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Attualità, cultura, eventi dal mondo delle donne
a cura di Mary Nicotra e Elena Vaccarino


14 gennaio 2001

LA LOTTA DELLE DONNE AFGANE DEL RAWA

 

 

"Sono la donna che si è svegliata. Mi sono alzata e sono diventata tempesta fra le ceneri dei miei figli bruciati. I miei villaggi in rovina e in cenere mi riempiono di rabbia contro il nemico. Oh compatriota, non mi guardare più debole e incapace, la mia voce si mescola con migliaia di donne in piedi per 
rompere tutte insieme queste sofferenze e queste catene. Sono la donna che si è svegliata, ho trovato la mia strada e non tornerò mai indietro". 
La grande anima che scrisse questa poesia pagò con la vita il suo sogno di libertà, ma la sua lotta continua ed è sempre più viva. 

Lei è Meena, leader fondatrice del Rawa, Revolutionary Association of the Women of Afghanistan. Il suo grido, ora lanciato nel mondo attraverso la grande rete di Internet, si levò nel lontano 1977, per dar vita ad un'organizzazione indipendente delle donne afghane che lottano per i diritti umani e per la giustizia sociale in Afghanistan.Meena fu assassinata a Quetta, in Pakistan, nel 1987,

dagli agenti afhgani dell'allora KGB in connivenza con i fondamentalisti di Gulbuddin Hekmatyar. Oggi le donne dell'organizzazione, rifugiate in Pakistan, combattono i crimini più atroci e più violenti che i fondamentalisti islamici perpetrano ogni giorno sotto gli occhi di tutti. Combattono le assurde regole, le discriminazioni e i soprusi che il loro popolo è costretto a subire. Combattono i Talebani fondamentalisti e il baratro degli orrori in cui sono finite le donne afghane.

Alle origini del Rawa
Prima del colpo di Stato diretto da Mosca nell'aprile del 1978 in Afghanistan, le attività del Rawa erano limitate all'agitazione per i diritti delle donne e la democrazia. Ma dopo il colpo di stato e particolarmente dopo l'occupazione sovietica dell'Afghanistan, nel dicembre 1979, Rawa fu direttamente coinvolta nella guerra di resistenza. In contrasto con l'assoluta maggioranza dei "Guerriglieri della libertà", fondamentalisti islamici della guerra antisovietica di resistenza, Rawa fin dall'inizio chiedeva a viva voce Democrazia. Le invasioni contro gli invasori sovietici e i loro alleati, e più tardi contro i fondamentalisti e le denunce dei loro tradimenti e dei loro crimini, hanno caratterizzato le attività politiche del Rawa. <Fu in conseguenza alla battaglia e all'agitazione antisovietica - si legge in un documento pubblicato sul sito www.rawa.org - che Rawa fu condannata e perseguitata dai sovietici e dai loro sostenitori mentre i fondamentalisti islamici vantavano il loro odio verso la nostra organizzazione per le nostre istanze democratiche secolariste e antifondamentaliste. L'atteggiamento del nostro popolo non compromesso verso questi due nemici ci è costato caro come testimoniano il martirio della nostra leader fondatrice e di un grande numero di nostri attivisti. Ma noi abbiamo con forza resistito e continuiamo a resistere con i nostri principi nonostante i colpi mortali che abbiamo subito>.
Dal rovesciamento del regime fantoccio imposto dai sovietici nel 1992, il fulcro della battaglia politica di Rawa è tutto contro la politica e le atrocità criminali dei Talebani fondamentalisti e ultrafondamentalisti in generale e contro il loro orientamento incredibilmente ultra maschilista.
Rawa, il coraggio di resistere
Durante l'occupazione russa, Rawa ha distribuito opuscoli anti-russi, organizzato dimostrazioni e scioperi nelle scuole e nelle università, aperto scuole e ospedali per i profughi, ha pubblicato e distribuito "Payam-e-Zan" (Il Messaggio delle Donne, giornale bilingue), ha permesso alle donne di contribuire alla resistenza, nonostante l'opposizione dei fondamentalisti. Ma proprio per questo grido di libertà e democrazia, lanciato con forza in ogni modo possibile, un numeroso gruppo di attivisti furono arrestati a Kabul, sottoposti a torture orribili e rinchiusi in prigioni disumane. Dopo la caduta del governo fantoccio, quando le bande di fondamentalisti invasero Kabul, Rawa si è concentrata sui diritti dell'uomo, promuovendo campagne per i diritti della donna e mostrando le barbare azioni dei fondamentalisti.

Il lavoro delle donne di Rawa è una lotta senza sosta. Nonostante le innumerevoli difficoltà, l'organizzazione ha contatti con le donne di diversi campi in Pakistan. E ogni tentativo dei talebani di isolarle e di togliere loro qualsiasi tipo di comunicazione è stato finora vano. Le difficoltà finanziarie, tuttavia, fanno sì che molto spesso gli aiuti siano per lo più un supporto morale. Gli appelli lanciati al mondo e ai paesi democratici non bastano a risolvere la mancanza di fondi necessari a mettere in atto programmi sanitari ed educativi che il Rawa ha messo a punto per assistere al meglio i profughi, donne e bambini. Sul piano dei diritti umani, però, la denuncia di Rawa si fa sempre più forte. L'organizzazione fornisce a gruppi umanitari, ad altre organizzazioni interessate e ai media notizie e rapporti agghiaccianti sulle uccisioni, le lapidazioni, le amputazioni, gli arresti, le torture, i linciaggi, le frustate, gli insulti e le altre atrocità eseguite dai talebani e dagli altri fondamentalisti. 
Rawa ha messo le parti più importanti di questi rapporti, documentati, spesso in condizioni pericolosissime, anche sul suo sito web, oltre a stamparne parti in pubblicazioni. 

 


Cristina Malaguti 

 giornalista

 

Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA)
Mailing Address: RAWA, P.O.Box 374, Quetta, Pakistan
Mobile: 0092-300-551638
Fax: 001-760-2819855
E-mails: rawa@rawa.org, 

 


 

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