Quaderni di birdwatching Anno I - n° 2 - ottobre 1999


Approfondimenti
Appunti sull’identificazione delle Berte europee
prima parte

testo e tavole di Matteo Lausetti

        Più volte, in Italia, mi è capitato di sentire snobbare la pratica dell'osservazione degli uccelli marini, come se fosse un'attività per "psicopatici" dediti ad osservare un mare irrimediabilmente vuoto o al limite popolato da "puntolini" che svolazzano sull'orizzonte senza dare la minima possibilità di essere identificati come specie se non addirittura come uccelli.

        In realtà questa attività, il così detto  seawatching, è, soprattutto sulle coste dei principali oceani e su quelle dell'Europa settentrionale, praticata con grande costanza e passione da schiere di birdwatchers che trovano sul mare una nuova frontiera della loro passione, in gran parte ancora da esplorare.

        Sicuramente la maggior parte delle coste mediterranee non può essere paragonata, né per numero di specie marine osservabili, né per abbondanza di individui, ad altri mari d'Europa, comunque, se praticato con costanza, conoscenza del comportamento degli uccelli pelagici e con attenzione ai fenomeni atmosferici e marini, anche in Italia il seawatching può dare grosse soddisfazioni e permetterci di affinare le nostre capacità nell'identificazione di specie generalmente abbastanza ostiche.

        Proprio in quest'ottica ho voluto scrivere questa serie di appunti sull'identificazione delle berte presenti con maggiore regolarità in Europa, prendendo in considerazione non solo le specie più facilmente osservabili lungo le nostre coste, ma anche specie prettamente atlantiche, sia in quanto potenziali accidentali nei nostri mari, sia per fornire una base a chi, recandosi all'estero, volesse cimentarsi in questa affascinante disciplina.

        In questa prima parte, esaminerò le quattro specie di dimensioni più piccole: la Berta minore mediterranea, la Berta delle Baleari, la Berta minore atlantica e la Berta minore fosca. Le altre tre specie maggiori (Berta maggiore, Berta dell’Atlantico e Berta grigia) le tratterò nel prossimo numero.


Nota tassonomica

        La tassonomia delle berte, come per la maggior parte della famiglia Procellariidae a cui appartengono, risulta, allo stato dei fatti, piuttosto confusa e non ancora pienamente compresa. Fino a qualche anno fa le due Berte minori del Mediterraneo (Puffinus yelkouan e Puffinus mauretanicus) erano considerate come sottospecie della Berta minore atlantica (Puffinus puffinus). Attualmente sono considerate da alcuni autori come cospecifiche e da altri come specie distinte. Per questo motivo, nella nomenclatura scientifica metterò il nome della specie tra parentesi nel modo seguente:

  • Berta minore mediterranea o Berta di Yelkouan Puffinus (yelkouan) yelkouan
  • Berta delle Baleari Puffinus (yelkouan) mauretanicus

        Allo stesso modo risulta poco chiara la reale collocazione tassonomica delle due sottospecie baroli e boydi della Berta minore fosca (Puffinus assimilis); la seconda è considerata da alcuni autori una specie a sé, da altri, addirittura, come una sottospecie della Berta di Audubon (Puffinus iherminieri).

        L'ultimo caso dubbio riguarda la sottospecie edwardsii della Berta maggiore (Calonectris diomedea), considerata da molti come specie autonoma, ovvero Berta di Capoverde (Calonectris edwardsii).


Tabella Riassuntiva
dello Status delle Berte Europee in Italia
da Check-List of Italian Birds Updated to December 1997
di Pierandrea Brichetti & Bruno Massa
[aggiornata con dati successivi]
Berta minore mediterranea Puffinus (yelkouan) yelkouan Migratore regolare, Nidificante, Svernante parziale, (Sedentario nidificante parziale?)
Berta delle Baleari Puffinus (yelkouan) mauretanicus Accidentale (A-3) 1
Berta minore fosca Puffinus assimilis Accidentale (A-3)
Berta maggiore Calonectris diomedea Migratore regolare, Nidificante, Svernante parziale
Berta dell'Atlantico Puffinus gravis Accidentale (A-1)
Berta grigia Puffinus griseus Accidentale (A-6)

1: Lo scarso numero di segnalazioni di Berta delle Baleari è probabilmente da attribuirsi al fatto che fino all'edizione precedente (dic 1995) della check-list questa specie era ancora considerata come sottospecie di Puffinus yelkouan e quindi non riportata, oltre, probabilmente, alla scarsa attenzione prestata dai birdwatcher italiani all'identificazione di questa specie.


Berta minore mediterranea o Berta di Yelkouan
Puffinus (yelkouan) yelkouan


        E' la berta minore tipica dei nostri mari. Nidifica in anfratti e cavità tra le rocce anche ad una certa distanza dal mare, generalmente su isole lontane dalla costa. Al di fuori del periodo riproduttivo è prettamente pelagica ma può avvicinarsi alla costa a seconda delle condizioni meteorologiche e delle disponibilità alimentari. Occasionalmente è possibile avvistare grandi stormi, anche migliaia di individui, relativamente vicino alla terra ferma. Il suo areale di nidificazione è limitato al Mediterraneo centro orientale, dalle isole dell'Egeo alla Corsica e Sardegna, mentre in altri periodi dell'anno si disperde in tutto il Mediterraneo e alcuni individui passano Gibilterra distribuendosi lungo le coste atlantiche di Marocco, Spagna e Portogallo.

Berta minore mediterranea
Puffinus (yelkouan) yelkouan

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. Si tratta di una berta di medie dimensioni (tra i 75 e gli 85 centimetri di apertura alare) che nel complesso appare piuttosto scura, soprattutto se osservata ad una certa distanza. La silhouette è abbastanza compatta, con corpo massiccio e coda corta, così che le zampe si proiettano oltre il margine di quest’ultima, rendendone difficile la valutazione della lunghezza. Il volo è decisamente irregolare, caratterizzato da sequenze di volo battuto e rapide scivolate e planate. Spesso quando si incontrano gruppi numerosi l'azione degli individui all'interno dello stormo è caratterizzata da un continuo posarsi sulla superficie dell'acqua e riprendere il volo, dando l'impressione di un intensa attività.

        Parti superiori. Marrone scuro, a volte possono sembrare addirittura nere ma mai di una tonalità decisamente fredda. In buone condizioni di luce e ad una distanza non eccessiva è possibile vedere un certo contrasto tra le remiganti, soprattutto le primarie, e le copritrici che sono più chiare. Quasi sempre sono visibili le zone chiare ai lati del collo e, a volte, del groppone.

        Parti inferiori. Generalmente piuttosto chiare, bianco grigiastro, con una demarcazione poco netta e abbastanza sfumata dalle parti scure sovrastanti. In genere la gola, la parte anteriore del collo, del petto, le copritrici ascellari e il sottocoda sono chiari, ma non sono rari gli individui nei quali l'estrema variabilità dell'estensione delle parti scure, tipica di questa specie, oscura parzialmente o in toto alcune delle parti inferiori, rendendo questi esemplari molto simili ad esemplari chiari della Berta delle Baleari Puffinus (yelkouan) mauretanicus. Le copritrici del sottoala sono tendenzialmente chiare e contrastano con le remiganti grigie ma dalla colorazione abbastanza diffusa e prive di una demarcazione netta.


Berta delle Baleari
Puffinus (yelkouan) mauretanicus


        E' un'altra berta tipicamente mediterranea, ma con una distribuzione più occidentale e con una più spiccata tendenza a disperdersi ad ovest lungo le coste atlantiche dell'Europa e dell'Africa settentrionale. La sua biologia è simile a quella della specie precedente. L'areale di nidificazione della Berta delle Baleari è limitato al Mediterraneo occidentale, in particolar modo alle Isole Baleari, dove la sua popolazione è stimata in 10.000 o 12.000 individui con poco più di 3000 coppie nidificanti, la maggior parte delle quali ad Ibiza. Al di fuori del periodo riproduttivo si disperde nell'Atlantico dal Marocco alle isole britanniche e nel mediterraneo fino alle coste del vicino oriente.

Berta delle Baleari
Puffinus (yelkouan) mauretanicus

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. Leggermente più grande della precedente, con ali più lunghe e più strette, il corpo appare più pesante e la testa si protende in avanti in modo più spiccato. Anche se questi caratteri appaiono molto difficili da valutare senza un confronto diretto tra le due specie, la Berta delle Baleari appare strutturalmente diversa dalla Berta di Yelkouan, e più simile, per certi aspetti, alle specie di dimensioni maggiori, con volo più fluido, meno "nervoso" e in qualche modo più elegante. La coda è ancora più corta che nella specie precedente e le zampe si proiettano posteriormente a questa in modo ancora più accentuato ed evidente.

        Parti superiori. Di colore simile a quelle di Puffinus (yelkouan) yelkouan. Non è mai possibile distinguere zone chiare ai lati del collo e del groppone.

        Parti inferiori. La colorazione delle parti inferiori è molto variabile, passando da individui chiari che possono essere molto simili agli esemplari scuri della Berta di Yelkouan, fino ad individui completamente scuri che possono, ad una certa distanza, creare addirittura confusione con la Berta grigia Puffinus griseus, comprendendo tutte le possibili varianti intermedie. La gola, il collo e il sottocoda sono, comunque, sempre scuri. Talvolta le parti scure sono così estese da lasciare solo un area più chiara nella zona centrale del petto e dell'addome, formando, in questo modo, una macchia chiara ben distinta e spesso evidente anche a grandi distanze. La parte inferiore delle ali presenta copritrici grigiastre che contrastano in modo piuttosto netto con le remiganti scure di tonalità abbastanza compatta. Le ascellari sono sempre scure.


Berta minore atlantica
Puffinus puffinus


        E' la berta tipica del nord Atlantico. Il suo areale di nidificazione va dalle coste meridionali dell’Islanda fino alle Azzorre e alle Canarie, con la maggior concentrazione nelle isole del Galles dove nidifica la maggior parte di individui di questa specie, in particolare a Skomer, con 102.000 coppie (circa il 50% della popolazione mondiale), a Skokholm, con 46.000 coppie, e a Middleholm, con circa 3000 coppie. Fino ad autunno inoltrato è possibile incontrarla dalle coste della Norvegia fino al Marocco, dopo di ché si sposta nei quartieri di svernamento nell'Atlantico subtropicale, soprattutto al largo delle coste del America Meridionale.

Berta minore atlantica
Puffinus puffinus

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. Circa delle dimensioni della Berta di Yelkouan, leggermente più piccola della Berta delle Baleari, con ali più corte e coda più lunga che non lascia sporgere le zampe. Il volo è più "nervoso" che nelle precedenti specie, con battiti d’ala più rapidi e planate con continui cambi di inclinazione del corpo lungo l'asse longitudinale che ne mostrano alternativamente le parti superiori e quelle inferiori, dando così l’impressione di emettere quasi dei bagliori di luce. In presenza di vento sostenuto il volo diventa ancora più irregolare e non è raro vederla compiere improvvisi cambi di quota che possono portarla fino a 10-15 metri di altezza sulla superficie dell'acqua con pochi potenti battiti d'ala per poi planare fino alla quota originaria.

        Parti superiori. Di colore grigio molto scuro, che in mare appare nero, molto uniforme e compatto, senza apparenti contrasti; va comunque prestata attenzione ad individui con piumaggio particolarmente abraso che, in condizioni di luce intensa, possono apparire marroni e mostrare un certo contrasto tra le primarie con le loro copritrici, più scure, ed il resto dell'ala. Le aree chiare ai lati del collo e del groppone sono sempre evidenti e visibili anche a grande distanza.

Berta minore atlantica
Puffinus puffinus

(disegno © Matteo Lausetti)

        Parti inferiori. Bianche, addirittura candide al punto che il loro comparire a distanza può dare l’impressione di lampi di luce. La separazione dalle pari superiori scure è netta, priva di qualsiasi sfumatura. La gola e la parte anteriore del collo sono sempre bianche ed è generalmente presente una zona chiara a forma di mezzaluna che sale posteriormente alle copritrici auricolari, carattere questo apprezzabile solamente a distanze molto ridotte e spesso in grado di sfuggire anche in tali casi. Il sottocoda è sempre bianco, anche se a volte può essere presente una leggera macchiettatura grigiastra sulle copritrici di quest'ultimo difficilmente apprezzabile sul campo. Le ali mostrano un contrasto accentuato e molto netto tra le ascellari e le copritrici che sono bianche e le remiganti, il margine anteriore dell'ala e una piccola area sul carpo che sono nere. Le ascellari, che come già accennato sono candide, possono presentare una macchiettatura scura lungo il loro margine, formando una leggera linea scura che le circonda.


Berta minore fosca
Puffinus assimilis


        La Berta minore fosca presenta almeno 7 o 8 sottospecie, la maggior parte delle quali è distribuita in maniera più o meno uniforme nell'emisfero meridionale in tutti gli oceani. Solo due sottospecie riguardano in qualche modo i birdwatcher europei: la P. a. baroli che nidifica alle Azzorre, Canarie e Madeira e la P. a. boydi che nidifica alle Isole di Capo Verde. Terminato il periodo riproduttivo si disperde nell'Atlantico centrale, ma alcuni esemplari possono arrivare occasionalmente fino alle coste meridionali dell'Irlanda.

Berta minore fosca
Puffinus assimilis

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. Visibilmente più piccola delle specie fino ad ora trattate (60-65 centimetri di apertura alare), anche, se in assenza di un confronto diretto, in mare può essere problematico valutarne le reali dimensioni. La sagoma è abbastanza compatta con testa massiccia e bulbosa ed ali corte ed arrotondate con la mano tenuta rivolta in avanti. A distanza può, per distribuzione e tonalità di colore ricordare una Berta minore atlantica in miniatura. Il volo è diretto, privo di evidenti cambi di direzione e spostamenti laterali. La prima impressione è quella di un volo privo di planate composto solo da battiti d'ala, in realtà le planate sono presenti ma di così breve durata da poter sfuggire ad un osservatore non troppo attento. Durante queste brevi fasi di volo planato sovente la testa viene sollevata verso l'alto in modo piuttosto innaturale, facendo assumere all'animale un espressione di intensa attenzione per ciò che lo circonda. Generalmente vola molto bassa sull'acqua mantenendosi parallela alla sua superficie rendendo molto difficile l'osservazione delle parti inferiori; difficilmente sfrutta le correnti d'aria per compiere cambi di quota o per superare le onde, comportamento invece molto comune nella Berta minore atlantica. Contrariamente a quanto non faccia la P. puffinus, la frequenza dei battiti d'ala è mantenuta molto regolare senza variazioni di numero tra una planata e l'altra. I battiti d'ala sono molto rapidi e compiuti ad ali decisamente rigide, carattere questo che, unito al suo volo estremamente rettilineo e alle sue ridotte dimensioni, contribuisce a dare l'impressione di trovarsi ad osservare un alcide o un limicolo più che una berta. Nonostante la rapidità dell'azione di volo, l'andatura è abbastanza lenta se paragonata alle specie di maggiori dimensioni. Chiaramente le caratteristiche del volo possono variare in modo anche piuttosto evidente con l'aumentare della forza del vento. Il modo di alimentarsi è abbastanza caratteristico, soprattutto in condizione di vento sostenuto; l'azione si svolge in volo, sfiorando le onde, tenendo le ali sollevate decisamente verso l'alto, assumendo quasi l'aspetto di un grosso uccello delle tempeste.

Berta minore fosca
Puffinus assimilis

(disegno © Matteo Lausetti)

        Parti superiori. Le parti superiori sono uniformemente nere o marrone scuro, di tonalità decisamente uniforme, che difficilmente rende visibile qualche contrasto tra la mano e il braccio dell'ala. Il cappuccio è di dimensioni piuttosto ridotte e si ferma al di sopra dell'occhio, mettendolo in evidenza. Nella sottospecie boydi la parte scura della testa è più estesa ed arriva spesso a nascondere l'occhio. Le aree chiare ai lati del groppone sono evidenti, anche se di estensione piuttosto ridotta. Nella parte posteriore dell'ala è presente un'estesa zona grigio perlacea molto riflettente, formata dalle copritrici delle secondarie che, in buone condizioni di visibilità e soprattutto di luce, può essere visibile anche a grandi distanze. Questa area chiara tende a diminuire di estensione e di intensità con l'aumentare dell'abrasione del piumaggio fino a scomparire completamente.

        Parti inferiori. Prevalentemente bianche, decisamente pulite, senza nessun tipo di macchiettatura o sfumatura. La demarcazione tra parti chiare e parti scure è abbastanza netta e senza sfumatura. Le ascellari e le copritrici sono candide e mostrano un contrasto non particolarmente accentuato con le remiganti che sono grigiastre. L'area scura formata da queste ultime è di dimensioni abbastanza limitate e presenta margini poco netti e piuttosto sfumati. Nella sottospecie boydi l'ampiezza e l'intensità cromatica dell'area scura delle remiganti è maggiore e risulta meglio definita e più nettamente demarcata. Anche il margine scuro presente nella parte anteriore dell'ala, formato dalle copritrici marginali, risulta più esteso e più evidente nella sottospecie delle Isole di Capo Verde, che, al contrario della sottospecie baroli, ha anche le copritrici del sottocoda scure.


Bibliografia

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