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il segretario francioso durante la relazione finale

CONGRESSO DS CAROVIGNO 
12  OTTOBRE 2001

Il partito che vorremmo.

 

CONGRESSO DS CAROVIGNO 12 OTTOBRE 2001
Il partito che vorremmo.

Vi sono nel nostro partito, nella nostra sezione, almeno due correnti di pensiero, due modi di intendere e di fare la politica.
Da un lato vi è una sorta di pragmatismo machiavelliano che persegue il fine con qualsiasi mezzo, da un altro lato vi è chi oltre a credere in determinati valori e regole, intende perseguire il fine con i mezzi leciti della Politica.
Questa è, per grandi linee, l'immagine che io ho avuto del mio partito in questi ultimi mesi, nei quali meglio ho conosciuto i vari dirigenti sia a livello locale che di federazione. 
Questa è la fotografia dei democratici di sinistra da me scattata e riportata qui stasera in assemblea.
Tale differenza di vedute, che non può e non deve essere confusa con l'appartenenza all'una ovvero all'altra mozione, già da alcuni mesi, ha creato nel nostro interno una sorta di tensione, e nei suoi dirigenti un certo scollamento, con conseguente sistematica diserzione delle riunioni di direttivo, indifferenza alle attività del partito, strumentali quanto gratuite critiche al segretario, dentro e soprattutto fuori dalla Sezione. 
Il Congresso, a mio avviso, deve indicare alla nuova classe dirigente che deve lavorare insieme al nuovo segretario, una chiara direzione da seguire e per questo auspico un vero dibattito senza fronzoli e giri di parole.
Nella mia relazione programmatica già presentata nel gennaio scorso, sottoscritta alla unanimità e che intendo qui stasera integralmente richiamare e riportare, affermavo la necessità di una ricostruzione del nostro partito, elemento propedeutico alla realizzazione del progetto dell'Ulivo, dell'alleanza del centrosinistra con l'imprescindibile apporto e supporto della società civile, dell'alternanza al centro destra. 
Auspicavo un serio lavoro per riavvicinare quanti giovani si erano allontanati per un modo forse non adeguato del partito e dei suoi dirigenti di rapportarsi e confrontarsi con loro. 
Sottolineavo la inderogabile esigenza di sentire il parere degli iscritti ogni qual volta bisognava assumere decisioni importanti per la vita e le prospettive del partito. 
Auspicavo una soluzione definitiva al problema della nostra scarsa presenza e rappresentanza in Consiglio Comunale.
Sottolineavo la necessità del nostro partito di farsi conoscere dai cittadini attraverso momenti di contatto con essi, attraverso la fondazione e diffusione del nostro giornale, strumento del quale ancora se ne sottovaluta l'importanza.
In questi nove mesi, pur commettendo diversi errori, ho cercato, insieme agli altri dirigenti, di portare avanti coerentemente tali impegni, anche nelle difficoltà di una estenuante campagna elettorale per le elezioni politiche di maggio e nella realizzazione di una buona festa de l'Unità.

Abbiamo raggiunto quest'anno 130 iscrizioni, più un gruzzolo di tessere dell'ultima ora delle quali non conosco il numero; abbiamo fondato "Francamente", uno dei modi più efficaci per portare la nostra voce, le nostre denunce e quelle dei cittadini all'esterno; abbiamo un sito internet, altro importante mezzo di comunicazione con l'esterno; abbiamo riallacciato rapporti con cittadini non iscritti che non faranno mancare la loro collaborazione nei momenti determinanti, come ad esempio il dr Raffaele Tateo, il dr. Pasquale Greco ed altri stimati concittadini; soprattutto si sono riavvicinati molti giovani, puliti, capaci, con idee concrete, pieni di entusiasmo e voglia di lavorare, che credono nei valori della sinistra e hanno creduto che nel nostro partito le cose stessero effettivamente cambiando, che i vecchi metodi stessero scomparendo, che la ricostruzione si stesse già realizzando. Nella segreteria sono stati inseriti due giovani iscritti, esterni al Comitato Direttivo, uno dei quali con funzioni di coordinamento dei giovani in vista della ricostruzione della S.G o, comunque, di un gruppo giovani con certa autonomia politica.

Queste aspettative vanno salvaguardate e garantite, e ai ragazzi, e a quanti vogliono un partito trasparente e coerente, dove le decisioni scaturiscono dalla dialettica, dal dibattito, dal confronto aperto e democratico.


Quello che si è verificato qui ieri sera è emblematico. Gli atteggiamenti di vergognosa intolleranza e prepotenza rivolti a giovani dirigenti, speranza del nostro partito e anziani dirigenti, che hanno dedicato la loro vita a questo partito, dimostrano chiaramente quanto lavoro ci sia ancora da fare, quanta ipocrita e malcelata distanza vi sia tra le belle parole, i bei discorsi di civiltà e di giustizia, e la nostra realtà vera. 
È questo il motivo essenziale, la ragione fondamentale, l'imprescindibile elemento caratterizzante la sottoposizione all'Assemblea della mia ricandidatura.

Devo ammettere che in questi nove mesi non sono stato, per certi versi all'altezza della situazione, non sono stato capace di risolvere l'annosa questione della nostra rappresentanza in Consiglio Comunale. In effetti molti presenti ricorderanno che della questione se ne era fatto carico il Segretario di Federazione e che quando questo tentativo è risultato inefficace avevo deciso di riportarla in assemblea per arrivare ad una determinazione definitiva. In quell'occasione non ho avuto la forza ed il sostegno necessario per compiere tale atto, perché qualche dirigente più "avveduto", in tal caso, minacciava una sicura spaccatura del partito. Solo in nome della unità, ho desistito dal compiere quel passo decisivo, anche a costo di perdere la fiducia di esponenti importanti del partito. Nello stesso tempo però non ho mai interrotto il dialogo ed il contatto con il nostro consigliere comunale ed ho costantemente cercato di riavvicinarlo al partito in senso materiale. 
Con l'occasione significo all'assemblea che lo stesso Giancarlo Locorotondo mi ha fatto sapere di non poter partecipare a questa assise perché fuori sede, per impegni precedentemente assunti, fino a domenica. 

Ho appreso ufficialmente ieri sera della candidatura dell'arch. Giuseppe Scaligeri il quale è stato molto attivo nella scorsa campagna elettorale per le regionali, con l'appoggio forte e determinato alla compagna Gianna Caroli ed al quale sento il dovere di rivolgere, a nome di tutto il partito, un ben tornato tra noi e, in ogni caso, l'augurio di un buon lavoro.

Sono nello stesso tempo dispiaciuto dei metodi attuati ancora una volta nel mio partito in questa fase. Non mi è stato chiesto alcunchè sulla mia eventuale ricandidatura o altro. Da parte mia ho convocato più volte anche nell'ultimo periodo il comitato direttivo con all'ordine del giorno i lavori congressuali, per affrontare ovviamente la questione delle candidature, ma tali incontri sono stati sistematicamente boicottati dalla maggioranza dello stesso C. D. Nello stesso tempo qualcosa stava avvenendo, il progetto di una parte di noi era già in fase avanzata ed ho capito solo negli ultimi giorni che tutto quello che è avvenuto dal 14 agosto, data di inizio della crisi amministrativa, era preordinato alla rimozione ed alla sostituzione della direzione del partito.
Sicuramente nessuno è indispensabile, tantomeno il sottoscritto.
Probabilmente non sono stato all'altezza del compito. Probabilmente io intendo la politica ed il partito in un modo sbagliato. Sono certo però di aver dato il massimo intellettualmente e materialmente, con la penna e con i turni di guardia ogni notte agli stends della Festa; con la mia onestà e trasparenza e con il porta a porta delle campagne elettorali. Sono certo che buona parte degli iscritti pensa la politica come io la penso e crede che certe logiche perverse debbano cessare una volta per tutte. 

Mi rivolgo perciò agli anziani alla loro esperienza ed al loro buon senso. Voi siete le radici del partito. Attenti a salvaguardare i germogli della nostra pianta che potrebbero non resistere a questa gelatura. 

Questo congresso, oltre ad essersi espresso, attraverso la sottoscrizione delle mozioni politiche, sulla scelta del segretario nazionale, deve necessariamente cercare di ricucire le lacerazioni interne avvenute in prossimità delle consultazioni regionali scorse. 
Il partito, a causa di professioni di fede per l'uno o per l'altro candidato ed a causa di una massiccia campagna denigratoria interna contro l'uno o contro l'altro candidato DS al Consiglio Regionale, ha vissuto situazioni drammatiche che, ancora oggi, non siamo riusciti a sanare completamente. 
Ricordo l'allontanamento del gruppo laburista e, soprattutto, la perdita, spero e credo, temporanea, dell'allora segretario Sabrina Bagnulo, una risorsa ed un segnale di cambiamento importantissimo che non dovevamo sciupare.

Ho voluto astenermi, fino al momento della votazione, dall'aderire a questa o a quella mozione e ho fortemente voluto, anche contro la volontà dei soliti dirigenti avveduti, che la elezione del segretario di sezione fosse nettamente separata da tale discussione, perché le due scelte sono assolutamente indipendenti l'una dall'altra. 
Dopo diverse riunioni di Comitato Direttivo ed una Assemblea chiamata ad esprimersi sulla questione, è emersa la volontà del partito di scindere nettamente i due momenti della elezione del Segretario e della scelta delle mozioni. Ribadisco quindi che il voto delle mozioni ha esclusivamente determinato il numero dei delegati al Congresso Provinciale e le percentuali dei rappresentanti nel Comitato Direttivo e dei Garanti. 
Il Segretario dovrà essere eletto solo sulla base del proprio programma politico locale, sottoscritto da un decimo degli iscritti al partito.
Io, dopo aver letto i tre documenti degli altrettanti candidati alla segreteria nazionale, nonché i documenti unitari e di contributo al Congresso Nazionale, ho scelto di aderire alla Mozione Fassino, perché più in sintonia con il mio modo di vedere ed intendere la politica.
Avrei desiderato nei giorni precedenti il nostro congresso, mettere in condizione tutti gli iscritti, attraverso la presentazione delle tre mozioni, di farsi una idea più chiara dei rispettivi contenuti per meglio decidere. Avevamo concordato con alcuni dirigenti anche la data del 21 settembre nella quale data ci era stato concessa la sala congressi del castello, ma l'iniziativa non è andata in porto perché il 21 settembre c'era la Festa de l'Unità a Brindisi e, a quanto pare, non vi erano disponibilità di relatori, tutti impegnati in tale iniziativa.

Nel nostro immediato futuro nel futuro della nostra Città i Democratici di Sinistra devono assumere un ruolo importante. Per troppo tempo siamo stati a guardare gli orrori e le nefandezze di una classe politica corrotta e spregiudicata. Nell'ultimo periodo abbiamo cercato di recuperare energie e risorse per contrastare questo modo di essere della politica. Abbiamo cercato di scrollarci di dosso, come partito, il sospetto della connivenza con "notabili" esponenti della destra. Abbiamo cercato di dare una immagine di noi stessi pulita e trasparente, certi che nel medio periodo, la Città, ormai stanca e nauseata da certi comportamenti, ci avrebbe premiati e dato fiducia. 

Nella crisi amministrativa scoppiata durante la nostra festa de l'Unità ed ancora in itinere, al di là dei soliti attacchi strumentali di qualcuno, tesi a screditare il sottoscritto che, ripeto, non è infallibile, questo partito ha assunto sin da subito una chiara posizione chiedendo pubblicamente, con manifesti, con interventi preventivamente concordati sulla stampa, con lettere aperte, con note inviate al Prefetto, le dimissioni di un Sindaco ormai impotente dal punto di vista amministrativo, abbiamo denunciato, anche attraverso il nostro giornale, il comportamento di chi essendosi candidato con l'Ulivo si è, con manovre insulse, aggrappato ad una parvenza di potere. Ho chiesto al Presidente del Consiglio Comunale, pubblicamente, sempre attraverso "Francamente", il compimento di un atto dovuto di legittima surroga dei consiglieri dimessisi con un atto pubblico. Abbiamo fermamente respinto le avances di quegli esponenti del CCD che ci fornivano atti da sottoscrivere già confezionati in nome e per conto dei nostri dirigenti primi non eletti e, a loro dire, preventivamente concordati con esponenti del nostro partito. 
Anche in queste fasi non sono stato supportato da buona parte dei dirigenti che hanno incredibilmente rinunciato, nonostante i miei ripetuti inviti, a scrivere una sola riga sul nostro giornale e su tali questioni. 
Vogliamo essere la futura classe dirigente di questo paese o di ciò che ne resta. Vogliamo intervenire sull'ambiente e sulla qualità della vita, vogliamo creare opportunità lavorative sfruttando le leggi che il governo di centrosinistra ha varato, vogliamo far sapere le nostre idee ed avere la possibilità di attuarle. Perché ciò si avveri dobbiamo mantenere la nostra coerenza fino in fondo, non cedere alla tentazione di alleanze strategiche vergognose ed incoerenti. 
È questa la linea che a mio avviso il Congresso deve dare in questa fase. Una chiara e precisa direttiva nel senso della coerenza con i principi ed i valori della sinistra. Ciò comunque ed al di là del segretario e del gruppo dirigente che saranno eletti. Dobbiamo convincerci che il partito è costituito da ogni iscritto e che ogni decisione deve essere la sintesi della discussione. 
Il tesseramento ai democratici di sinistra deve essere un atto di partecipazione fattiva alla vita del partito e non solo strumento per far fuori questo o quel segretario quando diventa scomodo, nonchè ostacolo alle strategie ed ai progetti di qualcuno più avveduto. Continuando così, praticando questa pseudo politica in sedi distaccate di sezione, fregandocene delle questioni che tormentano i cittadini, Arneo, tassa sulle caldaie, aumento ici, aumento della tassa sulla immondizia, passi carrabili, tassa sugli ingressi ai fondi, speculazioni sulle sepolture e sulle riesumazioni dei defunti, piani del traffico, piani commerciali, minimo assetto urbanistico, verde pubblico, vivibilità della Città, non andremmo da nessuna parte. Perderemmo tutto quello che abbiamo cercato di costruire fino ad adesso. 
Il partito che noi vogliamo
- è un partito fatto di donne e di uomini, giovani e anziani, onesti e disponibili al dialogo ed al confronto-
- è un partito moderno e democratico, aperto alla società e pronto a coglierne ed interpretarne le sue esigenze-
è un partito di sinistra, alternativo alla destra, ispirato dai valori di solidarietà, giustizia e libertà. Gianni Francioso

ALCUNI MOMENTI DEL CONGRESSO

 
 

 

 

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Aggiornato il: 17 ottobre 2001