IN RICORDO DI CARMELINA AMATO......

Come noto nei giorni scorsi si è spenta Carmelina Amato, donna di lotte e conquiste sociali e storica compagna della nostra sezione. Nelle settimane immediatamente precedenti erano spirate anche due figure del mondo cattolico degli anni di Carmelina, Don Vincenzo Bressi e Don Antonio Peronace. Dilungarsi su quello che queste figure hanno rappresentato in un'età che, per molti versi sfortunatamente, non ritornerà più a Badolato, sarebbe retorico. Né ho intenzione di scrivere necrologi di sorta. Solo che la vicenda di Carmelina, che ho conosciuto molto meglio delle due validissime persone di chiesa anzidette, mi ha profondamente scosso e credo sia "pesata" a tutte le persone che l'hanno conosciuta e stimata in questi ultimi anni della sua vita. Molto mi è pesato non aver potuto prendere parte ai funerali di questa cara.
Quello che cerco di offrire è semplicemente il mio ricordo di questa cara compagna. Lo pubblico su Internet, sono pur sempre segretario della sua sezione ed è il minimo che io la ricordi. Ma è un ricordo personalissimo e assai sentito.

Carmelina era una donna sola. E la solitudine ha acuito profondamente le sue notevoli sofferenze fisiche. Non so quante persone avrebbero resistito con la dignità di questa donna. Non si è mai piegata ad elemosinare alcunché, pur avendo chiara la propria situazione. Aveva una gamba incredibilmente piagata, una cosa orrenda già a vedersi, che le procurava sofferenze indicibili. L'età e i suoi malanni inevitabilmente si aggiungevano giorno per giorno. Quando negli ultimi tempi la si andava a trovare ci si rendeva conto che ogni minimo sforzo la mandava completamente in affanno. Viveva con un pensioncina misera con cui a malapena riusciva a rientrare con le spese indispensabili. Ogni volta mi veniva sempre da pensare cosa sarebbe potuto succedere se si fosse sentita improvvisamente male da richiedere interventi immediati. Il saperla sempre sola mi inquietava.

So bene che purtroppo, a Badolato Superiore soprattutto, esistono altre situazioni simili, e la cosa mi appare sempre più vergognosa, specie se unita ai costanti furti nelle case di questi anziani; non solo non assistiti ed aiutati, ma perfino attaccati.

Carmelina era completamente ignorata dai parenti. Le sorelle sono lontane. La sua vera famiglia credo da un certo punto in avanti sia stata il partito. Rina Trovato a cui va il mio pensiero, ha sofferto profondamente in questi giorni, anche di fronte alle schifose prove di sciacallaggio, offerte da persone che di Carmela se ne son sempre infischiate sin quando era in vita. Per poi rivendicarne la vicinanza dopo la sua morte.

Rina le è stata vicinissima in queste ultime settimane. E come Rina, Carmela ha trovato, grazie sempre alla sezione, un'altra cara amica e una vera famiglia in quella della signora Savioz. In casa Savioz - Ermocida volevano davvero bene a Carmela. Un bene profondo. I piccoli nipoti della Savioz, hanno pianto Carmela al funerale, non come un'amica di famiglia, ma come una seconda nonna. È uno spirito con cui vorrei ricordarla pure io in questo momento. Non da segretario della sua sezione, ma da ragazzo che poteva esserne il nipote.

Amareggiava saperla sola e sofferente. Ogni nostro incontro era diventato un elenco di problemi, un calvario. Eppure bastava poco per renderla felice. Viveva, ad esempio, ogni nostro passaggio a casa sua come una festa. Oggi mi rendo conto che siamo passati molte meno volte di quanto avremmo dovuto presso casa sua.

Negli ultimi tempi si era presa un cane che le faceva compagnia. Ho assistito ad alcune scene curiosissime tra i due. Non esagero nel dire che erano profondamente uniti. Carmela parlava al cane con un tono dolcissimo. Credo lo considerasse a tutti gli effetti una persona…la creatura che le dimostrava più affetto, giorno per giorno. Era sempre felicissima delle dimostrazioni di gioia che lui le faceva. Da quando era stata ricoverata non aveva più rivisto il cane, ed ogni volta che ne parlava abbassava lo sguardo e le venivano i lucciconi. Sapeva che non lo avrebbe rivisto più, e si rendeva conto della inevitabilità della cosa.

Le bastava poco per essere felice. Pasquale Andreacchio su Gil, ricorda quando un mesetto fa la andammo a trovare, appena dimessa dall'ospedale. Ricorda le foto del partito che essa con orgoglio ci mostrò: erano foto che le avevo regalato pochi mesi prima. Era così felice di quel regalo che mi pregò di appendergliele subito alle pareti del soggiorno…

Solo dopo la sua morte ho saputo che parlò della nostra visita, riportata su Gil (che in verità le era già "semplicemente" dovuta) in modo commosso, come in lacrime e sorpresa parlò di quella ricevuta dall'ufficiale postale (Piperissa). Era sorpresa del fatto che qualcuno si preoccupasse per lei!

Nonostante tutti i suoi problemi era di una lucidità straordinaria. Non perdeva occasioni per parlare di politica nazionale (quasi sempre ce l'aveva con Berlusconi hehe…). La passione le era rimasta forte. Andandola a trovare in ospedale si mise a piangere pensando a quante ne aveva vissute, alla sua giovinezza e tra le lacrime ricordò le feste durante le elezioni contro la legge truffa del '53. Non si era assolutamente rassegnata all'idea della morte, anche se la sentiva ineluttabile e vicina. Aveva una gran voglia di vivere: diversamente non avrebbe resistito a lungo alle difficoltà che l'hanno colpita. Ho saputo di scene e sofferenze sconcertanti in questi suoi ultimi giorni di vita. Scene che non posso raccontare, ma che sono stati tremende per questa povera e al tempo stesso nobile signora.
Nobile sì, perché la nobiltà vera, non è un tratto esterno, mondano e materiale.

Ne conserverò sempre un ricordo con mille sfaccettature.

Aveva delle uscite curiosissime che la rendevano ancora più straordinaria. Quando nel '98 la premiammo, assieme a Rina (la targa la conservava sempre in bella vista sul tavolo del soggiorno), nel ricevere il premio attaccò con un minaccioso..." ehhh ce ne sarebbero da dire di cose dal '54 ad oggi…" . Nel panico generale qualcuno riuscì a fermarla!

Era sempre felice quando veniva invitata ai direttivi della sezione; come mi ebbe a dire la Savioz lei "…riteneva che non avrebbe dovuto far parte per forza del direttivo, per essere invitata alle riunioni. Lei si riteneva "invitabile" d'ufficio…" Ehehehe credo fosse quella fierezza d'animo ed orgoglio della propria identità che le permise tante lotte in passato e l'ha sostenuta in questi anni di solitudini e dolori. Era quella stessa fierezza che simpaticamente ai miei occhi, la metteva in una curiosa competizione con l'altra pasionaria storica del partito, Rina Trovato. Durante il nostro ultimo congresso ad Ottobre, Rina fece uno dei suoi discorsi, molto sentiti e sinceri, quanto decisi. Non credo che in quei momenti, Carmelina abbia "afferrato" tutte le frasi che Rina sparava in faccia a Soriero, perchè soffriva di una sempre peggiore sordità; fatto sta che quando tra gli applausi scroscianti, Rina riandò a sedersi proprio a fianco di Carmela, quest'ultima (che non aveva applaudito) le disse sommessa e pensosa "….non mi sei proprio piaciuta…!" Ehehehe credo che fossero come due sorelle, e che, come due sorelle, alle volte vivessero una piccola e bella competizione nel cuore dei compagni. In sezione i loro discorsi sono sempre stati ascoltati col massimo rispetto, specie nei momenti più difficili.

Anche oggi, che non c'è più Carmela rimane una persona ascoltata.

Perché il vero valore di una persona, fa sì che essa resti sempre viva e presente anche dopo la morte. E Carmela ha commosso tutti i compagni, da quelli più esperti come Mimmo Bressi che ha pianto durante il discorso d'addio, al sottoscritto, ultimo arrivato nel suo partito. Felice di aver potuto conoscere Carmelina Amato.