Monastero della Dormizione di Maria
'Uspenskij'


Via della Pisana 342, 00163 Roma
Tel. 06 - 6615 2344
e-mail:
dormizione@tiscali.it

Le origini

Dal 1957 esiste a Roma un monastero di rito bizantino di lingua slava dedicato alla Madre di Dio nel mistero della sua Dormizione (Assunzione per la Chiesa latina). Il monastero venne fondato dalla Congregazione per le Chiese orientali, il cui prefetto al tempo era il Card. Tisserant, con la benedizione del Sommo Pontefice Pio XII. Lo scopo della fondazione era quello di avere a Roma un luogo dove si pregasse per la rinascita spirituale della Russia, allora oppressa dal giogo comunista come aveva chiesto la Madonna nella sua apparizione a Fatima, e per l'unità delle Chiese, soprattutto con la Chiesa ortodossa. "Un solo ovile, un solo pastore": nella piccola cappella, cuore del monastero, il Cristo dipinto sull'iconostasi reca il Vangelo aperto dove è espresso l'ardente desiderio di Cristo per l'unità della sua Chiesa (Gv 10,16).

Si riunirono a Roma le prime quattro suore russe che si trovavano in Congregazioni di rito latino dopo essere emigrate dalla Russia ancora da giovani e con storie dolorose alle spalle. Si voleva anche dare loro la possibilità di vivere la spiritualità nella quale erano nate e più consona alla loro mentalità e cultura. Della formazione spirituale e liturgica delle monache si occupò un abate benedettino di Praga (costretto a lasciare il proprio monastero a causa del regime comunista), i Padri gesuiti del Russicum - il seminario che formava i sacerdoti nel rito bizantino slavo - e quelli del Pontificio Istituto Orientale.

Il monastero si raggiunge dalla stazione Termini con l'autobus 64 fino a Largo Cavalleggeri e continuando poi con l'autobus 881. Dal grande raccordo anulare uscita n. 32.

  Il monastero
Il monastero

La vita monastica

La via monastica è vissuta secondo la tradizione del monachesimo orientale, che "è all'origine delle altre forme di monachesimo cristiano" (Pio XII, 11.4.1958) e nel monastero si segue un Typicum (regola monastica) scritto da alcuni Padri gesuiti e con molti riferimenti ai Padri della Chiesa orientale. Il 10 luglio 1959 Sua Santità Giovanni XXIII nel documento d'erezione del monastero alla dignità di diritto pontificio lo definì "un ornamento della sua diocesi, simbolo, invito e pegno d'unione". La speciale benevolenza dei Sommi Pontefici si manifestò anche con Papa Paolo VI che ricevette in speciale udienza le monache - "Voi siete la radice per l'avvenire", disse fra l'altro promettendo preghiere.

Scopo primario del monastero è la vita contemplativa e liturgica, nel silenzio e nella solitudine si cerca l'intimità con Dio attraverso lo sforzo quotidiano della metanoia. All'orazione si alterna il lavoro, le monache si occupano di confezione di paramenti per i vari riti orientali, di pittura di icone, di traduzioni, di giardinaggio e di lavoro nell'orto. Il monachesimo orientale non ha mai conosciuto la distinzione tra ordini e congregazioni e in uno stesso monastero si cerca di facilitare a ciascuno la realizzazione del personale piano divino tenendo conto delle qualità innate, attrattive spirituali e resistenza fisica, sempre nell'obbedienza ai superiori e alla tradizione monastica. La vocazione monastica è una sola e sorge dal dono dei sacramenti del Battesimo, dell'Eucaristia e della Cresima, la vita monastica è vissuta come vocazione battesimale, come dono e come carisma. La monaca è colei che prega e che vive nella conversione continua vissuta sia nella preghiera personale del cuore che in quella liturgica e nella purificazione dal peccato e dalle passioni fino alla divinizzazione che è la meta della vita cristiana e che la fa diventare canale di grazia per tante anime a lei affidate. Anche non esiste la clausura, non ci sono le grate e per seri motivi la monaca può uscire dal monastero con il permesso dei superiori. Il Typicum del monastero prevede la possibilità dell'eremitismo assoluto per le monache che ne hanno particolare attrattiva come pure non esclude, a seconda delle circostanze, opere annesse al monastero per le monache che sentono una chiamata a qualche attività esteriore.

Cappella
La cappella con l'iconostasi
  I gradi progressivi nella vita monastica orientale sono tre anni di noviziato preceduto da qualche mese di prova; rjasoforato o professione minore, di per sé perpetua, ma nella quale si debbono trascorrere almeno 5 anni; segue la professione maggiore con piccolo abito (microschema) che talvolta, dopo molti anni di esemplare vita monastica per le persone maggiormente dedite alla preghiera ed alla mortificazione, può essere completata dal megaloschema o professione con grande abito.

Orario della giornata: ore 5.20 Oktoich (ufficio del mattino), segue ora I, ora III, Divina liturgia, colazione, preghiera personale. Dalle 9 alle 12 lavoro, alle 12.15 ora VI e IX, pranzo, riposo, lettura spirituale. Dalle 15.30 alle 18.00 lavoro, Vespro, cena, Compieta, preghiera in cella.

Nel concludere queste brevi informazioni, a coloro che ne verranno a conoscenza, le monache chiedono una preghiera onde meglio corrispondere al misericordioso piano di Dio, continuando la loro vita "nascosta con Cristo in Dio".
Si accolgono giovani per ritiri o desiderose di conoscere il monachesimo orientale. Sia lodato Gesu Cristo!

Pubblicazioni

Questa piccola presenza orientale a Roma vuole essere anche un ponte tra le Chiese occidentale e orientale e per far conoscere la tradizione liturgica ed iconografica dell'Oriente bizantino nel monastero sono state preparate diverse pubblicazioni di liturgia, di iconografia e di monachesimo, affinché "l'Occidente si eserciti a conoscere quell'anima orientale, alla quale lo lega tanta parte della sua storia e oggi una sempre più struggente nostalgia di comunione" (da un discorso del card. Achille Silvestrini) e così diventare dono gli uni per gli altri. Anche Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Orientale Lumen sottolinea l'importanza della conoscenza reciproca fra le tradizioni di Oriente e Occidente ed esprime il desiderio che sia presto restituita alla Chiesa e al mondo "la piena manifestazione della cattolicità della Chiesa". I libri si trovano da acquistare in tutte le librerie cattoliche, oppure si possono richiedere al monastero.   Il monastero
Il monastero
  • Preghiere dell'Oriente bizantino, Morcelliana, pp. 232 (in ristampa)
  • Preghiere bizantine alla Madre di Dio, Morcelliana, pp. 80 (in ristampa)
  • Preghiere nelle grandi feste bizantine, Morcelliana, pp. 188 (in ristampa)
  • La Croce nella preghiera bizantina, Morcelliana, pp. 108, Euro 5,16
  • Le icone, immagini dell'invisibile, Morcelliana, pp, 128, 16 ill., Euro 7,23
  • Icone della Madre di Dio, Morcelliana, pp. 152, 16 ill., Euro 8,26
  • Icone di Cristo e dei Santi, Morcelliana, pp. 128, 16 ill., Euro 7,23
  • Icone mariane russe, Morcelliana, pp. 120, 8 ill., Euro 7,75
  • L'anno liturgico bizantino, Morcelliana, pp. 242, Euro 10,33
  • Le ore diurne e serali dell'ufficiatura bizantina, Morcelliana, pp. 154, Euro 10,33
  • Inno acatisto, testo greco-italiano, nota storico liturgica e commento teologico, Marietti, pp. 104, Euro 7,23
  • Il santo starec Amvrosij del monastero russo di Optina, Abbazia di Praglia, pp. 133, Euro 10,33
  • Preghiere a S. Andrej Rubliov e ad altri santi russi, Marietti, pp. 134, Euro 7,75.

L'icona della Dormizione di Maria

Celebrata a metà di agosto, la più grande festa cristiana in onore di Maria portava in origine il titolo di Dormizione, ma con la colletta veneranda composta dal papa siriano Sergio I (687 - 702), questa denominazione mutò in Assunzione. In Russia si mantenne sempre quella di Uspenie (dormizione), in Grecia coesistono sia Koimnesis che Analepsis. La proclamazione del dogma del 1950, voluta da papa Pio XII, fu solo un ribadire nella chiesa cattolica quel che era una ferma convinzione del mondo ortodosso.

Il termine Assunzione ci ricorda quello dell'Ascensione di Gesù e la glorificazione di Maria è infatti modellata su quella di suo Figlio. Maria, dopo la morte, è stata accolta totalmente nella gloria di Lui, e anche dopo la sua dipartita dalla terra continua ad essere Madre della Chiesa e ad intercedere per i fedeli di suo Figlio. Il Kondakion della festa composto da Cosma di Maiuma canta infatti così:

La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio che prega incessantemente per noi e resta ferma speranza di intercessione. Infatti Colui che abitò un seno sempre vergine, ha assunto alla vita colei che è la Madre della Vita.

La liturgia mette in risalto la vittoria sulla morte di Colei che aveva già vinto il peccato; ma l'interesse dei testi liturgici bizantini si concentra più sulla morte di Lei, seguita dalla sua Assunzione in paradiso in anima e corpo incorrotto.

Gli scritti degli apocrifi, detti del transitus, sono unanimi e certi che la Madre di Gesù sia stata sepolta nel Getzemani, mentre lì non ve ne è rimasta alcuna traccia. Questo si spiega anche con gli avvenimenti storici: l'evangelista Giovanni restò in Giudea dopo la guerra giudaica del 66-70 e dopo che Gerusalemme fu rasa al suolo. Durante l'assedio di Gerusalemme i cristiani si erano rifugiati al di là del Giordano. E' probabile che Maria sia morta in quegli anni, altrimenti più tardi san Giovanni non sarebbe partito per l'Asia minore lasciandola sola. L'imperatore Adriano poi, costruì una nuova città sulle rovine di Gerusalemme. Secondo gli apocrifi Maria fu avvertita della prossima morte dall'Arcangelo Gabriele. Espresse allora il desiderio di rivedere gli apostoli sparsi nel mondo e questi furono tutti trasportati miracolosamente presso di Lei, tranne Tommaso. Essi le dettero sepoltura con grandi onori nel Getzemani, ma quando arrivò Tommaso, dopo tre giorni, constatarono che la tomba era vuota e al suo posto vi erano dei fiori.

La liturgia bizantina, per non parlare dei tantissimi scritti dei Padri della Chiesa, anzitutto quelli di san Giovanni Damasceno, è ricca di preghiere innumerevoli, scritte da melodi e cantori sacri. Tutta questa innografia fa sì che vi sia una onnipresenza della Theotòcos nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, come le icone mariane che sono centinaia di diverse tipologie, tanto da superare le feste mariane canoniche disseminando tutto l'anno liturgico di feste mariane minori.

Icona Dormizione
L'icona della Dormizione di Maria
  Analizziamo ora l'icona della festa. In essa vediamo coesistere due dimensioni, quella umana, raffigurata dal corpo di Maria sdraiata sul catafalco in posizione orizzontale sulla parte inferiore dell'icona, e quella divina in posizione verticale e centrale rappresentata da Cristo in gloria contornato dalla mandorla con le schiere angeliche, il quale porta in braccio, come fosse una bambina, l'anima della Madre purissima e vestita di bianco. In queste due assi è sottintesa una costruzione geometrica che rivela una croce rovesciata come una tau che è simbolo di risurrezione. Risurrezione di Cristo anzitutto, perché è Lui al centro della composizione; ma anche di Maria che vediamo in alto nella gloria di Dio. In occidente l'immagine della Dormizione è diventata il punto di partenza per la glorificazione di Maria e sfocia nella sua incoronazione. La mano del Padre che tiene una corona d'oro sopra Maria si vede già nella cattedrale di Parenzo del secolo VI. Questa corona simbolizza la maestà di Colei che è la Madre del Re dell'universo, del Pantocrator.

Nelle icone della Dormizione gli apostoli sono spesso rappresentati sia nel cielo, mentre arrivano volando trasportati dagli angeli in strane nuvole-conchiglie, che al di sotto chinati intorno al corpo di Lei. Nei lati più vicini ad essa si trovano san Pietro, a cui Cristo ha affidato la Chiesa, e san Paolo, grande apostolo delle genti del mondo civilizzato, e vicino ad essi alcuni vescovi con croci nere ben in evidenza sulle stole bianche e gruppi di donne piangenti da entrambi i lati. A destra e sinistra di questi gruppi due edifici indicano la città di Davide. In basso si trova sempre una candela accesa che simboleggia sia la chiesa orante che il mistero contemplato sull'icona.

A volte in primo piano, vicino alla candela, appare uno strano personaggio che alza le braccia per toccare la salma, ma le sue mani vengono troncate con una spada dall'arcangelo Michele. Nella II omelia di san Giovanni Damasceno leggiamo che questo profanatore voleva far cadere quel divinissimo tabernacolo afferrandone il giaciglio con violenza. Racconta poi che lo sciagurato rimase mutilato fino al momento in cui rivolse lo spirito alla fede e al pentimento. Subito, accostati i moncherini al tabernacolo, sorgente di vita e di miracoli, divenne nuovamente sano. San Giovanni Damasceno inserì questo episodio degli apocrifi per significare che Maria non può essere toccata né dal male né dall'odio: Ella è interamente consacrata a Dio che la custodisce gelosamente come ha custodito l'arca dell'alleanza da ogni profanazione (vedi II Sam. 6,6.7).

Nel monastero hanno vissuto fino alla loro morte, avvenuta nel 1998, due religiose che lo fecero conoscere agli italiani appassionati di icone. Suor Irina, o Madre Irene, era nata a San Pietroburgo nel 1907 e dipingeva icone col cuore pieno di fede. Suor Maria Donadeo invece era milanese, molto colta e nota per i suoi libri sulle icone, che è consigliabile leggere a chi si avvicina ad esse perché esaurienti ed economici, e per gli articoli interessanti sulla teologia e l'iconografia delle icone.

Suor Irina negli ultimi dieci anni della sua vita si ritirò in un eremo in una casetta adiacente al monastero, dove dalla fondazione aveva vissuto per alcuni anni il cappellano, a pregare, a dipingere icone e tenere una corrispondenza spirituale. Attualmente è allo studio un progetto per creare in una costruzione, ancora in fase di ristrutturazione nel giardino del monastero, un laboratorio stabile di iconografia in cui iconografi esperti potrebbero ritrovarsi e a turno dirigere neofiti bisognosi di guida. Si affiancherebbe al laboratorio anche un corso di restauro di icone e di immagini sacre di ogni tipo, in scultura o su carta e tela. Gli studenti potrebbero riportare ad uno stato fruibile tante opere di devozione alle quali i proprietari siano legati affettivamente e che desiderino ripristinare.

La missione che Dio ha affidato agli artisti di fede è quella di rivelare lo splendore del Suo Volto, per migliorare la vita degli uomini sulla terra e attraverso le belle immagini sacre annullare la corruzione della televisione spazzatura e della perniciosa pornografia. Se desiderate partecipare alla realizzazione di questa lodevole iniziativa, con un'offerta ma anche con preghiere e consigli, potete contattare il Monastero.
BANCA INTESA SAN PAOLO
filiale Roma 06 - Via Gregorio VII, 127 - 00165 Roma
c/c n. 1000/11513
IBAN: IT74I0306903206100000011513
BIC: BCITITMM
intestato a:
Monastero Russo Uspenskij
Via della Pisana, 342 - 00163 Roma
Si può fin d'ora portare al monastero immagini sacre da restaurare e ordinare icone (a prezzi modici).

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