Quaderni di Birdwatching Anno I - n° 1 - aprile 1999


Recensioni
Il contributo italiano al 22° I.O.C.
di Roberto Garavaglia

il logo del convegno:
Promerops gurneyi
(endemico del Sudafrica)
disegnato da Penny Meakin
 

Lo scorso anno, dal 16 al 22 di agosto, si è tenuto a Durban in Sudafrica il 22° International Ornithology Congress, evento di primaria importanza nel mondo dell'ornitologia scientifica. Gli atti del convegno sono pubblicati sul n. 69 di Ostrich, ma sono anche accessibili direttamente sul web, dove sono messi a disposizione i riassunti di tutti i contributi, sia le presentazioni orali che i poster.

     La partecipazione dell'ornitologia italiana è stata poco numerosa ma qualificata: in totale sono stati presentati 12 lavori. (l'amico Roberto Lardelli è tecnicamente Svizzero, ma lo nominiamo immediatamente Italiano onorario n.d.r). Ci è sembrato importante presentarne una rassegna, anche a beneficio di chi non fa parte della ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Qui di seguito riportiamo, in ordine sparso, titolo e riassunto di tutti i lavori degli autori italiani.

    E ci scusiamo fin d'ora se ce ne fosse sfuggito qualcuno e per le inevitabili inesattezze nella traduzione.



Fat accumulation dynamics in pre-migratory roosting Barn Swallows in Italy
Andrea Pilastro (1) & Fernando Spina (2)
(1) Università di Padova, Dipartimento di Biologia, e-mail: pilastro@civ.bio.unipd.it
(2) INFS, Ozzano Emilia (BO), e-mail: infsmigr@iperbole.bologna.it

    Gli aspetti energetici legati alla migrazione della Rondine Hirundo rustica non sono ancora stati studiati in dettaglio. Questa specie si raccoglie in roost pre-migratori, nei quali un gran numero di esemplari può essere catturato e inanellato per studiare le differenze nella dinamica di accumulo del grasso, durante la stagione e tra differenti aree geografiche. Gli autori hanno analizzato lo stadio di muta a l'accumulo di grasso in numerosi roost in tutta Italia. I risultati suggeriscono che l'accumulo del grasso inizia solo una volta che la muta è stata completata; dopodiché la massa corporea e le riserve di grasso crescono rapidamente da 18 a 24 grammi circa. L'incremento giornaliero variava tra 1,5% (nei giovani) e 2,1% (negli adulti) della massa magra. Verso metà settembre, le riserve di grasso degli uccelli più pesanti corrispondevano al 24.1% (giovani) e al 30.5% (adulti) della massa magra, il che suggerisce che le Rondini hanno riserve sufficienti ad attraversare il Mediterraneo e il Sahara senza soste. Gli esemplari catturati nell'Italia settentrionale erano più magri rispetto a quelli del centro e del sud, e la proporzione degli adulti variava con la latitudine, suggerendo che gli individui più vecchi si concentrano nei roost più meridionali prima di partire. Questi risultati indicano che le Rondini adottano la strategia migratoria tipica degli altri passeriformi migratori a lungo raggio ed evidenziano la necessità di proteggere gli habitat di canneto dell'Europa meridionale.



Molecular evolution of the mtDNA control-region in galliform birds
Vittorio Lucchini & Ettore Randi.
Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, via Ca' Fornacetta 9, 40064 Ozzano dell'Emilia (BO), e-mail: met0217@iperbole.bologna.it

    E' stato sequenziata parte del DNA mitocondriale di numerose specie di pernici del genere Alectoris, fagiani dei generi Lophura e Tragopan e altre specie di fasianidi e tetraonidi. Viene presentata un'analisi comparativa dei risultati. All'interno dei galliformi, la regione studiata del DNA mitocondriale appare evolvere lentamente e può venire usata in maniera affidabile per analizzare le relazioni filogenetiche.



Evolution of the mitochondrial control-region in populations of Galliformes (Alectoris, Tetrao and Lagopus)
E. Randi, V. Lucchini & P. DeMarta
Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, via ca Fornacetta 9, 40064 Ozzano dell'Emilia (BO), e-mail: met0217@iperbole.bologna.it

    Durante il Pleistocene, la distribuzione geografica delle popolazioni di pernici e tetraonidi dell'Europa occidentale è stata molto influenzata dai cambiamenti climatici. Episodi di estinzione e colonizzazione possono aver determinato la distribuzione della variabilità genetica tra le popolazioni e all'interno di esse. Le pernici preferiscono ambienti aridi e aperti e, durante le glaciazioni, erano ristrette alle zone meridionali. Al contrario, i tetraonidi vivono nelle foreste fredde e i loro fossili sono ampiamente distribuiti in tutta l'Europa centrale. Quindi, le moderne popolazioni di pernici derivano da recenti espansioni post-glaciali, mentre popolazioni frammentate di tetraonidi sono il risultato recenti contrazioni dell'areale e di isolamento nelle zone fredde. Gli autori hanno sequenziato parte del DNA mitocondriale e i risultati sono stati impiegati per studiare lo schema di distribuzione geografica della variabilità genetica. Le pernici mostrano una propria distinta struttura filogeografica ed eterogeneità geografica a causa dell'isolamento in zone-rifugio, mentre i tetraonidi sono geneticamente indistinti in conseguenza del continuo interscambio genetico.



Strategy of sea and desert crossing in spring songbird migrants as suggested by the analysis of intra- and inter-specific variation of residual fat reserves
Fernando Spina (1) & Andrea Pilastro (2)
(1) INFS, Via Cà Fornacetta, 9, Ozzano Emilia (BO)
(2) Dipartimento di Biologia, Università di Padova

    Molte isole del Mediterraneo vengono utilizzate dai passeriformi come luogo di sosta durante la migrazione. In molti casi, i migratori non si fermano sulle isole per recuperare le riserve e quindi gli indici delle condizioni fisiche danno una buona indicazione circa le loro riserve energetiche residue a questo punto dell'attraversamento della barriera costituita dal mare. Dal 1988, il Progetto Piccole Isole, coordinato dall'INFS, sta portando avanti lo studio della migrazione primaverile per mezzo di una rete di 31 stazioni di inanellamento costiere e su isole, sparse nel Mediterraneo occidentale e centrale. Queste stazioni operano secondo un protocollo standard di cattura e inanellamento durante il periodo di massimo passo dei migratori trans-sahariani. Nel corso di 10 anni, sono stati raccolti dati di peso corporeo, grasso e muscolo per più di 300.000 uccelli, appartenenti a quasi 200 specie. Questi dati sono stati usati per studiare i diversi aspetti della migrazione su una ampia scala geografica; in particolare: 1) la strategia di attraversamento delle barriere in termini di rotta e fenologia;
2) le implicazioni morfologiche ed ecologiche delle riserve di grasso, a livello inter- specifico;
3) le variazione inter-specifica delle condizioni fisiche in diverse fasi dell'attraversamento del Mediterraneo;
4) le modalità inter- e intra-specifiche di consumo del grasso. I risultati globali indicano che l'attraversamento diretto, su fronte largo, del deserto del Sahara e del Mare Mediterraneo, senza scalo di rifornimento in nord Africa, è una strategia frequentemente adottata dai passeriformi in migrazione primaverile.



Immune function, parental effort, and offspring condition
Nicola Saino (1), Stefano Calza (1) & Andres Pape Müller (2)
(1) Dipartimento di Biologia, Università di Milano, Via Celoria 26, 20133 Milano, e-mail: n.saino@imiucca.csi.unimi.it
(2) Lab. d'Ecologie, Univ. P. et M. Curie, Paris, France, e-mail: Anders.Moller@snv.jussieu.fr

    La competizione tra fratelli e le cure parentali sono considerate fattori importanti nel determinare la sopravvivenza delle nidiate degli uccelli nidicoli, poiché entrambi influenzano la crescita e l'accumulo di riserve da parte dei nidiacei. Oltre a ciò, la sopravvivenza dei nidiacei può anche venire influenzata dalla qualità e quantità del cibo procacciato dai genitori, che agiscono sullo sviluppo del sistema immunitario e quindi sulla capacità di far fronte a parassiti e patogeni. Per verificare l'ipotesi che le dimensioni della covata e l'intensità delle cure parentali determinino l'intensità della risposta immunitaria negli uccelli, gli autori hanno messo in atto una serie di esperimenti di cioè scambio di nidiacei tra nidi diversi, manipolazione delle dimensioni della covata e rifornimento artificiale di cibo, per poi misurare il livello della risposta immunitaria. La protezione conferita dal sistema immunitario era più debole nei nidiacei appartenenti a covate che erano state aumentate di numero, mentre era maggiore nelle covate ridotte. I nidiacei nutriti artificialmente con cibo ricco in proteine presentavano risposte immunitarie più intense rispetto al gruppo di controllo. I nidiacei delle covate più numerose ricevono ciascuno meno cibo rispetto a quelli delle covate ridotte e la protezione immunitaria è risultata correlata con l'intervallo tra le imbeccate successive di uno stesso pullo. Ma la risposta immunitaria è risultata legata anche all'origine dei singoli individui, mostrando di avere basi genetiche. Si è dimostrato che le condizioni dell'allevamento possono perciò influenzare il livello di protezione immunitaria e questo, a sua volta, rappresenta un fattore che determina il tasso di sopravvivenza.



The role of the moon in passerine migratory orientation: Comparison of spring and autumn experiments
Chiara Marchetti & N. Emilio Baldaccini
Dipartimento di Etologia, Universita di Pisa, Via Volta 6, 56126 Pisa

    La presenza della luna in cielo ha effetti differenti sull'orientamento di diverse specie di passeriformi. Gli autori hanno studiato il comportamento della Balia nera Ficedula hypoleuca e del LuÏ grosso Phylloscopus trochilus all'interno degli imbuti di Emlen, sia in autunno che in primavera. Durante notti con il cielo sereno, sono stati usati specchi per deflettere di 180° l'immagine della luna: in un simile esperimento, se gli uccelli si dirigono indifferentemente verso la luna, stanno seguendo un comportamento di fototassi; se invece si comportano in una maniera diversa, allora può esservi coinvolto l'orientamento; un ultima possibilità è che gli uccelli ignorino semplicemente la luna e gli specchi, o siano disorientati. La Balia nera ne rimase disorientata in primavera, mentre non si comportò diversamente dal gruppo di controllo in autunno; se ne può dedurre che la luna non viene usata da questa specie come riferimento. Il LuÏ grosso in primavera ha mostrato la tendenza a dirigersi in direzione opposta rispetto alla luna, però con una grande variabilità individuale; saranno necessari ulteriori dati per stabilire se ciò si deve interpretare come fototassi o se la luna agisce come punto di riferimento per questa specie.



Extra pair copulation in the Red-backed Shrike Lanius collurio
L. Fornasari & R. Massa
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Milano, e-mail: cobil@alpha.disat.unimi.it

    In alcune specie europee di averle, le coppie nidificanti si concentrano in aree ristrette a formare gruppi riproduttivi. Ciò può dare luogo alla sovrapposizione dei territori dei maschi e a paternità esterne alle coppie, come è già stato osservato per l'Averla piccola nelle Alpi meridionali. Durante il 1993, gli autori hanno studiato il comportamento territoriale di 14 coppie di Averla piccola in una località della Lombardia. Il territorio difeso dai maschi raggiungeva la massima estensione durante il periodo fertile delle femmine, e i maschi trascorrevano allora la maggior parte del tempo vicino alla femmina. Questo ha suggerito la possibilità di un comportamento di sorveglianza delle femmine da parte dei maschi e che possano esservi frequenti episodi di accoppiamento extra-coniugale. Questa ipotesi è stata verificata l'anno seguente (1994), su otto coppie nidificanti nella stessa area. Durante 145 ore di osservazione, sono stati registrati 33 accoppiamenti o tentativi di accoppiamento, 16 dei quali tra membri non della stessa coppia: 10 da parte di femmine residenti nei confronti di maschi estranei, e 6 da parte di tre maschi verso femmine estranee. Questi dati suggeriscono che l'accoppiamento tra appartenenti a coppie diverse possa costituire una normale strategia riproduttiva della Averla piccola.



Harmonic structure and species-specificity of food begging calls from four African parrots
Vincenzo Venuto, Luciana Bottoni & Renato Massa
Dipartimento di Scienze Ambientale, Università di Milano, via Emanueli 15, 20126 Milano, e-mail: rmassa@alpha.disat.unimi.it

    I richiami di richiesta del cibo sono vocalizzazioni stereotipate, la cui struttura è notevolmente simile in specie anche molto dissimili. Gli autori hanno registrato e analizzato i richiami di richiesta del cibo, dalla nascita fino a 30 giorni di età, nei giovani di 4 specie africane di pappagalli del genere Poicephalus: P. gulielmi, P. senegalus, P. meyeri e P. cryptoxanthus. Lo scopo era di comprendere come questi suoni cosÏ simili potessero essere specie-specifici e come possano essere correlati alle vocalizzazioni degli adulti. In tutte le specie il richiamo era strutturato in una serie di impulsi armonici; il numero di impulsi era minore in P. gulielmi e massimo in P. meyeri. In tutte le specie, il numero degli impulsi armonici aumentava durante i primi dieci giorni di età e quindi diminuiva. Comunque, si è sempre mantenuta una chiara differenza tra le quattro specie. La stessa cosa si è trovata anche per quanto riguarda la frequenza della armonica fondamentale, sebbene questa aumentasse regolarmente a partire dalla nascita. Applicando il metodo statistico della cluster analysis su nove parametri sonori fondamentali, P. gulielmi rimane nettamente separato da tutte le altre specie, confermando anche dal punto di vista bioacustico la sua classificazione in una diversa superspecie.



Daily variation in body mass of the Florida Scrub-Jay Aphelocoma coerulescens during breeding
Marco Cucco (1) & Glen E. Woolfenden (2)
(1) Università di Torino, via Cavour 84, 15100 Alessandria, e-mail: cucco@mfn.al.unipmn.it
(2) Archbold Biological Station, Lake Placid, Florida, USA

    A differenza di molte specie di uccelli migratori dei climi temperati, la specie subtropicale Aphelocoma coerulescens mantiene un peso corporeo stabile durante i diversi periodi della stagione riproduttiva, indipendentemente dallo stato riproduttivo degli individui. Anche le variazioni della massa corporea, all'interno di ognuno dei gruppi riproduttivi, non differivano in maniera significativa nonostante la forte divisione dei compiti e un rigido sistema di dominanza. Le variazioni giornaliere del peso erano sincronizzate sia tra individui della stessa popolazione che tra individui che occupavano uno stesso territorio; la massa corporea aumentava durante il giorno, dal mattino al pomeriggio. Ogni fluttuazione all'interno di questo schema era poi bilanciata da una variazione di segno opposto il giorno seguente. Tra tutti i fattori climatici che sono stati presi in considerazione, quelli più strettamente correlati con le variazioni del peso corporeo sono risultati la temperatura massima giornaliera e la temperatura di un giorno sommata a quella del giorno precedente. Gli uccelli perdevano più peso durante i giorni con temperature più basse. In questa specie sembra perciò essere all'opera un meccanismo a breve termine di controllo del peso corporeo.



A molecular approach to the taxonomy and biogeography of African parrots
Renato Massa
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Milano, via Emanueli 15, 20126 Milan, e-mail: rmassa@alpha.disat.unimi.it

    L'autore ha eseguito l'analisi del DNA di otto specie di pappagalli africani, allo scopo di studiare le relazioni genetiche all'interno del genere Poicephalus e tra questo e i due altri generi Agapornis e Psittacus. E' stato analizzato il DNA di sei specie di Poicephalus, oltre a Agapornis roseicollis e Psittacus erithacus. Il dendrogramma risultante mostra una netta separazione di tutti i Poicephalus dagli Agapornis e Psittacus. Tra le sei specie di Poicephalus sono stati riscontrati due raggruppamenti, uno comprendente le quattro specie appartenenti alla superspecie meyeri, l'altro con le due specie della superspecie robustus. Il primo è risultato ulteriormente suddiviso in due gruppi più piccoli, di due specie ciascuno, cioè P. meyeri-P. cryptoxanthus e P. senegalus-P. rufiventris, rispettivamente. Questi risultati sono consistenti con l'ipotesi che il genere Piocephalus sia un raggruppamento che, dopo una iniziale separazione da Psitaccus e Agapornis, abbia subito numerosi eventi di speciazione, probabilmente durante episodi di siccità che hanno causato la frammentazione di ambienti di foresta o savana.



Habitat preferences and breeding densities of the birds of the Bolle di Magadino (southern Switzerland)
Roberto Lardelli
Fondazione Bolle di Magadino, via Campagnola 42/b, CH-6877 Coldrerio, Svizzera, e-mail: rlardel@ated.ch

    Alla Bolle di Magadino, un sito Ramsar di 661 ettari, sono state studiate le popolazioni degli uccelli nidificanti, con l'intento di valutarne l'abbondanza e la struttura spaziale, e di misurare gli effetti della frammentazione dell'habitat e delle fluttazione nel livello dell'acqua sulle densità e l'occupazione dei diversi ambienti. L'area di studio è stata suddivisa in oltre 3.000 unità, classificate in 145 tipologie di ambienti e delle loro strutture. I dati sui nidificanti sono stati raccolti ogni anno per mezzo della mappatura dei territori. Fino ad ora sono state rinvenute 64 specie; nel lavoro vengono sintetizzati i risultati del periodo 1992-95. Per ogni specie vengono presentati i dati del numero di territori occupati, le preferenze di habitat, le densità, l'estensione minima di territorio/habitat. Come esempio di analisi dei dati, vengono presentati e analizzati i modelli di distribuzione spaziale del Cannareccione Acrocephalus arundinaceus e del Tarabusino Ixobrychus minutus. Tra l'altro, è emerso che Il livello delle acque condiziona la distribuzione di alcune specie.



The complement of yellow and red pigments in true woodpeckers Picinae
R. Stradi (1) & J. Hudon (2)
(1) Istituto di Chimica Organica, Facoltà di Farmacia, Università degli Studi di Milano, via Venezian 21, 20133 Milano, e-mail: stradi@imiucca.csi.unimi.it
(2) Provincial Museum of Alberta, 12845 - 102 Avenue, Edmonton, Alberta, Canada T5N 0M6

    Sono stati caratterizzati, dal punto di vista chimico, i pigmenti rossi e gialli che conferiscono la colorazione delle penne di 13 specie di picchi della sottofamiglia Picinae: Picus viridis, Picus squamatus, Picoides major, Picoides tridactylus, Picoides villosus, Dryocopus pileatus, Melanerpes lewis, Melanerpes candidus, Colaptes auratus, Colaptes melanolaimus, Colaptes campestris, Campephilus leucopogon, Sphyrapicus varius. I pigmenti sono stati estratti ed analizzati mediante la tecnica di HPLC accoppiata a spettrometria di massa ed UV-visibile. E' risultato che la colorazione rossa è data da composti della famiglia dei 4-oxo-carotenoidi, mentre il colore giallo è dovuto a picofulvina in alcune specie, e a luteina, zeexantina e beta-criptoxantina in altre. Inoltre, è stata determinata la struttura chimica della picofulvina.



© 1999, Quaderni di Birdwatching

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