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la piazza: quale destino?
Secondo previsioni mediamente attendibili il 4 marzo 2002 la nuova piazza, linda e pinta, sarà consegnata alla cittadinanza carovignese.
Tralasciamo i dubbi e gli interrogativi sulla necessità dell’opera, sull’opportunità o meno di spostare il monumento ai caduti e sui costi di manutenzione e di pulizia. Vero è che un analogo lavoro di ripavimentazione delle vie del centro di Brindisi ha sollevato, recentemente, aspre polemiche in fatto di manutenzione. Chi quotidianamente si reca a Brindisi per lavoro osserva il lavoro accurato svolto dagli operatori del settore per tenere pulite le lastre di pietra usate per la pavimentazione. Ignoriamo al momento se l’amministrazione comunale abbia previsto sistemi di pulizia appropriati al tipo di materiali impiegato.
Ben altri dubbi e interrogativi ci poniamo in queste giornate autunnali.
Presumiamo che l’aver voluto ridare lustro alla piazza voglia significare farla tornare a luogo principale di aggregazione e partecipazione . Volerle, insomma, ridare la perduta vivibilità.
Negli ultimi anni infatti la piazza non è altro che ritrovo di pochi anziani e degli uomini della comunità albanese ospite a Carovigno. I giovani la disertano alla grande. 
Un tempo ci si recava in piazza sicuri di fare acquisti nelle più fornite salumerie e negozi di frutta e verdura, oltre che visitare il negozio di giocattoli dalla mitica Rafaela, o per acquistare un abito alla moda nel vicino negozio di abbigliamento.
Oggi i maggiori esercizi commerciali hanno trovato spazio nelle strade principali del paese.
Ci auguriamo che i nostri bravi amministratori, con l’acume che li contraddistingue abbiano capito che il rilancio della piazza non vada disgiunto dal problema di riportare sulla stessa l’attenzione delle categorie sociali. E’ necessario riportare in piazza chi non ci va più: giovani, donne, ragazzini.
Qualora i nostri amministratori non ci fossero arrivati, ci permettiamo di suggerire alcuni spunti di riflessione. Secondo noi, vanno ricreate le occasioni per “passare dalla piazza”. E dalla piazza si passa se ci sono negozi e belle vetrine da guardare, locali accoglienti, occasioni culturali.
Sarebbe importante censire gli alloggi sfitti e disponibili ad ospitare attività commerciali, creando condizioni, anche con forme di agevolazione previste dalla legge, per invogliare i giovani disoccupati ad investire in attività commerciali nel centro del paese.
Sappiamo bene che, spesso il sorgere di negozi nelle periferie, risponde all’esigenza di utilizzare un locale di proprietà, forse perché al centro i fitti sono più alti.
Se i costi dei locali del centro fossero più contenuti, sfruttando determinate formule e convenzioni il riflusso della piazza e delle strade adiacenti sarebbe scoraggiato.
Infine, per pensare ad una riqualificazione della piazza va seriamente affrontato il problema del parcheggio. Nel nostro paese, quasi più nessuno circola a piedi.
Senza parcheggio organizzato, si rischia di creare un’isola deserta.

Cassandra

 

 

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Aggiornato il: 11 novembre 2001