelle donne: hanno un potenziale sommerso enorme e con la mia associazione voglio aiutarle a prenderne coscienza. Dopo l'attività imprenditoriale ho sentito il bisogno del confronto perché non conta solo l'aspetto economico. Credo nella meritocrazia, eppure le donne di potere sono poche per cui bisogna favorire un'equità di base". Lei ci è arrivata da sola, con caparbietà e tenacia. "Oggi ho tenuto una riunione dove io ero l'unica donna in mezzo a sette uomini ed è passata la mia strategia. Ci vuole prestigio e autorevolezza - insiste Maria Di Prato - ed è quello che l'uomo sente e rispetta in una donna".

 

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