Quaderni di Birdwatching Anno I - n° 1 - aprile 1999


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Il padule di Fucecchio ed il Pistoiese
di Enrico Zarri


INTRODUZIONE GENERALE AL TERRITORIO

    Il Padule di Fucecchio, situato a breve distanza dalle più belle città d'arte della Toscana, costituisce, con i suoi 1800 ettari a cavallo fra le province di Firenze e Pistoia, la più grande palude interna italiana.

    Dove le grandi estensioni di canneto lasciano spazio agli specchi d'acqua libera, vivono ancora piante rare e specializzate, alcune delle quali costituiscono veri e propri relitti di climi diversi: il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae), l'Erba vescica delle risaie (Utricularia australis), il Ninfoide (Nymphoides peltata), l'Erba saetta (Sagittaria sagittifolia), la Salvinia (Salvinia natans), la Felce reale (Osmunda regalis) e gli sfagni (Sphagnum sp).
Ma il Padule offre grandi attrattive anche per gli amanti del birdwatching, soprattutto durante il passo primaverile e la stagione riproduttiva. Sono oltre 180 le specie di uccelli che si possono osservare nel corso dell'anno, fra cui almeno una cinquantina nidificanti.

    Ai margini della zona umida si trova la garzaia più importante dell'Italia centromeridionale, sia per il numero dei nidi presenti che per la composizione specifica; oltre ad emergere per il numero delle coppie nidificanti (oscillante fra 250 e 500 negli ultimi anni), la colonia è caratterizzata dalla contemporanea presenza della Nitticora, della Garzetta e della Sgarza ciuffetto. La colonia ha ospitato anche, nella primavera 1997, la prima coppia nidificante in Toscana dell'Airone guardabuoi (Bubulcus ibis); l'evento si è ripetuto anche nel 1998.

Cavaliere d'Italia
(Himantopus himantopus)

(foto © E. Zarri)
 

    Da segnalare anche, relativamente alla garzaia, la presenza nel 1983 e 1984 di 1-2 esemplari di Airone schistaceo (Egretta gularis), che si sono trattenuti a lungo presso il sito. La Moretta tabaccata (Aythya nyroca), un tempo talmente comune da dare il nome ad una delle aree centrali del Padule (vedi itinerario n. 1), è osservabile in alcuni anni anche in periodo estivo; ciò fa ben sperare per il ritorno di questa rara anatra tuffatrice che qui troverebbe ancora ambienti adatti per la nidificazione.

    Una nota a parte merita il Bengalino (Amandava amandava), specie esotica naturalizzata nel Padule di Fucecchio a partire dal 1990-91. Le terre di origine del Bengalino si trovano in Asia meridionale e sudorientale, dove abita i canneti, le risaie e le alte erbe lungo i corsi d'acqua. Individui sfuggiti alla cattività si sono diffusi prima intorno al Lago di Massaciuccoli, poi nelle aree umide vicine (anche a Bientina e Sibolla), nelle quali hanno evidentemente trovato condizioni ambientali molto favorevoli, riproducendosi a dismisura. Attualmente questo minuscolo Passeriforme è comunissimo in Padule, e se ne possono osservare in qualsiasi stagione gruppi di decine di individui.


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DESCRIZIONE DEI SITI

    Il Padule di Fucecchio è liberamente visitabile, ad esclusione di alcune aree della Riserva Naturale. Invito tutti i birdwatchers a rispettare rigorosamente le indicazioni di divieto in quanto solo nell'area protetta, di limitata estensione, gli uccelli possono godere di una relativa tranquillità rispetto al resto del bacino palustre.

    Presso Le Morette (itinerario n. 1) è presente un osservatorio faunistico, realizzato riconvertendo un vecchio casotto di caccia e pesca, che garantisce una perfetta visibilità su tutta la Riserva Naturale, soprattutto se si utilizza un buon canocchiale. Muovendosi al di fuori dell'area protetta, è comunque opportuno camminare sugli argini dei canali principali, senza entrare nei chiari di caccia; i proprietari non sempre vedono di buon occhio gente armata solo di un binocolo...


 

    Le visite guidate, utilissime per un primo approccio alla conoscenza della zona umida, vengono organizzate da marzo agli inizi di giugno dal Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio (via Castelmartini n. 1 - 51036 Larciano - PT - tel. e fax 0573/84540 - e-mail padulefuc@comune.pistoia.it). Per gruppi di almeno 15-20 persone possono essere concordate anche visite in altri periodi.

    Presso la sede del Centro è inoltre disponibile una ricca documentazione sul Padule di Fucecchio e sugli ambienti naturali limitrofi: Lago di Sibolla, Montalbano, Colline delle Cerbaie ecc.

    Per il pernottamento si può fare riferimento al vicino albergo-ristorante Il Colono (tel. 0573/84377 - 84070). Tutta l'area è comunque ricca di alberghi ed agriturismi; per informazioni è possibile telefonare all'APT Montecatini T. - Valdinievole (0572/772244) o all'Ufficio Turistico Intercomunale di Vinci (0571/568012). Gli itinerari che seguono possono dare un'idea complessiva dell'area umida. Telefonando al Centro di Ricerca si possono comunque avere informazioni sulle presenze più interessanti e sugli itinerari migliori nei vari mesi dell'anno.



Itinerario n. 1: Riserva Naturale "Le Morette"

    Si tratta di un percorso particolarmente adatto per gli amanti del birdwatching e dell'osservazione naturalistica, dato che si spinge molto all'interno del bacino palustre.

    Il punto di partenza è situato presso la sede del Centro, che si trova nelle vicinanze della Chiesa di Castelmartini (Larciano - PT). Dall'autostrada Firenze-Mare (uscita Montecatini Terme) si seguono le indicazioni per Monsummano; da qui si imbocca la SS 436 (Statale Francesca) in direzione Fucecchio; dopo 6 km si trovano sulla destra i cartelli per il Centro. Dalla superstrada Firenze-Pisa-Livorno (uscita San Miniato) si seguono le indicazioni per Montecatini Terme; oltrepassato Fucecchio, si imbocca la SS 436 e dopo circa 11 km si vede, sulla sinistra, la Chiesa  di Castelmartini.

    Davanti alla Chiesa si imbocca un bel viale alberato (Via delle Morette); dopo circa 500 metri, di fronte al cancello della Villa Poggi Banchieri, si gira a sinistra lungo la strada comunale che dopo pochi metri diviene sterrata. Attraversiamo i campi coltivati, con splendidi scorci sulle case coloniche che si stagliano sulla cima di piccoli rilievi collinari. Durante l'inverno, e soprattutto durante la migrazione primaverile, i grandi spazi aperti costituiscono un buon terreno di caccia per grandi rapaci come le albanelle o il Biancone, ed un ambiente favorevole per la sosta dei grandi stormi di Gru.

    La strada punta ora decisamente verso un grande bosco, attraversandolo. Si tratta del Bosco di Chiusi, ultima e ben conservata testimonianza delle grandi foreste planiziali che un tempo dovevano circondare tutto il bacino palustre. Nel bosco, di proprietà del barone Giulio Poggi Banchieri, si può entrare soltanto con visite guidate.

    Proseguendo oltre, ci troviamo in breve tempo al Porto delle Morette dove è opportuno parcheggiare l'auto prima del ponte: oltrepassato il Canale del Terzo, si prosegue verso nord sull'argine (percorribile tutto l'anno), e in breve si arriva al Casotto Verde, adibito ad osservatorio faunistico; si può accedere al piano superiore ed osservare, attraverso una feritoia opportunamente schermata, i grandi chiari all'interno della Riserva, protetti sui bordi da estese cinture di canneti.

 

    Nella bella stagione, è possibile continuare il cammino lungo l'argine del Canale del Terzo per alcuni chilometri, fino a raggiungere la Riserva Naturale Provinciale "La Monaca - Righetti" (visitabile soltanto su prenotazione).

    Il periodo migliore è in assoluto quello primaverile, da marzo a maggio; la luce migliore per le osservazioni è quella del mattino. Da settembre a gennaio, sono da preferire i giorni di martedì e venerdì (silenzio venatorio) dato che la piccola Riserva è circondata da aree in cui è consentita l'attività venatoria.

Salciaiola
(Locustella luscinioides)

(foto © E. Zarri)



Itinerario n. 2: "Chiari" di caccia di Massarella

    Questo itinerario propone un BW "panoramico" sui chiari di caccia nella parte meridionale del Padule, che rimangono allagati per gran parte dell'anno; naturalmente la visita è inutile durante la stagione venatoria, dai primi di settembre alla fine di gennaio. Qui l'uso del canocchiale è veramente d'obbligo; si consiglia comunque di percorrere l'itinerario nel pomeriggio, quando la luce è più favorevole.

    Dalla sede del Centro, si prosegue lungo la SS 436 in direzione Fucecchio per alcuni chilometri, oltrepassando Stabbia, fino al bivio per Massarella che si trova sulla destra. Arrivati al Ponte di Cavallaia, si può fare una prima sosta di osservazione dei chiari vicini (a sud) o incamminarsi lungo il Canale del Terzo (a nord).





    Di solito è però più utile proseguire sulla strada asfaltata che sale verso il paese; prima del centro abitato si può fermare la macchina in alcune piazzole, sulla destra, per sbinocolare dall'alto verso i chiari di caccia sottostanti.

    Oltrepassata Massarella, dopo alcuni chilometri c'è un altro bivio, in località "Cinelli", dove si può proseguire per Chiesina Uzzanese e l'autostrada Firenze-mare o girare a destra in via di Salanova, continuando a costeggiare il Padule. Dopo aver sbinocolato ancora da una sorta di "terrazza panoramica" naturale nelle vicinanze di alcune villette (Villa Flavia), si può visitare la zona nord del Padule, conosciuta come "Il Golfo"; da marzo in poi, tuttavia, i grandi campi allagati di quest'area si trasformano inesorabilmente in sterili monocolture di mais.

 

    Il Padule di Fucecchio rappresenta sicuramente uno degli ambienti più interessanti della Toscana per il birdwatching, anche se la gestione complessiva dell'area, tuttora  fortemente condizionata da una attività di caccia che insiste sulla quasi totalità del bacino palustre ne limita fortemente le eccezionali potenzialità.

    Fortunatamente, qualcosa sta cambiando. Nella primavera del 1996 la Provincia di Pistoia ha istituito una Riserva Naturale che, anche se molto limitata nell'estensione (circa 200 ettari), sta ricreando le condizioni per la sosta autunnale ed invernale di molti uccelli acquatici, nonchè per la presenza di nuove specie che, dopo anni, tornano a nidificare nel bacino palustre.

    L'istituzione della Riserva, nella quale il canneto viene gestito con criteri naturalistici, ha portato nel 1998 all'insediamento di una piccola colonia di nidificazione dell'Airone rosso, ma gli incendi appiccati dai cacciatori a partire dal mese di giugno, unite talvolta ad un disturbo diretto da parte dell'uomo, rendono piu' difficile la nidificazione delle specie più vulnerabili (come il Falco di palude e il Tarabuso), che pure troverebbero ambienti potenzialmente idonei.



    Da febbraio a maggio l'area umida offre ai birdwatchers le migliori soddisfazioni, ma anche nei mesi successivi (caldo permettendo) la presenza degli Ardeidi che nidificano nella vicina garzaia, nonché quella dei numerosi Passeriformi del canneto, garantiscono escursioni molto piacevoli. Fra i Passeriformi del canneto, molte sono le specie che nidificano in Padule; Cannareccione, Cannaiola, Salciaiola, Forapaglie Castagnolo, Usignolo di fiume, Beccamoschino, Pendolino e Basettino, oltre al già citato Bengalino.



Itinerario n. 3: Colle di Monsummano

     Nell'ambito della dorsale del Montalbano, il Colle di Monsummano (circa 350 m slm) costituisce senz'altro una notevole emergenza per gli aspetti faunistici, oltre che per quelli geologici, floristici e vegetazionali.

    La struttura geomorfologica del colle, con la parte esposta a sud ricoperta da una lussureggiante macchia mediterranea, e la presenza di ambienti rocciosi di grande estensione (le cave abbandonate) ad una quota molto bassa offrono infatti ad alcune specie ornitiche specializzate un habitat assolutamente inconsueto per la provincia di Pistoia.

    La presenza più caratteristica è quella del Passero solitario: sul colle è sedentario e nidificante con diverse coppie, che occupano territorialmente settori diversi della cava principale (Cava Grande).

    Durante l'inverno, fino agli inizi di marzo, non è raro osservare gruppetti di Sordoni, accompagnati talvolta dal Picchio muraiolo. Nei mesi freddi si trovano regolarmente anche tre specie di zigoli; oltre al comune Zigolo nero (sedentario), anche lo Zigolo muciatto e lo Zigolo giallo.

    Nello stesso periodo, nella parte più alta della Cava Grande caccia anche il Pellegrino, sostituito nella bella stagione dal Lodolaio. Altri rapaci, durante la migrazione primaverile, utilizzano le forti correnti ascensionali che, si formano sul versante sud; in aprile-maggio non è raro quindi osservare albanelle, Falchi pecchiaioli, Poiane ed altri buoni veleggiatori in volo sul colle, anche in gruppi notevoli.

    Da marzo a giugno il Colle offre anche altri spunti naturalistici: qui fioriscono infatti almeno 30 specie diverse di orchidee selvatiche, nonchè numerose specie di piante caratteristiche della macchia mediterranea.

 

    L'itinerario inizia da Monsummano T., raggiungibile facilmente dall'A11 (uscita Montecatini T.) o dal Centro di Ricerca lungo la SS 436.

    Si consiglia di percorrere al mattino presto la parte dell'itinerario che costeggia le cave, dato che la Cava Rossa, la Cava Grigia e l'estremità sud della Cava Grande sono infatti utilizzate come palestre di roccia; fortunatamente i free-climbers si alzano si solito abbastanza tardi, lasciandoci qualche ora per il BW.

    Nelle ore centrali della giornata si può salire verso la rocca e dedicarsi alla visita degli ambienti di macchia circostanti; con un po' di fortuna, questo è anche il punto migliore per osservare i rapaci in volo.



Itinerario n. 4: Libro Aperto

    L'itinerario ha come meta la Montagna Pistoiese ed in particolare il Libro Aperto, caratterizzato da due cime (il Monte Rotondo e il Monte Belvedere), fra le più alte e suggestive di questa parte di Appennino, che sovrastando due zone pianeggianti inclinate danno a distanza l'idea delle pagine di un libro. Il Libro Aperto, a differenza dei monti circostanti, non è stato finora deturpato dagli impianti di risalita.

    Il punto di partenza è Abetone, raggiungibile dall'uscita di Pistoia della Firenze-mare (A11), percorrendo la SS 66 fino a San Marcello P.se e poi la SS 12, oppure da Lucca sempre sulla SS 12.

    Il periodo migliore è quello tardo primaverile o estivo, tenendo presente che in agosto il sentiero può essere abbastanza affollato, e che in questo mese i temporali pomeridiani sono la regola.

    Il percorso proposto sale lungo il sentiero GEA-MPT (Grande Escursione Appenninica - Montagna Pistoiese trekking) attraverso la Foresta di Boscolungo, costituita da Abeti bianchi secolari. In questi boschi è stata accertata la presenza del Rampichino alpestre, che in Toscana nidifica soltanto qui e nelle Foreste Casentinesi. Nelle abetine pure nidifica anche il Regolo. Dove agli abeti si uniscono anche le latifoglie, si possono incontrare anche il Tordo bottaccio, la Cincia bigia, il Luì bianco ed il Luì verde.

    Usciti dal bosco, si arriva alla Casetta di Lapo, un rifugio aperto soltanto nei mesi estivi. Da qui si consiglia di imboccare il sentiero CAI n. 495 che costeggia il piccolo Lago delle Risaie (interessante per gli aspetti botanici) e sale verso il Libro Aperto lungo il Vallone dei Faggi. Negli ambienti di margine tra la faggeta e le praterie di alta quota è possibile osservare la Tordela, il Prispolone e lo Sparviero. Salendo lungo il Vallone si è spesso accompagnati da gruppi di Fanelli, mentre sulle rocce si iniziano a vedere Culbianchi e Codirossi spazzacamino. Le praterie sommitali sono invece il regno dello Spioncello.

 

    Nell'area sono state introdotte, a partire dagli anni '50, le Marmotte; la colonia del Vallone di Faggi attira spesso le Aquile reali provenienti dai vicini luoghi di nidificazione della Lucchesia. Soprattutto in luglio ed agosto è relativamente facile osservarne i tentativi di predazione a carico dei giovani roditori nati nell'anno. Sempre più di frequente è possibile osservare anche il passaggio del Corvo imperiale, forse  proveniente da un sito di nidificazione segnalato nella vicina Val di Luce. Per i naturalisti a tutto campo, si segnala nel versante modenese del Monte Rotondo la fioritura in luglio di una colonia di Rododendro (Rhododendron ferrugineum), tipica essenza alpina, che costituisce la stazione più a sud d'Europa.

    Il ritorno avviene sul sentiero di crinale (CAI n. 00), passando dal Monte Maiore: qui un giovane rimboschimento di Abete bianco con sporadiche piante di Pino mugo fornisce l'ambiente ideale per la nidificazione della Passera scopaiola.



    Per ulteriori informazioni è possibile telefonare all'Azienda di Promozione Turistica (0573/60231).



Bibliografia e letture consigliate

  • AA.VV., 1998 - Guida al Padule di Fucecchio. Storia e ambiente., Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Castelmartini (PT).
  • Arcamone E., 1991 - Lo svernamento di Anatidi e Folaga in Toscana 1984-1988, Suppl. Quad. Mus. Stor. Nat. Livorno, vol. X.
  • Barbagli F., Petrini R., Sposimo P., Zarri E., 1993-94 - Check list degli uccelli del Padule di Fucecchio, Quad. Mus. Stor. Nat. Livorno, XIII: 69-76.
  • Bordoni A., 1995 - I Coleotteri del Padule di Fucecchio, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio - Castelmartini (PT).
  • Magrini A., Dani F.R., Zarri E., AFNI Sezione Toscana., 1998 - Gli ultimi rifugi. Vita nel Padule di Fucecchio e nel Laghetto di Sibolla. (libro fotografico), Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Editori dell'Acero.
  • Tellini Florenzano G., Arcamone E., Baccetti N., Meschini E., Sposimo P. (eds.), 1997 - Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti in Toscana (1982-1992)., Quad. Mus. Stor. Nat. Livorno - Monografie, 1.
  • Zarri E., Bartolini A., 1987 - Indagine preliminare sull'avifauna del Padule di Fucecchio. in "Ricerca sulle caratteristiche ambientali del Padule di Fucecchio", Regione Toscana, Prato: 51-73.



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