la nostra voce

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La nostra voce è il titolo del nostro periodico casereccio che ogni tanto fa la comparsa per informare sulle novità della nostra famiglia. Questa pagina sarà un notiziario anche per voi. Buona Lettura!!!!!!!!!!!

 DICEMBRE 2001

Festa dell’Immacolata

 

Anche quest’anno i seminaristi del Seminario Arcivescovile di Cagliari si sono ritrovati a festeggiare la loro patrona. La festa è stata preparata dalla novena, presieduta dai superiori e da alcuni diaconi. La giornata dell’otto dicembre ha avuto inizio con le lodi solenni presiedute dal rettore. Successivamente si sono accolti i genitori e i parenti dei seminaristi, con un piccolo rinfresco, e la presentazione del giornalino:”La nostra voce”, che i seminaristi hanno preparato. Dopo i colloqui dei genitori con i superiori e con i propri figli, il primo raduno è stato alle ore 11 per la recita del S. Rosario e le eventuali confessioni, seguito dalla S. Messa presieduta da Sua Ecc Mons. Ottorino Pietro Alberti. Durante l’omelia l’arcivescovo, ricordava la grandezza della figura di Maria Immacolata; la figura di Maria per la famiglia; l’importanza data all’Immacolata nella città di Cagliari, e la fede di Maria. Alle ore 13 ha avuto inizio il pranzo con tutti i presenti. Alle ore 16 i genitori si sono riuniti per un incontro con don Giuseppe Orrù, che ha presentato la figura dei neo beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi; ha quindi evidenziato il valore della famiglia; l’importanza dei genitori e l’importanza del matrimonio e della vocazione all’interno della famiglia. Il tema di questo incontro era infatti:”Vocazione nuziale fonte e fucina di ogni vocazione”. Scriveva così il rettore nell’invito ai genitori:<<Senza il vostro faticosi “si” quotidiano all’amore coniugale non si daranno ne’ figli maturi e felici, ne’ preti santi>>. La festa è stata coronata da un recital vocazionale intitolato ”Vieni e seguimi”, presentato dai seminaristi a un numeroso pubblico. Per i seminaristi questo è stato il terzo recital, il primo vocazionale. Il messaggio del recital, scritto da don Giuseppe Spiga, era molto forte, e le stesse persone presenti lo hanno dimostrato. “Lasciare Tutto per seguire il Signore”. E’ stato questo un modo diverso di evangelizzare, ma che sicuramente porterà i suoi frutti. Al termine del recital i seminaristi hanno salutato i propri genitori che andavano via. La giornata si è conclusa ringraziando La Vergine Immacolata per la giornata trascorsa nel suo nome.

 

 Claudio Argiolu

 DICEMBRE 2001

SINNAI S.ISIDORO GIORNATA VOCAZIONALE  “L’URLO DEI CHIAMATI”

 

Domenica 9 dicembre  il Seminario Arcivescovile di Cagliari, ha passato un’intera mattinata vocazionale nella parrocchia di S’ISIDORO  in Sinnai,.in occasione del primo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Giuseppe Orrù (animatore del quadriennio). Alle 9,30 i seminaristi hanno animato la messa dei bambini,si intuiva tra l’assemblea giovanissima la grande curiosità suscitata dalla presenza dei seminaristi, la celebrazione Eucaristica presieduta da don Gigi Xaxa (padre spirituale del seminario), è stata partecipata attivamente da genitori e bambini.

Alla fine della Messa c’è stato un incontro con i bambini del catechismo TENUTO DA DON Giuseppe Spiga  e con le catechiste animato dal rettore don Luciano Ligas, momenti in cui i giovani seminaristi hanno avuto l’occasione di presentare la propria esperienza vocazionale e di illustrare la vita del Seminario.

Dopo questi due incontri alle 11,30 la Messa solenne presieduta da don Giuseppe Orrù,che  nell’omelia ha ricordato all’assemblea, ma in modo particolare ai seminaristi, la gioia di seguire Cristo e di vivere il suo sacerdozio sulle tracce di Maria “Fiat-Adveniat-Magnificat”.

Molto commovente alla fine della celebrazione,quando il parroco don Erasmo Pintus ha  ringraziato don Giuseppe per il suo “SI” a Dio, don Erasmo ha continuato ringraziando i seminaristi e l’intera equìpe educativa del seminario per la presenza e ricordando a tutti i fedeli che il seminario è di tutti e quindi ogni comunità parrocchiale deve essere particolarmente vicino al “futuro della diocesi” .

La giornata si è conclusa con un allegro e festoso pranzo offerto dal parroco e dai suoi collaboratori  Questa giornata vocazionale è stata per noi seminaristi un’occasione che ci ha permesso di presentare agli altri la realtà del seminario , e di urlare a tanta gente che seguire Gesù è bello.

           

 

                                                                                    Mariano Matzeu

 

 SETTEMBRE 2001

Inaugurato il nuovo anno

Lunedì 17 settembre, per i seminaristi della diocesi di Cagliari, si sono riaperte le porte del Seminario Arcivescovile, in modo da iniziare un nuovo anno una nuova esperienza, all’insegna dello studio, della preghiera  e della fratellanza. L’anno seminaristico inizia con alcun e novità, in quanto gli ultimi cambiamenti nella diocesi hanno interessato anche il Seminario: infatti nell’equipe educativa sono stati inseriti due nuovi nomi : don Giuseppe Orrù, animatore del quadriennio delle superiori e don Gigi Xaxa padre spirituale dell’intera  comunità. Il tema che accompagnerà i seminaristi durante tutto l’anno è quello dell’”Eucarestia”, fonte e culmine della vita del cristiano. I ritiri mensili infetti saranno incentrati sul valore e sull’importanza del pane eucaristico nel cammino di un chiamato. Naturalmente si attinge all’Eucarestia per poi andare ad annunciare e a testimoniare il vangelo. Particolarmente interessante è il programma di pastorale vocazionale stilato dai superiori per i seminaristi dell’ultimo anno, che comprende le giornate vocazionali nelle parrocchie delle diocesi, momenti di preghiera e incontri di confronto con i sacerdoti impegnati nella pastorale di diverso tipo. La comunità quest’anno è formata da tredici ragazzi nelle scuole medie e ventuno nelle superiori e due giovani che iniziano la propedeutica alla teologia: per tutti una nuova avventura che richiederà impegno e forza. L’ingresso in seminario è stato allietato, subito, dall’arcivescovo mons. Alberti che ha presieduto l’Eucarestia concelebrata dai superiori, esortando i seminaristi ad iniziare nel miglior modo possibile l’anno e a vivere con umiltà il cammino , secondo l’esempio della Vergine Maria che non ha esitato a rispondere “eccomi” all’invito del Signore. “Ringraziate il Signore per il dono della vocazione e fattevi piccoli come i bambini” ha continuato mons. Alberti, invitando ad essere sempre disponibili e riconoscenti verso il maestro che continua a chiamare operai per la sua vigna. Infine, mons. Alberti ha promesso, malgrado i suoi impegni, di recarsi più spesso in seminario, cuore della diocesi, e assicurando il suo ricordo nella preghiera affinché i giovani “chiamati” possano perseverare nella via stretta dei consigli evangelici ed essere un giorno portatori di pace e dediti al servizio delle anime. Domenica 23 settembre la famiglia del seminario: ragazzi, genitori, equipe educativa al completo hanno inaugurato l’anno seminaristico con una solenne concelebrazione, al termine della quale don Alfredo Fadda ha ringraziato il Signore per i suoi quattordici anni trascorsi in seminario, ricchi di tanti momenti di gioia e fraternità. Ha salutato la comunità anche don Massimiliano Pusceddu che dopo due anni di ministero in seminario è stato chiamato ad un incarico parrocchiale.

 

ELENIO ABIS

 

 

Quaresima in seminario.

 marzo 2001  

E' ormai iniziato da più di una settimana, quel tempo che insieme all'Avvento viene definito dalla Chiesa "Tempo forte". Quaresima quindi itinerario in cui siamo chiamati a revisionare la nostra vita e di conseguenza a migliorare e correggere gli aspetti negativi che maggiormente ci toccano. Anche nel nostro seminario diocesano è stato celebrato con estrema importanza l'inizio della quaresima 2001. Tre momenti fondamentali, distribuiti nei primi tre giorni, sono stati proposti per iniziare nel migliore dei modi il nostro cammino quaresimale. In primo luogo la celebrazione dell’imposizione delle ceneri, mercoledì, la liturgia penitenziale, giovedì e la Via Crucis, venerdì. Il silenzio e la meditazione hanno caratterizzato questi tre giorni e hanno  offerto la possibilità di riflettere sull'intero  operato di un anno. Al termine di queste giornate di spiritualità,  il rettore ha fatto dono di un libretto contenente due messaggi del Santo Padre, quello per la quaresima 2001 e quello della XVI Giornata mondiale dei giovani, lo stesso rettore ha raccomandato ai ragazzi di vivere questo tempo con estremo impegno e con una maggiore apertura alla preghiera e al  sacrificio personale. Da parte dei seminaristii c'è stata subito un'entusiasmante risposta: essi hanno programmato insieme ai superiori dei tempi di preghiera e di riflessione( Via Crucis, Lectio divina, Silenzio durante i pasti ). 

La quaresima quindi momento che invita i cristiani a prender coscienza delle sofferenze di Cristo e a percorrere con Lui un serio cammino di conversione. Non ci resta che augurare a tutti i cristiani e in special modo ai nostri giovani seminaristi una BUONA QUARESIMA, affinché questi quaranta giorni siano un maturo e cosciente momento di  ritorno al Padre.

 

 

Mariano Matzeu   

 

Carnevale in Seminario…

 febbraio 2001

Da oltre tre anni nel Seminario Arcivescovile di Cagliari si svolge una festa che intreccia il sacro con il profano. "Il carnevale" festa attesa e attivamente vissuta da tutta l a comunità. Esso ha inizio con i preparativi: La scelta del tema, (quest'anno "Personaggi storici") la costruzione di piccoli "carri", i giochi, gli addobbi.

 Domenica 25 febbraio la comunità ha avuto modo di festeggiare l'atteso momento con parenti e amici. In mattinata genitori e amici sono stati accolti dai superiori e dai ragazzi, a breve c'è stato un incontro formativo tenuto da don Mosè Marcia (incaricato della Pastorale famigliare nella nostra diocesi). Il tema sviluppato è stato "Famiglia e Vocazione", il relatore ha esordito dicendo «Non si può parlare di vocazione dei figli, senza prima aver capito e vissuto la propria vocazione di sposi e genitori». Tutto il discorso si è concentrato su un messaggio forte e deciso: "vivere autenticamente la propria vocazione di sposi e genitori, educa i figli alla giusta scelta vocazionale". A Mezzogiorno è stata celebrata la S. Messa presieduta dallo stesso relatore che nell'omelia ha evidenziato l'importanza della vocazione e la cura con cui essa  deve essere costantemente mantenuta. Il pranzo, ha preceduto la festa in maschera. La serata è trascorsa tra balli classici, latino-americano, trenini, coriandoli e giochi vari che hanno coinvolto ragazzi, genitori e animatori.

 Le premiazioni delle migliori maschere, una breve sfilata e un grande fuoco che ha ridotto in cenere i "lavori" del nostro carnevale hanno chiuso la nostra festa e ci hanno ricordato la quaresima ormai alle porte.. Ecco, quindi, il carnevale in Seminario: occasione per crescere divertendosi, ma anche un pretesto per abbandonare tutti gli errori e gli sbagli fatti, con la speranza che il cammino di conversione quaresimale cambi il cuore e rinnovi lo spirito, per andare con più grinta verso Gesù Risorto.

 

 

Mariano Matzeu

 

"La notte finirà"

febbraio 2001

Da ormai due anni i ragazzi delle superiori del Seminario Arcivescovile di Cagliari, si diletta con tanta passione, nella preparazione e rappresentazione di Recital. Tutti insieme a cantare e recitare  e crescere assieme. Il lavoro preparato  e rappresentato in questi ultimi mesi s'intitola "La notte finirà" <<Questo recital è ambientato - come ha detto l'animatore dei ragazzi don Giuseppe Luigi Spiga - 600 anni "fra" e parla della società supertecnologica, abituata a non perder tempo, costretta a non sprecare un solo momento produttivo. Ad un certo punto della vicenda, Max (il protagonista), un uomo ibernato per un esperimento, riporterà nel mondo la speranza, la gioia di puntare in alto, di guardare al "cuore">>. Domenica 11 febbraio, è stata tappa del nostro tour nelle parrocchie diocesane, il paese di Barrali che ci ha accolto con grande entusiasmo. Durante lo spettacolo  vi è stata una grande partecipazione da parte degli abitanti del suddetto paese, soprattutto è stata una grande gioia per i bambini, che ridevano e scherzavano su alcune "gaff" dei giovani seminaristi. Nel volto delle persone adulte si scorgeva la gioia e la contentezza non solo per ciò che i ragazzi hanno rappresentato, ma anche perché hanno potuto vedere e conoscere i "giovani che cercano di seguire la voce di Gesù che chiama" - come ha detto lo stesso animatore durante la presentazione del recital - . La popolazione ha dunque partecipato molto attivamente. Il recital è stato rappresentato già 4 volte: la prima, in occasione della festa della nostra patrona: l'Immacolata Concezione, naturalmente in seminario. Poi di seguito presso l'Istituto Magistrale "Sr Nicoli" (18 dicembre) e Sestu, parrocchia N. S. delle Grazie (14 gennaio). Con queste rappresentazioni i seminaristi, non solo hanno avuta la possibilità di farsi conoscere, ma hanno anche portato vari messaggi, uno dei quali invita tutti a non demordere nella superficialità della società d'oggi, tristemente oscurata dai problemi, ma immersa sempre di più nel mondo del progresso.

Altre parrocchie hanno già chiesto di poterci ospitare, invito graditissimo che soddisferemo con gioia e entusiasmo.

 

 

Mariano Matzeu

 

 

MISSIONARIO IN SEMINARIO                                                                                                                                                gennaio 2001

Come ogni anno, il P.U.M (Pontificia Unione Missionaria) ha inviato in mezzo a noi per alcuni giorni un missionario:Padre Vittorio Farronato, Comboniano, così la sua esperienza è stata di stimolo per una riflessione sull’aspetto missionario nella Chiesa universale, argomento questo che a noi seminaristi interessa da vicino, in quanto, a Dio piacendo, futuri evangelizzatori.Abbiamo dato il benvenuto a P. Vittorio durante la preghiera dell’ora media, quando presentandosi, anch’egli ha manifestato la sua gioia di essere in mezzo a noi, per confrontarsi, aiutarci nella sequela del Signore e pregare insieme. In serata, poi, ha celebrato la S.Messa, momento forte per la comunità del Seminario, che si riunisce per ascoltare la Parola di Dio e per partecipare al banchetto eucaristico. Dopo aver cenato con noi, ci siamo riuniti per una tavola rotonda durante la quale il Padre ha raccontato con gioia ma anche con nostalgia, la sua esperienza di missionario prima in Burundi, da dove è stato costretto ad andare via per motivi di sicurezza, e successivamente in Congo, dove ha lasciato il suo cuore. Certamente interessante, inoltre la sua esperienza vissuta in mezzo ai Pigmei, nel cuore della fitta foresta africana; in quell’occasione, infatti , ebbe l’incarico di studiare la vita e i comportamenti di quel popolo al fine di iniziare un progetto di evangelizzazione, senza per altro intralciare i loro costumi e abitudini. E’ stato davvero piacevole ascoltarlo e seguirlo nei suoi gesti, conoscere il duro lavoro di evangelizzazione in mezzo a tante difficoltà, quale la povertà e le malattie, pur confidando sempre nella provvidenza del Signore che non abbandona mai i suoi figli. A questo proposito assai simpatica una frase del missionario riguardo il cibo:”Fin quando c’è ne, viva Noé, quando non c’è ne più viva Gesù”. Forse, però, il momento più importante di tale incontro è stato quello del dibattito, proposto da noi seminaristi, che ha consentito un impegno riflessivo sulle tematiche proposte, in un clima di unità, di gioia, di donazione agli altri e di preghiera.

L’incontro con P. Vittorio si è concluso nella giornata di venerdì 19 con l’adorazione eucaristica, che come tema aveva: “La missione di Gesù e la missione degli Apostoli”. In un clima profondo di preghiera e di silenzio, attingendo ai testi della Sacra Scrittura e grazie anche agli interventi assai significativi del missionario, abbiamo potuto meditare sull’importanza della diffusione del Vangelo presso i popoli che ancora non lo conoscono, proprio seguendo l’insegnamento di Gesù:”Andate e ammaestrate tutte le nazioni”.

Anche noi , nel nostro piccolo, pur non andando in missione, possiamo essere di sostegno per i missionari e per il loro lavoro, soprattutto con la preghiera, seguendo l’esempio di Santa Teresina del Bambin Gesù, monaca carmelitana, che ha offerto la sua giovane vita divenendo Patrona delle Missioni.

In conclusione possiamo soltanto citare una frase del Vangelo, tanto cara  a P.Vittorio : “Ancora tanti popoli non conoscono il Signore”. Noi possiamo aggiungere solo una cosa: “Signore, manda me !”.

 

                                                                                                         Elenio Abis

 

 

Senza le suore, poi con signora Vittoria ora con la cooperativa.                                                         Settembre 2000

 

Da quest'anno scolastico in seminario minore, dopo 40 anni vanno via le suore. Il loro compito è sempre stato

 quello di cucinare, di badare alla biancheria liturgica e pregare per le vocazioni al sacerdozio.

Sicuramente le figure femminili delle suore erano molto importanti perché vedevamo in loro un'alternativa di vita

 anche attiva nel seminario. E' ammirabile il loro impegno verso noi seminaristi, sempre disponibili e soprattutto tanto pazienti 

nel sopportare i nostri continui e lagnosi via vai dal refettorio alla cucina. Forse noi seminaristi non le abbiamo mai ringraziate

 tanto per quello che hanno fatto; e ora ci sembra strano il seminario senza suore, ma con grande abilità, di Mons. Rettore si sono 

trovati tutti i rimedi adatti.

La prima persona a supplire il lavoro in cucina è stata signora Vittoria, che con grande destrezza nei fornelli, e con forte 

spirito operoso non ci ha mai fatto mancare niente, anzi ha cucinato delle pietanze deliziose.

Lei è rimasta solamente un mese, ma che sicuramente ha trascorso con grande fatica, essendo per la maggior parte delle 

volte sola in cucina, anche se Antonella, tanto servizievole, l'ha aiutata.

E poi???????.............

Dopo il lodevole servizio di signora Vittoria, già da più di un mese i pasti li porta la cooperativa: è stata l'unica risoluzione

 al problema "cucina". Ogni giorno a pranzo per i sacerdoti e per i ragazzi delle medie, i pasti vengono portati alle 13:30;

 e per i ragazzi delle superiori alle 14:20; per la cena invece vengono alle 20:00.

Sinceramente il primo impatto è stato positivo, perché il cibo era abbondante e discretamente buono. Poi il servizio non è 

stato soddisfacente ma tutti noi abbiamo fiducia che nessuno ci farà rimpiangere le nostre care suore e anche

signora Vittoria che ogni tanto ci fa visita.

 

                                                                                                                                                                                                                                  Antonello Costa

"Pochi ma buoni"                                                                                                                                                                          Settembre 2000

 Il 19 Settembre 2000 sono rincominciate le attività del nostro amato seminario, dopo un lungo periodo di vacanze estive: 

a grande meraviglia per tutti il numero dei seminaristi della comunità delle superiori è calata addirittura di 1/3 dall'anno sociale 

1999-2000 che è appena terminato. A questo punto suona l'allarme!!!!

Qualcuno però ci ha subito tranquillizzato dicendoci la frase "pochi ma buoni". Sarà proprio vero? Questa domanda frullava nella 

mente di ognuno.

Guardando indietro all'inizio dell'anno nuovo fino ad ora possiamo dire di si. Siamo solo 23 (l'anno scorso eravamo 33) 

e si può dire che siamo un gruppo abbastanza affiatato. Eccoci: Roberto, Riccardo, Simone S., Mariano, Giorgio, Claudio, 

Pasquale, Alessio, Simone M., Antonello, Efisio, Emiliano, Angelo C., Michele, Fabio, Marco, Matteo, Diego, Elenio, Nicola, 

Andrea e i nostri "Grandi Fratelli" Angelo D. e Marcello. Abbiamo scritto grande fratelli perché ormai dappertutto non si parla che di 

questo evento (scusate la pubblicità occulta); è in realtà lo sono perché sono i propedeutici.  Per chi non lo sapesse l'anno propedeutico

 è un anno in cui alcuni nostri amici, sono in convalescenza dalla loro malattia "propedeutica": 

(non è vero era solo uno scherzo).E' un anno in cui i nostri amici già adulti riflettono per capire se il Signore li sta veramente chiamando 

al sacerdozio. 

Come dicevamo in precedenza, siamo abbastanza affiatati sia tra noi ragazzi, sia con l'animatore don Giuseppe Spiga e il rettore

 don Luciano Ligas. 

Il Signore ci starà sicuramente vicino in quest'anno e ci proteggerà; fin d'ora lo ringraziamo per le gioie e per i dolori che vivremo.

 Cogliamo l'occasione, prima di chiudere, per salutare gli amici che ci hanno lasciato e coloro che sono passati al Seminario Regionale.

 

 Diego Cartagine  e Fabio Figus     

 

 

Il Santo Padre...                                                                                                                                                                      Settembre 2000

 Giovanni Paolo II eletto al soglio romano il 16 ottobre dell'anno1978, ha portato al mondo una testimonianza viva e verace 

della parola di Dio.

 Ha dato e sta continuando a dare un grande esempio di grande fortezza nel reggere la Chiesa in questi tempi in cui l'uomo

 ha messo nel dimenticatoio la parola di Gesù Cristo. Il Santo Padre tiene molto ai giovani, alle perle di questa umanità, a loro, 

che saranno i battezzati che  formeranno la Chiesa del domani.

C'è lo ha dimostrato alla G.M.G. quando ha detto hai giovani di non avere vergogna nel testimoniare Cristo. Ha sottolineato

che in questi tempi è difficile credere, però con l'aiuto di Dio e della Madonna, per sopravvivere alle continue tentazioni e trabocchetti

 che il mondo, in balia del demonio, ci offre. Un altro gesto che il Papa ha compiuto è quello di consacrare l'intera umanità a nostra 

Signora di Fatima il 13 Maggio di quest'anno giubilare 2000. Giovanni Paolo II ha volto la sua maggiore attenzione ha l'uomo, che in 

questi tempi non vede in Gesù Cristo l'unico Salvatore.

Il Papa non cessa mai di parlare dell'uomo che si sta avvalendo con le sue tecnologie in quasi tutti i settori della sua vita .

Ogni mercoledì e ogni domenica, il Papa rivolge una parola di conforto e di aiuto all'intera umanità . Potremmo dire che il pulpito del Papa

 molte volte è: la televisione, la radio e i giornali.

Il Papa è annunciatore di pace. Ma soprattutto di giustizia e di grande speranza. Egli è il primo annunciatore e testimone di Cristo;

 nel suo volto non sembra di vedere una persona triste, avvilita, vecchia nonostante i suoi anni d'età, anzi, in lui sembra di vedere un animo 

giovane attento a tutte le realtà sociali che esistono nel mondo d'oggi. I suoi occhi celesti sembrano due cristalli che brillano di tanta luce 

che aiuta e dirige il cammino di tanti cristiani. Durante il suo pontificato ha fatto tanti gesti d'amore e tante cose belle che bisognerebbe citare.

Una delle tante cose belle che ha fatto e quella di aver riunito tutti i capi di stato di tutto il mondo per pregare il Signore e la Madonna affinché nel 

mondo regni la pace. Anche il nome "Paolo" che il Papa ha deciso di avere durante tutto il suo Pontificato: infatti Paolo che deriva dal 

greco "Paulos" e dal latino "Paulus", significa l'apostolo delle genti. Anche il Papa rispecchia e rispetta alla lettera il significato del suo nome.

Un altro gesto è quello di cercare di parlare e di instaurare un dialogo con le grandi religioni, e non solo con esse ma con tante persone che non 

credono in Dio e alla Chiesa. Infine possiamo ricordare il gesto che il Pappa ha fatto la prima domenica di quaresima di quest'anno, creando 

stupore in tanti preti, vescovi e cardinali, il Papa alla preghiera dei fedeli, il 12 Marzo ha chiesto scusa al Mondo degli errori commessi

 dalla Chiesa in 2000 anni di storia.

Speriamo, concludendo che questo Papa ottenga dal Signore e dalla Madonna Santissima madre di tutti i cristiani, le grazie necessarie 

per la sua salute spirituale e affinché riesca a compiere tante opere di bene che siano utili alla Chiesa e all'umanità.                                                                 

Simone Melis

 

 

Il Mio Cuore Immacolato trionferà!                                                                                                                                      Settembre 2000

Maria Santissima è la presenza indispensabile nella vita della Chiesa; il vero ed autentico cristiano cattolico deve avere Dio per Padre e

 Maria per Madre, San Luigi Maria Grignon de Monfort, uno dei più grandi meditatori della figura della Vergine Madre, diceva spesso: 

"Chi si vantasse di avere Dio per Padre e, intanto, non nutrisse una vera tenerezza filiale verso Maria, sarebbe un impostore, che ha per 

Padre piuttosto il demonio"!

Il Signore Iddio ha scelto Maria Santissima come dispensatrice di tutte le grazie, attraverso Lei arrivano a noi le grazie del Padre,

 le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo. A proposito di grazie, nella vita di Santa Gemma Galgani vi è un fatto emblematico che riguarda

 la Vergine Maria: 

è da premettere che santa Gemma era una mistica che aveva un filo diretto con il Signore Gesù che sta nel tabernacolo e dialogava

 con Lui giorno e notte. Era già da più di un mese che santa Gemma chiedeva una grazia: offriva preghiere, sacrifici, digiuni e penitenze

 al Signore Gesù Crocifisso, ma non otteneva risposta. Allora si presentò davanti all'altare del Santissimo Sacramento e disse a Gesù: 

"E' da più di un mese che ti chiedo questa grazia e Tu non me l'hai ancora concessa"!

Gesù Sacramentato fece udire la sua voce: "Sei andata da mia Madre"?

Santa Gemma capì e, con grande fervore si rivolse alla Vergine Santissima perché  implorasse questa grazia presso il Signore....  

  Il giorno dopo ottenne la grazia!

I Padri della Chiesa quando parlavano della  Benedetta Madre nostra dicevano: "De Maria numquam satis (di Maria non si può dire mai 

abbastanza)!  

E' proprio così!..... Di fronte ad una così eccelsa e stupenda figura qual è Maria, non si può che restare senza parole e pieni di stupore; non 

basterebbe un'intera vita per parlare della Madre Santa, che Dio, con la sua infinita e somma sapienza, si scelse.

Maria Immacolata è anche Madre nostra oltre che Madre di Gesù e non poche volte Lei si è dimostrata Madre, una Madre che ci ama 

con profondo

 amore e tante volte con profonda preoccupazione ha richiamato noi suoi figli a cambiare strada e portarci alla conversione, 

Lei è la stella del nostro cammino.

Nella storia dell'umanità, infatti, vi sono stati tantissimi interventi di Maria, interventi eccezionali e miracolosi, numerose apparizioni,

fra le ultime quella della Salette di Lourdes, di Guadalupe e quella di Fatima, e anche in questo modo Maria Santissima ha adempiuto 

alla missione salvifica che il suo Figlio Gesù Le affidò dalla croce: "Donna ecco tuo figlio"... "Donna guarda i tuoi figli".

Soprattutto in questi tempi che viviamo, la Madonna Santissima ha richiamato con forza i suoi figli, e Fatima è diventata nella Chiesa e

 nel mondo un raggio di luce in un secolo buio, oscurato dall'ateismo e dalle guerre. La Madre di Dio non è venuta a predire sciagure,

 ma è venuta ad insegnarci come evitarle: non è Dio che castiga, sono gli uomini che, allontanandosi da Dio, si castigano fra loro.

Dopo il 1854, ossia dopo la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione da parte del glorioso pontefice Beato Pio IX, incominciò a 

diffondersi l'espressione "Cuore Immacolato di Maria" anche se già dal Medioevo inizia una prima devozione: alcuni Santi giunsero alla riflessione 

su questo ineffabile mistero d'amore, Sant'Agostino, ad esempio, giunse all'affermazione: "Maria ha concepito nel cuore prima che nel grembo".

Lei, Donna dell'ascolto e del silenzio, aveva già capito di essere diversa dalle altre, pur mantenendo la sua pura umiltà e il Signore con la

sua grazia aveva già preso dimora presso di Lei. Nelle apparizioni di Fatima ai tre pastorelli, Lucia, Giacinta e Francesco, la Vergine Maria 

fa un richiamo ad un mondo che ha dimenticato Dio; queste le parole dell'ultima apparizione: "Che non offendano più Dio, Nostro Signore,

 che è già molto offeso". 

Queste parole ci manifestano un profondo dolore e ci rivelano un messaggio di speranza, non vi sarebbe stato altrimenti nessun 

intervento e nessun richiamo: Dio si serve di Maria Santissima nel suo piano di salvezza. Nell'apparizione del 13 giungo 1917,

 la Vergine Maria disse: "Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato".

Diventa necessario, quindi, affidarci a questo Cuore amabile e ricco di grazia, e non possiamo assolutamente chiudere le porte

 in faccia alla nostra Mamma; dovremo dare almeno un briciolo di amore in cambio all'amore di un Cuore che arde e brucia d'amore 

per noi! Il Cuore Immacolato di Maria è il Paradiso di Dio: Dio ha creato un mondo per l'uomo pellegrino e l'ha chiamato terra, ha creato 

un mondo per l'uomo glorificato e lo ha chiamato Paradiso, ma ne ha creato uno anche per se stesso e l'ha chiamato Maria, questo 

mistero d'amore senza limite che rimane incomprensibile anche agli Angeli e ai Santi. È da considerare beato, quindi, colui che entra 

in questo Giardino di santità del Cuore della Madre di Dio, colui che vi entra ha la certezza di incontrarvi il Signore.

Il Cuore di Maria e il Cuore di Gesù sono inseparabili, sono ambedue circondati della stessa corona di spine, e palpitano d'amore

 l'uno per l'altro. 

Chiediamo a questi Cuori amantissimi di metterci fra di loro e di ricolmarci della grazia di Dio e della santità a cui siamo stati chiamati.

Quando ci apprestiamo a ricevere il Signore Gesù Eucaristico, facciamolo con Maria: Lei ci insegnerà ad amare con tutto 

il nostro cuore Gesù Eucarestia che sta nel tabernacolo e per amore nostro si è fatto piccola Ostia.

La Santa Chiesa di Dio ci dà come esempio i Santi. Uno di questi che inevitabilmente fa centro nel nostro cuore è Padre Pio,

 possiamo dire che il venerabile padre trascorreva gran parte della giornata in compagnia della Mamma Celeste recitando anche più di venti

 Rosari al giorno. 

E noi cosa facciamo per la nostra Mamma? Facciamo sì di non poter dire: "niente"!

Dovremmo chiederci che posto occupa questa devozione nella nostra vita: con il Santo Rosario noi incoroniamo la Regina del

 cielo e della terra e offriamo la nostra rosa alla nostra Mamma, noi, con questa preghiera così semplice, ma così profonda, 

commuoviamo il Cuore della nostra Mamma, con il Rosario in mano possiamo combattere contro il nemico infernale.

 Il beato Padre Pio da Pietrelcina chiamava il Santo Rosario "la mia arma" e quando il demonio lo assaliva e lo tentava, il Rosario

 era la sua arma, Maria il suo dolce appiglio. Nelle apparizioni più significative, sempre, la Vergine Immacolata ha richiamato alla recita 

devota del Santo Rosario. La Madonna disse: "Molte anime vanno all'inferno perché non c'è più nessuno che si sacrifichi e preghi per loro".

Infine non si può non parlare del Santo Padre che l'8 ottobre 2000, festa della Beata Vergine del Rosario, ha consacrato il mondo al Cuore 

Immacolato di Maria. Questo gesto che il Papa, in ginocchio di fronte al simulacro della Vergine Santissima di Fatima, ha compiuto 

è di grande  significato: proprio in occasione del Giubileo dei Vescovi a Roma il mondo, il suo presente e il suo futuro sono stati affidati 

a Maria Santissima.

Un altro recente segno della devozione del papa verso Maria è la beatificazione di due dei tre pastorelli di cui suor Lucia Dos Santos

 è attualmente carmelitana 93enne. Pensiamo anche alla data 13 maggio 1981... Giovanni Paolo II fu colpito da una pallottola che oggi 

si trova incastonata nella  corona del simulacro della Madonna a Fatima, sembra che il Papa abbia voluto attribuire il gesto ad una

 grazia ricevuta e recandosi a Fatima per la beatificazione dei due pastorelli ha voluto lasciare un ex voto regalando alla Madonna

 il suo anello di elezione papale. Nello stesso giorno della beatificazione, sua Santità, delegato il cardinal segretario di stato, dà lettura del

 contenuto della terza parte del segreto di Fatima. Il 26 giugno 2000 viene reso pubblico il testo integrale accompagnato da un commento

 teologico e da una introduzione storica. Abbiamo un papa mariano e  questa è una delle più grandi grazie che Maria Santissima ha concesso

 alla Chiesa. Sull'insegnamento del Santo Padre anche noi dobbiamo 

imparare a dire: "Totus tuus". Tutto tuo o Maria è tutto ciò che ho e che sono, lo offro a Maria per il trionfo del tuo Cuore Immacolato nel mondo.

 

 Michele Piras

 

 

Verso la fine del Giubileo                                                                                                                             Settembre 2000

 

Anche noi del Seminario Arcivescovile di Cagliari siamo andati a Roma per celebrare il nostro Giubileo; è stata una forte

 esperienza di fede questo "ritornare a Dio", un'esperienza di gioia, di comunione e di riconciliazione, in una parola abbiamo sperimentato

 un ulteriore volta cosa si prova a "convertirsi" e tornare a Dio per dirgli: <<ECCOMI>>.Questo Giubileo sicuramente ci ha fatto maturare

 ma specialmente ha fatto maturare il nostro rapporto con i compagni di Seminario per cui adesso riusciamo a dire a noi stessi ed anche

 agli altri "mi interessi". Molti di noi hanno preso il Giubileo come un tempo in cui si acquista più fiducia in Dio e più consapevolezza 

della sua Misericordia, altri come un periodo in cui si è potuta sperimentare maggiormente la presenza di Dio e la sua grazia, altri ancora

 come un tempo di gioia interiore ma anche esteriore; tutti accomunati, però, dallo stesso pensiero che può essere così riassunto: 

<< Riconosco in quella Porta Santa il Cuore di Gesù aperto per accogliere tutti i fratelli , chiunque era  perso e rattristato ha trovato misericordia

 e speranza, vedo in quel Gesù l'asse portante della mia vita il centro di tutte  le cose>>, 

ogni seminarista ha fatto propria questa frase. Tutti noi abbiamo incontrato la figura di Dio Padre che spalancava le braccia per indicarci la sua

 Misericordia e abbiamo corso verso di Lui per abbracciarlo. Attraverso il viaggio a Roma abbiamo riscoperto la bellezza del camminare 

verso Dio, cioè, la bellezza del pellegrinaggio, non usando tante cose ma con i sandali ai piedi, il bastone al fianco e con lo zaino contenente  

l'essenziale. 

Ritengo che questo Giubileo sia stato una vera e propria benedizione del cielo da cui ciascuno  di noi non potrà trarre altro che benefici;

 benefici che ci permetteranno di camminare verso Dio, quel Dio che ognuno di noi  vorrebbe servire nel ministero sacerdotale. 

Sicuramente la nostra spiritualità è maturata abbiamo capito che se vogliamo avere una fede grande dobbiamo basarci sulla fedeltà a

Cristo e al Vangelo e non  basarci sul sensazionale, sul miracolistico e su attese apocalittiche. Gli elementi che ci accompagneranno 

nella nostra vita dopo il Giubileo sono: a testimonianza coraggiosa nella fedeltà a Cristo e alla verità del Vangelo. 

Abbiamo sperimentato una maturazione nella nostra fede, dovuta all' incontro con Dio, la stessa fede che ci permette di confessare :

 Tu, o Cristo, sei il "mio Signore e mio Dio". É stata un'esperienza di "Cristo" che ha rinvigorito tutti noi. Un'aiuto particolare ci è stato 

dato da  Maria che è un esempio dell'esperienza  di Cristo, la vita della Madonna ruota intorno a quella di Gesù, Lei che lo portò nel grembo, 

che lo fece nascere, che lo protesse e lo amò e che infine lo seguì nel suo ministero, così, come ha seguito noi nel nostro pellegrinaggio

 giubilare; per questo motivo preghiamo affinché continui a seguirci nel nostro cammino verso il Cristo suo figlio. Per concludere, posso dire, 

che il Giubileo è stato come  fare un'inversione a "U" dove ognuno di noi ha cercato di cambiare la sua strada, sbagliata, per tornare 

su quella di Dio, e adesso che il Giubileo sta' finendo speriamo  di non uscire fuori strada e di continuare su quella di Dio.

 

Puddu Marco