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il 24 ottobre si è insediato il nuovo Consiglio comunale che, rinnovato al 70%, non è quello legittimato dal 
responso popolare del 1998.

Il 24 ottobre si è insediato il nuovo Consiglio comunale, che, rinnovato al 70%, non è quello legittimato dal responso popolare del novembre 1998.
E’ un Consiglio rabberciato dopo le dimissioni congiunte di 11 consiglieri, dimissioni finalizzate a sciogliere un consiglio comunale non più rispondente alla risoluzione dei problemi della comunità e a riportare le decisioni nelle mani dei cittadini di Carovigno.
A questa operazione di dimissioni congiunte ha partecipato anche il nostro compagno, il consigliere Giancarlo Locorotondo che ha firmato il documento pienamente in linea con le scelte politiche del nostro partito.
Da tempo, infatti, i Democratici di Sinistra vanno ripetendo al Sindaco di dimettersi. Egli avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni già dopo i fatti del 5 gennaio 1999, quando, essendo decaduti i consiglieri Perrino e Mele, e avendo il Sindaco basato la sua elezione sui voti ottenuti dall’allora consigliere comunale Mele, la maggioranza non era più legittimata a governare. Abbiamo ripetuto la nostra richiesta di dimissioni in varie altre occasioni:
quando sia in consiglio che sulla stampa il sindaco ha affermato che non gli davano la possibilità di governare;
quando una fetta della pineta è andata distrutta dalle fiamme per l’incuria di una amministrazione disattenta al territorio;
quando, avendo 11 consiglieri chiesto lo scioglimento del consiglio, il sindaco si è adoperato per ricostruire una maggioranza utilizzando la stessa tecnica di chi ricompone un vaso rotto con i pezzi di un altro recipiente.
L’aver finalmente deliberato la costituzione di parte civile di questo comune contro Mele e Perrino, dà ragione ai Democratici di Sinistra che da subito hanno sollecitato il sindaco e la giunta a operare in tal senso. Ma la scelta tardiva non fa che peggiorare la posizione di questa amministrazione, perché ha mostrato di operare non per il bene della comunità ma nell’ottica di un atto di ostilità politica. All’insediamento del nuovo Consiglio, l’aula consiliare era piena di cittadini a testimonianza che nel nostro paese qualcosa si muove: una rinnovata voglia di partecipare, di dire la propria.
E’ con questo qualcosa che l’amministrazione dovrebbe confrontarsi, ascoltando, interloquendo, offrendo fatti concreti di buona amministrazione. I provvedimenti sin qui adottati dalla giunta colpiscono, invece, la società carovignese:
è stato colpito il lavoro e lo sviluppo economico con la mancata attuazione del PIP, approvato definitivamente dalla Regione con delibera di G.R. del 7/12/98 e non ancora realizzato a distanza di due anni; le conseguenze sono penalizzanti per le imprese artigiane e commerciali le quali perdono la possibilità di accedere ai fondi nazionali ed europei, e perdono l’occasione di operare assunzioni agevolate: tutto ciò con un forte calo del settore edile e dell’economia in generale del paese;
non sono stati risolti i problemi legati al PRG; sono stati colpiti gli interessi dei cittadini anche attraverso l’ICI: l’aliquota nel nostro Comune è al 5,5 per mille, mentre a Ostuni, tanto per fare un paragone, comune con una evidente maggiorazione del mercato edilizio, l’ICI è applicata al 4 per mille; ne consegue che per la prima casa di valore pari ad una in territorio di Ostuni, il contribuente di Carovigno paga fino a cinque volte in più (un immobile, prima casa, del valore di £ 150 milioni, paga a Carovigno £575.000; a Ostuni £ 100.000);
per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, a fronte di un servizio sempre più carente, il cittadino negli ultimi tre anni, paga una tassa con un aumento pari quasi al doppio; 
nel campo delle opere pubbliche emerge la piazza: un’operazione condotta senza la partecipazione della cittadinanza e senza il suo coinvolgimento nel processo di trasformazione, e in cui, per reperire i fondi necessari si è proceduto all’accensione di mutui ulteriori che pesano e peseranno per molti anni sul bilancio del Comune rendendo difficile il governo futuro del nostro paese;
ha ripristinato la TOSAP, la tassa sui passi carrabili;
continua ad applicare l’IRPEF anche ai pensionati.
TOSAP e IRPEF sono due balzelli, ossia due imposte facoltative, nel senso che il Comune può scegliere di applicarli o non applicarli: è chiaro che da una amministrazione che si rispetti, il cittadino si aspetta l’eliminazione dei balzelli, tanto più se questa amministrazione fa capo al Polo che imposta la campagna elettorale sulla promessa di diminuzione delle tasse. Perché allora l’amministrazione applica tasse di cui potrebbe fare a meno? Per offrire servizi maggiori al cittadino?
Non mi pare, perché non mi spiegherei, tanto per fare un esempio, perché nelle scuole di Carovigno non è stato attivato il servizio mensa.
La causa è da ricercare, quindi, nella incapacità o nella non volontà di questa amministrazione di andare a ricercare finanziamenti attraverso altri canali: i POR, per esempio, i Piani Operativi Regionali che forniscono fondi ai Comuni. L’unico finanziamento POR a cui partecipa il comune di Carovigno, è quello relativo al Progetto GAL ALTO SALENTO, un progetto per il monitoraggio dell’inquinamento acustico sulle strade che collegano Ostuni, Ceglie, San Michele, San Vito, Carovigno; questo grazie al Sindaco Cirasino, presidente del consorzio dei 5 comuni dell’alto Salento. Carovigno non ha ottenuto fondi personali perché l’amministrazione non ha presentato progetti di intervento sul territorio, occupata come è, da lungo tempo, a tenere insieme una maggioranza perennemente in crisi, ora più che mai illegittima. La situazione politico-amministrativa è, a mio avviso, negativa, contraddittoria, mortificante per la crescita sociale, economica, politica del nostro paese, perciò ho chiesto e continuo a chiedere al Sindaco di dimettersi al fine di riportare una speranza di riscatto generale in un paese che non ne può più di essere manipolato, utilizzato, martoriato, da questo o da quel politico, che ha dimostrato con il suo operato di non perseguire l’obiettivo primario, quello del bene della nostra comunità.
Rosaria Fusco
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Aggiornato il: 11 novembre 2001