RECENSIONE

PATTI SOTTO I SAVOIARDI

di Franco Biviano

MICHELE SPADARO, Cronaca della città di Patti al tempo di Vittorio Amedeo II di Savoia (1713-1720), Messina 1999.

Càpita talvolta agli storici locali di imbattersi, in maniera fortunosa, in documenti di importanza assolutamente marginale, ma che fanno perdere loro il sonno e la pace. Un evento del genere è accaduto di recente a Michele Spadaro, un poliedrico personaggio pattese che, dopo essersi dedicato per parecchi anni alla professione medica, coltiva oggi, con risultati encomiabili, due passioni: la pittura e la ricerca storica. Qualche anno fa è venuto in possesso, non so dirvi come, della "patente" con la quale un certo Baldassare Drago il 16 agosto 1716 venne nominato cannoniere nella torre della Marina di Patti. Quell’insignificante documento è diventato per Spadaro il punto di partenza di una ricerca che lo ha condotto negli archivi storici di Patti e di Torino e lo ha messo in contatto con biblioteche estere per rintracciare libri divenuti ormai rarissimi.

Il risultato di questa ricerca è un agile e smilzo volumetto, dato alle stampe a Messina sul finire del 1999 dalle Edizioni Dr. Antonino Sfameni come 17E volume della collana intitolata "Messina e la sua storia".

Ovviamente (lo avrete capito) Spadaro non si è limitato a cercare notizie su quel Drago e sulla sua famiglia, ma scavando scavando ha tirato fuori dagli archivi uno spaccato della vita cittadina di Patti dal 1713 al 1720 attraverso la lettura dei registri della Corte Giuratoria (grosso modo, l’odierna "Giunta Municipale"). Le notizie, preziosissime per i pattesi che amano conoscere il proprio passato, diventano emblematiche anche per il resto della Sicilia, in particolare per le "terre" gestite direttamente dall’ "università" locale, senza l’interferenza del potere baronale. Sfilano così davanti a noi, impegnati nelle loro incombenze amministrative, giudici, balivi, secreti, acatapani, gabelloti, notai, banditori e tutta una multiforme umanità ripresa, a sua insaputa, nello scorrere della quotidianità.

Ma gli eventi sui quali Spadaro si sofferma abbracciano anche questioni di portata internazionale, rapporti diplomatici fra sovrani europei, le immancabili interferenze della Santa Sede, per non parlare di un’atroce guerra per decidere le sorti della nostra isola.

In tutto questo guazzabuglio troviamo invischiato anche un abate di S. Lucia, il trapanese mons. Francesco Barbàra, cappellano maggiore del Regno, che Vittorio Amedeo avrebbe voluto a capo della diocesi di Patti, ma che si trovò il passo sbarrato da un altro concorrente, Salvator Giuseppe Rodrigues, nominato dal sovrano uscente, Filippo V. La questione non si risolverà che nel 1723, quando il vescovado di Patti, dopo 10 anni di sede vacante, verrà assegnato a Pietro Galletti da Carlo VI di Borbone. Il Barbàra nel frattempo (essendo andata a monte anche la sua nomina a vescovo di Cefalù per l’opposizione della Santa Sede) era stato tacitato con una gratificazione di duemila scudi, mentre il Rodrigues era stato sistemato in Spagna.

La lettura della pubblicazione di Spadaro ci fa fare la conoscenza con un altro personaggio legato a S. Lucia: una strana suora, Caterina Proto, clarissa, della quale si apprende che era sposata con il luciese Giuseppe Cucuzza e che in realtà non aveva mai preso i voti. Tuttavia si fregiava del titolo di "suora" per non pagare la tassa sui terreni agricoli di sua proprietà.

Altre notizie riguardano aspetti specificamente militari, legati alla "sargenzia" di Patti, che si estendeva da Gioiosa fino a Divieto. Spadaro riporta, per esempio, la consistenza, minuziosamente dettagliata, delle singole truppe e il contingente assegnato ad ogni singola "terra". Apprendiamo così che S. Lucia doveva fornire alla "sargenzia" di Patti 14 cavalli e 55 fanti, contingente notevolmente superiore a quello previsto per i paesi circostanti.

Il volumetto è arricchito da una lucida introduzione di Camillo Filangeri e contiene un discreto apparato iconografico che consente una migliore conoscenza dei personaggi e dei luoghi.

Un solo appunto. Dopo avere "spolverato" tanti documenti d’archivio, l’autore avrebbe potuto inserire quelli più significativi in una bella appendice in fondo al volume. Sarebbe stato, senza dubbio, un prezioso servizio reso ai ricercatori e agli specialisti, che alla fine sono quelli che, meglio di altri, possono apprezzare l’improba fatica compiuta dallo studioso pattese.q

OPERE EDITE DI MICHELE SPADARO

Nobilissima civitas, cronache della città di Patti al tempo del canonico Giardina (1837-1912), Patti 1983.

Patti, inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche (1875-1876) (introduzione), Patti 1992.

I Nebrodi nel mito e nella storia, Messina 1993.

Francesco Nachera, pittore, 1813-1881, Patti 1996.

Carl Grass: viaggio in Sicilia, 1804 (postfazione), Messina 1996.

Cronaca della città di Patti al tempo di Vittorio Amedeo II di Savoia (1713-1720), Messina 1999.

Da "Il Nicodemo" n. 84 del 30 gennaio 2000