AUTISTA DI AUTOBUS

ANNA MAUGERI

    "E' una bella sensazione guidare un autobus in mezzo al traffico, sei come il comandante di una nave, sei tu l'unico responsabile del mezzo e dei passeggeri che hai a bordo". Un bel viso pronto al sorriso, lunghi capelli bruni, elegante nella sua divisa, pantaloni, giacca e cravatta - "è una meraviglia, non hai problemi e dubbi per vestirti!" - Anna Maugeri, 38 anni, un collega per marito, senza figli, è da dieci anni autista dell'ATM di Torino (l'azienda dei trasporti metropolitani). "Mentre guido mi capita spesso di vedere degli anziani guardarmi con un certo stupore". Un ragazzo mi ha detto con tono ironico: "scommetto che non ti hanno dato il bus più lungo perché non sai guidarlo"". A Torino le autiste di autobus sono state assunte a partire dagli anni ottanta, ma è da due anni che è cambiata veramente la politica aziendale nei confronti del personale femminile, con un'azione congiunta tra commissione pari opportunità e organizzazioni sindacali. E' stato infatti inserito nel regolamento per le assunzioni l'obbligo alla parità delle candidature, un'azione volta a favorire un incremento delle autiste che restano comunque ancora poche: 62 su 2297 uomini.

    Si diventa autista di bus con la patente D necessaria per guidare camion e bus, poi il KD (certificato di abilitazione professionale che abilita al servizio pubblico, con passeggeri a bordo) e la patente E (per snodati di oltre 18 metri). "Sono arrivata all'ATM già con la patente D - spiega Anna - mi è costata un milione, ora arriva anche sui tre milioni e mezzo; il test è molto difficile, lo si può ripetere solo due volte. Durante la prova di selezione ho fatto un percorso cittadino alla guida di un autobus: è andata bene. Sul bus ci stai sei ore e mezzo, c'è una pausa a fine turno di 5 minuti. Ci sono turni fissi, preferiti in genere da chi ha figli. E sono molte le coppie di autisti con figli".

    Perché questa scelta? "Lo spunto è stata l'esperienza di una mia amica autista. Mi ha contagiata, ma c'era in me già la predisposizione. Vengo da una famiglia di camionisti. Cos' mi sono decisa a partecipare al concorso e mi hanno presa subito. Non sarei adatta per un posto alla scrivania, la giornata sul bus mi passa in fretta. Sei tu che ti gestisci, non hai un capo che ti dice quel che devi fare; certo, può essere anche stancante, specie se hai una linea che attraversa il centro cittadino". Le motivazioni dei candidati, spiegano all'ATM, sono sempre le stesse: lavorare non in un ufficio e stare a contatto con la gente. "Io avevo un carattere molto chiuso, ma questo lavoro mi ha cambiata.

    All'inizio ho trovato difficile stare in mezzo alla gente perché, forse per la novità, era più facile ricevere insulti o critiche, poi mi sono tranquillizzata: le persone si sono abituate a vedere una donna autista. Mi piace avere i bambini a bordo, sono curiosi, vogliono sapere tutto. Non va però dimenticato che è un lavoro duro e stressante per la responsabilità che ti senti addosso; ci vogliono mille occhi, specie quando percorri certe zone del centro. Una volta ci voleva anche molta forza fisica, ora invece con il servosterzo va tutto bene. Lo sviluppo tecnologico ha favorito le donne, ha tolto alcuni impedimenti oggettivi, a volte restano però quelli legati a una certa cultura maschilista.

    La funzionaria che presiede alla selezione degli autisti Atm è una donna, merito anche della Commissione pari opportunità dell'ATM che opera dal '99 per mettere in campo azioni positive per la parità nell'azienda. Tra i suoi progetti, quello contro le discriminazioni applicando la nuova normativa che aiuta a vivere la maternità e la paternità in modo da conciliare lavoro e famiglia. Appena un'autista comunica di essere incinta viene tolta dalla guida e reimpiegata in un'altra attività     C'è un servizio postale per le mamme in congedo di maternità per aggiornarle su ciò che avviene in azienda, cos' il loro rientro non è traumatico. Le aziende evolvono continuamente, così ogni mamma a casa viene a conoscenza degli eventuali cambiamenti attraverso documentazione e ordini di servizio.

    C'è la giornata del rientro per le mamme che tornano in servizio dopo il periodo di maternità. Un festeggiamento simpatico che rincuora e facilita la ripresa del lavoro dopo una pausa bella ma che rivoluziona la vita di una donna. Le autiste lavorano fino alle 21,45: al mattino l'inizio per tutti è alle quattro".

    Paura? "Una volta ho riempito il bus 63 in corso Unione Sovietica con ragazzini piuttosto allegrotti che arrivavano dalla discoteca - racconta Anna - per fortuna abbiamo un sistema informativo che ci collega immediatamente con la centrale della questura. Ma il rapporto con i passeggeri alla fine diventa anche amichevole perché facendo lo stesso percorso ci si conosce". Prima i controllori erano solo maschi, ora ci sono anche le donne; prima era un ruolo solo repressivo, ora è un assistente alla clientela: nell'ultima selezione, su dieci, otto erano donne. E' importante la interazione tra autista, controllore, passeggeri. "Non ho mai avuto problemi con i colleghi maschi, ci hanno accolto molto bene, forse anche perché non c'è competitività. Siamo sullo stesso piano. E' più facile trovare ancora qualcuno dei passeggeri che si lascia andare a battute sessiste tipo "donne al volante, pericolo costante". Un'anziana quando mi ha vista è andata in escandescenze: "togliete il lavoro agli uomini!". Un'altra volta una signora di mezza età, arrabbiata per il ritardo del bus dovuto a un ingorgo mi ha assalita in modo sgradevole "se non è in grado di guidare lasci il posto a un altro". I giovani, le giovani sono invece incuriositi e mi chiedono come si diventa autista all'ATM. C'è una selezione continua di autisti perché servono per rimpiazzare chi va in pensione (la donna a 55 anni, l'uomo a 60 anni) e per coprire la flessibilità. La maggior parte dei nuovi assunti sceglie il part-time, 3 ore e mezzo di lavoro: coprono le fasce orarie di punta. E' molto appetibile per chi vuole fare altro, non a caso lo scelgono molte giovani. Il tempo pieno prevede invece 39 ore settimanali su 5 giorni lavorativi". La carriera? "Procede per automatismi da contratto di lavoro, 15 aumenti automatici, premio di produttività, poi ci sono i rinnovi contrattuali aziendali".

    Tutto perfetto? "Al capolinea ci vorrebbero dei servizi e più prevenzione per la salute: stare seduti sei ore e mezzo di fila crea problemi alla schiena". Ma si capisce che Anna Maugeri è fiera del suo lavoro: "C'è un grosso senso di appartenenza. Mi piace questo lavoro, sul bus sei tu il capo..."

 

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