Ducati 748RS Supersport
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La 748 che gareggia in Supersport è stata oggetto di attenzioni approfondite e di modifiche estremamente concrete. L'abbiamo provata ed analizzata nei dettagli tecnici...

La Ducati vuole tornare, con la 748 RS, ai massimi livelli in Supersport, dopo che negli ultimi anni le quadricilindriche giapponesi avevano goduto di uno sviluppo sorprendente.
Nella stagione 2000 Paolo “Gasolio” Casoli non è riuscito, pur avendo raggiunto due vittorie come i suoi diretti avversari, a riportare a casa il titolo dopo tre anni di dominio giapponese. Anche se, avevamo sperato tutti il contrario, visto che era primo in classifica fino all’ultimo giro dell’ultima gara, dove ha perso la prima posizione, la gara e il titolo in una volata a poche centinaia di metri dal traguardo!
“L’aspetto in cui eravamo deficitarii con la moto del 1999 – spiega il responsabile Ducati Corse, l’ingegner Claudio Domenicali- era la potenza agli alti regimi. Abbiamo studiato bene i regolamenti e abbiamo fatto presente le nostre necessità ai colleghi della produzione, perché ci dessero una base omologata con le caratteristiche che ci interessavano.
Anche in Superbike facciamo così, ed è questo il motivo per cui i nostri clienti, che gareggino o vadano a spasso, hanno a disposizione prodotti estremamente simili alle moto ufficiali”.
Quindi, dopo la presentazione della 748R, la Ducati Corse ha approntato un lotto di appena trentacinque 748RS dedicate a una selezionata clientela disposta a spendere 40 milioni più IVA
Ora che Casoli è andato alla concorrenza, il testimone passa a Vitto Guareschi. In bocca al lupo!

Tecnica: ciclistica
Il telaio a traliccio ricalca le misure della moto ’99, anche se è stato leggermente modificato per ospitare l’air box maggiorato, passato da 8 a 14 litri di volume. La moto di Casoli utilizza al retrotreno lo specialissimo ammortizzatore Ohlins TT4 impiegato anche sulla 996 SBK (e sulla YZR500 di Biaggi), che impiega un sistema di passaggi interni estremamente sofisticato, e perciò permette un settaggio rapido e preciso sia alle alte che alle basse velocità di movimento della sospensione.
La forcelle rimane la Showa utilizzata anche in precedenza, ma sfoggia steli con riporto al nitruro di titanio che migliora la scorrevolezza e la resistenza all’usura, mentre internamente è stata rivoluzionata con l’utilizzo di componenti Ohlins. I cerchi Marchesini sono significativamente più leggeri dei Brembo di serie.
Anche i freni sono stati modificati: sempre Brembo e con le pinze di serie, sono stati però adottati dischi più spessi, in grado di resistere meglio al surriscaldamento. “E’ chiaro che le masse non sospese e l’effetto giroscopico subiscono un aumento –continua Domenicali-, ma questa scelta dà la giusta risposta ai nostri problemi di fading, che è un nodo cruciale in gare della durata di 40 minuti, specialmente in circuiti corti e pieni di staccate come Donington o Oschersleben”.
Tecnica: motore
Seguendo le esigenze della Ducati Corse, il motore è stato rivisto soprattutto a livello di fluido-dinamica: le valvole di aspirazione sono passate da 33 a ben 36 mm di diametro, mentre quelle di scarico da 29 a 30 mm. Siccome la moto che corre deve mantenere le alzate delle valvole di serie, sono stati adottati alberi (comandati da cinghie rinforzate) che aprono 12,5 mm e 10,5 mm all’aspirazione e allo scarico rispettivamente (valori uguali alle camme di Carl Fogarty nel ’99).
Questi interventi, sono stati accompagnati da modifiche alla camera di combustione, ai condotti di aspirazione, all’impianto di scarico, con diametri dei tubi passati da 50 a 54 mm. L’iniezione Marelli ha visto aumentare il diametro dei corpi farfallati (da 50 a 54 mm) e modificare il posizionamento dell’iniettore singolo, ora installato su un ponticello che lo sorregge a 30 mm dall’imbocco del cornetto d’aspirazione, schema che consente vantaggi in termini di omogeneizzazione della miscela e raffreddamento della carica in ingresso del cilindro.
Tutto ciò ha portato all’aumento di 7 CV della potenza massima, eliminando contemporaneamente quel “buco” a 9500 giri che sulla versione precedente limitava in modo fastidioso la banda di utilizzo. Per contenere la temperatura del motore entro limiti accettabili sono stati impiegati radiatori di acqua e olio maggiorati.
Mantenute le bielle in titanio, il motore ha ricevuto una nuova pompa dell’acqua, un rotore del generatore più leggero di 780 grammi e la frizione antisaltellamento con campana in acciaio ereditata dalle 996 del 96, mentre il cambio a sei rapporti è lo stesso della moto ufficiale da Superbike.
In pista
Durante la prova è stato adottato un settaggio piuttosto radicale, specie in confronto con la ciclistica “standard” della 748R: la moto è molto caricata sull’avantreno, in virtù del sollevamento del retrotreno di 5 mm e con dello sfilamento dei foderi di addirittura 12 mm. L’interasse è stato accorciato di 5 mm sfruttando l’eccentricità del mozzo posteriore, mentre l’angolo del cannotto di sterzo risulta di soli 23,5°.
In un circuito, certo impegnativo come quello del Mugello, la “Ducatina” riesce a unire agilità e stabilità. In curva la moto si dimostra facile da inserire e molto controllabile, anche nei curvoni veloci, dove il pneumatico Michelin anteriore lavora al meglio garantendo la precisione della traiettoria.
L’ottima direzionalità nei rettilinei non viene perturbata nemmeno nelle frenate più violente, grazie anche all’intervento della frizione antisaltellamento, che permette di utilizzare senza patemi il freno posteriore per contribuire tanto alla decelerazione quanto alla direzionalità, il tutto mentre si sfrutta il freno motore con scalate assassine che trascinano il propulsore in fuorigiri.
Il motore, dal canto suo, frulla che è una bellezza: nei regimi che contano (7-12.000 giri) la spinta è sensibilmente migliorata, e non bisogna più sfrizionare fuori dalle curve più strette per aggirare il “buco” di erogazione. La potenza massima è di 124 CV a 12.300 giri, mentre il limitatore interviene a 12.800, ma all’accensione della spia rossa conviene salire di rapporto, perché la curva di potenza, piuttosto appuntita, comincia a scendere subito.

Dati tecnici

Motore 4 tempi, bicilindrico a V longitudinale di 90°
raffreddamento a liquido
alesaggio e corsa 88 x 61,5 mm
cilindrata 748 cc
rapporto di compressione 12,3:1
distribuzione desmodromica bialbero a camme in testa con quattro valvole per cilindro, comando a cinghia dentata
lubrificazione a carter umido, radiatore dell’olio
Alimentazione iniezione elettronica integrata con l’accensione, corpi farfallati da 54 mm
capacità serbatoio n.d..
Avviamento esterno
Trasmissione primaria a ingranaggi, finale a catena
Frizione multidisco in bagno d'olio con comando idraulico e dispositivo antisaltellamento
cambio a sei marce
Ciclistica telaio a traliccio in tubi d'acciaio, inclinazione perno di sterzo 23,5°
avancorsa n.d..
Sospensione anteriore forcella teleidraulica a steli rovesciati da 43 mm
sospensione posteriore forcellone monobraccio con monoammortizzatore Ohlins
Ruota anteriore tubeless con cerchio in magnesio Marchesini e pneumatico 120/70-17”
Ruota posteriore tubeless con cerchio in magnesio Marchesini e pneumatico 180/55-17”
Freno anteriore doppio disco flottante da 320 mm con pinza a 4 pistoncini contrapposti e 4 pastiglie
Freno posteriore disco da 220 mm con pinza a 2 pistoncini contrapposti
Dimensioni e peso interasse 1400 mm, lunghezza n.d., larghezza n.d., altezza sella n.d.. Peso n.d.
Prestazioni dichiarate potenza 124 CV (91 kW) a 12.300 giri, coppia n.d., velocità n.d.

Prove Ducati 748:

 

 

 

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