(tratto da "L'Espresso" del 7 agosto 2002)

BANANA REPUBLIC

Il Mahatma Mastella

di Guido Quaranta

 

 

Chissà cosa penserebbe Gandhi, poveretto, se sapesse come è stata utilizzata, dopo di lui, l'arma di cui si avvalse, nel secolo scorso, per difendere l'indipendenza e la libertà del suo popolo: il digiuno.

Secondo le cronache dei quotidiani c'è, infatti, chi digiuna per amore: come quel giovanotto piemontese rimasto, tempo fa, alcuni giorni senza cibo, sotto la casa della fidanzata, per indurla a tornare da lui. C'è chi digiuna per rabbia: come un piccolo imprenditore francese che, di recente, nel cuore di Parigi, si è chiuso nella sua Mercedes per una settimana. Per protestare contro il Fisco.

Ci sono poi i digiuni a staffetta, tipo quelli organizzati per solidarizzare con Adriano Sofri; quelli di stagione, per il recupero della linea perduta; e, infine, i digiuni politici, a ripetizione o una tantum. Tutt'altra cosa: molto più gandhiana, ovviamente.

Uno dei primi politici, in Italia, a ispirarsi ai metodi di lotta non violenti è stato il leader radicale Marco Pannella che ha effettuato non si sa quanti scioperi della fame per ottenere di tutto e di più: un po' di spazio, ad esempio, nei telegiornali da cui la Rai lo escludeva o per reclamare il ripristino del plenum nell'assemblea di Montecitorio, priva di una dozzina di deputati. Le sue battaglie, è vero, non hanno mosso le moltitudini, come quelle del Mahatma indiano ma, in compenso, hanno fatto parlare i giornali di lui, hanno preoccupato il suo medico di famiglia e hanno messo spesso a rumore il Palazzo e dintorni.

Un altro politico scopertosi, a sorpresa, gandhiano è l'onorevole Clemente Mastella, che alcuni giorni fa ha proclamato il digiuno a oltranza per non perdere il nuovo finanziamento pubblico concesso dallo Stato ai partiti e che al suo partitello, l'Udeur, dovrebbe fruttare 3 milioni e 300 mila euro l'anno. Una battaglia legittima, intendiamoci, ma il rischio è che tutti questi tipi di rinunce alimentari finiscano per provocare, nella gente, un irrefrenabile sbadiglio.

07.08.2002