IL DISTRETTO SCOLASTICO E LA RICERCA DELLA MEMORIA

di Franco Biviano

E’ possibile svegliare nei giovani l’amore per la ricerca storica e condurli ad una fruizione più consapevole del proprio spazio urbano? Evidentemente sì. Ne sono più che convinti i dirigenti del Distretto Scolastico di Milazzo che, dopo la ricerca sui castelli peloritani del versante tirrenico, hanno stimolato gli studenti durante lo scorso anno scolastico a indagare sulle piazze e sui centri storici del comprensorio. Una iniziativa encomiabile sotto ogni aspetto che ha coinvolto tutti. Docenti, alunni, genitori, amministratori, esperti, anziani: nessuno è sfuggito al "ciclone" messo in moto dal Distretto, che alla fine ha dovuto selezionare il meglio (compito certamente non facile) dalla montagna di appunti e di materiale iconografico pervenutogli dalle varie scuole.  Risultato? Un agile volumetto denso di notizie su ogni angolo, anche il più sperduto, del territorio che va da Villafranca a Milazzo, corredato da belle foto a colori e in bianco e nero e da cartine topografiche.

Oltre a costituire una comoda fonte informativa, esso invita alla riappropriazione dei luoghi soliti, quelli dove si svolge la vita di tutti i giorni (piazze e centri storici, come dice il titolo, ma anche quartieri periferici, vecchi casali e villaggi rurali, persino masserie), luoghi che nascondono sotto la facciata della quotidianità brandelli di storia solitamente ignorati, usanze ed attività ormai scomparse. Una vecchia meridiana, uno stemma, un graffito diventano testimonianze eloquenti di avvenimenti che i libri di storia non riportano, ma che costituiscono l’intreccio del passato del nostro territorio.

Il progetto ovviamente aveva innanzitutto finalità didattiche ed educative. Gli studenti, infatti, hanno potuto recepire concreti suggerimenti per un approccio alla ricerca storica prima di tutto attraverso il contatto con gli anziani, testimoni viventi di un passato vicino, ma che sembra lontano anni luce; quindi con i ricercatori, veri "maghi" che riportano in  vita vecchie carte o lapidi scritte in una lingua ormai incomprensibile; infine con vecchi volumi conservati nelle biblioteche. Esso ha sicuramente favorito la nascita di un interesse e di un affetto per i propri luoghi, presupposto indispensabile per passare domani dal ruolo passivo di semplici abitanti a quello attivo di cittadini responsabili. E forse ha anche reso piacevole una materia come la storia, solitamente considerata "pesante" perché concepita come una noiosa sequenza di date da ricordare e snocciolare.

L’iniziativa ha coinvolto anche gli alunni della nostra Scuola Media che, guidati dai loro insegnanti, hanno effettuato ricerche sulla Piazza S. Maria della Visitazione, sul Palazzo Caprì, sulla Fontana del Cavalluccio Marino, sul Baglio, raccogliendo una mole di materiale documentario, soprattutto fotografico. Ci auguriamo che, una volta restituito dal Distrettto, esso venga interamente esposto nei locali della scuola per essere fruito da tutta la cittadinanza.                          Da "Il Nicodemo" n. 50 del 25 dicembre 1996