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L'identità e il genere
 a cura di Mary Nicotra


3 settembre 2001

 

Le Beijing Sisters  -  il primo passo di un lungo cammino...

 

Nello scorso Aprile, gli 8.000 membri dell'Associazione Psichiatrica Cinese hanno dichiarato ai cittadini del paese più popolato della terra che l'omosessualità non è una pervesione.

La Cina giunge a questa conclusione con  28 anni di 

ritardo rispetto  all' Associa- zione  Psichiatrica 

 Americana che aveva eliminato  l' omosessualità dalla lista dei disordini mentali  nel 1973.

Probabilmente circa due anni fa, per qualsiasi famiglia di cultura tradizionale cinese era assolutamente impossibile immaginare che, nella primavera del 2001, le lesbiche e gli omosessuali non sarebbero più stati considerati persone con disturbi mentali  né dal Governo cinese, né dall' Associazione Psichiatrica Cinese (CPA) . Per loro dunque, non è più  prevista la riabilitazione in campi di lavoro o attraverso trattamenti psichiatrici.

 

Qual'è il panorama del mondo lesbico in Cina?

Abbiamo intervistato Kim Wu per sapere cosa succede in questo paese.

 

Kim Wu  è un'esponente delle Bjiing Sister, un gruppo  lesbico nato nel settembre del 1998 che conta su un network di circa 120 lesbiche nella città di Berjing e altre 200 sparse nel paese.

Questo gruppo lavora per l'empowerement delle lesbiche e si pone come obiettivo a lungo termine, il riconoscimento dei diritti umani delle lesbiche.

Il gruppo è molto attivo e lavora sia su un piano educativo, di informazione, psicologico e di sostegno emozionale per favorire l'espressione personale delle lesbiche, sia su quello   informativo e di comunicazione di massa  con l'obiettivo di facilitare il riconoscimento della realtà lesbica e abbattere, nel tempo, i pregiudizi legati al mondo lesbico.

 

 

DiV: Kim, ci parli dei movimenti lesbici in Cina?

 

Kim : ''In Cina non ci sono stati movimenti di donne nel vero senso della parola e tanto meno movimenti queer.

Nel privato, le donne in generale seguono ancora la tradizionale immagine di essere una 'buona donna di casa', il che implicitamente fa sempre riferimento al''essere una buona figlia del proprio papà, una buona moglie del proprio marito e una buona madre del proprio figlio.

Per una donna cinese, accettare il proprio essere lesbica significa perdere tutto: famiglia, rispetto sociale e potere economico.

 

DiV: come vi muovete in questo contesto culturale?

 

Kim: Abbiamo realizzato la nostra   prima conferenza nazionale delle donne lesbiche e bisessuali nell' ottobre del 1998. Più di 30 donne vi hanno partecipato e in quella occasione sono state prese alcune decisioni importanti: creare la nostra rivista e attivare una linea telefonica di sostegno. 

A Marzo del 1999  è uscito il primo numero della rivista 'Sky' e abbiamo dato vita alla linea telefonica.

Inoltre  quest'anno in Maggio, abbiamo organizzato  il First National Queer Women Art and Cultural Festival of China.

 

 

DiV: quali sono le vostre  strategie per il futuro e come vi  posizionate rispetto al femminismo?

 

Kim: Nel Novembre del 1998, ho partecipato alla National Feminism Conference organizzata dalla Chines Academy of Social Sciences (CASS) e abbiamo illustrato i nostri programmi alle 50 femministe accademiche provenienti da tutte le province del Paese.

Per molte di loro, era la prima volta che entravano in contatto con una lesbica in carne e ossa. 

Nell' Ottobre del 1999 abbiamo organizzato in sinergia con femministe  cinesi una conferenza nazionale.

Questa conferenza ci ha permesso di instaurare un dialogo congiunto e di trovare dei punti di vista comuni.

Riteniamo sia molto importante per le lesbiche e le femministe lavorare in sinergia.

Come  strategia, riteniamo importante educare le lesbiche e le bisessuali  ad un'accettazione  reciproca e costruire insieme una comunità. L'obiettivo è quello di acquisire maggior consapevolezza politica.

Il nostro scopo è quello di riuscire ad  influire attraverso i media e  nel tempo sui modelli sociali -  tutti insieme: femministe, lesbiche e gay. Un giorno , vogliamo che sia scritto nero su bianco e previsto dalla legge che nessuna discriminazione sarà permessa nei confronti di nessun gruppo minoritario.

 

DiV. Ritieni che un confronto con altri gruppi LGBT e delle comunità femministe occidentali possa essere interessante?

 

Kim: Sì, per noi è molto importante comunicare e imparare dalle comunità internazionali LGBT e femministe. E' soprattutto importante partecipare a conferenze e a seminari. Siamo consapevoli  che per noi è necessario uno scambio.

E siamo anche consapevoli che con tutti gli obiettivi che vogliamo raggiungere, gli ostacoli sono enormi.

Sono poche le donne lesbiche che hanno voglia di partecipare con il proprio lavoro di tipo volontario alle attività. E' molto difficile motivarle a dedicare tempo ed energie senza essere retribuite. Inoltre c'è un pericolo politico, il volontariato è concettualmente nuovo in Cina.

 

DiV: nel tuo discorso, la dimensione temporale è spesso indicata come se tutto dovesse accadere in  un futuro molto lontano, immagino sia dovuto alla consapevolezza che modificare modelli culturali così profondamente radicati sia estremamente difficile ...

 

Kim

sì, al momento ...la strada è lunga e difficile, ma per quanto lunga questa marcia possa sembrare, dopo tutto abbiamo già fatto il primo passo...

 

 

 

Non ci resta che augurare a Kim e al suo gruppo la riuscita dei   loro progetti , nel tempo, come direbbe lei...passo dopo passo.

 

 Mary Nicotra

 

 

 

 

 


 

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