MACCHINISTA DI TRENO

GIUSEPPINA FOGLIA

    Un record se lo è conquistato anche lei. Giuseppina Foglia, già nonna a quarantasei anni, è stata la prima, nel dipartimento di Firenze, a indossare la divisa da macchinista di treno.

    Come si arriva a guidare un lungo treno? Nel suo caso, incominciando con la maturità del Liceo scientifico, poi qualche anno a Medicina, e infine la decisione di lasciare gli studi: "Volevo lavorare, essere autonoma; sentivo l'esigenza di emanciparmi per non pesare sulla famiglia". Nella scelta professionale di Giuseppina Foglia contano alcuni fattori rilevanti: il babbo ferroviere, e poi vivere a Venezia ma avere il fidanzato a Firenze per cui si è decise a fare i salti mortali pur di stargli vicino. E così nel '79 la decisione è presa: seguire le orme del padre perché nelle ferrovie le occasioni di spostarsi in altre città non mancano. Primo passo, assistente di stazione, ovviamente a Firenze.

Giuseppina Foglia è innamorata del fidanzato ma è anche ambiziosa, ci tiene alla carriera, ad andare avanti. "Ho partecipato a un concorso specifico per macchinista. Si trattava di sostenere un esame solo orale aperto a tutti i diplomati: sono riuscita a passarlo. In quel concorso ero l'unica donna a Firenze, ce n'era un'altra a Roma, e un'altra ancora a Bologna. Sembra di parlare di tempi lontani anni luce. Ho poi seguito un corso di teoria per un anno, in aula a Firenze, per apprendere tutto ciò che era indispensabile conoscere per condurre un treno, a cominciare dalla segnaletica. Siamo state, noi tre, in un certo senso delle pioniere nelle ferrovie, poi c'è stata un'ondata di donne arrivate tramite il collocamento, non più attraverso il concorso perché l'ente Ferrovie nel frattempo è diventato privato. Attualmente la realtà è un po' cambiata: ora in Italia le donne macchiniste sono ben più numerose, precisamente 899".

    E' stato difficile stare ai posti di comando di un treno? "No, non ho avuto difficoltà, ho imparato quello che c'era da apprendere e per fortuna non ho subito nessun tipo di discriminazione. Beh, qualche commento di stupore da parte di viaggiatori l'ho anche sentito, come se non si aspettassero di ritrovare una donna alla guida del treno, ma non ricordo alcunché di offensivo. So che succede ancora alle mie colleghe d'imbattersi in qualcuno stupito nel vederle salire alla guida del treno, ma sempre meno per fortuna. Comunque era meglio svolgere questo lavoro quando le Ferrovie erano un ente pubblico. Ora le condizioni di lavoro sono peggiorate. Ed è molto dura per gli orari, inconciliabili con la vita familiare perché è un lavoro che si svolge durante tutto l'arco delle ventiquattro ore. Si può cominciare in qualunque momento e si può stare in servizio, e quindi fuori casa, anche ventuno ore di fila. Ad esempio stai in servizio sette ore per l'andata, stacchi, dormi nei dormitori delle stazioni, e ti aspettano altre sette ore per il ritorno. Può capitare di lavorare a Natale, a Pasqua, di notte... Alla fine ci si sente un po' randagi, diversi dagli altri. Alla guida di un treno si è sempre in due.

    Comunque sono riuscita lo stesso a fare una figlia, che ora ha sedici anni, certo con molti salti mortali per conciliare questa scelta personale importante con un lavoro che mi piaceva. Non a caso l'ho svolto per quindici anni. Il bello nel condurre un treno è che hai molto chiara la sensazione che stai facendo qualcosa di un'utilità immediata perché sai che stai portando un bel po' di gente a raggiungere una sua meta... E poi si crea un legame particolare con il treno. Può succedere anche di dover intervenire per qualche guasto meccanico, come mi è capitato più volte, senza cadere nel panico. Consiglierei senza dubbi a una giovane di scegliere la strada del macchinista di treno, anche se oggi forse devono fare i conti con qualche problema in più perché le garanzie sindacali stanno diminuendo ed è diventato ancora più complicato conciliare il lavoro con la propria vita familiare".

    Giuseppina Foglia è stata poi promossa capo deposito di stazione, un buon avanzamento di carriera e certo un impegno più equilibrato dal punto di vista dell'orario, che ora le permette di conciliare meglio lavoro e famiglia. "Non posso però negare che trovavo più divertente guidare un treno: avverti un bellissimo senso di libertà. E' fantastico macinare chilometri attraversando paesaggi, città, portare in giro per l'Italia moltitudini di persone, le più diverse... Correre sui binari è un po' come conquistare lo spazio che ti sta di fronte. E' emozionante".

 

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