Ducati ST2 - ST4
versione inglese

In casa Ducati si sentono ancora i profumi delle benzine speciali e dello champagne consumato a ripetizione dopo l'ultimo titolo mondiale. Anche la ST4 e la ST2 portano un "briciolo" di Fogarty con loro, mostrando una serie di interventi che potenziano l'aspetto racing di questa sport touring per migliorare la guida in strada e in pista. La gomma dietro è ora una 180/55, le flange dei dischi sono in alluminio e la strumentazione è simile a quella della mitica 996.
La Ducati si è sempre contraddistinta per l'originalità estetica e il fascino delle linee dei suoi modelli, vedi la 996, la 748 o, in
maniera ancor più incisiva, la cattivissima Monster. Lo stesso discorso non vale per la ST4, che appare senza infamia né
lode per "colpa" di un design così classico che ha addirittura del sorpassato, in particolare per la forma del faro, priva di personalità. E questo nonostante la moto abbia beneficiato di un restyling generale. Il logo del modello è ora evidenziato sulla carena, è stato eliminato il paraspruzzi posteriore, le ruote e il telaio sono color grigio canna di fucile e il cruscotto ha una nuova strumentazione. Tutto sembra che sia stato studiato solo per funzionare a dovere.
LINEE ARROTONDATE PER L'AERODINAMICA: L'aerodinamica, per una sport-touring come la ST4, è uno degli ele-menti principali da considerare. Le linee della carena sono arrotondate per facilitare il deflusso d'aria, mentre a proteggere Ducati ST2
il pilota c'è un avvolgente cupolino leggermente oscurato che rende ottima la visibilità anche quando ci si abbassa sul serbatoio.
Le frecce anteriori sono integrate alla carena per rendere l'aspetto più compatto; quelle dietro sono di tipo tradizionale.
Nella zona anteriore spiccano i due generosi specchietti, pieghevoli e dotati del ritorno automatico per evitare che si possano rompere in caso di urto (anche se in realtà sono ben poco efficaci). Il vetro interno dello specchio si può regolare: con un tratteggio è contrassegnata la porzione più esterna, quella che consente una visuale allargata su ciò che succede ai lati della
moto. Il marchio Ducati è prima di tutto legato alle competizioni: ed ecco il contagiri professionale tipo 996; è disposto al centro del cruscotto e ha il contorno in poliuretano. Girando la chiave di contatto si accendono per qualche secondo le spie della benzina e dell'olio, e si illumina il display digitale dove compare per un istante la scritta Duc ST4, prima che si visualizzino
il livello carburante, il termometro dell'acqua e l'orologio.
IL LOGO DUCATI Sport-touring è in rilievo sul coperchio del serbatoio. Piccola ma funzionale la maniglia per il passeggero. Sotto la sella, che si asporta agendo su una serratura, c'è l'antifurto a "U" fornito dalla Casa e lo spazio per i documenti. La serratura di comando è situata fra il serbatoio e la piastra forcella e comanda il bloccasterzo con la ruota anteriore girata da entrambe le parti (con la ruota a destra il manubrio rimane pressoché dritto); c'è anche la luce di parcheggio. I blocchetti
elettrici, pur essendo un po' datati nel design, sono sempre molto efficienti e istintivi. Peccato che non si possano regolare le
leve di freno e frizione. Il serbatoio ricorda per certi versi quello della 996, spigoloso nella parte superiore e snello in basso per consentire un perfetto inserimento delle gambe. La sella, stretta e ben sagomata, è asportabile grazie a una serratura posta sul codino della moto. Sotto c'è l'antifurto a "U" fornito dalla Casa e il posto per i documenti. Le In alto, la nuova strumentazione
con contagiri elettronico tipo 996 "Ducati Corse". Accanto alla maniglia estraibile per posizionare con facilità la moto sul
cavalletto centrale è prevista anche una presa di corrente. Il disco posteriore è da 245 mm. Il serbatoio del monoammortizzatore
a gas (a fianco). Sopra, il robusto telaio a traliccio tubolare in acciaio concepito per equipaggiare i modelli sport touring, ovvero per poter far fronte a un utilizzo con due persone a bordo e bagaglio anche ad alte velocità. quattro pedane sono rivestite in gomma per ridurre le vibrazioni del bicilindrico. La piastra della pedana sinistra del passeggero è dotata di una maniglia estraibile che serve a posizionare la ST4 con maggior facilità sul cavalletto centrale; accanto alla maniglia è prevista anche una Ducati ST4presa di corrente per alimentare accessori optional. La stampella laterale non ha più il ritorno automatico, ma è comunque dotata del sistema di sicurezza che impedisce l'avviamento del motore nel caso questa sia in posizione d'appoggio. In optional sono disponibili le borse rigide laterali in tinta
NOVITÀ ANCHE NELLA TECNICA Gli aggiornamenti sulla nuova ST4 continuano anche a livello tecnico. La pompa della frizione Brembo è capace di maggior moltiplicazione di pressione rispetto la versione precedente. I dischi freno hanno una nuova flangia e sono più spessi (ora 5 mm); sono inoltre dotati di una pompa radiale più performante. I tubi freno sono in treccia d'acciaio per resistere più a lungo agli sforzi, mentre le pastiglie sono sinterizzate per una maggior efficacia in frenata. L'ultima novità tecnica riguarda l'adozione del pneumatico posteriore allargato e ribassato, è un 180/55-17". Il telaio è il classico tubolare a traliccio con resistenza torsionale e flessionale tipica delle moto più sportive. All'avantreno è stata adottata una Showa a steli rovesciati da 43 mm e regolabile in compressione, estensione e precarico molla; le stesse variazioni sono apportabili al mono
a gas posteriore. Il motore è un bicilindrico a "V" di 90° da 916 cc (portato fino a 944 cc per la ST2), praticamente lo stesso della famosa versione sportiva "ridotto" a 105 cv a 9000 giri. Il super collaudato Desmoquattro è giunto ad un sostanzioso livello di affidabilità e si possono mantenere alte velocità di crociera senza che la meccanica ne patisca. La personalità soft espressa dalle linee e dalle forme dell'ST4 si scontra con la sua strabiliante efficienza nell'uso stradale e anche in pista. Ciclistica e motore sono stati progettati per un utilizzo ben superiore alle aspettative, tant'è che diversi componenti sono stati "rubati" alla 996.
Fra le sport-touring, non c'è storia: sono loro le migliori in senso sportivo.
Le misure da maxi sono contenute in una struttura molto compatta e nemmeno gli ingombri sono troppo pronunciati: i due
scarichi escono abbastanza aderenti alla moto, mentre gli specchietti sono pieghevoli e dotati di un sistema automatico di
ritorno utile in caso di urto. La geometria di sterzo e la distribuzione dei pesi sono state specificatamente calibrate in modo da rendere la moto agile sul misto e stabile sul veloce. Multiregolabile la forcella a steli rovesciati da 43 mm. tutto da una comoda posizione di guida: la sella bassa da terra e il manubrio alto sono i requisiti che incidono maggiormente sulla facilità di guida cruscotto della ST2
quando ci si trova in mezzo al traffico. Le pedane sono arretrate ma non troppo alte, mentre il serbatoio prevede due lunghi
incavi che offrono spazio anche alle ginocchia dei piloti più alti. I due manubri, posti sopra alla piastra della forcella, sono alti e aperti per favorire il comfort e il controllo della moto, visto che si devono fare i conti con i chili di bagagli e passeggero.
I comandi elettrici sono in posizione istintiva e facilitano le manovre; ottima la precisione e la scorrevolezza della manopola
del gas che non stanca neanche dopo innumerevoli apri-chiudi. La vera perla della ST4 è la straordinaria coppia del bicilindrico, che consente di viaggiare con la classica "marcia in più" senza conoscere fastidiosi giochi di trasmissione, a patto di non
scendere sotto il muro dei 2500 giri. Il range ideale del motore è attorno ai 3000/3500 giri; a questo punto basta aprire il gas
per ottenere un intervento progressivo e convincente degli oltre 100 cv disponibili. È solo nelle riprese con la marcia alta che vengono fuori le vibrazioni tipiche del motore a due cilindri, specie all'altezza di manopole, sella e specchietti. Per i trasferimenti fuori porta ci si affida all'ottima aerodinamica Ducati che consente di mantenere alte velocità di crociera. Tra i 180 e i 200
all'ora si fila via lisci come l'olio, col busto leggermente inclinato in avanti e la testa ben ferma grazie all'eccellente protettività del cupolino; di grosso aiuto anche la perfetta visibilità offerta dal "vetro". Non ci sono vortici né turbolenze a ostacolare il comfort
in autostrada, figurarsi a mantenere i 130 stabiliti dal codice col motore che gira ad appena 5000 giri... Chi patisce è il
passeggero, che deve fare i conti con delle pedane un po' troppo indietro e con un maniglione scomodo da impugnare; la posizione più alta della sella rispetto al pilota lo rende inoltre più esposto ai vortici d'aria. Spremendo la potenza a disposizione
si raggiungono in fretta i 240 all'ora a 9750 giri di strumento. Fino a 7000 giri il rombo degli scarichi è espressione di coppia e potenza, ma da lì in poi il suono si assottiglia e diventa musica, facendo dimenticare di essere "solo" su una ST4. Il motore
spinge senza interruzione fino a 10.500 giri, soglia in cui il limitatore taglia (finalmente...) la corrente.

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